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Il preventivo di un rilievo topografico (aerofotogrammetrico)

7 Novembre 2019
Immagine di copertina dell'articolo sul preventivo di un rilievo fotogrammetrico

In questo articolo ti voglio parlare di che cosa intendo per preventivo di un rilievo topografico.
Del perchè mi piace chiamarlo “offerta tecnico-economica“.
Della sua importanza.
Del tempo e dell’attenzione che merita la sua stesura.
E del perchè tremo sempre un po’ alla domanda: “Mi fai un preventivo?“.

IL PREVENTIVO (DI UN RILIEVO)

Mi sa che lo sai già, ma te lo riscrivo.
Il preventivo è un documento dove qualcuno ti scrive quanto costa una prestazione che gli hai richiesto.
Te lo scrive, prima di fare, attivamente, qualunque cosa, affinchè tu possa avere tutte le informazioni per decidere se affidargli il lavoro o no.

E te lo scrive (non te lo dice a voce!) perchè rimanga traccia del prezzo, in caso di discussioni a fine lavori.
Sì perchè a volte il preventivo funziona anche da accordo tra le parti.

Un preventivo vale sia per i lavori che per i servizi.
Te lo fa l’idraulico, l’elettricista o la ditta edile.
Così come te lo fa il commercialista, il consulente di marketing o il progettista.

E il topografo!

Anche noi facciamo preventivi per rilievi che ci vengono richiesti dai nostri (potenziali) committenti.
Che, magari, ne hanno chiesti altri ad altri professionisti.

È lecito!
Anzi, si fa normalmente per trovare l’offerta migliore e, se possibile, risparmiare.

NON È SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZO

Io credo che un preventivo dovrebbe mettere, chi lo riceve, in condizione di:

  1. capire come sarà svolto il lavoro;
  2. sapere in quanto tempo sarà finito, una volta iniziato;
  3. che cosa sarà consegnato alla fine;
  4. quanto costerà.

Nello specifico di un rilievo topografico (o di una prestazione di servizi tecnici) capita che i punti 1, 2 e 3 non siano così chiari ed espliciti.
E questo si ripercuote sulla decisione del committente che ha il prezzo, come unico parametro di valutazione.

Non è solo una questione di prezzo.

Spesso chi commissiona un rilievo non conosce le tecniche che si utilizzano, effettivamente, in campo.
E nel trattamento in ufficio dei dati acquisiti.

Non è tenuto a saperlo.
Non è il suo lavoro.
A lui/lei interessa raggiungere un risultato.

Ma non è una gara di corsa dove tutti corrono sullo stesso tracciato e la linea d’arrivo è lì per tutti.

Si possono usare tecnologie diverse.
Le strade da percorrere possono essere più di una.
Ed anche i risultati possono avere sfumature diverse.

UN ESEMPIO PRATICO

Se ti viene chiesto, in maniera molto generica, di rilevare il tracciato di una strada, si potrebbe optare:

  1. per un rilievo GNSS con un ricevitore in modalità nRTK e la misura delle coordianate del numero minimo di punti per descrivere la strada;
  2. per un rilievo celerimetrico – “stazione totale + prisma” che, di nuovo, restituisce le coordinate dei punti necessari a definire la strada;
  3. per un rilievo aerofotogrammetrico con drone (lo so, si dice APR) che generi una nuvola di punti della strada ed un’ortofoto ad alta risoluzione a supporto della planimetria in CAD;
  4. per un rilievo con laser scanner terrestre che prenda tutti i punti della strada e quello che ci sta intorno (edifici, pareti rocciose, alberi, …).

Provo a mettere in evidenza alcuni aspetti di ognuno dei quattro punti che ti ho appena elencato.
E lo faccio con lo stesso ordine.

  1. puoi lavorare in autonomia ed hai dati georeferenziati, lo strumento costicchia ed hai punti discreti, anche se non devi fare molte elaborazioni al rientro;
  2. se non hai una stazione totale robotica e motorizzata (che costa quanto una macchina) devi avere un aiuto con te, le precisioni sono molto spinte (mm vs cm), i punti sono ancora discreti e se vuoi georeferenziarli devi fare qualche operazione extra in campo;
  3. il costo della strumentazione impiegata inizia a pesare un po’ di più (drone, attestati, registrazioni, assicurazioni ed annessi + software di elaborazione fotogrammetria + strumentazione di appoggio topografico) ma puoi lavorare in auntonomia e restituire una nuvola di punti 3D (ad alta densità di informazioni) ed un’ortofoto, utile per il disegno 2D in CAD, i tempi di elaborazione del dato non sono trascurabili;
  4. la restituzione è una nuvola di punti 3D, di alta precisione ed inclusiva di un bel po’ di altre cose attorno alla strada, ma il laser scanner terrestre ha un prezzo piuttosto importante se paragonato al resto.

Come possono costare lo stesso prezzo?
Esperienza, titoli, investimenti…
Strumenti, personale, tempo…
Non puoi ricevere lo stesso prezzo per queste quattro prestazioni.

Ma se non dai a chi giudica gli strumenti per farlo in modo consapevole, l’unico parametro di valutazione è il prezzo.
Non può essere altrimenti.

Raccontando che cosa c’è dietro al lavoro che proponi, le cose potrebbero andare diversamente.

Il committente potrebbe rendersi conto che un’ortofoto georeferenziata della strada sarebbe molto utile per trovare, con buona accuratezza, anche le coordinate delle posizioni dei pozzetti o delle caditoie.
“Scelgo l’aerofotogrammetria da drone”.

Oppure potrebbe avere bisogno delle quote millimetriche distribuite sul manto stradale per fare avviare studio della corrivazione delle acque di pioggia superficiale.
“Scelgo il rilievo celerimetrico”.

E se invece trovasse utile l’informazione, contenuta all’interno di una nuvola di punti, degli edifici che sorgono ai lati della strada per supportare il nuovo progetto di illuminazione pubblica?
Allora “scelgo il laser scanner”.

Ma se poi, tutto sommato, è più che sufficiente avere un disegno del tracciato stradale, fatto con punti discreti, con precisione centimetrica, e risparmiare sul prezzo allora “scelgo il rilievo GNSS nRTK”.

Ho fatto un esempio un po’ rozzo ed anche semplicistico, ma spero di averti trasmesso il messaggio.
Racconta quello che hai intenzione di fare e dai più informazioni possibili a chi dovrà scegliere.

 

Sulla scia di questo articolo ne avevo scritto uno simile, un po’ di tempo fa, sulla relazione tecnica di un rilievo.
Lo trovi a questo link.
Anche lì scrivevo di spiegare il più possibile le cose che avevi fatto durante il lavoro.

Anche se temi, toni e contenuti sono simili, questo articolo si colloca, temporalmente, un po’ prima.
Riguarda la redazione di un preventivo di un rilievo topografico.
E, visto che la mia attività è principalmente la fotogrammetria (ed è su questa che faccio l’80% dei miei preventivi), questo articolo è calato un po’ di più sul preventivo di un rilievo topografico fotogrammetrico.

Spero però che possa essere di spunto anche per altri tipi di rilievi topografici o, perchè no, anche di altre prestazioni di servizi tecnici professionali.

OFFERTA TECNICO-ECONOMICA

A me piace chiamarlo così: “offerta tecnico-economica“.

Ti offro (ecco l’offerta) i mieri servizi,  raccontandoti che cosa faccio (questa è la parte tecnica) e ti scrivo quanto costa (questa è la parte economica)

NIENTE AFFIDAMENTI PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Ci tengo a scrivertelo: in questo articolo non faccio alcun riferimento alle procedure di affidamento di incarichi presso le Pubbliche Amministrazioni.

In quel caso le dinamiche sono diverse.
Dipendono dagli importi dell’affidamento.
A volte prevedono bandi di gara.
Altre volte si richiede un’offerta a professionisti iscritti in appositi Albi/Elenchi dell’Amministrazione.
In altri casi ancora si può procedere ad affidamenti diretti.

In ogni caso però la gestione del preventivo può subire delle distorsioni.

Non è mia intenzione entrarci nel merito.
E ci tenevo a farti questa precisazione.

CAPITOLI vs ELENCO PUNTATO

Io credo che sia molto più efficace impostare un’offerta in capitoli piuttosto che fare un elenco (puntato o numerato) delle prestazioni.

Lo so, ti richiede più tempo.
Assomiglia ad una relazione tecnica, che è un documento più complesso ed articolato.
Ma nessuno ti vieta di farti dei modelli e procedere alla rivoluzionaria tecnica dell’era digitale, il “copia ed incolla“.

E so anche che richiede più tempo, per la lettura, da parte di chi lo riceve.
D’altra parte, se una scelta deve essere ponderata per ottenere il meglio dall’offerente, credo che sia giusto spendere un po’ di minuti per leggerla bene.
Altrimenti si torna al punto di partenza: scegliamo sulla base del prezzo.

Capitoli con titoli chiari spezzano il “muro di parole” e rendono la lettura meno pesante.

Io, di solito, metto questi:

  1. PREMESSA
  2. AREA DEL RILIEVO
  3. TECNICHE DI RILIEVO
  4. RISULTATI
  5. OFFERTA ECONOMICA e TEMPI DI ESECUZIONE
  6. NOTE TECNICHE
  7. …
  8. …

Ogni capitolo può avere uno o più sottocapitoli.
Sentiti libero di usarne quanti te ne servono.
E ce ne possono essere anche altri.
Così come tutti potrebbero essere troppi.
Credo che l’obiettivo da tenere in mente sia quello di essere chiaro e diretto.

Ogni punto oscuro rischia di diventare un elemento di discussione e di approfondimento.
Ed approfondire richiede tempo.
Se riesci ad evitare una “perdita di tempo extra” a chi legge l’offerta (e che può darti il lavoro) gli fai un favore.
Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo.

Ti consiglio di usare un linguaggio semplice.
Non usare tecnicismi.
Non preoccuparti delle supercazzole della scrittura formale.
Evitale.
L’obiettivo è un altro: farsi capire da chi non conosce la materia.

Non dico di fare i pensierini, ma neppure di scrivere frasi Manzoniane di dieci righe senza un punto e capo!

PREMESSA

La premessa è l’abstract dell’offerta.
Sono poche righe dove scrivi un super riassunto dei contenuti del documento.

Potresti anche valutare di non metterla.
Dipende dal lavoro.

A me piace metterla perchè è un po’ come fare le presentazioni!
🙂
Dico che cosa faccio, dove lo faccio, perchè lo faccio e come lo faccio.

AREA DEL RILIEVO

Descrivi BENE qual è l’oggetto del rilievo.

Inizia dalla parte amministrativa andando dallo specifico al generico:

  • Località;
  • Frazione;
  • Comune;
  • Provincia;
  • …

E poi individua, nel dettaglio, l’oggetto del rilievo:

  • che cos’è;
  • come è fatto;
  • quanto è grande;
  • da che cosa è delimitato;
  • quali sono (se ci sono) la quota minima e massima.

Includi immagini prese da Google Earth, fotografie di sopralluoghi o stralci di carte tecniche o catastali disponibili nei database online o dai repertori a cui hai accesso.

So che dipende dall’oggetto del rilievo, ma cerca di essere il più preciso possibile.
È nell’interesse del lettore e dell’esecutore.
Se il preventivo funziona anche da accordo tra le parti, nessuno potrà discutere sul fatto che si sarebbe dovuto rilevare anche un’altra area.
Così come il tecnico dovrà rispondere di non aver restituito un’area prevista in offerta.

In casi complessi e articolati, come, ad esempio, le piste di un comprensorio sciistico, potresti anche preparare una tavola, allegata all’offerta, dove sovrapponi una foto di Goole Earth alla CTR regionale e  definisci, planimetricamente ed inequivocabilmente, le aree oggetto di rilievo.
Fattela firmare per presa visione.

Se invece stai parlando di modellare un edificio, specifica se si tratterà di tutte le facciate ed anche della copertura.
O solo di parte della struttura…

Per una strada, localizza inizio e fine del tracciato essendo chiaro su eventuale fasce a destra e sinistra della carreggiata.

La chiarezza e l’inequivocabilità inizia dalla definizione delle aree e degli oggetti di un rilievo.

TECNICHE DI RILIEVO

Questo è il capitolo più lungo ed articolato di tutta l’offerta.
Contiene la descrizione:

  • delle scelte operative;
  • dei mezzi e degli strumenti;
  • delle tecniche e delle modalità di rilievo in campo;
  • dell’elaborazione dei dati;
  • e dei risultati attesi.

Condivido quello che scrivo in questa parte per un rilievo topografico aerofotogrammetrico.

Perchè un rilievo aerofotogrammetrico

Non è scontato che la tecnica fotogrammetrica sia conosciuta da tutti e che tutti conoscano come funziona.
Neppure la tecnica aerofotogrammetrica con l’impiego dei droni.

In questa parte descrivo brevemente (ma molto brevemente) come si svolge un rilievo fotogrammetrico (fotografie + misure topografiche + elaborazione dati +restituzione) ed elenco i motivi della scelta di questa tecnologia.

Nonostante le precisioni più scarse, rispetto ad altre tecniche topografiche, potrebbero esserci vantaggi interessanti, tali da far pendere l’ago della bilancia dalla sua parte:

  • accesso ad aree pericolose e/o inaccessibili tramite drone;
  • restituzione di un output tridimensionale;
  • registrazione di dati fotografici;
  • ortofoto e modelli digitali di elevazione.

Dopo la presentazione del metodo racconto gli strumenti e le fasi operative.

Droni e regole dell’aria

Se uso un drone riporto le generalità della macchina e del pilota:

  • numero di identificazione del SAPR;
  • registrazione dell’operatore;
  • autorizzazione CRO agli scenari standard;
  • attestati del pilota.

Credo che sia importante per chi legge sapere che chi offre il servizio è “in regola” con la parte burocratica ed amministrativa di ENAC.

Le carte aeronautiche ti permettono di sapere (più o meno) subito se un’area è “volabile” oppure no (a meno di autorizzazioni speciali).
Metto sempre uno stralcio della carta aeronautica ENAV (liberamente scaricabili, previa registrazione, dal sito istituzionale, alla sezioni servizi online), con identificazione dell’area di intervento.

stralcio di carta aeronautica ENAV

Se invece nell’area ci sono delle limitazioni speciali, ATZ o altre aree vietate (P, R, …), è importante indicare che cosa significa, in termini di regole del volo (applicate anche ai droni!) e per le operazioni previste, e come si intende procedere per la richiesta della autorizzazioni necessarie (richiesta di NOTAM, penetrazione di area P, …).

Strumenti 1 – Fotografie

Poche righe per elencare le caratteristiche della fotocamera (o delle fotocamere) che userò:

  • dimensioni del sensore;
  • risoluzione (MPixel);
  • ottica fotografica.

Perchè?
Sempre per la chiarezza.

Perchè se il tuo cliente ti dice che si aspettava delle fotografie a 100 Mega Pixel su sensore a Medio Formato gli puoi dire che la tua strumentazione non le fa.
Ma anche perchè se invii delle foto scattate da uno smartphone del 2010, quando invece avevi scritto di usare una reflex Full Frame da 40 Mpixel, hai il dovere di essere preso per le orecchie!

Strumenti 2 – Misure

Visto che la fotogrammetria combina fotogafie e misure di precisione, in questa parte descrivo che strumenti di misura uso, per supportare il processo “structure from motion“.

Parlo del ricevitore satellitare GNSS (tipologia, costellazioni, modalità d’uso – nRTK, base-rover, statico + post processing).

Così come introduco (se serve) la stazione totale per misure di punti inaccessibili a piedi.

Nulla ti vieta di parlare di distanziometri laser o aste di lunghezza nota, se devi modellare qualche oggetto fotografato nelle condizioni controllate di uno studio.

Credo che l’importante sia comunicare il messaggio che la parte topografica non è dimenticata.
È quella più importante, quella che ti permette di dare robustezza al tuo modello tridimensionale.
E siccome non è raro sentire di rilievi fotogrammetrici fatti senza misure di punti di appoggio (GCP) e di controllo (CP) è bene indicare che hai ferri del mestiere!

Questa parte sugli strumenti di misure è importante anche nel caso in cui tu debba fare altri tipi di rilievi.
Se devi fare un monitoraggio di una galleria, scrivere che hai una stazione totale con precisione angolare di 1″ non è per niente superfluo.
Anzi!

Racconta quello che farai in campo

Ora è arrivato il momento di descrivere le tue azioni in campo.

Inizia dal sopralluogo, perchè lo fai e che informazioni ne trarrai.

Poi passa alla programmazione delle operazioni in campo:

  • Gestione di traffico, accessi ed interdizione a zone off limits;
  • Scelta del Ground Sampling Distance (GSD);
  • Missioni di volo automatico o volo manuale del drone;
  • Target artificiali a terra;
  • Ground Control Points;
  • Check Points;
  • Presa fotografica;
  • Misure topografiche.

Non devi fare però la storia “della rava e della fava“.
🙂
È pur sempre un’offerta tecnica.

Non esagerare con il testo oppure il contenuto si diluisce.

Descrivi tutto quanto per fare capire il lavoro che farai, gli sforzi, la programmazione e la cura, ma non farti prendere la mano.
Avrai tutto la spazio della relazione tecnica per arricchire il racconto.
Lo scopo qui è essere chiari e diretti.

Immagine di una missione di volo 3D caricata su Google Earth da Litchi Mission Hub

Elaborazione dati

Se la parte di campo è importante, lo è anche spiegare quello che c’è da fare una volta rientrati in ufficio.
Anche solo per far chiarezza sul processo fotogrammetrico.
E rendere evidente il fatto che la restituzione della fotogrammetria è questione di giorni e non certo di ore.

Io spiego un po’, a grandi linee, come si articolano le fasi di un’elaborazione “structure from motion” e che cosa ne viene fuori.
E scrivo quali sono i software che uso.

L’elaborazione della nuvola di punti è una fase che può portare via un sacco di energie e di risorse.
È spesso sottovalutata ma sono queste ore di editing che ti permettono di generare un DTM (Digital Terrain Model), classificare gli elementi della nuvola ed avere un output (vedi punto successivo) conforme alle richieste.
A volta si usano software altrettanto specialistici, le cui licenze non sono per niente trascurabili.

Credo che sia utile eplicitare anche questo passaggio.

RISULTATI

A questo punto dovresti scrivere che tipo di risultati otterrai (e darai) in output.

La descrizione della restituzione dovrebbe fare scopa con le richieste del (possibile) committente.
Ma potresti integrarla con prodotti che ritieni possano essere un valore aggiunto per lui/lei.

Spiega i prodotti, partendo dal più complesso.

Io inizio con la nuvola di punti, descrivo il formato dei file e metto dei link a delle nuvole di punti online che sono disponibili per la visualizzazione, a titolo di esempio.
Il formato pdf conserva i link esterni!
Con il tempo ho trovato che far vedere una nuvola di punti è mille volte più efficace che provare a descriverla.

Fornisci la nuvola grezza, la nuvola ripulita, la nuvola sottocampionata, la nuvola classificata?
Prevedi di caricarla online per la visualizzazione da remoto?

Può esserti richiesto anche il modello tridimensionale mesh+texture.
Fornirai un file OBJ, un file DAE o un altro formato?
Lo caricherai online per mostrare anche questo da remoto (io uso Sketchfab)?
Che risoluzione avrà la texture?

Passiamo ai dati bidimensionali.

Prima quelli 2.5D.

Darai in output anche un modello digitale di elevazione?
Un DSM o un DTM?
Qual è il passo della griglia del modello digitale?

Ora c’è l’ortofoto.
Che risoluzione ha?
Ne prevedi una nadirale o pensi di restituire anche degli ortomosaici secondo diverse proiezioni?
Quanti?

Se restituisci una planimetria vettoriale dì qualcosa anche su quella.
Qual è la scala di rappresentazione?
Devi fare un piano quotato? Secondo quale maglia saranno restituiti i punti?
Genererai delle curve di livello? Con che equidistanza?

Accuratezza

Non dimenticare di specificare l’accuratezza con cui fornirai i tuoi risultati.

Avevo scritto un articolo sull’accuratezza e sulla precisione che puoi leggere a questo link.
Ma, giusto per scrivere qualcosa anche qui, è un valore che ti dice quanto la posizione di un punto restituito si discosta dalla posizione rilevata in campo.

Dire che restituirai un rilievo con accuratezza di 2 mm, 3 cm o 50 cm è dire tre cose molto diverse fra loro.
È importante che chi legge sappia che cosa aspettarsi.
Perchè sulla base dei tuoi dati potrà o non potrà fare scelte e prendere decisioni legate al suo lavoro specifico.

Non serve essere svizzero in questa dichiarazione.
Se sai che restituirai con confidenza dati a 8 cm, puoi scrivere che la tua accuratezza sarà di 10 cm.
È meglio essere cautelativi, senza stravolgere il risultato.
Non scrivere che fornirai accuratezze millimetriche se fai un rilievo aerofotogrammetrico scattando foto con un Phantom 4 da 50 m di distanza, rilevando le coordinate dei punti di appoggio con un ricevitore satellitare in modalità RTK.
Non ce la puoi fare!
🙂

Georeferenziazione

Ed infine c’è l’informazione sulla georeferenziazione.
Non sempre serve (per me sì, ma so che non è per tutti così).
Comunicare il sistema di riferimento in output al tuo lavoro trasmette consapevolezza su un argomento a tanti un po’ oscuro: quello delle coordinate e dei sistemi di riferimento.

Se non hai ricevuto indicazioni precise, ti consiglio di indicare un Sistema di Riferimento con cui sei confidente e per il quale eviteresti errori di trasformazione (passaggi tra datum) che andrebbero ad inficiare un po’ anche l’accuratezza.
Di default io restituisco i lavoi nel Sistema ETRF2000 (RDN 2008), ma spesso lascio aperta la porta a restituzioni secondo riferimenti indicati dal committente.

 

Sui dati che prevedi di restituire mi sento di fare una considerazione veloce.

Ci sono le esigenze del committente, che devono essere soddisfatte, e poi potrebbero esserci degli extra che scegli di fornire.
Attenzione però a non esagerare.
Non farla fuori dal vaso!
Non fare lo “sborone”!
🙂

Se ti viene richiesto un piano quotato con punti distanti 2 m uno dall’altro e tu proponi anche la nuvola di punti, l’ortofoto, un sacco di sezioni a passo 1 metro, il modello digitale di elevazione e le curve di livello a 20 centimetri, hai esagerato!
Il prezzo per tutto questo è evidentemente più alto rispetto ad un normale piano quotato.
E probabilmente è troppo alto per farti prendere il lavoro.
Sforeresti il budget a disposizione.

Se invece il prezzo è lo stesso di un piano quotato con GNSS nRTK allora permettini di dirti che è un prezzo insostenibile per le prestazioni che offri…

PREZZO E TEMPI

A proposito di prezzo!

A questo punto viene, almeno per le mie offerte, la quantificazione.
Quanto costa.
Quanto ci metto.

Prezzo

Beh, sul prezzo non c’è molto da dire.
O forse qualcosa sì.

Devi scrivere quanto costa tutto quello che hai offerto.

Io lo scrivo in numeri ed in lettere.
Non sono sicuro che abbia senso ma due anni nella Pubblica Amministrazione (ho lavorato in un Ente Parco appen laureato) mi hanno installato nel cervello un po’ di abitudini che fatico a cancellare.
Una è questa!

Una cosa rischiosa nello scrivere cifre e lettere è che, se fai copia/incolla (e puoi farlo!), rischi di non aggiornarne uno rispetto all’altro, creando confusione.
Se vuoi stare tranquillo, usa solo i numeri.

Ma non dimenticarti di specificare se il prezzo:

  • include o esclude oneri previdenziali (io ho il 4% di INARCASSA);
  • include o eslcude l’IVA (e se la esclude a quanto ammonta);
  • include o esclude eventuali spese vive per fare il lavoro (se non le include, specificale).

Tempi

L’aspetto dei tempi è una parte importante ma spesso dimenticata.

Sapere se quello di cui ho bisogno mi sarà consegnato in un giorno, dal termine delle operazioni di rilievo, o in un mese, potrebbe fare una grandissima differenza sulla scelta.
Se il tuo committente ha fretta, può essere disposto a spendere di più, a garanzia di una consegna più rapida.

E, d’altra parte, con questa specificazione puoi evitare di ricevere telefonate tipo: “è tutto pronto?“, dopo due giorni dal rilievo, soprattutto se nel preventivo hai scritto “consegna dopo 30 giorni”.

Io, solitamente, indico i tempi in questo modo:

  • sopralluogo e programmazione delle attività di campo, entro XX giorni dalla data di incarico;
  • le attività di rilievo in campo dureranno XX giorni ed avranno inizio entro e non oltre XX giorni dall’effettuazione del sopralluogo;
  • la restituzione dei dati avverrà entro XX giorni dal termine delle attività di campo.

Puoi aggiungere consegne parziali o qualsiasi altra cosa aiuti il tuo lavoro ed il committente.

Oppure puoi togliere il sopralluogo, se lo hai già fatto.

Insomma modula come preferisci.
Prendi quello che ti scrivo come una linea generale, estremamente personale.

Validità dell’offerta

Anche scrivere questa parte non è banale.
Eppure, nella sua semplicità, potrebbe risparmiarti menate o lavori in perdita.

La frase è questa:
La presente offerta tecnico-economica ha validità XX giorni dalla data del presente documento.

XX può essere 30, 60, 90, …
Vedi tu.

In questo modo rendi il tuo lavoro sostenibile in caso in cui la decisione non sia immediata.

Devo esere sincero, non ho mai avuto contatti che mi richiamassero dopo due anni dall’emissione di un’offerta per fare quel lavoro.
Ma mai dire mai…
Se da qui ai prossimi due anni cambi attrezzatura, aumenti la tua struttura operativa o altro, devi caricare dei costi fissi diversi (probabilmente maggiori) sul tuo prezzo e quel lavoro potrebbe non essere più sostenibile economicamente.

È una sola riga che però può essere d’aiuto!

NOTE TECNICHE

In coda all’offerta inserisco sempre alcune note tecniche che servono a spiegare meglio alcuni aspetti critici del lavoro.

Le tipiche note che metto spesso riguardano:

  • la passività della tecnica fotogrammetrica;
  • il vincolo operativo alle condizioni meteorologiche;
  • eventuali aspetti operativi/normativi legati all’uso di droni.

Anche se è compito deontologico di chi fa il lavoro conoscere i limiti delle tecniche e degli strumenti e non prendere lavori che non può fare, è comunque utile ribadirli.
Sapere che un rilievo aerofotogrammetrico sopra un bosco non restituisce niente se non le chiome degli alberi (e non il terreno che c’è sotto) può essere un’informazione molto utile per chi lo legge (e non conosce la fotogrammetria).

Così come fare presente i limiti nel far volare un drone con la pioggia o scattare fotografie nella Pianura Padana con la nebbia al suolo.

Meglio essere chiari anche su questo!

ESCLUSIONI

Se vuoi evitare che vengano richieste prestazioni ulteriori, piuttosto onerose (in termini di tempo e di risorse), puoi mettere un capitolo specifico sulle esclusioni.

Credo che qui si debba cercare di essere ragionevoli e non blindare il lavoro esclusivamente a quello che è scritto pedissequamente nella descrizione dei servizi.

Se viene richiesta una nuvola di punti extra con una decimazione maggiore della densità, non è ‘sto bagno di sangue!
Il comando Subsample di Cloud Compare lo fa in pochi secondi.
Fallo!

Se invece è richiesto un rendering, beh quello è diverso…

Escludi quello che, oggettivamente, per te e per le tue risorse, è un impegno significativo.

PAGAMENTI

Concorda il modo e i tempi del pagamento.

Sul modo direi che il bonifico ormai è sdoganato e comune ai più.
Ma ce ne possono essere altri.

Sui tempi spendici qualche riga:

  • pagamento anticipato;
  • anticipo + saldo alla consegna;
  • pagamento al termine delle attività di campo, prima della consegna dei risultati;
  • pagamento alla consegna;
  • pagamento a 30, 60, 90 giorni.

Sono tutte scelte opzionabili.

Credo che vadano valutate in relazione al committente.
Ed alle sua abitudini di pagamento ai fornitori.

Io sto dalla parte del pagamento anticipato ma in Italia è pura utopia.

Se fai un preventivo ad una S.p.A. che paga i suoi fornitori a 90 giorni, a meno di situazioni molto particolari, non ha molto senso richiedere il pagamento alla consegna dei dati.
Difficilmente sarai accontentato.

Questo è un argomento che potrebbe aprire un post dentro il post.
Mi fermo prima…
🙂

PREVENTIVO COME ACCORDO TRA LE PARTI

Se gli importi dell’offerta non sono alti (lo so, il concetto “alto” è molto soggettivo), utilizzo il preventivo come “accordo tra le parti”.
Non stipulo un contratto, successivo all’accettazione, e faccio riferimento ai contenuti dell’offerta.

Scrivilo.

 

Ora devi solo mettere la data e la firma.
🙂

 

MI FAI UN PREVENTIVO?

Qualche anno fa, all’inizio del mio cammino in 3DMetrica, ogni volta che sentivo la domanda “Mi fai un preventivo per un rilievo …?” ero felicissimo!
Mi dedicavo con zelo a confezionare offerte tecnico-economiche complete e ricche, con i contenuti che ti ho appena descritto in questo articolo.
Spesso facevo anche i necessari sopralluoghi!

Poi però facendo due conti sui lavori presi, a fronte dei preventivi emessi, mi sono accorto che ci avevo dedicato un mare di tempo.
Ed ho smesso di fare così.

Alcune persone hanno la “sindrome della richiesta del preventivo“.
Chiedono preventivi formali anche per andare a tagliarsi i capelli.
E ne ho incontrati.

Altri chiedono preventivi con doppi fini non proprio nobili: concorrenti (non mi piace come parola ma rende l’idea) che sondano il mercato o altri che prendono i contenuti della tua offerta e li mettono in un loro bando per affidamento servizi

Nel momento in cui sto scrivendo questo post, alla domanda a freddo (cioè da un contatto nuovo e mai incontrato prima): “mi fai un preventivo?“, non mi precipito più a scrivere.

Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiano (mi sembra di avertlo già scritto 🙂 ).
Quello di chi legge ma anche quello di chi scrive.

Quello che faccio è farmi spiegare al meglio il lavoro – tramite email, telefonata, supporto di fotografie o di mappe di Google – fare una stima di massima (tendenzialmente in eccesso per ammortizzare tutte le possibile fluttuazioni che derivano dalla specificazione delle attvitià) e scrivere un’email in cui dico:

“Grazie per la richiesta, per quello che ci siamo detti e che ho potuto analizzare, preventivamente, il mio lavoro costa XXXX Euro.
Lo farò usando questa tecnica e ti consegnerò questi dati.
Se il budget che hai a disposizione copre la cifra che ti ho preventivato e se va bene la soluzione tecnica che ti ho proposto, ti posso preparare un’offerta dettagliata e, se puoi, dovrai darmi qualche altra informazione più specifica, per centrare al meglio le tue esigenze”.

Facendo così:

  • dedico poco tempo alle richieste “deboli“;
  • fornisco un’indicazione di massima del prezzo che, a primo impatto, è il dato più rilevante;
  • taglio i “fuori budget” rispondendogli con contezza.

Se chiedi 1.000, a qualcuno che ha un budget 100, è molto probabile che non ti chiederà di fargli l’offerta formale.

Mi è capitato una sola volta.
Ricevetti una richiesta per un rilievo, piuttosto importante, di un promontorio roccioso su una strada.
Alla mia risposta, sulla falsariga di quello che ti ho appena scritto, ne ebbi un’altra in cui mi si diceva che il budget era il 70% della mia proposta.
Sempre informalmente risposi che per quel budget avrei fatto il lavoro riducendo l’area del rilievo alle porzioni più critiche, allegando mappe indicative.
Ottenni una risposta in cui mi si diceva che per procedere alla valutazione ed all’affidamento era necessario un preventivo formale.
Lo feci, con tutti i crismi che ti ho raccontato.
E poi il silenzio…

🙂

Al di là di questo caso, l’approccio informale con indicazione del budget funziona bene e non fa perdere tempo a nessuno.

Se il rapporto va avanti e se non ci sono stravolgimenti di tecniche, aree e restituzioni, è buona norma non superare la cifra iniziale o, eventualmente, ritoccarla al ribasso.

 

 

Spero che questo post possa darti qualche spunto su come affrontare il preventivo di un rilievo topografico.
Ops, di un’offerta tecnio-economica!
🙂

Ci tengo a ripetere che quello che ho scritto è solo la condivisione di quello che faccio.
Non è legge (ci mancherebbe!).
Né una guida rigida.
Anzi!
Mi piacerebbe che potesse diventare uno spunto di discussione.
Se ti va sentiti libero di commentare come preferisci e condividere la tua esperienza.
Sia da redattore che da lettore di preventivi!

 

Grazie per il tuo tempo e per la tua attenzione!

A presto!

 

Paolo Corradeghini

 

P.S. UN FOGLIO DI CALCOLO PER STIMARE IL PREVENTIVO DI UN RILIEVO

Per stimare il costo di un rilievo, anche in fase preliminare informale, utilizzo un foglio di calcolo, piuttosto articolato, che mi sono costruito e che ho aggiustato nel tempo, in base alle esperienze che ho fatto.

Il foglio è disponibile a questo link per i finanziatori di 3DMetrica dal livello “Apro la cassetta degli attrezzi” in su.

Ho scelto di riservare ai finanziatori del materiale extra, per ringraziarli del loro preziosissimo supporto.

 

P.P.S. INFORMAZIONI DI SERVIZIO

Mandami un messaggio o una nota audio su Telegram.
Mi trovi con il nome utente: paolocorradeghini (telegram.me/paolocorradeghini).

Oppure, nella sezione info trovi tutti i miei collegamenti Social Network.

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Paolo Corradeghini

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2 Comments


marta
8 January 2020 at 10:46
Reply

Complimenti!!
Articolo davvero ben fatto!



    Paolo Corradeghini
    9 January 2020 at 21:23
    Reply

    Ciao Marta,
    grazie mille!

    Paolo

  • CHI SONO

    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    [Nuvole Lidar e classificazione automatica del ter [Nuvole Lidar e classificazione automatica del terreno - Prima di tutto togli (almeno) gli "Outliers"]
Prima di fare la classificazione automatica del terreno degli elementi di una nuvola di punti Lidar ti conviene pulirla un po' affinchè il risultato del processo sia buono.

Gli "outliers" sono i più insidiosi.
Se ad esempio ci sono punti isolati sotto il livello reale del piano campagna, questi possono dare indicazioni fuorvianti al classificatore.

Nelle immagini che condivido in questo post vedi:
1. una nuvola Lidar (completa e colorata);
2. la classificazione del terreno senza la preventiva rimozione degli outlier;
3. la nuvola vista di lato con evidenza degli outlier;
4. la classificazione del terreno dopo la pulizia.

#lidar #nuvoledipunti #3d
    [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate proiettate e cose che non tornano]
Fai attenzione al fattore di scala dei sistemi di riferimento proiettati quando fai misure con la stazione totale.

La distanza diretta, misurata con stazione totale, tra due punti in campo è diversa tra la distanza proiettata sul piano e presa tra le coordinate Nord ed Est degli stessi punti misurati con un GPS.

Nel passaggio da un sistema di coordinate geografiche ad un sistema cartografico si applica un fattore di scala.
Nel sistema di riferimento ETRF2000-UTM, questo fattore di scala è 0.9996.

Su 100 m lasci per strada 4 cm.
Su 3 km perdi 1.20 m!

Credo che questa sia un'informazione molto importante da gestire nei rilievi e nella restituzione.
    [Laser scanner e ombre] Il laser scanner è una m [Laser scanner e ombre]

Il laser scanner è una misura attiva ma i raggi emessi non distruggono gli oggetti che incontrano nel loro percorso!

Ci sono scanner che permettono di registrare più ritorni, per lo stesso raggio, ma se questo sbatte contro un muro, un tetto, un'auto o il terreno, non riesce ad andare oltre.
E meno male!

Al di là di questa introduzione, in una scansione terrestre (TLS) è molto probabile che ci siano ostacoli che fermano parte dei raggi e proiettano delle "ombre" nella nuvola di punti.
Lì non ci sono informazioni.

La forma e, soprattutto, la distanza dell'ostacolo dall'emettitore determinano la dimensione dell'ombra.

Anche se un elemento sembra poco rilevante rispetto alla scena da scansionare, la sua ombra potrebbe cancellare parecchi punti che, tradotti in superficie da rilevare, possono diventare parecchi metri quadrati.

Se non puoi liberarti dell'ostacolo l'unico modo per riempire le ombre è quello di fare più scansioni, da punti diversi, in modo che l'emettitore riesca a "vedere" oltre.

La programmazione di un rilievo laser scanner in campo tiene conto anche di questo.
Più stazioni fanno aumentare i tempi operativi di lavoro.
E con uno scanner ad approccio topografico le scansioni extra si fanno sentire nel budget finale delle ore in campo!

#laserscanner #3d #nuvoledipunti #pointcloud #trimble #trimblesx10
    [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua] Si poss [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua]
Si possono creare ortofoto d'acqua (ferma) anche se il modello 3D fotogrammetrico fa schifo ed è bucato.

Se la nuvola di punti o la mesh sono "bucate" è perchè il software non è stato capace di trovare punti di legame nell'allineamento delle immagini.
Ma non è detto che l'ortofoto non possa venire fuori ugualmente bene.
Par farlo succedere devi creare una superficie di riferimento, su cui "stendere" le fotografie, ortorettificate, priva di buchi.
Puoi usare il DEM o la Mesh.
Quando fai creare il DEM (Modello Digitale di Elevazione) hai la possibilità di dire al software di interpolare i buchi.

L'interpolazione della mesh non sempre va a segno al primo colpo (in realtà neppure quella del DEM) ma ci sono altri strumenti (più o meno avanzati) che ti vengono in aiuto.

L'accorgimento da prendere in fase di presa fotografica è di estendere la copertura delle fotografie ad un bel pezzo extra di riva, dove sei sicuro che il software fotogrammetrico lavorerà senza problemi nella creazione di nuvola di punti e mesh.

#ortofoto #fotogrammetria #aerofotogrammetria #3d #nuvoladipunti #mesh #dem
    [Rilievi di argini e vegetazione] Gli argini di c [Rilievi di argini e vegetazione]

Gli argini di canali artificiali, realizzati in terra, si prestano bene ad un rilievo aerofotogrammetrico ma, affinché il rilievo sia davvero efficace, andrebbe fatto dopo la pulizia dalla vegetazione.

Un sorvolo su un argine pulito permette di creare una nuvola di punti efficace da cui estrarre informazioni per tutta la lunghezza del tratto rilevato.

Se invece le sponde sono vegetate, il dato che si ottiene potrà essere buono qua e là ma sarà comunque globalmente più scarso rispetto alle condizioni ideali.

Lo sfalcio ed il decespugliamento sono attività che possono avere costi importanti.
Gli Enti locali hanno solitamente un piano di sfalcio sulle aree di competenza, specialmente se si tratta di zone frequentate, aree verdi, parchi e percorsi ciclopedonali.
Se hai tempo di aspettare, vale la pena coordinarsi in tal senso per andare in campo subito dopo le pulizie programmate.
Se invece hai fretta si devono accettare costi maggiori per lo sfalcio straordinario.

O si può andare in campo con la tecnologia LiDAR su drone per riuscire a penetrare la copertura vegetale.
Anche se non sempre si riesce a fare!

P.S.
Tutto questo vale per la parte emersa.
Per andare sott'acqua servono altri strumenti!
    [Monitoraggio e considerazioni sul tema] Prendend [Monitoraggio e considerazioni sul tema]

Prendendo spunto da una recente installazione di sistema di monitoraggio della falesia del Cimitero di Camogli (con tecnologia GNSS da parte di Gter e Yet It Moves) faccio alcune considerazioni sul tema.
Gli strumenti per monitorare possono essere tanti e quello che accumuna ogni situazione è la ripetizione nel tempo delle misure.

La precisione del controllo può già fare una discriminazione.

Il caso di Camogli pone poi l'attenzione sul "quante misure fare nel tempo".
Una rete GNSS che elabora dati in continuo permette di accedere alle letture dei singoli nodi con una frequenza alta (si che può arrivare ad essere anche di qualche ora).

A Camogli mi sono occupato dei rilievi fotogrammetrici e laser scanner di tutta la porzione di costa, in due momenti differenti, da cui si sono potuti misurare movimenti macroscopici che hanno permesso di fare valutazioni successive per la scelta dei punti di installazione dei sensori del monitoraggio di precisione.

Credo anche che sia rilevante l'aspetto della responsabilità di chi restituisce un dato da monitoraggio.
Questi dati servono per scelte progettuali, decisioni di sicurezza e protezione civile per niente banali.
Vale la pena "metterci la testa".

Io non sono un esperto di monitoraggi, anzi non lo sono per niente, ma il tema della misura legata, in qualche modo, alla "quarta dimensione", quella del tempo, mi affascina molto.
Se hai contributi, commenti o esperienza da condividere fallo assolutamente perchè il tema è interessante!
    Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i lavori di messa in sicurezza dei versanti sopra la Via dell'Amore ed il ripristino della passeggiata, chiusa ormai da diversi anni).

Reti di placcaggio, barriere paramassi, nuove gallerie e rifacimento di tutto il percorso per un po' di milioni di euro ed almeno due anni di tempo.

Dovrei supportare i lavori con alcune "cose" dall'alto...

#viadellamore #parcocinqueterre  #lavori #roccia #drone
    [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integ [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integrate]

Per colorare una nuvola di punti da scansione laser servono delle fotografie.
Ci sono ormai parecchi scanner con fotocamera integrata, che semplificano il lavoro dell'operatore.

L'esposizione delle immagini deve essere la più "corretta" possibile per  riprodurre al meglio l'informazione colorimetrica nei punti della nuvola.

Non conosco il funzionamento specifico di ogni camera ma vale la pena dedicare un po' di tempo a capire come lavora l'esposimetro ed evitare così punti bianchi (per foto sovraesposte) o neri (per sottoesposizione).

Nel caso della SX10 di Trimble (l'unico caso che conosco), si può fissare un'esposizione costante ed è ok se l'illuminazione della scena scansionata non cambia.
I risultati sono scarsini se si passa da alte luci ad ombre e viceversa.

Nelle prime due immagini la nuvola è colorata da foto con esposizione fissa e presa ai due estremi delle zone di luminosità della scena scansionata.

L'altra opzione possibile è quella di scegliere un'esposizione automatica e variabile che permette di compensare i cambi di luce, per un risultato più armonico.

Occhio che l'angolo di campo dell'ottica incide parecchio.
È difficile avere tutto quanto esposto perfettamente in un'immagine sferica a 360°.
A meno di non sfruttare la tecnica dell'HDR (che alcuni scanner fanno)

Se poi c'è la possibilità di usare più camere (a lunghezza focale diversa) per scattare foto da usare nella colorazione della nuvola, quella a campo più stretto permette una lettura dell'esposizione più accurata rispetto alle panoramiche.
Ma servono più foto per coprire l'intera scena.
    [Fotogrammetria ed attenzione al colore] Spoiler: [Fotogrammetria ed attenzione al colore]
Spoiler: questo post non è interessante se ti occupi solo di fotogrammetria per il rilievo del territorio.
Ma se fai anche ricostruzioni 3D di edifici storici, beni culturali, monumenti ed opere d'arte di ogni forma e dimensione, credo che serva molta attenzione anche alla riproduzione fedele del colore nel processo fotogrammetrico.

Nella campagna di scatto è necessario utilizzare degli oggetti  che permettano di correggere le dominanti di colore in post elaborazione.
Si tratta generalmente di tabelle formate da quadrati colorati (in cui ogni colore è codificato).
In inglese si chiamano "color checker".
Li dovresti mettere nella scena e fotografare nelle stesse condizioni di illuminazione dell'oggetto del rilievo.

In post elaborazione poi si prendono le immagini in cui è presente il color checker e si applicano correzioni cromatiche sulla base del colore "letto" nell'immagine rispetto a quello che dovrebbe essere realmente (i valori codificati).

Tutto questo deve essere accompagnato da un altro paio di cose:
1. il controllo dell'illuminazione della scena;
2. un monitor calibrato (tutto passa attraverso i pixel del tuo schermo e se non sono "veritieri" il rischio di vanificare tutto il processo che ti ho raccontato, avendo una percezione sballata dei colori, è alto).

#fotogrammetria #colore #colorchecker
    [Lidar e software di elaborazione dei dati] Condiv [Lidar e software di elaborazione dei dati]
Condivido alcune caratteristiche che un software di elaborazione dati Lidar (da drone) dovrebbe avere.

1. Gestione dei dati grezzi della base GNSS di riferimento per il calcolo della traiettoria.

2. Aggiustare e/o correggere le traiettorie.

3. Dividere la traiettoria e, conseguentemente, la nuvola di punti.

4. Colorare la nuvola di punti e gestire problemi di "matching" tra immagine e traiettoria.

5. Gestione di datum, sistemi di riferimento e coordinate.

6. Misurare la nuvola di punti.

7. Visualizzare i punti secondo le informazioni dei campi scalari (intensità e numero di ritorni, tempo di acquisizione, ...)

8. Esportazione della nuvola in formati comuni.

Poi ce ne sono altri, non necessari, ma che possono aiutare l'elaborazione.

9. Segmentare, ritagliare ed eliminare parti della nuvola di punti.

10. Filtrare la nuvola per eliminare rumore ed outliers, oltre che sottocampionarla

11. Classificare i punti con algoritmi automatici.

12. Verificare l'accuratezza con punti di coordinate note.

13. Generare report di elaborazione.

Dimentico senz'altro qualcosa.
Se vuoi aggiungere, integrare o commentare in base alla tua esperienza sentiti davvero libero o libera.
È utile per tutti.

#lidar #nuvoledipunti #3d #pointcloud #software #editing #realitycapture
    Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS pu Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS puoi anche tenere la palina bassa, i satelliti si vedono ugualmente bene.

#gnss #gps #rilievo #topografia #misura
    È importante aggiornare i firmware degli strument È importante aggiornare i firmware degli strumenti di rilievo ed i software dei dispositivi che li controllano.

Credo che l'evoluzione tecnologica di quello che si usa in campo si porti con sé la necessità di una consapevolezza nuova sulla loro manutenzione.

Se prima gli aspetti legati alla taratura, al controllo delle parti meccaniche, ..., bastavano per permetterne il funzionamento, ora serve un'attenzione in più.

Non vale per ogni strumento che si vede in giro, ma credo che, piano piano, sarà un aspetto con cui tutti ci confronteremo.

Le case produttrici ti permettono di aggiornare continuamente una stazione totale o un laser scanner con nuovi firmware, che ne integrano funzionalità o correggono dei "bug".

E lo stesso succede per i software che girano sui dispositivi di controllo (smartphone, tablet, ...).

Nuove release migliorano la user experience o, anche qui, sistemano gli errori.

Se dopo un rilievo spari aria compressa e spennelli una stazione totale per togliere la polvere, prima di andare in campo dovresti controllare che software e firmware siano ok e tutto sia funzionante.

Usiamo strumenti tecnologicamente fantastici che tuttavia potrebbero incepparsi in campo per qualche "banale" conflitto software irrisolto.

#rilievo #strumenti #topografia #software #firmware
    La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lav La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lavorare con la vegetazione: copre il terreno che sta sotto (in una presa da drone) e non è facile ricostruirla.

Fotografie ad alta risoluzione, scattate da un sensore grande (full frame), possono avere problemi maggiori per ricreare nella nuvola di punti, le chiome di alberi.

Da quando ho iniziato ad usare una fotocamera più performante (full frame - 40 Megapixel) rispetto a quelle che ho usato in passato (1" - 24 Megapixel) sto verificando dei buchi nella nuvola di punti laddove ci sono alberi spogli.
Può sembrare controintuitivo ma è così.

Fotografie troppo dettagliate, di elementi molto complessi, porosi e con informazioni disposte su vari piani (tutta l'altezza degli alberi) non aiutano il software, anzi...

Per provare ad avere qualche informazione in più lì sopra,  puoi lanciare l'elaborazione della nuvola di punti ad una qualità inferiore.
Le immagini del dataset vengono sottocampionate (la risoluzione si riduce) ed il software structure from motion lavorerà con una minore quantità di dettagli descritti nei pixel.
Questo aumenta il numero di punti lungo gli alberi, anche se la loro confidenza (cioè l'attendibilità della posizione 3D) è piuttosto scarsa.
Oh, non è che il problema sia superato, anzi...
La nuvola di punti in effetti fa ancora piuttosto schifo.

La presenza di foglie aiuta il processo quindi se vuoi avere informazioni sulle altezza degli alberi è meglio acquisire i dati in estate.
Ed anche il tipo di albero (forma e dimensione) influenza il risultato...

#fotogrammetria #structurefrommotion #nuvoledipunti #3d #pointcloud
    Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette al sicuro il lavoro della giornata.

Molti dispositivi di controllo sono palmari, smartphone o tablet, piuttosto avanzati, ma pur sempre a rischio di danneggiamento software o, peggio, furto o danno fisico.

Perdere i dati di una giornata di lavoro può avere conseguenze importanti.

Se hai rilevato qualcosa che non c'è più (scavo, abbancamento, demolizione) non potrai ripetere il rilievo.

Ci sono vari livelli di "sicurezza" per i dati di uno strumento.

Salvare i dati in una memoria interna (ad uno scanner o una stazione totale) ed in quella del controller ti permette di avere i file in due posti distinti.

Backuppare un lavoro in una chiave USB o in un hard disk esterno è un'altra opzione valida. Vale però per dispositivi dotati di porta USB.

Salvare i dati nel cloud è forse la scelta più sicura. Attivando un hot spot con lo smartphone riesci a mandarli in posti che sono a prova di furto o danno. Il cloud ti permette anche di essere molto efficiente se c'è qualcuno pronto a riceverli ed iniziare subito ad elaborarli.

Una volta ho temuto di aver perso i dati di un rilievo "un po' complicato".
Non ho passato una bella mezz'ora!
    [Laser scanner e traffico] Un camion che passa da [Laser scanner e traffico]

Un camion che passa davanti ad un laser scanner e è un ostacolo al rilievo.
A volte il traffico si riesce a gestire (movieri, gestione del cantiere o indicazioni specifiche, ...).
Altre volte no.
L'ideale immobilismo è, di fatto, irrealizzabile.

Alcuni scanner hanno la possibilità di mettere in pausa, una scansione per riprenderla una volta passato il mezzo.

Anche aumentare la qualità della scansione può aiutare.
Spesso una qualità maggiore significa effettuare la scansione, della stessa area, più volte.
Se i mezzi si muovono, ci sono buone probabilità che, se te li ritrovi tra i piedi al primo giro, non ci saranno più al secondo.

Fare scansioni da punti diversi aiuta.
Scegli punti di scansione in modo che si integrino uno con l'altro.

Oppure  puoi sempre considerare l'ipotesi di fare il rilievo di notte quando, auspicabilmente, il traffico è ridotto o assente.
    Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Li Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Lidar lungo un alveo

Manca il pezzo d'alveo sotto al ponte.
Non è sempre vero.
Ma può capitare.

Non c'è l'intradosso ed i dettagli non sono ricchissimi.

La classificazione del terreno può venire ingannata.
Non è facile per un software di classificazione automatica  distinguere il ponte dal terreno.
Se ci pensi ha la stessa quota del piano stradale.

Questi problemi si possono risolvere.

Una scansione con laser terrestre mette (forse) a posto i primi due punti 

Se c'è acqua o non riesci ad andare sotto all'impalcato puoi interpolare il terreno con le informazioni a monte ed a valle.
Se però c'è una soglia o un salto dovrai battere dei punti con una stazione totale.

Per la classificazione automatica l'intervento manuale è la soluzione migliore per garantire un risultato confidente.

Il Lidar da drone è molto efficace per acquisire dati in questi ambiti (occhio alla vegetazione!) ma l'integrazione strumentale è sempre la soluzione più efficiente.

#rilievo #rilievo3d #lidar #drone #lidardadrone #3d #realitycapture #alveo #idraulica #dtm #nuvoledipunti
    Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofo Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofoto di una facciata.
Potresti correggere la distorsione prospettica con software di fotoritocco e "raddrizzare" l'immagine (per i tuoi scopi).

Il punto di presa e la forma dell'oggetto fotografato deformano la rappresentazione secondo una vista prospettica.
Linee parallele nella realtà (muri verticali) sono convergenti nello spazio immagine.

Tutti i principali software di photoediting hanno strumenti di correzione della prospettiva.
Ci sono nel famoso Photoshop, nell'open source Gimp e nel "nuovo" ed economico Affinity Photo.

Funzionano più o meno nel solito modo.
Intervieni sulle immagini alterando i pixel e, aiutato da una griglia virtuale, allinei gli elementi dell'immagine alla maglia.
È veloce e non richiede hardware super.

La posizione reciproca tra punto di presa ed oggetto fa molto.
Così come la forma di quello che hai fotografato è rilevante.

È diverso dal fare un'ortomosaico.
Così come è diverso dall'usare, in campo, un obiettivo basculante e decentrabile ("tilt/shift") per le foto.
Ma è piuttosto pratico e può funzionare ugualmente.

Dopo tutto il raddrizzamento delle foto del costruito è una tecnica che gli architetti usano da parecchio tempo.
😉
    Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua aut Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua auto al di fuori dell'area del rilievo, vale la pena fare attenzione a dove la posteggerai.
Non è uno scherzo!
:)

La fotogrammetria è una tecnica passiva e gli algoritmi Structure from Motion riescono a ricostruire solo quello che si vede nelle immagini.
Un'automobile è un elemento di disturbo, neppure troppo piccola.
Può nascondere informazioni importanti o potrebbe essere difficile da togliere dalla nuvola di punti.

Parcheggiarla in un'area pianeggiante, su una superficie omogenea è una buona idea.
I motivi sono (almeno) due.

Il primo è che puoi facilmente ritoccare le fotografie dove è presente in modo da rimuoverla.
Software di fotoritocco hanno strumenti molto efficienti!
Può richiedere un po' di tempo (dipende dal numero di foto) ma il risultato è generalmente buono.
Qui sotto vedi un "prima" ed un "dopo" fotoritocco.

ll secondo motivo è che, se non ritocchi le foto, l'auto sarà un elemento isolato nella nuvola di punti che "emerge" dal terreno.
Questo ti permette di trattarla velocemente ed efficaciemente per rimuoverla, tenendo solo i punti del terreno.

Se la parcheggi a ridosso del piede di una parete di roccia non sarà immediato fare le cose che ho scritto qui sopra.
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