TARGET ARTIFICIALI PER IL RILIEVO AEROFOTOGRAMMETRICO

30 Ottobre 2017
Immagine di target artificiali a terra in un rilievo aerofotogrammetrico

In questo articolo ti parlo dei target che uso nei rilievi aerofotgrammetrici e puoi scaricare gratuitamente i file per farli, se vuoi, anche tu.

Un rilievo aerofotogrammetrico ha bisogno di agganciarsi a punti di cui si conoscono le coordinate.
Immagina di avere un foglio, che è il rilievo, libero di muoversi nello spazio.
Se lo picchetti in alcuni punti, lo puoi stirare bene e vincolarlo a stare in una ed una sola posizione.

Questo processo è l’orientamento e la  georeferenziazione (ne avevo scritto alcune cose in questo articolo).

Quello che si fa in concreto è mettere a terra, prima di fare il volo e le fotografie aeree, dei marker, o target artificiali che si rilevano, con un GPS o una stazione totale.
Le loro coordinate sono poi inserite nel software che elabora i dati e restituisce il rilievo.

Fotografia di Paolo Corradeghini mentre rileva le coordinate di un target a terra con strumentazione GNSS

Per avere risultati robusti i punti dovrebbero essere distribuiti uniformemente sulla superficie del rilievo.

Se poi c’è anche uno sviluppo verticale non trascurabile (una parete rocciosa, una cava, un versante), bisognerebbe cercare di distribuirli anche sull’altezza.
A volte ci si riesce, altre volte è più difficile.
Se non si può fare, si cercano elementi ben visibili (uno spigolo roccioso o i segni di una venatura marcata nella pietra cavata) che vengono battuti con una stazione totale (senza prisma riflettente) da punti di coordinate note, ad esempio un target rilevato con il GPS (è quello che abbiamo fatto nel rilievo di una frana che ho raccontato in questo articolo).

CARATTERISTICHE DEI TARGET

I target devono avere principalmente due caratteristiche:

  1. alta visibilità: si devono vedere bene dalle fotografie scattate dal drone (anche a grande distanza);
  2. facile individuazione del loro centro, per attribuire con precisione, e nel posto giusto, le coordinate rilevate.

È opportuno poi che siano anche:

  • trasportabili facilmente nell’area del rilievo;
  • posizionabili agilmente a terra;
  • rimovibili, al termine delle operazioni;
  • leggeri;
  • adattabili alle caratteristiche del terreno.

I TARGET CHE STO USANDO

Nel momento in cui scrivo questo articolo, sto usando dei target quadrati grandi 80×80 cm.

Li ho preparati e fatti stampare, online, su PVC morbido ad alta resistenza, quello che vedi in giro negli striscioni e nei banner pubblicitari.
Ci ho fatto fare anche quattro occhielli rinforzati, uno per ogni angolo, per aiutare il fissaggio a terra.

Immagine di un target artificiale tipo GCP per rilievo aerofotogrammetrico

Immagine di un target artificiale tipo QCP per rilievo aerofotogrammetrico

PERCHÉ DUE TIPI DI TARGET?

Come vedi ho stampato due tipi di target diversi. Per semplificarmi un po’ il lavoro.

Per orientare, scalare e georeferenziare il rilievo uso i target gialli, i Ground Control Points (G.C.P.). Quelli rossi, i Quality Control Points (Q.C.P.), mi servono per verificare l’accuratezza della restituzione (avevo parlato della precisione di un rilievo con il drone in questo articolo).
Sul campo rilevo sia i G.C.P. che i Q.C.P.
Le coordinate dei G.C.P. le inserisco durante l’elaborazione del modello tridimensionale mentre le coordinate dei Q.C.P., misurate sul campo, le uso per calcolare gli errori tra coordinate misurate e coordinate restituite.

Target diversi e ben distinguibili per G.C.P. e Q.C.P. mi facilitano la distinzione tra uno e l’altro nell’elaborazione dei dati.

Ho stampato in tutto 15 G.C.P. gialli e neri con elementi di contrasto a triangoli e 10 Q.C.P. rossi e neri con elementi di contrasto a quadrati.

Fotografia di un target artificiale di tipo GCP a terra e palina per rilievo GPS

E visto che me li sono fatti da solo, li ho anche personalizzati con il logo di 3DMetrica e l’indirizzo web del blog!

🙂

CHE COSA USAVO PRIMA?

Quello che ti ho descritto, e che uso ora, è l’evoluzione del modello precedente!
Prima infatti usavo un altro tipo di target: fogli plastificati ad anima ondulata, sempre quadrati e di lato 60 cm.
Avevo comprato i fogli colorati (gialli, rossi e bianchi) nel Centro Brico qui vicino e, con una bombolette spray nera, avevo disegnato gli elementi di contrasto, triangolari e quadrati.

Fotografia di due target artificiali a terra, uno in PVC morbido 80x80 cm e l'altro in plastica rigida 60x60 cm

VECCHI E NUOVI TARGET A CONFRONTO

Dopo qualche test di campo ho gli elementi per un confronto tra i vecchi target e quelli nuovi.

Vado per punti.

  • I target nuovi si vedono meglio di quelli vecchi. Anche se la differenza lungo il lato del quadrato è di 20 cm, il 33% in più a favore dei target nuovi, quando si va sulla superficie totale la differenza si nota di più perchè i target nuovi sono quasi il doppio di quelli vecchi (1,8 volte più grandi). Nell’immagine qui sotto ho cerchiato in rosso i nuovi target ed in blu quelli vecchi. L’immagine è stata scattata dalla fotocamera del DJI Phantom 4 in volo a circa 50 m di altezza rispetto all’area centrale della foto.

Immagine nadirale da drone in cui sono visibili differenti tipi di target artificiali a terra in area terrazzata

  • I target nuovi sono più pesanti di quelli vecchi. Resistono bene a brezza e vento leggero. Però è anche più faticoso portarseli a spasso.Fotografia del picchettamento a terra di un target artificiale per rilievo aerofotogrammetrico
  • I target nuovi, con gli occhielli rinforzati, si fissano facilmente sul terreno usando una mazzetta e picchetti da campeggio. Ed altrettanto facilmente si rimuovono.
  • I target vecchi si sono rovinati nel tempo perdendo qua e là la pittura che gli avevo dato. La stampa dei target in PVC dovrebbe fare maggiore presa e durare più a lungo.
  • I target vecchi sono opachi mentre quelli nuovi hanno maggiore lucentezza. Questo implica che a volte, a seconda dell’incidenza dei raggi del sole, i target in PVC non siano bene individuabili perchè generano riflessi fastidiosi.
  • Anche se sono più pesanti, i target nuovi, proprio perchè flessibili, si arrotolano e si trasportano in una sacca, insieme ai picchetti ed alla mazza. Io uso una borsa per stativi fotografici (dal mio bagaglio di attrezzatura da fotografo!).
  • I target in PVC sono più costosi. Ho pagato ciascuna stampa 12€. Il foglio rigido con cui ho fatto i target vecchi costa circa 4€, a cui ci vanno aggiunte due o tre bombolette spray. E il tempo per farli.

Fotografia di target artificiali in PVC arrotolati e preparati per il trasporto all'interno di sacca

CONFRONTO IN VOLO

Se vuoi vedere in azione i target in PVC 80x80cm, affiancati a quelli rigidi 60×60 cm, puoi scaricare a questo link la cartella dove troverai al suo interno foto in alta risoluzione scattate dal DJI Spark a 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70 e 80 m.

Immagine nadirale da drone in cui sono visibili differenti tipi di target artificiali a terra

STAMPA I TUOI TARGET!

Se vuoi stampare dei target simili ai miei, mi fa piacere renderti disponibili i file di stampa in formato pdf:
Questo è per i G.C.P.
E questo è per i Q.C.P.

Qui invece c’è il link allo store online da cui li ho fatti stampare: Pixartpring.
Non prendo un euro da loro, condivido solo la mia esperienza 🙂

Se invece sai lavorare un po’ con Photoshop, o con un altro editor di immagini (come l’open source Gimp), e vuoi personalizzare i tuoi target puoi scaricare qui i file PSD originali.

So che sarebbe stato più comodo lavorare in CAD e darti il file dwg ma i CAD non permettono di cambiare lo spazio colore (da RGB a CMYK) dei disegni e questa possibilità è importante per avere massima corrispondenza tra progetto a monitor e prodotto stampato.
Con Photoshop si può fare e visto che ci ho lavorato sopra parecchio sulle fotografie mi è risultato naturale usarlo anche qui.

 

Spero di averti potuto dare informazioni e strumenti utili.
Target artificiali come quelli che puoi scaricare qui si possono usare anche per altri scopi, diversi dall’aerofotogrammetria.
Magari stampati su altri supporti (alluminio, legno, …)

Se poi stai cercando di personalizzare i tuoi target ma proprio non riesci a lavorare sui file, fammelo sapere che, se posso, ti aiuto volentieri!

 

A presto!

Paolo Corradeghini

aerofotogrammetriaGCPGround Control Pointmarkerpunti di appoggioQCPQuality Control Pointrilievo aerofotogrammetricorilievo con dronetarget
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RILIEVI  / STRUMENTI

Paolo Corradeghini

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12 Comments


Paolo Pagani
18 May 2018 at 19:00
Reply

bell’articolo, io uso targhet gialli e neri come i tuoi di 80 cm di lato ma li ho fatti stampare su un supporto rigido, poi ho fatto un piccolo foro al centro dove inserisco un chiodo in ferro lungo 20cm . sulla testa appoggio la punta dell’asta del gps



    Paolo Corradeghini
    21 May 2018 at 15:53
    Reply

    Ciao Paolo, grazie per la condivisione dei tuo target.
    Mi sembra un’ottima idea quella del foro con il chiodo al centro.
    Io preferisco usare quelli flessibili perchè a volte gli spazi a disposizione sono un po’ sacrificati.
    Ciao!
    Paolo

Edu
4 July 2019 at 5:12
Reply

Ciao Paolo.
Thanks for The GCPs, I Downloaded the Photoshop file and fabricated 6 of them in vinyl. I have used them in 3 jobs already with success.

Cheers



    Paolo Corradeghini
    8 July 2019 at 14:00
    Reply

    Hi Edu,
    thanks for your feedback!
    I’m glad to konw that they’ve been usdeful.
    Cheers!
    Paolo

Vittorio
4 September 2019 at 11:18
Reply

Buongiorno, io ho usato delle lastre in polipropilene da 2.5 mm di colore nero, e la parte bianca l’ho fatta con una pellicola adesiva in PVC. Ho aggiunto anche i numeri adesivi per l’identificazione dei GCP. Con 30 € ne ho fatti 8. Viste le dimensioni delle lastre i marker sono venuti 50 x 50. non sono grandissimi però funzionano bene a 30 metri.



    Paolo Corradeghini
    4 September 2019 at 12:26
    Reply

    Ciao Vittorio, grazie per la condivisione dei tuoi target!
    La scelta della pellicola adesiva bianca su pannello nero è molto interessante e pratica!

    Le dimensioni in effetti sono da scegliere in funzione della distanza di presa delle fotografie.
    Concordo con te che 50×50 cm a 30m sono un’ottima scelta.
    Se la distanza di presa (altezza di volo in caso di drone) dovesse aumentare forse vale la pena scegliere dimensioni maggiori.
    Attualmente sto usando target 100x100cm che si vedono bene fino a 100m (con la fotocamera del DJI PHantom 4 Pro).

    A presto!

    Paolo

Massimo
7 November 2019 at 19:38
Reply

Ho fatto target da 80×80 pvc telo perfetti grazie consigli



    Paolo Corradeghini
    8 November 2019 at 9:26
    Reply

    Ciao Massimo,
    grazie del riscontro!

    Buon lavoro!

    Paolo

Alberto
24 April 2020 at 14:50
Reply

interessantissimo articolo, ho pesonalizzato i targhet ma con il sito che hai menzionato scarico il tamplete e non mi fa caricare la grafia…puoi aiutarmi?



    Paolo Corradeghini
    26 April 2020 at 10:56
    Reply

    Ciao Alberto,
    purtroppo non riesco ad aiutarti nelle procedure di upload dei file sul sito di riferimento.
    Dovresti seguire le istruzioni a video.
    Se incontri problemi puoi privare a sentire l’assistenza della piattaforma.
    Ciao!
    Paolo

domenico Santarsiero
17 July 2020 at 17:42
Reply

Più che target artificiali, li chiamerei TARGET FOTOGRAMMETRICI.
Gli altri normalmente si chiamano “punti notevoli”. Non voglio essere polemico, ma la fotogrammetria non è stata inventata ieri



    Paolo Corradeghini
    17 July 2020 at 20:00
    Reply

    Ciao Domenico,
    grazie per il tuo commento.
    Non ho letto nessuna polemica nel tuo commento, anzi!
    🙂

    Li ho chiamati Target Artificiali per il rilievo Fotogrammetrico perchè sono “bersagli” dove il centro è ben indentificabile, sono fatti e messi da qualcuno e non già presenti in natura e perchè servono per la restituzione di un’elaborazione fotogrammetrica (che in realtà avrei dovuto chiamare “structure from motion”)
    Forse ho semplificato e forse usato termini poco rigorosi.
    Mi pongo sempre l’obiettivo di raggiungere anche le persone che non sono esperte del settore.
    Ma capisco che possa “perdermi un po’ per strada”!
    😉

    Grazie per la precisazione e per aver ricordato che la fotogrammetria è una tecnica che esiste da parecchi anni e non è nata con lo sviluppo recente dei droni e (meno recente) delle camere digitali.

    A presto!
    Paolo

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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Topografia, rilievi, droni, gps, cartografia, geomatica e mappe.
    Condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.

    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_ZSw4wipuSnw È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


Questi sono i miei contatti preferiti:
Linkedin - paolocorradeghini  
Telegram - https://t.me/paolocorradeghini
Email - paolo.corradeghini@3dmetrica.it


Se vuoi, puoi decidere di sostenermi diventando un finanziatore di 3DMetrica tramite la pagina di Patreon: www.patreon.com/3dmetrica
È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.



0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


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0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

Con il codice sconto 3DMETRICAGTER puoi usufruire del 20% di sconto su tutti i corsi della loro offerta formativa, che trovi qui: https://www.gter.it/formazione/online/

Qui c'è il canale Telegram di GTER per seguire i Geobreak: https://t.me/geobreak


Se ti va di unirti alle discussioni su QGIS, puoi farlo in questo gruppo Telegram: https://t.me/+ZKm37iQHD083MTRk


Se vuoi prenderti più spazio e tempo per contattarmi i modi migliori per farlo sono questi:
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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
Se ti va di segnalarmi un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di Cloud Compare ne prendo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondo qui sotto.
Se vuoi supportare il progetto puoi condividere il video con chi pensi possa essere interessato a questo argomento.


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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
    In questo video ti condivido come fare a creare etichette prendendo informazioni dagli attributi dei layer di QGIS e combinandoli tra loro.

Ti faccio vedere le etichette semplici e quelle definite da delle regole che scegli tu.

Qui trovi la documentazione ufficiale di QGIS sulle etichette:
https://docs.qgis.org/3.40/it/docs/training_manual/vector_classification/label_tool.html


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0:00 Intro
1:28 Creare un'etichetta
2:22 Vederci meglio
3:33 Modificare le etichette
4:12 Sovrapposizione tra etichette
5:31 Etichette centrate
6:32 QGIS in azione e GTER
9:03 Rule based labeling
11:14 Etichette che spariscono
13:04 Etichette e HTML
14:35 Outro
    Come fai a sapere il volume di materiale inerte che è addossato ad un versante ed appoggiato ad un piazzale, avendo a disposizione una sola nuvola di punti, quella dello stato attuale?

Te lo condivido in questo video in cui uso il software open source CloudCompare e provo a ricostruire il versante al di sotto del materiale stoccato di cui vuoi sapere il volume.

Questo implica una grande incertezza nella sua determinazione perchè si interpreta, approssimando, qualcosa di sconosciuto.

Prendilo quindi come spunto per l'analisi dei tuoi dati avendo bene in mente le criticità del processo.

Spero possa esserti utile. 


Sei sei un Finanziatore o una Finanziatrice di 3DMetrica, puoi scaricare il progetto .bin qui: 
https://www.patreon.com/posts/il-volume-di-un-143769306

Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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Telegram - https://t.me/paolocorradeghini
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0:00 Intro
1:11 Premesse
3:46 Il dato
4:40 Creo i piani di riferimento
14:00 Modifica un piano creato
18:14 Rifila i piani
28:29 Unisco i piani
29:55 Analisi volumetrica
34:29 Outro
    A Volta Mantovana c'è stato "CapoVolta 2025", il raduno internazionale di speleologia.
È un contesto unico, una grande festa, dalla mattina alla sera, a cui partecipano speleo (e non solo) da tutta Italia.

In questo video ti racconto di alcune attività che un gruppo di persone sta portando avanti da qualche anno e che riguardano i rilievi 3D impiegando, principalmente, il Lidar interno alle varie versioni dell'iphone pro.

Il gruppo si chiama Equipe Lidar ed è composto da ragazzi veneti del Gruppo Naturalistico Montelliano e di Treviso Sotterranea.

Dopo anni di tentativi, errori e chilometri di rilievi sotto terra hanno maturato un bel po' di esperienza e la Società Speleologica Italiana ha riconosciuto una nuova "Scuola di rilievo 3D con tecniche geomatiche".

Io ho la fortuna, il piacere e l'onore di supportarli e collaborare con loro per portare il mondo della Geomatica dentro ambienti complicati, stretti, bui e per niente banali.

Qui sotto trovi i riferimenti al gruppo: https://www.gnmnuvolegrotte.com/info/info.html
Questi sono i riferimenti al Gruppo Naturalistico Montelliano: https://www.gnmspeleo.it/
E a Treviso Sotterranea: https://www.trevisosotterranea.it/

Qui c'è il sito della Società Speleologica Italiana: https://speleo.it/site/
E questo è quello di Scintilena, notiziario di speleologia: https://www.scintilena.com/


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


Questi sono i miei contatti preferiti:
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0:00 Intro
0:53 Perchè il Lidar
1:59 Come funziona
2:55 Le potenzialità del 3D
3:50 3D e catasto grotte
4:29 Il rilievo classico
5:46 Il soccorso in grotta
6:06 Affidabilità dei dati
6:46 Il cambiamento
7:14 Suggerimenti pratici
8:45 La scuola di rilievo
10:25 La forza della condivisione
12:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per condividere un layer, con tutte le sue informazioni di aspetto e rappresentazione, dentro QGIS.

Vediamo come funziona il file di defiinzione dei layer (QLR), che differenza c'è con il salvataggio di un progetto o con la creazione di un file geopackage e poi ti parlo anche del "file degli stili" applicato ad un layer.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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0:00 Intro
1:19 File di definizione dei Layer
5:24 QGIS in Azione e GTER
8:36 Salvare un progetto
10:15 Salvare un Geopackage
14:21 Modificare il layer
15:43 Salvare il file degli stili
18:24 SLD
19:27 Outro
    In questo video ti faccio vedere come calcolare il volume del materiale, che costituisce una rampa, appoggiato a due bancate verticali in un'area di cava.

Ho disposizione una sola nuvola di punti e lavoro in Cloud Compare per creare una mesh chiusa dell'elemento che voglio misurare, per poi calcolarne il volume.

Il processo passa attraverso la creazione di piani di riferimento, che costituiscono i limiti del materiale, usando lo strumento "point list picking" e, successivamente, interpolando i nuovi punti con un piano.

Potrebbe essere un workflow un po' intricato (e forse lo è, quindi se conosci altri metodi più efficienti scrivilo nei commenti!) ma spero che ci possa essere qualche informazione utile per i tuoi lavori in CloudCompare.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:43 Il caso
2:09 Inizio il processo
2:23 Nuvole di punti di riferimento
6:34 Genero piani dalle nuove nuvole
9:00 Creo il cuneo di riferimento
13:03 Tagliare gli elementi da misurare
22:27 Pulizia del DB Tree
23:10 Volume attravreso la mesh
28:37 Considerazioni finali
31:08 Outro
    In questo video ti condivido un'attività di campo in cui ho dovuto acquisire, velocemente, delle informazioni di un tratto stradale interessato da diversi accessi laterali.

E, altrettanto velocemente, ho elaborato i dati per soddisfare l'urgenza del committente.

Ho usato uno SLAM, XGrids Lixelkity K1, con il modulo GNSS RTK attivo, per acquisire una nuvola di punti, camminando dove potevo.
In campo ho preso anche le coordinate di un po' di punti della segnaletica orizzontale, per supportare e controllare l'output.

Ti condivido anche i dati che ho trasmesso in relazione alla richiesta.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


SCARICA LA NUVOLA DI PUNTI
Se sei un finanziatore o una finanziatrice di 3DMetrica (di livello alto) puoi scaricare la nuvola di punti che hai visto nel video qui: http://bit.ly/4nKGVzU


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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0:00 Intro
0:23 Il problema
1:20 L'ambito
2:05 Misure GNSS
3:50 Lo SLAM
4:47 Problemi di deriva
5:19 Tempi di campo
6:01 Dynatech
7:12 Considerazioni sul processo
10:28 La nuvola e i dati SLAM
16:07 Planimetria in CAD
16:55 PointCab Origins
17:50 La classificazione del terreno
18:28 Il modello 3DGS
20:09 Il controllo dei dati
20:49 Durata complessiva
23:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per ritagliare un raster dentro QGIS.

Ti faccio vedere due modi.
Uno ritaglia il raster secondo le "estensioni" come, ad esempio, la copertura della tua area di lavoro di QGIS o un rettangolo che disegni tu
L'altro permette un lavoro più raffinato usando un poligono che crei o importi e scegli come "maschera di ritaglio".

Vale per modelli digitali di elevazione (come per il caso del video) ma anche per altri raster/immagini come le ortofoto...


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0:00 Intro
0:35 Preparo il lavoro
1:26 Ritaglio sulle estensioni
6:03 QGIS in Azione e GTER
7:55 Ritaglio su un poligono
13:02 Da linea a poligono
15:51 Tagliare un ortomosaico
16:24 Perchè tagliare un raster
17:16 Outro
    Se ti è capitato di lavorare per un po' di tempo in CloudCompare e poi accorgerti di aver perso tutto per un crash o una chiusura accidentale del software allora questo video potrebbe aiutarti.

Ti condivido come gestire un progetto, salvandolo in formato .BIN e mantenere ordine nei database dei layer.

Nel video trovi anche informazioni su come CloudCompare tratta i file (in modo non distruttivo ma senza salvare file di backup) e sul fatto che non esista l'opzione di "annullamento dell'ultimo comando" ("undo" o "CTRL Z").

Spero possa essere utile per i tuoi lavori sulle nuvole di punti.


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0:00 Intro
0:40 La gestione dei file
4:36 Salvare un progetto
8:19 L'ordine dei layer
12:45 Aggiornare il progetto
14:03 Non esiste il CTRL+Z
15:55 Una panoramica sui file
17:14 Recap finale
19:19 Outro
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