LA RELAZIONE TECNICA DI UN RILIEVO

11 Maggio 2019
immagine copertina di relazione tecnica di un rilievo

In questo articolo ti parlo della relazione tecnica di un rilievo (aerofotogrammetrico).
È un documento piuttosto importante, ma spesso trascurato.
Contiene un sacco di informazioni sul lavoro di un tecnico e sui risultati che ha prodotto.
Ha il timbro e la firma di chi l’ha redatta, che così si assume la responabilità del lavoro descritto e consegnato.

Qui ti voglio dire come la scrivo, quali sono gli elementi rilevanti e le caratteristiche più importanti per un documento utile e leggibile.
Spero che quello che leggerai ti possa essere utile, sia che tu debba fare una relazione tecnica di un rilievo ma anche se ne hai commissionato uno e non sai che cosa aspettarti alla consegna dei documenti dal parte del topografo.

UN DOCUMENTO CHE “FUNZIONA”

Ho avuto la fortuna di fare esperienze professionali diverse prima di iniziare a fare solo rilievi.
Sono stato istruttore direttivo dell’ufficio tecnico di un Ente Parco e ho fatto studi di dissesti idrogeologici e progetti di mitigazione del rischio.
Prima, ho letto tante relazioni delle pratiche che ho istruito.
Dopo, ne ho scritte tante per i progetti a cui ho lavorato.
Grazie anche alla guida di Massimiliano Barbolini (amminstratore di Flow-Ing s.r.l.), professore universitario e tecnico valangologo di fama europea, mente brillante ed un appassionato scrittore, ho imparato quali sono le basi su cui si deve costruire una relazione tecnica.
Valgono anche per quella di un rilievo.

Le condivido con te.

Mi sento confidente nel dirti che si possoano estendere anche ad altri documenti tecnici.
Ed anche ad altri testi scritti.
Io le uso sempre per tutto quello che condivido online, qui sul blog e sui canali Social Network.

CHI LEGGE NON FA IL TUO LAVORO

Se qualcuno ti ha chiamato per fare un rilievo è molto probabile che non si occupi a sua volta di rilievi.
Ok, non è una certezza ma, in fondo, è molto probabile.
Potrebbe essere un collega che non ha i mezzi adatti o l’esperienza giusta per una situazione particolarmente complessa ma, in linea di massima, un tuo cliente non mastica i rilievi, le tecniche, gli strumenti ed i dettagli del tuo lavoro.

E allora, per farti, capire usa un linguaggio semplice e chiaro.
Lascia perdere i tecnicismi e le “supercazzole“.
Scrivi in modo diretto e facile.
Fallo come se spiegassi quelle cose ad un bambino di 10 anni.

Se vuoi far capire bene quello che hai scritto, questo è il modo migliore per farlo.

RACCONTA TUTTO, NON DARE NIENTE PER SCONTATO

Proprio perchè chi legge non sa, non essere avaro nelle spiegazioni.
È utile raccontare, e bene, che cosa hai fatto durante tutte le fasi del lavoro.
Spiega come hai pianificato un rilievo, che cosa hai fatto in campo, come hai trattato i dati in ufficio e che cosa hai restituito.

Non dare niente per scontato.
Potrebbe sembrarti che spiegare come hai rilievato le coordinate dei punti di appoggio di un rilievo aerofotogrammetrico sia banale.
Lo è per te, che lo fai frequentemente, ma ciò non vuol dire che lo sia per un altro, che ne è digiuno.
Tendiamo a sottovalutare la complessità delle azioni che facciamo abitualmente.
Spesso non sono così semplici come ci appaiono.

Spiegale!

SINTETIZZA, IL VOLUME NON CONTA

Anche se può sembrarlo non è una contraddizione di quello che hai appena finito di leggere.

Usa frasi brevi.
Racconta le cose importanti dando il giusto peso ai particolari ed al contorno.
Non perderti in dettagli inutili.
Non scriverti addosso.
Non ripetere cose che hai già scritto, solo per aggiungere altre pagine.

Scrivere una relazione tecnica non è una gara “a chi ce l’ha più lungo“.

Se non hai tanto da dire (ma ne sei proprio sicuro?!) è meglio un documento breve ma efficace che uno troppo prolisso.
Le informazioni importanti tendono a diluirsi in troppe parole.

USA UN LINGUAGGIO FORMALE, MA NON ESAGERARE

Mi piacerebbe dirti di scrivere una relazione tecnica come se parlassi con un amico al bar.
Ma non è così.
In questo caso non posso dirti: “scrivi come parli“.
La relazione tecnica di un rilievo ha bisogno di un minimo di formalità nella scrittura.

Non scrivo le relazioni con lo stesso stile degli articoli di questo blog.
Ci vuole un po’ di forma.
Potrebbe finire in una conferenza di servizi per l’approvazione di un intervento.
O davanti ad un giudice, in tribunale.
Dai, non ci andresti mai in T-Shirt e sneakers!
E allora non farci andare neppure la tua relazione tecnica.
🙂

Attenzione però all’opposto!
Non usare un linguaggio troppo formale, pomposo e complicato.
Il rischio è quello di essere fuori luogo e perdere l’efficacia della comunicazione.

QUINDI…

Una relazione tecnica di un rilievo dovrebbe avere la capacità di essere letta e capita da chiunque senza che abbia la necessità di interpellarti per chiarimenti o debba fare ricerche ed approfondimenti particolari sulle tecniche che hai usato e i risultati che hai prodotto.

Vale per un nuovo responsabile di un ufficio tecnico dell’Ente pubblico per cui hai chiuso l’incarico tempo fa.
Vale per un tuo collega che deve integrare il tuo rilievo.
Vale per un consulente tecnico di un giudice che deve guidare una causa civile.
E vale anche per te, nel caso in cui dovessi riprendere in mano una commessa di anni fa.
Se sei stato chiaro riuscirai a trovare tutte le informazioni che ti servono con il minimo impegno di tempo e di risorse.

SUGGERIMENTI PRATICI

Ora voglio condividere con te alcuni consigli che credo siano molto efficaci per scrivere una relazione tecnica di un rilievo e renderla leggibile e comprensibile.

COPERTINA

La prima pagina dice molte cose.
Fai una copertina efficace e scrivici:

  • di che cosa parla la tua relazione tecnica (titolo dell’incarico + altri dettagli utili a far capire di che cosa si tratta);
  • chi è il committente del lavoro;
  • chi ha fatto il lavoro (…tu…);
  • la data del documento;
  • (eventualmente) il codice del documento.

E poi ci devi mettere il tuo timbro e la tua firma.
Così te ne assumi la proprietà e la responsabilità.

INDICE

indice di una relazione di rilievo aerofotogrammetrico L’indice dei capitoli (il sommario) è uno degli elementi più utili in un documento.
Indipendentemente dal fatto che si tratti di una relazione tecnica di un rilievo, di un white paper, di un libro o di un ebook, non dimenticarlo!

Con l’indice riesci a dare, in pochissimo tempo, al lettore l’idea della struttura e i contenuti della tua relazione.
Se poi chi legge non è nuovo, potrà andare subito alla pagina che gli o le interessa per l’informazione che sta cercando.

Tutti gli editor di testo (io uso Writer di Libre Office) ti danno la possibilità di fare il sommario automaticamente, mentre avanzi con la scrittura.
Fallo!
Davvero!
🙂

PAGINE

Visto che farai il sommario, inserisci il numero di pagina.
Se non lo fai, l’indice è (quasi) inutile.
E visto che invece è utilissimo, preoccupati di mettere il numero ad ogni pagina.

Anche in questo caso puoi farlo fare automaticamente al tuo software.
E puoi anche scegliere vari stili, posizioni e formattazioni diverse.

INTESTAZIONE E PIÈ DI PAGINA

Intestazione e piè di pagina non sono indispensabili.
Tuttavia se scegli di farli, possono aiutare ancora un po’ di più la lettura della relazione, specialmente se ne hai fatto delle revisioni nel tempo o se il documento è molto complesso nella sua struttura.

piè di pagina di relazione di rilievo aerofotogrammetrico

APPENDICE

Se hai qualcosa da aggiungere che rischia di far perdere il filo al lettore della tua relazione, magari perchè molto tecnico e specifico, l’Appendice è il posto giusto per farlo.

Puoi farne anche più di una.
Si metteno alla fine del documento e ci puoi mettere allegati disponibili per il lettore che vuole approfondire quello che hai scritto.

Sarò sincero, non molti leggono le Appendici.
Ma non per questo non si devono usare.
Sono utili e alleggeriscono il corpo principale.
E l’esperienza del lettore ne beneficia.

Mi capita di inserire in appendice:

  • il report di elaborazione generato dal software di fotogrammetria;
  • lo schema planimetrico e le coordinate dei punti di appoggio del rilievo;
  • approfondimenti ed analisi degli scarti quadratici medi sui punti di controllo per la stima dell’accuratezza della restituzione;
  • monografie di capisaldi materializzati nell’area del rilievo;
  • report fotografico integrativo;
  • ogni altra informazione, tecnica e molto poco descrittiva, che rischierebbe di appesantire la lettura della relazione.

FORMATTA IL TESTO

Quanto ti spaventano i temibili “wall text” di un articolo tecnico non formattato?
Quando vedi pagine piene zeppe di testo, senza tregua, senza respiro, senza pause, senza spazi, il primo impulso è chiudere tutto.

È normale.
A me capita spessissimo.

Puoi rendere più piacevole la lettura ed efficace la relazione, formattando il testo.
Usa le proprietà dei paragrafi.
Lavora con l’interlinea.
Vai a capo.
Lascia righe vuote che dividano i blocchi principali di testo.

Rendi la lettura, visivamente, meno faticosa!
Ti assicuro che riuscirai ad abbattare una barriera bella alta contro cui sbattono molti lettori di testi non formattati.

USA FOTOGRAFIE, IMMAGINI E GRAFICI

Le figure hanno una duplice funzione:

  • aiutano la lettura
  • e spezzano il testo.

Una figura, una foto o un grafico, spiega visivamente qualcosa che hai appena scritto.
Aggiunge informazioni extra che lavorano su un altro piano sensoriale, quello percettuvo.
E poi rilassa lo sguardo, spezzando una possibile sensazione di pesantezza.

Ricordati però che ogni figura deve avere la sua didascalia esplicativa e il riferimento alla figura va anche messo nel testo a cui si riferisce (tra parentesi o citato nella frase).

Fotografia di Paolo Corradeghini mentre rileva le coordinate di un target a terra con strumentazione GNSS

Se in una relazione tecnica scelgo di mettere la figura che ho caricato qui sopra è opportuno scrivere in didascalia una cosa tipo: “rilievo GNSS della posizione dei punti di appoggio – GCP”.

In questo modo spiego l’immagine e informo il lettore che diversamente potrebbe pensare ad “un nuovo tiro al bersaglio un po’ particolare“!
🙂

COPIA E INCOLLA

Fai copia ed incolla!

…

So che stai rileggendo questa frase.
È proprio così: fai copia ed incolla.

Se ti dicessi che non faccio mai “CTRL+C” e “CTRL+V” quando scrivo una relazione tecnica di un rilievo sarei un truffatore.
Lo faccio regolarmente.

Mi piace scrivere, ma non sono un filantropo.
Una relazione tecnica è parte di un lavoro ed è mio interesse di professionista fare il lavoro bene ma in fretta, ottimizzando la risorsa tempo che le ho dedicato.

Il “copia e incolla” è uno dei più grandi doni dell’era moderna.
🙂
Perchè non sfruttarlo?

L’importante però è farlo bene.
E farlo attingendo da documenti che hai scritto tu.

Se scrivi una bella relazione, completa, esaustiva ed efficace, hai tutto il diritto di prenderne pezzi che ti interessano ed adattarli ad un altro lavoro.
Tante parti si ripetono spesso.
Specialmente se la tipologia e la tecnica del rilievo sono le stesse in due commesse diverse.
Nessuno ti giudica se utilizzi le stesse frasi e le stesse parole.
Non è la scuola!

Prendi quello che ti serve ma modifica con attenzione e rileggi sempre quello che hai scritto.
I refusi sono un po’ fastidiosi.
Se ce ne sono tanti, trasmettono, almeno a me, poca attenzione e scarsa importanza al documento.

Per le prime relazioni non sarà facile fare copia ed incolla.
I documenti di riferimento sono pochi.
Ma con il passare del tempo e delle parole scritte avrai a disposizione un database ricco e crescente da cui prendere a piene mani.

ATTENZIONE AGLI ERRORI

Divido gli errori in due categorie: gli errori di battitura e gli errori di grammatica.
Si dovrebbero evitare entrambe.

Gli errori di battitura succedono spesso quando si scrive al pc.
Non significa che non si conosca la lingua.
È così e basta…
Io ne faccio continuamente.
Ne trovi parecchi anche tra le pagine di questo blog.
E di sicuro anche in questo articolo.
Alcuni software hanno correttori intelligenti che te li segnalano.
Facci caso.
Sarebbe bene che non ci fossero errori di battitura in un testo.

Gli errori di grammatica invece sono come le unghie sulla lavagna.
Stridono forte!
So di essere un po’ estremo nel mio giudizio e nella mia scarsa tollerenza.
Sono ancora traumatizzato dalla punizione congiunta genitori + maestra della scuola elementare quando ho scritto per la seconda volta di fila “un’altro“.
Da lì ho le antenne drizzate e ricettive verso la grammatica e l’ortografia.

Si scrive:
“Un albero”

“Qual è”
“Ha scritto”
“Ti do un suggerimento”
“Mi dà una mano”
“Se io fossi”
…

Aiuta la nostra lingua a non estinguersi!
🙂

LEGGI E SCRIVI

Questo è un consiglio, più che un suggerimento operativo.
Il modo migliore per padroneggiare la scrittura è prendersi del tempo per leggere e per esercitarsi a scrivere.

Puoi leggere di tutto: romanzi, saggi, articoli.
Ogni  cosa funziona, a modo suo.

E puoi scrivere quello che vuoi, a ruota libera e senza limitazioni di argomenti, sintassi e parole.
Scrivere ti aiuta a migliorare il testo della relazione tecnica.

Suona piuttosto ovvio ma non è scontato farlo.

CONTENUTI ED ARGOMENTI

Ora provo a farti un elenco ragionato degli argomenti e dei contenuti di una relazione tecnica di un rilievo aerofotogrammetrico.

Qui forse entrerò un po’ più nello specifico.
Tante cose che cito e che vanno bene per l’aerofotogrammetria non servono in un rilievo celerimetrico con stazione totale, o in uno laser scanner.

Spero comunque di poterti dare spunt utili e informazioni spendibili anche in altri ambiti.

PREMESSA

Dopo l’indice inserisci una piccola premessa.

Dì, con poche parole ed in poche righe, di che cosa tratterà la relazione.

Se hai un incarico formale, se c’è una determina di affidamento, una lettera di incarico o un ordine fornitore specifico, questo è il momento di scriverlo.

Puoi inserire in premessa:

  • perchè hai fatto il rilievo (obiettivi del lavoro);
  • per chi lo hai fatto (committente);
  • come lo hai fatto (tecnologia);
  • quando lo hai fatto (data del rilievo).

INQUADRAMENTO

Inquadra l’area geografica del rilievo.
Racconta dove si trova, la località e le caratteristiche.
Parla dell’orografia, della quota e delle dimensioni della superficie rilevata.

Fallo tramite immagini (se ne hai fotografie panoramiche aeree sono perfette) o sfruttando Google ed i modelli tridimensionali che ti mette a disposizione.
In Google Earth Pro puoi disegnare poligoni e segmenti.
Aiutano a far vedere dove hai lavorato.

localizzazione dell'area di intervento in Google Earth

Se pensi che sia utile, puoi fare anche una corografia, ossia localizzare l’area del rilievo all’interno della cartografia tecnica (CTR), che puoi scaricare nei vari geoportali regionali.
Vedi tu!

TECNICA E TECNOLOGIA

Questo è il momento di spiegare che tecnica hai scelto di usare nel rilievo:

  • aerofotogrammetria da UAV,
  • fotogrammetria,
  • rilievo satellitare,
  • laser scanner,
  • stazione totale,
  • LiDAR, …

Ognuna ha i suoi pregi e credo che sia opportuno mettere in evidenza quelli della tecnica che hai scelto argomentando anche il perchè.

Questo è un esempio:

Sebbene l’accuratezza di un rilievo aerofotogrammetrico sia generalmente inferiore rispetto ad altre tecnologie di rilievo topografico (stazione totale, laser scanner) si è ritenuto che questa fosse la migliore soluzione per lo studio in oggetto.

Di seguito si riportano le motivazioni della scelta:

  • Il sorvolo ed il rilievo mediante drone (e la successiva elaborazione delle immagini riprese) permette di acquisire la topografia dei luoghi con un’alta densità di informazioni ed in tempi sensibilmente inferiori rispetto all’uso di strumentazione a terra (stazione totale).

  • L’utilizzo di un mezzo aereo permette di rilevare aree difficilmente accessibili a piedi, con un GPS o una stazione totale, come le aree a forte pendenza o le pareti rocciose verticali.

  • …

Fai capire ed apprezzare il perchè della tua scelta.
Ma non arrampicarti sugli specchi!

PRINCIPI GENERALI

Dopo aver descritto la tecnica che hai usato, raccontane i principi generali che ci sono dietro.

Non devi fare un trattato di topografia, ma prenditi qualche pagina per spiegare la teoria e l’applicazione pratica.

Per la fotogrammetria potresti trattare del suo principio fondamentale:

“la fotogrammetria consente di definire la posizione, la forma e le dimensioni degli oggetti sul terreno, utilizzando le informazioni contenute in opportune immagini fotografiche degli stessi oggetti, riprese da punti diversi“.

immagine che mostra il principio di base della fotogrammetria ed il legame tra ricostruzione 3D e immagini scattate da punti diversi

E poi potresti parlare anche del principio dicollinearità e delle fasi di un rilievo aerofotogrammetrico:

  • pianificazione;
  • acquisizione;
  • elaborazione
  • restituzione.

TECNOLOGIE E STRUMENTI

Dopo la tecnica e la teoria che ci sta dietro è venuto il momento di spiegare gli strumenti e le tecnologie che hai usato.

In un rilievo aerofotogrammetrico indica:

  • il drone che hai pilotato (è anche l’occasione per scrivere i tuoi dati come operatore e pilota);
  • il ricevitore satellitare GNSS per le coordinate dei punti di appoggio (nRTK, statico, RTK base-rover);
  • o la stazione totale, se hai scelto di prendere le misure con la tecnica celerimetrica.

Fotografia del drone DJI Phantom 4 in volo

IL PROGETTO DEL RILIEVO

La progettazione di un rilievo aerofotogrammetrico è importante per la buona riuscita del lavoro in campo.
È giusto prendersi un po’ di spazio per raccontare come l’hai fatta.

G.S.D. – Ground Sampling Distance

In fotogrammetria parte tutto da qui, dal GSD.

Scrivi che GSD hai scelto per l’acquisizione fotogrammetrica.
Da questo dipenderà la scala della rappresentazione, l’accuratezza restituita, la densità della nuvola di punti e il dettaglio del modello 3D.
Questo è uno step importante.
Fai una prima dichiarazione ufficiale sulle scelte fatte nel tuo lavoro.
Ed è una dichiarazione, teoricamente, contestabile.

DISTANZA DI PRESA

Il GSD è il prodotto della dimensione del pixel del sensore fotografico per la distanza di presa, diviso per la lunghezza focale dell’obiettivo fotografico montato sulla camera.
Fissato sensore e ottica, l’unico parametro che può variare è la distanza di presa, ossia la distanza macchina fotografica – oggetto del rilievo durante l’acquisizione delle immagini.

La scelta del GSD influisce sulla distanza di presa.
Ed in questa paragrafo puoi spiegare a che distanza hai scelto di scattare le fotografie o quali altre scelte tecniche hai deciso di fare durante l’acquisizione.

MISSIONI AUTOMATICHE O VOLO MANUALE

Se voli con un drone puoi fare missioni automatiche programmate o scegliere di pilotarlo in manuale.
I motivi per sceglierne uno rispetto all’altro sono vari e dipendono dall’area del rilievo.

Spiegali!

Immagine di una missione di volo 3D caricata su Google Earth da Litchi Mission Hub

PRESA NADIRALE O FOTOGRAFIE INCLINATE

Se devi rilevare un elemento a sviluppo verticale è opportuno integrare le fotografie nadirali (scattate dal drone con camera che guarda verso il basso) con fotografie inclinate.
Se il tuo rilievo lo prevede vale la pena parlare anche di questo.

Oppure potrebbe non essere necessario scattare foto frontali di una parete perchè ti è stato richiesto come unico output un modello digitale di elavazione.
Vale la pena scrivere anche di questa eventuale scelta.

RISPETTO DELLA NORMATIVA ENAC

Anche se il tuo committente non conosce la normativa ENAC sui mezzi a pilotaggio remoto, è opportuno ritagliarsi un paragrafo per analizzare l’ambito operativo sotto l’aspetto delle regole dell’aria e delle operazioni specializzate, critiche o non critiche.

Avrai senz’altro verificato preliminarmente la fattibilià del volo.
Oppure potresti aver richiesto ed ottenuto il rilascio di un NOTAM o di un’autorizzzazione speciale per l’attraversamento di un’area segregata.
E allora scrivere che tutte le operazioni sono condotte in ottemperanza alla norma in vigore è importante e tutela, anche se a posteriori, te e il tuo committente.

L’ESECUZIONE DEL RILIEVO

Dopo aver presentato il progetto del rilievo puoi scrivere come l’hai effettuato, raccontando le fasi operative sul campo.

Puoi allegare uno stralcio delle missioni di volo.
Puoi allegare una planimetria della posizione dei punti di appoggio del rilievo (GCP) e di controllo (CP).
Puoi eventualmente riportare le traiettorie di volo e la posizione delle fotografie scattate, il numero di immagini acquisite ed i tempi di permamenza in campo.

Insomma dovresti raccontare che cosa hai fatto fisicamente.

L’ELABORAZIONE DEI DATI E IL PROCESSING

Rientrato in studio inizia l’elaborazione dei dati ed il processing di tutto quello che hai acquisito in campo.

Se hai utilizzato la fotogrammetria ed un software ad algoritmi structure from motion è utile raccontare, per step, quello che è successo ed i dati prodotti durante il percorso:

  • caricamento delle immagini ed allineamento;
  • inserimento dei punti di appoggio ed ottimizzazione dell’allineamento;
  • creazione della nuvola sparsa;
  • creazione della mesh triangolare 3D;
  • creazione della texture;
  • generazione del Modello Digitale di Elevazione (DEM);
  • generazione dell’Ortofoto (o delle ortofoto, secondo punti di vista diversi).

Prenditi un po’ di tempo e di spazio per descrivere ciascuna fase dell’elaborazione.
Ne vale la pena!

Posizione dei punti di ripresa fotografica nella modellazione 3D di rilievo aerofotogrammetrico - vista generale

E riporta anche un po’ di informazioni sui numeri:

  • punti di legame;
  • punti della nuvola densa;
  • numero di facce della mesh;
  • risoluzione della texture;
  • passo del DEM e risoluzione dell’ortofoto.

Non devi farlo per vantarti ma così scrivi nero su bianco i risultati.

Se c’è, rimanda all’Appendice dove avrai inserito il report completo di elaborazione.

RISULTATI

Ed infine ci sono i risultati.
Qui devi scrivere che cosa hai ottenuto e che cosa consegni al tuo cliente.

Fai un elenco puntato includendo file e documenti cartacei.

Ma prima di fare l’elenco ci sono due paragrafi importantissimi: la dichiarazione sull’accuratezza ed le informazioni di georeferenziazione.

L’ACCURATEZZA DEL RILIEVO

In questo paragrafo devi scrivere qual è l’accuratezza generale del rilievo/modello restituito.
Scrivi come l’hai calcolata (eventualmente rimandando ad un’altra Appendice) e mettila bene chiara ed in evidenza.

“I punti della nuvola densa sono restituiti con un’accuratezza generale nello spazio tridimensionale (x,y,z) di 7 cm”.
Questo è un esempio di quello che intendo.

In questo punto della relazione stai dicendo che ti assumi la responsabilità di un dato che ha una certa accuratezza.
Se poi viene fuori che questo dato è sbagliato, ahimè, tocca risponderne direttamente ed in prima persona.

INFORMAZIONI DI GEOREFERENZIAZIONE

Con riferimento ai file che consegni (nuvola di punti, DEM, Ortofoto), dovrai anche dire qual è il sistema di riferimento (geografico o cartografico) adottato per la restituzione dei dati in output.
Sarà importante al tuo cliente per poterlo importare correttamente al’interno di un GIS oppure per poterlo allineare con altri dati topografici o cartografici eventualmente in suo possesso.

Oltre a citare il Sistema di Riferimento, riporta anche il codice EPSG.
È univoco e lo inquadra con certezza nel più importante database mondiale.

IN CONCLUSIONE

So di aver lasciato in sospeso alcuni ambiti e, forse, di averne trascurato altri.
D’altra parte questa è solo la mia esperienza ed il modo con cui approccio questo tipo di documenti.
Se vuoi aggiungere qualcosa sentiti libero di farlo.
I commenti qui sotto sono a tua disposizione oppure puoi contattarmi nei modi che ti dico poco più sotto.

Voglio concludere con due domande che spesso mi sento rivolgere.

È OBBLIGATORIO PRODURRE UNA RELAZIONE TECNICA DI UN RILIEVO TOPOGRAFICO?

No.
L’obbligo di farla o meno dipende dagli accordi che hai preso con il tuo committente.

Tuttavia credo che sia importante e ti permette di completare in modo professionale il lavoro che hai iniziato e concluso.

Inoltre mi sento di dirti che una relazione tecnica che riprende le fila di tutto quanto tutela sia te che il tuo committente nei confronti di eventuali contenziosi a posteriori.

DEVO FAR PAGARE UN EXTRA FEE PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE TECNICA?

Direi di no…
Ma valgono ancora eventuali accordi particolari o richieste specifiche.

Credo che la relazione tecnica sia un po’ come l’elaborazione della nuvola di punti grezza appena uscita dal software di fotogrammetria.
Fanno entrambe parte di un servizio e dovrebbero essere comprese nel prezzo.
Ma questa è la mia opinione…

 

Ci sarebbero altre cose da scrivere ma scelgo di finire qui questo articolo.
Ogni tuo contributo sarà preziosissimo.
Ed ogni occasione di confronto farà bene ad entrambe (e a tutti quelli che leggeranno eventuali commenti e discussioni).

 

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Grazie davvero per il tuo tempo e per la tua attenzione!

A presto!

 

Paolo Corradeghini

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Paolo Corradeghini

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4 Comments


maurizio
5 March 2020 at 11:29
Reply

i miei Complimenti ! per un rilievo di materiale terroso da movimentare ho ritenuto dover utilizzare un rilievo eseguito tramite SAPR . per la stesura di un’evenuale capitolato (con specifiche tecniche) Mi sono così avvicinato a questo, per me, “Nuovo mondo ” ! cominciando a navigare nella rete , partendo dalla geometria epipolare !!! mi sono imbattuto nel suo sito che trovo ben fatto sia sotto l’aspetto tecnico che di chiarezza d’esposizione ! ancora le porgo i miei complimenti .



    Paolo Corradeghini
    7 March 2020 at 18:32
    Reply

    Buongiorno Maurizio,
    grazie per i complimenti.
    Spero di aver contribuito con contenuti validi per il capitolato.
    A presto e buon lavoro!
    Paolo

Antonio Bambina
28 March 2020 at 17:59
Reply

Saluti E Ringraziamenti



    Paolo Corradeghini
    1 April 2020 at 21:32
    Reply

    Ciao Antonio!
    Paolo

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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_0PF3y_NvL0w Lo strumento "Georeferenziatore" di QGIS ti permette di elaborare anche dati vettoriali.

Ti condivido la procedura all'interno di questo video dove tratto un dato DXF,  insieme ad una lista di coordinate di punti noti.


Qui trovi un video dove ho usato il Georeferenziatore per sistemare un raster: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

Con il codice sconto 3DMETRICAGTER puoi usufruire del 20% di sconto su tutti i corsi della loro offerta formativa, che trovi qui: https://www.gter.it/formazione/online/

Qui c'è il canale Telegram di GTER per seguire i Geobreak: https://t.me/geobreak
Nel video dico, erroneamente, che i Geobreak sono settimanale ma in realtà hanno cadenza mensile!


Se ti va di unirti alle discussioni su QGIS, puoi farlo in questo gruppo Telegram: https://t.me/+ZKm37iQHD083MTRk


Se vuoi prenderti più spazio e tempo per contattarmi i modi migliori per farlo sono questi:
Linkedin - paolocorradeghini  
Telegram - https://t.me/paolocorradeghini
Email - paolo.corradeghini@3dmetrica.it


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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.


0:00 Intro
0:56 I dati
1:33 Il Georeferenziatore
2:30 Punti e coordinate
3:51 Assegnare le coordinate
5:30 Il processo di georeferenziazione
6:29 QGIS in Azione
7:38 Errori
8:52 I parametri di trasformazione
9:52 I dati georeferenziati
10:27 Considerazioni
11:02 GTER
12:33 Outro
    Lo strumento "Georeferenziatore" di QGIS ti permette di elaborare anche dati vettoriali.

Ti condivido la procedura all'interno di questo video dove tratto un dato DXF,  insieme ad una lista di coordinate di punti noti.


Qui trovi un video dove ho usato il Georeferenziatore per sistemare un raster: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

Con il codice sconto 3DMETRICAGTER puoi usufruire del 20% di sconto su tutti i corsi della loro offerta formativa, che trovi qui: https://www.gter.it/formazione/online/

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Nel video dico, erroneamente, che i Geobreak sono settimanale ma in realtà hanno cadenza mensile!


Se ti va di unirti alle discussioni su QGIS, puoi farlo in questo gruppo Telegram: https://t.me/+ZKm37iQHD083MTRk


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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.


0:00 Intro
0:56 I dati
1:33 Il Georeferenziatore
2:30 Punti e coordinate
3:51 Assegnare le coordinate
5:30 Il processo di georeferenziazione
6:29 QGIS in Azione
7:38 Errori
8:52 I parametri di trasformazione
9:52 I dati georeferenziati
10:27 Considerazioni
11:02 GTER
12:33 Outro
    In questo video ti condivido un po' di informazioni su uno dei comandi principali e più importanti di CloudCompare: la Segmentazione.

Segmentare una nuvola di punti significa tagliarla/ritagliarla in relazione a quello vuoi mantenere, eliminare o separare.

Se dovessi elencare, in ordine di priorità, i tools più significativi di CloudCompare, la Segmentazione sarebbe nella top 3, combattendo seriamente per il primo posto.
E ti consiglio di farci un po' di pratica perchè permette di essere molto efficienti nella gestione delle nuvole di punti.

Spero che questo video possa aiutarti.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:40 Orientare la nuvola
1:18 Poligono di taglio
2:28 Segment In
3:30 Terminare il ritaglio
4:50 Segment Out
5:34 Eliminare i punti nascosti
6:34 Mettere in pausa
9:05 CloudCompare on Demand
10:00 Annullare un'azione
11:05 Selezione rettangolare
11:31 Ritagliare con una polilinea
13:19 Salvare il poligono di ritaglio
15:35 Come funziona la segmentazione
19:07 Usare le polilinee di segmentazione
21:00 Esportare una selezione
22:30 Rinominare i risultati
23:18 Riunire nuvola segmentate
24:47 Outro
    In questo video ti racconto il rilievo, l'elaborazione e la condivisione dei dati di un sito "mistico": il sito megalitico della Farfalla Dorata, nei Monti di San Lorenzo.

Ho scelto un approccio integrato usando un'antenna GNSS per battere le coordinate di target, necessari per la georeferenziazione (che è importante!), uno SLAM per acquisire una nuvola di punti (da cui estrarre informazioni a posteriori) ed una fotocamera per una presa fotogrammetrica.

Si è trattato di un "rilievo leggero".
La logistica mi ha richiesto di camminare su sentieri escursionistici e, pertanto, tutta la strumentazione è stata in uno zaino.

L'elaborazione ha preso tutti i dati in campo per creare un modello 3D, orientato, scalato, georeferenziato e texturizzato delle rocce di questo sito millenario.

Lo puoi esplorare qui: https://skfb.ly/pBKMO


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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0:00 Intro
0:28 La Farfalla Dorata
2:44 La logistica
3:30 I target e la misura GNSS
7:59 Il rilievo SLAM
11:19 Le fotografie
14:03 Fine del rilievo
14:20 Elaborazione SLAM
18:35 I punti per la fotogrammetria
20:04 La fotogrammetria
27:09 Confronto tra nuvole di punti
28:56 Gaussian Splatting
30:57 Outro
    C'è la possibilità di scaricare nel tuo QGIS i file vettoriali di Open Street Map.
Sono dati liberi, appartenenti ad un progetto grande e molto virtuoso e ci sono alcuni modi per poterli ottenere.

Quello che ti offre l'esperienza più ampia e completa è il plugin "Quick OSM (Open Street Map)".
Oltre a scaricare i dati organizzati in alcuni preset, puoi applicare dei filtri di ricerca molto avanzati per scaricare solo quello che ti interessa davvero.

Ti parlo di questo e di altri modi utilizzabili, oltre a dirti qualcosa sull'enorme progetto di Open Street Map, un database geografico mondiale aggiornato direttamente dagli utenti della comunity. 


Qui ci sono i link che ho citato nel video:
Open Street Map: https://www.openstreetmap.org/
Il Plugin Quick OSM: https://docs.3liz.org/QuickOSM/
Categorie e Tag di OSM (inglese): https://wiki.openstreetmap.org/wiki/Map_features
Categorie e Tag di OSM (italiano): https://wiki.openstreetmap.org/wiki/IT:Map_Features
Servizio online: https://extract.bbbike.org/


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0:00 Intro
0:41 Il plugin Quick OSM
1:28 I preset di dati
3:05 I dati scaricati
4:59 QGIS in Azione e GTER
8:08 Le query di ricerca
8:40 Categorie a Tag dei dati
10:48 Cercare dati specifici
12:19 Intersezione di ricerca
14:16 Unione di ricerca
16:03 Open Street Map e i dati osm
18:49 Servizi online
20:10 Outro
    In questo video ti mostro come georeferenziare una nuvola di punti in Cloud Compare.

Devi avere due cose:
la nuvola di punti;
punti/elementi/cose riconoscibili nella nuvola di punti di cui conosci le coordinate nel sistema di riferimento di destinazione.

Si utilizza lo strumento di "allineamento tra nuvole di punti" anche se, di fatto, di nuvola di punti ne hai soltanto una.



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0:00 Intro
0:36 Dati
0:50 I punti noti
2:12 Allineamento
5:11 Gli errori
6:28 Alcuni suggerimenti
8:40 I risultati del processo
12:25 Informazioni extra del tool
13:43 I punti da usare
15:31 Outro
    In questo video porto in campo uno SLAM della categoria "Low Cost".
Si tratta del LiGrip O2 Lite (di GreenValley International) che monta il "famoso
LiVox Mid-360", comune ad altri sistemi simili (200.000 punti al secondo, portata 70 m, precisione del laser 2 cm).

L'ho usato per acquisire i dati all'interno di un bosco in cui è presente un vecchio fabbricato abbandonato, pericolante ed in parte inaccessibile.
Ho usato anche un'antenna GNSS, per acquisire le coordinate di alcuni target, e fornire un output georeferenziato.

Nella prima parte del video ti racconto la parte di campo oltre che le caratteristiche dello SLAM mentre nella seconda ti condivido i dati in output.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Lidar Italia https://www.lidar-italia.it/
Qui puoi iscriverti al Roadshow di Genova del 21 Ottobre 2025: https://tinyurl.com/bp7vkm2m


I DATI
Se sei un finanziatore di 3DMetrica puoi scaricare la nuvola di punti attraverso questo link https://tinyurl.com/slamnelbosco


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


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Qui trovi qualche informazione su Villa Volpara:
https://www.diaritoscani.it/2021/06/12/trekking-nella-storia-la-stamperia-clandestina-di-villa-volpara/


0:00 Intro
0:25 Strumenti leggeri
0:52 Lidar Italia
1:14 Il costo dello SLAM
1:31 Hardware
3:10 App di campo e controllo
4:26 Roadshow Lidar Italia
4:59 Villa Volpara (il Fodo)
5:50 I target e la misura GNSS
6:46 Le scansioni SLAM
9:37 Lidar360 MLS
11:24 La nuvola in output
13:47 Qualità e rumore
17:25 Dal 3D al 2D
18:56 Pregi
23:17 Difetti 
25:49 Outro
    Come si calcola la minima distanza tra le feature di due layer in QGIS?
Qual è la fermata dell'autobus più vicina agli edifici di una città?
Dove sono i parchi urbani più vicini alle scuole?
Quanto è distante il primo punto di raccolta della popolazione (per emergenze di protezione civile) rispetto alle abitazioni?

Questi sono problemi che si possono risolvere con il contenuto di questo video.
Almeno lo spero.

Ti mostro il lavoro (e le possibilità) dello strumento "Shortest lines between features" e si trova tra gli strumenti di analisi vettoriale.

Nella prima parte del video ti mostro come si usa mentre nella seconda parte faccio qualche passo in avanti, filtrando i risultati dell'algoritmo per ulteriori analisi.

Spero possa essere utile.


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0:00 Intro
0:28 I dati
0:53 Shortest line between features
2:49 Lo schema di calcolo
3:33 Le opzioni del tool
5:10 Casi applicativi
6:44 QGIS in Azione e GTER
9:05 Lavorare con i centroidi
10:59 Un caso applicativo
14:51 Outro
    Hai ricevuto due nuvole di punti che riguardano lo stesso sito e che risalgono a due momenti diversi.
E quello è un sito in cui avvengono scavi o riporti o entrambe.

Se vuoi sapere qual è il volume che è stato movimentato puoi portare le nuvole di punti in Cloud Compare ed usare lo strumento per il calcolo del Volume 2.5D.

Te lo faccio vedere in questo video dove ti dico però anche come ottimizzare i dati che stai trattando (ritaglio, sottocampionamento e pulizia del rumore), prima del calcolo volumetrico, e come controllare la "stabilità" del risultato.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:43 I dati
1:15 Ritagliare le nuvole
3:03 Sottocampionare i dati
4:59 Filtrare il rumore
6:44 Ordinare i dati 
7:23 Calcola il volume
10:05 Analizzo i risultati
12:17 Stabilità dell'output
14:50 Esportare i risultati
18:26 Outro
    Se cerchi un'antenna GNSS che ti permetta di misurare la posizione di punti, con buona precisione, anche centimetrica, e che sia piccolo e performante, forse Trimble Catalyst DA2 può interessarti.

Costa poco, molto poco (520 €), ed è un ricevitore multicostellazione (GPS, Glonass, Beidou, Galileo, QZSS, ...) e multifrequenza (L1, L2, L5, ...), che pesa meno di 350 grammi e lo utilizzi attraverso il tuo smartphone (Android o IOS).

Per poterlo usare (a meno che tu non voglia usarlo in modalità "libera" e con precisioni metriche) è necessario attivare un abbonamento il cui costo mensile varia in relazione alla precisione offerta: 1 cm, 10 cm, 30 cm, 60 cm.

C'è tuttavia la possibilità di acquistare dei pacchetti orari, a costi molto interessanti (130 €/10ore), che ti permettono di avere precisioni centimetriche.
E questo lo rende molto interessante per chi ha bisogno "solo" di misurare coordinate di punti ma di poterci fare affidamento.

Ci sono alcune cose che non si possono fare con questa antenna:
- misura con asta inclinata (non c'è l'IMU);
- tracciamenti;
- rilievi statici per post elaborazione di dati grezzi;
- collegamenti base-rover via radio;
- fornire correzioni a droni RTK

Però con Catalyst si può sfruttare un servizio di Trimble, Trimble RTX, che ti permette di fare misure con precisioni centimetriche (o sub-decimetriche) anche in assenza di collegamento a reti di stazioni permanenti.

Personalmente l'ho consigliato a:
Geologi che fanno indagini in campo e hanno bisogno di localizzare i geofoni o in sondaggi;
Ingegneri o tecnici che lavorano nel dissesto idrogeologico e vogliono misurare la posizione in campo delle opere realizzate (paramassi, fermaneve, opere di consolidamento;
Agronomi o Forestali che censiscono il verde, alberi monumentali, boschi e parchi urbani;
Tecnici che lavorano nell'ambito della fotogrammetria aerea da drone e che vogliono contenere i costi di investimento iniziale avendo comunque a disposizione un'antenna GNSS che gli permette di misurare le coordinate dei target, con buona affidabilità.

Sicuramente dimentico qualcosa o qualcuno.
I commenti sono a tua disposizione!
:)


Qui sotto trovi un po' di link relativi a quello che ti ho raccontato nel video:
Trimble Catalyst DA2 https://geospatial.trimble.com/en/products/hardware/trimble-da2
Spektra e Catalyst https://www.spektra.it/catalyst/
Trimble RTX https://positioningservices.trimble.com/en/rtx


0:00 Intro
0:24 Il costo
0:49 La filosofia
1:12 I costi di abbonamento
1:53 Pay per use
2:54 I pregi di Catalyst
4:31 Catalyst e Smartphone
5:00 I difetti di Catalyst
6:10 Usare un servizio NTRP
6:47 Trimble RTX
7:39 Come usare Catalyst
8:59 Lavorare con altre app
10:40 La misura di un punto 
11:42 Software
12:24 Chi ne può beneficiare
15:07 Per chi (forse) non è indicato
16:09 Perchè uso Catalyst
17:31 Outro
    In questo video ti condivido come fare ad unire tutti i layer di un progetto di QGIS e salvarli in un unico file di formato Geopackage.
Si usa lo strumento "Package Layer" ed è piuttosto semplice.
Funziona con i vettori ma non con i raster e ti crea una copia dei file non permettendoti un'eventuale sincronizzazione dei layer con database esterni.

Il processo è molto veloce e quindi nella seconda parte del video ti dico qualcosa su: layer, vettori, raster e formati di file associati.
Inoltre ti faccio un confronto tra file geopackage e shapefile da cui spero che emergano i vantaggi di usare un geopackage e del perchè la tendenza generale sia quella di abbandonare gli shapefile.


"Package layer" lo trovi descritto qui: https://docs.qgis.org/3.40/en/docs/user_manual/processing_algs/qgis/database.html#package-layers


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0:00 Intro
0:27 I dati di lavoro
0:53 Package Layer
2:56 Carico il file in QGIS
4:07 Due considerazioni sul processo
5:02 QGIS in Azione
7:46 Che cos'è un layer
8:43 Vettori e Raster
9:36 I formati di file
11:30 Shapefile VS Geopackage
15:43 Perchè ha senso raggruppare i layer
17:22 Gli svantaggi del geopackage
18:26 Non si impacchetta un raster
19:16 Geopackage VS Progetto di QGIS
19:51 Outro
    Hai ricevuto una nuvola di punti un po' pesante e non sai se il tuo hardware sarà in grado di gestirla?
In questo video provo a darti delle indicazioni su come snellire il dato dentro il software open source Cloud Compare.

Ti faccio vedere:
Come dividere una nuvola .LAS (o .LAZ) in file contigui e più piccoli.
Rimuovere punti dalle nuvole attraverso il "sottocampionamento".
Eliminare parti che non ti interessano con il "ritaglio".
Togliere il rumore con i filtri "SOR" e "Noise".
Riunire tutte le nuvole elaborate in un unico elemento finale, da salvare.

Spero possa essere utile


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0:00 Intro
1:03 Dividere la nuvola in input
3:20 Metto ordine nel DB Tree
4:34 Sottocampionare le nuvole
7:03 Eliminare parti di nuvole
9:44 Riunire le nuvole in una unica
11:40 Salvare la nuvola finale
12:19 Il progetto CC on Demand
13:26 Lavorare con TXT, PLY o E57
14:36 Rimozione del rumore
16:50 Attenzione alle versioni di CC
17:26 Un pensiero sulle nuvole di punti
18:36 Outro
    In questo video prendo una mappa raster, che non è georeferenziata e, usando QGIS, gli fornisco le informazioni di posizione.

Non ho punti di coordinate note e pertanto mi appoggio alle mappe accessibili online (Google, Bing, OSM, ...) ricercando punti omologhi che vedo nel dato da trattare e nella mappa di riferimento.

Uso il plugin QuickMapServices per sfruttare la base di Google, come riferimento per le coordinate https://plugins.qgis.org/plugins/quick_map_services/
E poi uso il "Georeferenziatore raster (Georeferencer)" per gestire la trasformazione, che può essere una semplice traslazione, una rototraslazione con o senza fattore di scala o trasformazioni con deformazione.
https://docs.qgis.org/3.40/en/docs/user_manual/managing_data_source/georeferencer.html

Nella seconda parte del video approfondisco un po' di più il funzionamento dello strumento di georeferenziazione, analizzando gli errori residuali, le varie tipologie di trasformazione ed i metodi di ricampionamento dell'immagine trasformata.


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0:00 Intro
0:52 QuickMapServices
1:38 Il dato da lavorare
1:58 Georeferenziatore raster
2:39 Scelta dei punti omologhi
4:27 Le informazioni di georeferenziazione
5:18 Avviare la trasformazione
6:33 QGIS in Azione e GTER
8:42 Salvare i GCP
10:36 Errori e dati di trasformazione
13:02 Ottimizzazione della trasformazione
14:47 La tipologia della trasformazione
17:47 I risultati delle trasformazioni
20:19 I metodi di ricampionamento
22:17 Altre impostazioni
23:39 Outro
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