AEROFOTOGRAMMETRIA DA DRONE LUNGO LA COSTA LIGURE

2 Marzo 2018
Fotografia area da APR di litorale sabbioso alla foce del fiume Magra

In questo articolo ti parlo di un’applicazione dell’aerofotogrammetria da drone per l’analisi delle dinamiche di un litorale sabbioso: la stima del volume di detriti trasportati da una piena fluviale e l’evoluzione temporale della linea di riva.

L’ALLERTA METEOROLOGICA DI DICEMBRE 2017

Tra il 10 ed il 12 Dicembre 2017 l’Alta Toscana e la Liguria di levante hanno subito un’allerto idro-meteorologica rossa/arancione piuttosto intensa.
Nella provincia di La Spezia sono piovuti circa 150 mm di pioggia in 24 ore.
Se ti interessa approfondirla, trovi il rapporto ARPAL sull’evento a questo link.

Non è stato un evento eccezionale e l’emergenza è rientrata senza troppi danni o disagi.
Tuttavia tutti i corsi d’acqua si sono “gonfiati” e la piena del Magra, il fiume più grande di questo territorio (ha un bacino di 1.700 kmq ed è lungo 70 km), che nasce nell’Alta Lunigiana e termina al confine tra Liguria e Toscana, ha portato alla foce un bel po’ di materiale e di detriti, presi dalle golene e dalle fasce perifluviali, normalmente asciutte.

Tutto questo materiale è finito in mare e poi, trasportato da onde e correnti, sul litorale compreso tra la foce del fiume ed il porto di Carrara.
Gli accumuli maggiori erano vicino all’estuario e diminiuivano verso Sud.
Il 99% di materiale accumulato in spiaggia era legno, con una minima percentuale di altro materiale misto (plastiche, boe, bombole del gas e qualche barca di piccola taglia che ha rotto gli ormeggi nella piena).

Fotografia area da APR di litorale sabbioso alla foce del fiume Magra ed al confine tra Liguria e Toscana

L’AEROFOTOGRAMMETRIA DA DRONE

Poco prima di Natale, una decina di giorni dopo l’allerta, ho fatto un test sul campo per vedere se l’aerofotogrammetria da drone potesse essere utile nella stima dei volumi di sedimenti accumulati in spiaggia.
È stato solo un test!
L’ho fatto in totale autonomia, di mia iniziativa e senza alcun incarico da parte di terzi.
Riconosco che ho fatto alcune cose in modo poco rigoroso, ma ero interessato a capire le potenzialità dell’uso di un drone sugli scenari di litorale.
E, in effetti, ne ho trovate!

Condivido quindi qui con te “a cuore aperto” il metodo, i risultati e le mie considerazioni finali.
Mi farebbe davvero piacere avere un feedback, un parere, suggerimenti, consigli e perplessità.

L’AREA DI INDAGINE

Immagine satellitare con l'area oggetto di indagine con aerofotogrammetria da droneHo scelto di rilevare solo il litorale ligure, lasciando fuori il tratto toscano fino al porto di Carrara.
Non è stato per campanilismo regionale ma per tenere superfici e sviluppo lineare contenuti e limitare l’attività operativa di campo ad una sola mattina.

Immagine satellitare con l'indicazione del litorale oggetto di indagine con aerofotogrammetria da droneIl tratto di costa su cui ho volato va dalla foce del fiume Magra, località Fiumaretta, a quella del torrente Parmignola, località Marinella, che segna il confine tra Liguria e Toscana.

Amministrativamente questa zona compete ai Comuni spezzini di Ameglia e Sarzana e la zona fociva è sovraordinata dall’Ente Parco di Montemarcello-Magra e dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale (ex Autorità di Bacino del fiume Magra).

Il litorale sorvolato è lungo 2,5 km con sviluppo Ovest-Est.

IL VOLO

Immagine di Agisfot Photoscan con la posizione delle immagini nadirali scattate durante il rilievo aerofotogrammatrico da droneHo volato con il mio drone DJI Phantom 4 (pro) ad una quota di 80 m AGL (Above Ground Level – sul livello del suolo) su sette missioni di volo che hanno coperto circa 400 metri di spiaggia ciascuna.
Ho scattato 217 foto nadirali con una sovrapposizione di circa l’80% tra foto consecutive.
Il GSD (Ground Sampling Distance) era di 2 cm/pixel.

Le operazioni di volo sono durate 3 ore (inclusi gli spostamenti nei vari punti di decollo).
Ho lavorato da solo.

Coppia di immagini riprese da APR di litorale sabbioso coperto da detriti legnosi

IL MODELLO TRIDIMENSIONALE E L’ORTOFOTO

Per la restituzione del modello tridimensionale non ho rilevato punti di aggancio a terra.
Lo so, avrei dovuto farlo, ma avrebbe implicato tempi più lunghi di campo e di elaborazione dati.

Ho orientano grossolanamente il modello con punti riconoscibili dalla CTR Regionale (in scala 1:5.000) e dalla restituzione aerofotogrammetrica del territorio del Comune di Sarzana (in scala 1:2.000).

La stima dell’errore globale è risultata essere di 1 m.
L’ho ritenuta sufficiente, per i miei scopi.

Il modello tridimensionale è formato da circa 31.000.000 di punti.

L’output principale che ho usato per stime, analisi e valutazioni è stata l’ortofoto.

Immagine di ortofoto realizzata con APR e aerofotogrammetria lungo litorale sabbioso alla foce del fiume Magra

CAMPIONAMENTI LOCALIZZATI SULLO SPESSORE DELLO STRATO DI DETRITI

Tra un volo e l’altro ho campionato con un’asta graduata lo spessore dello strato di detriti in punti significativi, per ricavarne un valore medio da usare nel calcolo del volume.
Considerando le aree a minore e maggiore accumulo i detriti avevano uno spessore medio di circa 70 cm.

Anche per la misura dello spessore, un metodo più rigoroso avrebbe richiesto una suddivisione delle aree in settori omogenei, per quantità e tipologia di materiale accumulato, e valutazioni localizzate e specifiche per ciascuno di essi.

IL VOLUME DEI DETRITI SULLA SPIAGGIA

Le caratteristiche di un’ortofoto (ne avevo scritto un articolo che trovi a questo link) la rendono misurabile.
La misura di una distanza sull’ortofoto corrisponde alla misura reale tra i punti, a meno degli errori nella ricostruzione del modello e quindi della stessa ortofoto.

Stimare i volumi di materiale accumulato in spiaggia diventa quindi un problema geometrico piuttosto semplice.
Si delimitano le superifici occupate dai detriti e si moltiplicano per lo spessore medio dalle misure di campo.

Ho diviso l’area indagata per la competenza dei due Comuni e una stima grossolana dei volumi depositati in spiaggia dice che:

  • nel tratto di litorale del Comune di Ameglia (lungo poco meno di 1 km) si sono accumulati circa 4.000 mc di materiale;
  • lungo la costa di Sarzana (1,6 km) ce n’erano circa 24.000 mc.

Immagine che mostra i risultati di analisi aerofotogrammetriche mediante APR per la stima dei sedimenti lungo litorale sabbioso - Comune di Ameglia (SP)

Immagine che mostra i risultati di analisi aerofotogrammetriche mediante APR per la stima dei sedimenti lungo litorale sabbioso - Comune di Sarzana (SP)

Puoi scaricare i pdf delle tavole che vedi qui sopra a questi link:
Litorale Comune di Ameglia
Litorale Comune di Sarzana

A CHI SERVE SAPERE IL VOLUME DI DETRITO SULLA SPIAGGIA?

Conoscere il volume di materiale che si è accumulato sul litorale dopo una piena è un dato che potrebbe essere utile alle Amministrazioni Locali, che si occupano della gestione della spiaggia, per stimare costi di movimentazione, trasporto e smaltimento.

Questo rilievo si riferisce al mese di Dicembre (2017).
È inverno e ci sono ancora un po’ di mesi prima dell’inizio della stagione balneare.
Se oggi (ho scritto questo articolo il 3 Marzo 2018) fai una passeggiata sulla spiaggia troverai molto meno materiale di quello che vedi nelle foto e nei disegni qui sopra.
I gestori degli stabilimenti si sono attrezzati per toglierli in autonomia e poco alla volta.

Ma che cosa sarebbe successo se una piena del genere fosse avvenuta a fine della Primavera, a poche settimane dall’apertura della stagione balneare?
Se Maggio è un mese caldo ti assicuro che qui da noi al mare si sta bene e si fanno i primi bagni in mare.
Migliaia di metri cubi di detrito in spiaggia in questo periodo sarebbe un colpo durissimo per gli stabilimenti e le Amministrazioni dovrebbero provvedere con le loro risorse (economiche) per pulire il litorale e permettere l’apertura delle spiagge.
Con questa tecnica di rilievo saprebbero i costi ed avrebbero una stima dei tempi di intervento.

A questo proposito si potrebbe aprire una parentesi spinosa sul fatto che il materiale che finisce in spiaggia dopo una piena deve essere gestito da pochi comuni (qui Sarzana ed Ameglia) anche se (il legname) proviene da altri territori, altri Comuni, distanti chilometri dalla foce del fiume.
Ne avevo parlato con il mio amico Geologo Paolo Petri nell’ambito della gestione dei boschi, delle fasce perifluviali e delle aree incolte (della Lunigiana e della Val di Vara) ma non voglio scriverne oltre perchè non aggiungerebbe molta utilità ai contenuti di questo articolo.

L’EVOLUZIONE DELLA LINEA DI RIVA

Un aspetto interessante emerso dall’analisi dei dati riguarda l’evoluzione della linea di riva.

Sovrapponendo l’ortofoto del rilievo con la CTR regionale del 2000 sono davvero evidenti i movimenti della posizione della battigia dopo gli interventi strutturali lungo la costa (principalmente pennelli trasversali in scogli e massi) per evitare la tendenza erosiva della spiaggia e dopo una politica conservativa sulle escavazioni in alveo lungo il corso del fiume Magra.

Nell’immagini qui sotto puoi vedere le aree in accumulo (vicino alla foce del Magra), in equilibrio (nella parte centrale) ed in erosione (vicino al confine Liguria-Toscana).
La linea verde è la riva nel 2017 e quella rossa è del 2000.

Immagine che mostra i risultati dell'analisi dell'evoluzione della linea di riva mediante aerofotogrammetria da drone lungo litorale sabbioso

Puoi scaricare anche il pdf di questo file qui: Evoluzione della linea di riva

Credo che lo studio dell’evoluzione della linea di riva mediante aerofotogrammetria da drone possa essere davvero interessante per la programmazione dei ripascimenti stagionali sulla spiaggia, per la gestione del territorio lungo il corso di un fiume (il principale agente di trasporto sedimenti), e nello stesso alveo (dragaggi) e per la progettazione di inerventi strutturali nella costa (ripascimenti strutturali, opere trasversali e longitudinali).

QUALCHE CONSIDERAZIONE FINALE

Ti elenco, in ordine sparso, alcune considerazioni che ho fatto dopo questo lavoro:

  • La posizione della linea di riva la puoi misurare anche usando un’antenna GNSS e camminando lungo la battigia, ma con un drone ottieni anche l’informazione dell’ortofoto georeferenziata da usare all’interno di un GIS, o di un webGIS (portale cartografico territoriale);
  • Per avere maggiore confidenza del dato rilevato, la missione di volo del drone non dovrebbe essere condotta su un’unica strisciata che segue la costa ma lungo percorsi inclinati che permettono di fotografare più volte lo stesso punto;
  • Usare missioni di volo programmate rendono l’acquisizione delle foto ripetibile nel tempo in condizioni simili tra un rilievo e l’altro;
  • Le riprese nadirali sono sufficienti per la caratterizzazione di un litorale sabbioso come quello che ho indagato, per spiagge ai piedi di falesie penso che sia necessario acquisire anche un dataset di foto inclinate, per un modello più robusto;
  • Una restituzione più accurata si ottiene tramite il rilievo preciso dei punti di appoggio del rilievo aerofotogrammatrico (rilievo satellitare o celerimetrico);
  • Il campionamento localizzato dello spessore degli accumuli di detrito è migliore se fatto con un antenna GNSS (si battono punto a terra e parte sommitale dell’accumulo e per differenza si calcola lo spessore), ma penso che un’asta graduata faccia comunque bene il suo lavoro: per la scala generale dell’analisi (migliari di metri cubi) errori dell’ordine della decina di centimetri sono tollerabili;
  • Un rilievo finalizzato all’analisi specifica della linea di riva va fatto in condizioni di mare calmo per essere in grado di determinare precisamente la battigia sull’ortofoto (qui c’era un po’ di mare mosso);
  • Un’analisi precisa e veloce del volume di detriti si potrebbe fare avendo a disposizione un rilievo aerofotogrammetrico (preciso e georefenziato) della spiaggia libera da materiale, effettuando il rilievo (preciso e georefenziato) della spiaggia dopo una piena importante e confrontando i modelli tridimensionali nei tempi diversi per vederne le differenze (con Cloud Compare si fa davvero presto e facilmente);
  • Gli accumuli maggiori dopo la piena non li ho rilevati nella parte prossima alla foce (come invece ti ho scritto prima) ma nella porzione centrale del transetto che ho studiato. Questo è dovuto alla morfologia della costa rispetto alla foce del fiume, al moto ondoso incidente (mareggiate di Libeccio o di Scirocco) ed alle correnti litoranee;
  • Riducendo la quota di volo del drone (abbassando il GSD) le foto sarebbero ancora più dettagliate e l’ortofoto permetterebbe di fare analisi di altra natura più specifica come la discretizzazione di plastiche da legno sulla spiaggia, la stima della granulometria dei sedimenti o l’analisi speditiva delle scogliere in massi per un’eventuale manutenzioni di parti danneggiate dalle mareggiate più forti;
  • L’aerofotogrammetria da drone permette di rilevare un litorale davvero velocemente e con una densità di informazioni sensibilmente maggiori rispetto ad un rilievo tradizionale terrestre (GNSS e celerimetrico). Mi sento piuttosto confidente nel sostenere che una squadra di due persone potrebbe coprire l’intero litorale dalla foce del fiume Magra al porto di Carrara (4.5 km) in una giornata di campo (includendo i campionamenti localizzati sullo spessore dello strato di sedimenti ed il rilievo dei punti di appoggio per l’orientamento del modello restituito).

Fotografia area da APR di litorale sabbioso al confine tra Liguria e Toscana

Spero che questo articolo possa esserti utile o possa essere semplicemente anche solo uno spunto di riflessione ed approfondimento.
Mi farebbe davvero piacere avere un tuo parere e un tuo punto di vista: aspetti da approfondire, obiezioni, pregi e difetti…
Puoi scriverlo nei commenti qui sotto oppure puoi mandarmi un messaggio (testo o voce) su Telegram @paolocorradeghini.

A presto!

Paolo Corradeghini

P.S.
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LAVORI  / RILIEVI

Paolo Corradeghini

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2 Comments


laura
6 March 2018 at 10:41
Reply

BUONGIORNO PAOLO,
COMPLIMENTI PER L’ARTICOLO OTTIMO LAVORO, COME SEMPRE.
lAURA



    Paolo Corradeghini
    6 March 2018 at 15:58
    Reply

    Ciao Laura,
    grazie mille per il tuo commento!
    A presto!
    Paolo

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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
  • Paolo Corradeghini

    Topografia, rilievi, droni, gps, cartografia, geomatica e mappe.
    Condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.

    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_ZSw4wipuSnw È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


Questi sono i miei contatti preferiti:
Linkedin - paolocorradeghini  
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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.



0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
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0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

Con il codice sconto 3DMETRICAGTER puoi usufruire del 20% di sconto su tutti i corsi della loro offerta formativa, che trovi qui: https://www.gter.it/formazione/online/

Qui c'è il canale Telegram di GTER per seguire i Geobreak: https://t.me/geobreak


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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
    In questo video ti condivido come fare a creare etichette prendendo informazioni dagli attributi dei layer di QGIS e combinandoli tra loro.

Ti faccio vedere le etichette semplici e quelle definite da delle regole che scegli tu.

Qui trovi la documentazione ufficiale di QGIS sulle etichette:
https://docs.qgis.org/3.40/it/docs/training_manual/vector_classification/label_tool.html


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0:00 Intro
1:28 Creare un'etichetta
2:22 Vederci meglio
3:33 Modificare le etichette
4:12 Sovrapposizione tra etichette
5:31 Etichette centrate
6:32 QGIS in azione e GTER
9:03 Rule based labeling
11:14 Etichette che spariscono
13:04 Etichette e HTML
14:35 Outro
    Come fai a sapere il volume di materiale inerte che è addossato ad un versante ed appoggiato ad un piazzale, avendo a disposizione una sola nuvola di punti, quella dello stato attuale?

Te lo condivido in questo video in cui uso il software open source CloudCompare e provo a ricostruire il versante al di sotto del materiale stoccato di cui vuoi sapere il volume.

Questo implica una grande incertezza nella sua determinazione perchè si interpreta, approssimando, qualcosa di sconosciuto.

Prendilo quindi come spunto per l'analisi dei tuoi dati avendo bene in mente le criticità del processo.

Spero possa esserti utile. 


Sei sei un Finanziatore o una Finanziatrice di 3DMetrica, puoi scaricare il progetto .bin qui: 
https://www.patreon.com/posts/il-volume-di-un-143769306

Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
1:11 Premesse
3:46 Il dato
4:40 Creo i piani di riferimento
14:00 Modifica un piano creato
18:14 Rifila i piani
28:29 Unisco i piani
29:55 Analisi volumetrica
34:29 Outro
    A Volta Mantovana c'è stato "CapoVolta 2025", il raduno internazionale di speleologia.
È un contesto unico, una grande festa, dalla mattina alla sera, a cui partecipano speleo (e non solo) da tutta Italia.

In questo video ti racconto di alcune attività che un gruppo di persone sta portando avanti da qualche anno e che riguardano i rilievi 3D impiegando, principalmente, il Lidar interno alle varie versioni dell'iphone pro.

Il gruppo si chiama Equipe Lidar ed è composto da ragazzi veneti del Gruppo Naturalistico Montelliano e di Treviso Sotterranea.

Dopo anni di tentativi, errori e chilometri di rilievi sotto terra hanno maturato un bel po' di esperienza e la Società Speleologica Italiana ha riconosciuto una nuova "Scuola di rilievo 3D con tecniche geomatiche".

Io ho la fortuna, il piacere e l'onore di supportarli e collaborare con loro per portare il mondo della Geomatica dentro ambienti complicati, stretti, bui e per niente banali.

Qui sotto trovi i riferimenti al gruppo: https://www.gnmnuvolegrotte.com/info/info.html
Questi sono i riferimenti al Gruppo Naturalistico Montelliano: https://www.gnmspeleo.it/
E a Treviso Sotterranea: https://www.trevisosotterranea.it/

Qui c'è il sito della Società Speleologica Italiana: https://speleo.it/site/
E questo è quello di Scintilena, notiziario di speleologia: https://www.scintilena.com/


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


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0:00 Intro
0:53 Perchè il Lidar
1:59 Come funziona
2:55 Le potenzialità del 3D
3:50 3D e catasto grotte
4:29 Il rilievo classico
5:46 Il soccorso in grotta
6:06 Affidabilità dei dati
6:46 Il cambiamento
7:14 Suggerimenti pratici
8:45 La scuola di rilievo
10:25 La forza della condivisione
12:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per condividere un layer, con tutte le sue informazioni di aspetto e rappresentazione, dentro QGIS.

Vediamo come funziona il file di defiinzione dei layer (QLR), che differenza c'è con il salvataggio di un progetto o con la creazione di un file geopackage e poi ti parlo anche del "file degli stili" applicato ad un layer.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
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0:00 Intro
1:19 File di definizione dei Layer
5:24 QGIS in Azione e GTER
8:36 Salvare un progetto
10:15 Salvare un Geopackage
14:21 Modificare il layer
15:43 Salvare il file degli stili
18:24 SLD
19:27 Outro
    In questo video ti faccio vedere come calcolare il volume del materiale, che costituisce una rampa, appoggiato a due bancate verticali in un'area di cava.

Ho disposizione una sola nuvola di punti e lavoro in Cloud Compare per creare una mesh chiusa dell'elemento che voglio misurare, per poi calcolarne il volume.

Il processo passa attraverso la creazione di piani di riferimento, che costituiscono i limiti del materiale, usando lo strumento "point list picking" e, successivamente, interpolando i nuovi punti con un piano.

Potrebbe essere un workflow un po' intricato (e forse lo è, quindi se conosci altri metodi più efficienti scrivilo nei commenti!) ma spero che ci possa essere qualche informazione utile per i tuoi lavori in CloudCompare.


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0:00 Intro
0:43 Il caso
2:09 Inizio il processo
2:23 Nuvole di punti di riferimento
6:34 Genero piani dalle nuove nuvole
9:00 Creo il cuneo di riferimento
13:03 Tagliare gli elementi da misurare
22:27 Pulizia del DB Tree
23:10 Volume attravreso la mesh
28:37 Considerazioni finali
31:08 Outro
    In questo video ti condivido un'attività di campo in cui ho dovuto acquisire, velocemente, delle informazioni di un tratto stradale interessato da diversi accessi laterali.

E, altrettanto velocemente, ho elaborato i dati per soddisfare l'urgenza del committente.

Ho usato uno SLAM, XGrids Lixelkity K1, con il modulo GNSS RTK attivo, per acquisire una nuvola di punti, camminando dove potevo.
In campo ho preso anche le coordinate di un po' di punti della segnaletica orizzontale, per supportare e controllare l'output.

Ti condivido anche i dati che ho trasmesso in relazione alla richiesta.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


SCARICA LA NUVOLA DI PUNTI
Se sei un finanziatore o una finanziatrice di 3DMetrica (di livello alto) puoi scaricare la nuvola di punti che hai visto nel video qui: http://bit.ly/4nKGVzU


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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0:00 Intro
0:23 Il problema
1:20 L'ambito
2:05 Misure GNSS
3:50 Lo SLAM
4:47 Problemi di deriva
5:19 Tempi di campo
6:01 Dynatech
7:12 Considerazioni sul processo
10:28 La nuvola e i dati SLAM
16:07 Planimetria in CAD
16:55 PointCab Origins
17:50 La classificazione del terreno
18:28 Il modello 3DGS
20:09 Il controllo dei dati
20:49 Durata complessiva
23:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per ritagliare un raster dentro QGIS.

Ti faccio vedere due modi.
Uno ritaglia il raster secondo le "estensioni" come, ad esempio, la copertura della tua area di lavoro di QGIS o un rettangolo che disegni tu
L'altro permette un lavoro più raffinato usando un poligono che crei o importi e scegli come "maschera di ritaglio".

Vale per modelli digitali di elevazione (come per il caso del video) ma anche per altri raster/immagini come le ortofoto...


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0:00 Intro
0:35 Preparo il lavoro
1:26 Ritaglio sulle estensioni
6:03 QGIS in Azione e GTER
7:55 Ritaglio su un poligono
13:02 Da linea a poligono
15:51 Tagliare un ortomosaico
16:24 Perchè tagliare un raster
17:16 Outro
    Se ti è capitato di lavorare per un po' di tempo in CloudCompare e poi accorgerti di aver perso tutto per un crash o una chiusura accidentale del software allora questo video potrebbe aiutarti.

Ti condivido come gestire un progetto, salvandolo in formato .BIN e mantenere ordine nei database dei layer.

Nel video trovi anche informazioni su come CloudCompare tratta i file (in modo non distruttivo ma senza salvare file di backup) e sul fatto che non esista l'opzione di "annullamento dell'ultimo comando" ("undo" o "CTRL Z").

Spero possa essere utile per i tuoi lavori sulle nuvole di punti.


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0:00 Intro
0:40 La gestione dei file
4:36 Salvare un progetto
8:19 L'ordine dei layer
12:45 Aggiornare il progetto
14:03 Non esiste il CTRL+Z
15:55 Una panoramica sui file
17:14 Recap finale
19:19 Outro
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