SCEGLIERE LA QUOTA GIUSTA IN UN RILIEVO AEROFOTOGRAMMETRICO

18 Agosto 2017
Immagine estratta da un modello tridimensionale di cava generato da rilievo aerofotogrammetrico

I primi rilievi aerofotogrammetrici li ho fatti con il drone in volo vicino al terreno. Facevo un sacco di fotografie dettagliate. Poi ho contato i GigaByte di materiale archiviato e mi sono spaventato. In questo breve articolo ti parlo dell’importanza di pianificare un rilievo in base alle informazioni che si devono effettivamente restituire. Puoi anche scaricare un’analisi comparativa dei risultati di alcuni voli condotti a quote differenti. Con l’obiettivo di non strafare e cercare l’altezza di volo migliore per le tue esigenze.

I droni stanno davvero rivoluzionando il modo di fare topografia.
Hanno portato vantaggi enormi: la possibilità di raggiungere aree inacessibili a piedi, la velocità di esecuzione ed i costi contenuti, la ricchezza di dettagli rilevati ed informazioni restituite.
I droni di tipo “consumer” o “semi-pro” si pilotano facilmente e le fotografie in volo si scattano con la sola pressione di un tasto sul radiocomando.
Facilissimo!

I PIXEL NON COSTANO NULLA

In fotografia digitale si è diffusa questa massima: “pixels are free“.
Una volta comprata una fotocamera digitale non devi più preoccuparti dei costi di sviluppo e stampa dei vecchi rullini digitali.
I pixel sono gratis: scatta a manetta, non costa più nulla, le foto che non ti vanno le cancellerai tutte dopo, con calma. Per ora scatta.
Anche se sai che non è così perchè migliaia di foto nello smartphone ci inchiodano colpevoli di aver trascurato la parte che dice “le foto che non ti vanno le cancellerai tutte dopo“, per la fotografia fine a sé stessa “pixels are free” può essere giustificabile.

LO SPAZIO DI ARCHIVIAZIONE E LE PRESTAZIONI DEL PC

Nella fotogrammetria digitale invece le cose sono un po’ diverse.
Anche se meno famose, sono importanti queste altre massime:
“gli spazi di archiviazione non sono gratis“;
“anche i processori faticano“;
“la RAM è un numero finito, generalmente uguale o inferiore a 16GB, in qualche caso può arrivare a 64 GB, e comunque non è gratis neppure lei“.
Più foto scattiamo durante l’acquisizione dei dati digitali per fare un modello tridimensionale e più spazio occupano nell’hard disk e più tempo impiega il computer ad elaborarle e restituirne i risultati (ed alcuni computer più vecchiotti e meno sportivi non riusciranno neppure ad arrivare alla fine della gara!).

Ai miei primi voli, gasato dalle nuove tecnologie, volavo basso e scattavo foto ravvicinate, ricchissime di dettagli.
Non mi preoccupavo di lavorare all’altezza di volo migliore.
Se pensi che per un rilievo aerofotogrammetrico ciascuna foto si sovrappone alla successiva per un 80% della sua copertura ed a quella adiacente per un altro 60% (ho scritto un articolo sulle procedure di rilievo con drone qui), capirai come fosse facile tornare in ufficio con migliaia di fotografie per pochi ettari di terreno rilevato.
Se ciascun file pesa mediamente 15 MB, mille files sono 15 GB!
Quando ho contato i GigaByte di materiale archiviato e dopo avere aspettato i tempi lunghi di processamento di tutte le immagini da parte del computer al lavoro per il modello tridimensionale ho capito che stavo sbagliando qualcosa.
O meglio, tutta sta roba non era giustificata se il lavoro richiesto era la restituzione in scale 1:2000 di un’area rurale!

IL DETTAGLIO NON SEMPRE SERVE

Mi è capitato di fare dei rilievi con drone per analisi geomeccaniche di pareti rocciose e lì sì che servivano fotografie vicine e molto dettagliate.
I geologi hanno fatto le loro analisi e considerazioni sulle misure delle fratture visibili sul modello tridimensionale, fratture centimetriche.

Immagine estratta da un modello tridimensionale di parete rocciosa generato da modello 3D

Ma per rilievi finalizzati alla restituzione plano-altimetrica di aree rurali, versanti montani, zone ampie o mediamente estese dove le informazioni rilevanti sono quelle legate alle quote del terreno o dove il lavoro finale deve essere consegnato in scala 1:2.000 o 1:5.000 non serve tutto ‘sto dettaglio!
Non serve volare ad altezze basse.
Si può volare più in alto, scattando meno fotografie.
Che poi vuol dire meno files da archiviare e tempi di processamento dei modelli 3D più veloci.

Restituzione planimetrica di rilievo di area di cava in scala 1:2000

UN’ANALISI COMPARATIVA DI RILIEVI AEROFOTOGRAMMETRICI AD ALTEZZA DIFFERENTI

Per avere un’idea di quanto far alzare il drone da terra a seconda del tipo di lavoro da fare ho fatto un’analisi comparativa di rilievi aerofotogrammetrici nella stessa area, nelle solite condizioni ambientali, cambiando solo l’altezza di volo del drone.
Il tutto per trovare l’altezza di volo migliore per ogni occasione e pianificare le operazioni di conseguenza.
Mi fa piacere condividere con te questi risultati perchè magari possono esserti utili.

Puoi scaricare il file pdf a questo link.

Non è un articolo scientifico e ti prego di perdonarmi la mancanza di rigore nelle righe che ho scritto.

Prima di leggere il pdf che puoi scaricare ti dico brevemente che:

  • le fotografie le ho fatte con un DJI Phantom 4;
  • l’area rilevata l’ho scelta in pendenza per apprezzare le differenze nella generazione delle curve di livello che rappresentano il terreno;
  • per maggiori approfondimenti, a questo link puoi scaricare una cartella compressa con i file in alta risoluzione delle ortofoto generate dal modello 3D.

Da questo test ho imparato che:

  • per rilievi geomeccanici, la distanza della fotocamera dalla parete rocciosa va bene se è compresa tra 7 e 12 m;
  • per restituzioni planoaltimetriche in scala 1:500 posso far volare il drone a 20 m di altezza;
  • per restituzioni planoaltimetriche in scala 1:1000 e 1:2000 va bene se sto dentro i 40 m di altezza;
  • per restituzioni planoaltimetriche in scala 1:5000 posso volare a 70 m di altezza da terra.

Il tutto ovviamente con le dovute eccezioni a seconda di quello che si rileva!

A presto!

Paolo

 

 

 

 

aerofotogrammetriaaltezza di voloanalisi comparativaquota di volorilievo aerofotogrammetricorilievo con drone
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RILIEVI

Paolo Corradeghini

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4 Comments


Daniele
10 November 2018 at 15:58
Reply

Complimenti per gli articoli, mi sto avvicinando ora alla fohrammetria col mio piccolo spark è posso dire che il risultato non è male.. Ma ancora devo imparare meglio, grazie delle dritte che dai..
Un saluto Daniele



    Paolo Corradeghini
    10 November 2018 at 16:57
    Reply

    Ciao Daniele,
    grazie per il tuo commento e in bocca al lupo per tutti i tuoi lavori!
    Paolo

Francesco Di Costanzo
18 May 2020 at 19:31
Reply

Ciao Paolo innanzitutto complimenti per le informazioni che divulghi come solo un grande competente e appassionato saprebbe e potrebbe fare, vorrei farti una domanda, in un progetto fotogrammetrico, attraverso l’utilizzo del software photoscan, commistionando foto aeree fatte a quote diverse si va incontro a qualche errore ? ti spiego ho eseguito due voli uno a 70 mt e l’altro a 40 mt e siccome sono novello ti chiedevo se era possibile la commistione di foto fatte a quota diversa oppure questo pregiudica in qualche modo l’allineamento fotografico e quindi il risultato finale, grazie anticipatamente, saluti ed in bocca al lupo per tutto



    Paolo Corradeghini
    20 May 2020 at 11:49
    Reply

    Ciao Francesco,
    non c’è problema a scattare fotografie da distanze diverse e poi elaborarle tutte insieme in Metashape (o in un altro software structure from motion).
    L’importante è usare la soltia camera e lunghezza focale.
    Cambiare quelli può dare qualche problema in più…

    Ciao!
    Crepi il lupo!

    Paolo

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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
  • Paolo Corradeghini

    Topografia, rilievi, droni, gps, cartografia, geomatica e mappe.
    Condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.

    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_ZSw4wipuSnw È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


Questi sono i miei contatti preferiti:
Linkedin - paolocorradeghini  
Telegram - https://t.me/paolocorradeghini
Email - paolo.corradeghini@3dmetrica.it


Se vuoi, puoi decidere di sostenermi diventando un finanziatore di 3DMetrica tramite la pagina di Patreon: www.patreon.com/3dmetrica
È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.



0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
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0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

Con il codice sconto 3DMETRICAGTER puoi usufruire del 20% di sconto su tutti i corsi della loro offerta formativa, che trovi qui: https://www.gter.it/formazione/online/

Qui c'è il canale Telegram di GTER per seguire i Geobreak: https://t.me/geobreak


Se ti va di unirti alle discussioni su QGIS, puoi farlo in questo gruppo Telegram: https://t.me/+ZKm37iQHD083MTRk


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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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Se vuoi supportare il progetto puoi condividere il video con chi pensi possa essere interessato a questo argomento.


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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
    In questo video ti condivido come fare a creare etichette prendendo informazioni dagli attributi dei layer di QGIS e combinandoli tra loro.

Ti faccio vedere le etichette semplici e quelle definite da delle regole che scegli tu.

Qui trovi la documentazione ufficiale di QGIS sulle etichette:
https://docs.qgis.org/3.40/it/docs/training_manual/vector_classification/label_tool.html


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0:00 Intro
1:28 Creare un'etichetta
2:22 Vederci meglio
3:33 Modificare le etichette
4:12 Sovrapposizione tra etichette
5:31 Etichette centrate
6:32 QGIS in azione e GTER
9:03 Rule based labeling
11:14 Etichette che spariscono
13:04 Etichette e HTML
14:35 Outro
    Come fai a sapere il volume di materiale inerte che è addossato ad un versante ed appoggiato ad un piazzale, avendo a disposizione una sola nuvola di punti, quella dello stato attuale?

Te lo condivido in questo video in cui uso il software open source CloudCompare e provo a ricostruire il versante al di sotto del materiale stoccato di cui vuoi sapere il volume.

Questo implica una grande incertezza nella sua determinazione perchè si interpreta, approssimando, qualcosa di sconosciuto.

Prendilo quindi come spunto per l'analisi dei tuoi dati avendo bene in mente le criticità del processo.

Spero possa esserti utile. 


Sei sei un Finanziatore o una Finanziatrice di 3DMetrica, puoi scaricare il progetto .bin qui: 
https://www.patreon.com/posts/il-volume-di-un-143769306

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0:00 Intro
1:11 Premesse
3:46 Il dato
4:40 Creo i piani di riferimento
14:00 Modifica un piano creato
18:14 Rifila i piani
28:29 Unisco i piani
29:55 Analisi volumetrica
34:29 Outro
    A Volta Mantovana c'è stato "CapoVolta 2025", il raduno internazionale di speleologia.
È un contesto unico, una grande festa, dalla mattina alla sera, a cui partecipano speleo (e non solo) da tutta Italia.

In questo video ti racconto di alcune attività che un gruppo di persone sta portando avanti da qualche anno e che riguardano i rilievi 3D impiegando, principalmente, il Lidar interno alle varie versioni dell'iphone pro.

Il gruppo si chiama Equipe Lidar ed è composto da ragazzi veneti del Gruppo Naturalistico Montelliano e di Treviso Sotterranea.

Dopo anni di tentativi, errori e chilometri di rilievi sotto terra hanno maturato un bel po' di esperienza e la Società Speleologica Italiana ha riconosciuto una nuova "Scuola di rilievo 3D con tecniche geomatiche".

Io ho la fortuna, il piacere e l'onore di supportarli e collaborare con loro per portare il mondo della Geomatica dentro ambienti complicati, stretti, bui e per niente banali.

Qui sotto trovi i riferimenti al gruppo: https://www.gnmnuvolegrotte.com/info/info.html
Questi sono i riferimenti al Gruppo Naturalistico Montelliano: https://www.gnmspeleo.it/
E a Treviso Sotterranea: https://www.trevisosotterranea.it/

Qui c'è il sito della Società Speleologica Italiana: https://speleo.it/site/
E questo è quello di Scintilena, notiziario di speleologia: https://www.scintilena.com/


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0:00 Intro
0:53 Perchè il Lidar
1:59 Come funziona
2:55 Le potenzialità del 3D
3:50 3D e catasto grotte
4:29 Il rilievo classico
5:46 Il soccorso in grotta
6:06 Affidabilità dei dati
6:46 Il cambiamento
7:14 Suggerimenti pratici
8:45 La scuola di rilievo
10:25 La forza della condivisione
12:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per condividere un layer, con tutte le sue informazioni di aspetto e rappresentazione, dentro QGIS.

Vediamo come funziona il file di defiinzione dei layer (QLR), che differenza c'è con il salvataggio di un progetto o con la creazione di un file geopackage e poi ti parlo anche del "file degli stili" applicato ad un layer.


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0:00 Intro
1:19 File di definizione dei Layer
5:24 QGIS in Azione e GTER
8:36 Salvare un progetto
10:15 Salvare un Geopackage
14:21 Modificare il layer
15:43 Salvare il file degli stili
18:24 SLD
19:27 Outro
    In questo video ti faccio vedere come calcolare il volume del materiale, che costituisce una rampa, appoggiato a due bancate verticali in un'area di cava.

Ho disposizione una sola nuvola di punti e lavoro in Cloud Compare per creare una mesh chiusa dell'elemento che voglio misurare, per poi calcolarne il volume.

Il processo passa attraverso la creazione di piani di riferimento, che costituiscono i limiti del materiale, usando lo strumento "point list picking" e, successivamente, interpolando i nuovi punti con un piano.

Potrebbe essere un workflow un po' intricato (e forse lo è, quindi se conosci altri metodi più efficienti scrivilo nei commenti!) ma spero che ci possa essere qualche informazione utile per i tuoi lavori in CloudCompare.


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0:00 Intro
0:43 Il caso
2:09 Inizio il processo
2:23 Nuvole di punti di riferimento
6:34 Genero piani dalle nuove nuvole
9:00 Creo il cuneo di riferimento
13:03 Tagliare gli elementi da misurare
22:27 Pulizia del DB Tree
23:10 Volume attravreso la mesh
28:37 Considerazioni finali
31:08 Outro
    In questo video ti condivido un'attività di campo in cui ho dovuto acquisire, velocemente, delle informazioni di un tratto stradale interessato da diversi accessi laterali.

E, altrettanto velocemente, ho elaborato i dati per soddisfare l'urgenza del committente.

Ho usato uno SLAM, XGrids Lixelkity K1, con il modulo GNSS RTK attivo, per acquisire una nuvola di punti, camminando dove potevo.
In campo ho preso anche le coordinate di un po' di punti della segnaletica orizzontale, per supportare e controllare l'output.

Ti condivido anche i dati che ho trasmesso in relazione alla richiesta.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


SCARICA LA NUVOLA DI PUNTI
Se sei un finanziatore o una finanziatrice di 3DMetrica (di livello alto) puoi scaricare la nuvola di punti che hai visto nel video qui: http://bit.ly/4nKGVzU


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

I modi più veloce per contattarmi sono questi:
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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.


0:00 Intro
0:23 Il problema
1:20 L'ambito
2:05 Misure GNSS
3:50 Lo SLAM
4:47 Problemi di deriva
5:19 Tempi di campo
6:01 Dynatech
7:12 Considerazioni sul processo
10:28 La nuvola e i dati SLAM
16:07 Planimetria in CAD
16:55 PointCab Origins
17:50 La classificazione del terreno
18:28 Il modello 3DGS
20:09 Il controllo dei dati
20:49 Durata complessiva
23:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per ritagliare un raster dentro QGIS.

Ti faccio vedere due modi.
Uno ritaglia il raster secondo le "estensioni" come, ad esempio, la copertura della tua area di lavoro di QGIS o un rettangolo che disegni tu
L'altro permette un lavoro più raffinato usando un poligono che crei o importi e scegli come "maschera di ritaglio".

Vale per modelli digitali di elevazione (come per il caso del video) ma anche per altri raster/immagini come le ortofoto...


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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Qui c'è il canale Telegram di GTER per seguire i Geobreak: https://t.me/geobreak


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0:00 Intro
0:35 Preparo il lavoro
1:26 Ritaglio sulle estensioni
6:03 QGIS in Azione e GTER
7:55 Ritaglio su un poligono
13:02 Da linea a poligono
15:51 Tagliare un ortomosaico
16:24 Perchè tagliare un raster
17:16 Outro
    Se ti è capitato di lavorare per un po' di tempo in CloudCompare e poi accorgerti di aver perso tutto per un crash o una chiusura accidentale del software allora questo video potrebbe aiutarti.

Ti condivido come gestire un progetto, salvandolo in formato .BIN e mantenere ordine nei database dei layer.

Nel video trovi anche informazioni su come CloudCompare tratta i file (in modo non distruttivo ma senza salvare file di backup) e sul fatto che non esista l'opzione di "annullamento dell'ultimo comando" ("undo" o "CTRL Z").

Spero possa essere utile per i tuoi lavori sulle nuvole di punti.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:40 La gestione dei file
4:36 Salvare un progetto
8:19 L'ordine dei layer
12:45 Aggiornare il progetto
14:03 Non esiste il CTRL+Z
15:55 Una panoramica sui file
17:14 Recap finale
19:19 Outro
    Carica altro... Subscribe
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