• BLOG
  • PODCAST
  • VIDEO
  • E-BOOK
  • INFO
  • SUPPORTAMI
  • AMICI
    • FINANZIATORI
    • PARTNER
  • POSIZIONE APERTA

Un LIDAR ad alta risoluzione

31 Luglio 2017
Immagine della restituzione geografica del LIDAR DTM del Ministero Ambiente

Il Ministero dell’Ambiente ha rilevato una fetta d’Italia e ne ha reso disponibili i risultati, ad alta risoluzione. In questo articolo ti spiego la procedura per richiedere ed ottenere i dati LIDAR con maglia 1×1 m, uno strumento davvero utile e potente per analisi geografiche, studi di fattibilità e progetti preliminari di opere sul territorio. Spesa irrisoria, qualche email ed un po’ di attesa…

LIDAR, CHI ERA COSTUI

LIDAR sta per  LIght Detection And Ranging o anche per Laser Imaging Detection And Ranging. Avevo accennato ai metodi di rilievo utilizzati dai topografi in questo articolo del blog e tra essi c’era anche il LIDAR: raggi laser che misurano la posizione di un punto calcolando il tempo che passa tra l’emissione, l’urto sull’oggetto da rilevare e il rientro, dopo la riflessione, al punto di partenza.
Oltre all’altissima velocità di acquisizione dei dati (migliaia di punti al secondo!) i LIDAR più sofisticati permettono di “oltrepassare” la vegetazione ed arrivare a registrare punti sul terreno.
In realtà è un po’ più complesso di così. I LIDAR registrano raggi di ritorno di primo impulso (first) e raggi di ultimo impulso (last). Oggetti diversi hanno proprietà diverse di assorbimento e riflessione dei raggi laser. Foglie e rami ne riflettono una parte (con determinate frequenze) lasciandone passare altri che continuano la corsa finchè non incontrano qualcosa che li riflette di nuovo: asfalto, calcestruzzo, roccia… Considerando quindi un raggio laser emesso dallo strumento, se questo colpisce un albero ce ne sarà una parte, riflessa dalle foglie, che ritorna indietro subito ed un’altra che continua ad avanzare, viene riflessa dal terreno e rientra un po’ dopo, in ritardo. Lo strumento registra la differenza di tempo tra primo e ultimo arrivo e tramite algoritmi e software di filtro si riesce ad estrarre il dato relativo al terreno, decisamente più rilevante ai fini topografici rispetto, ad esempio, all’altezza delle chiome degli alberi.

IL LIDAR DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Il Ministero dell’Ambiente e del Territorio ha avviato una campagna di rilievo topografico del territorio nazionale utilizzando proprio questa tecnologia. Ha montato un LIDAR estremamente sofisticato su un aeroplano, l’ha mandato in giro sopra le nostre teste ed ha mappato parte del territorio nazionale con risoluzioni davvero notevoli. Sfruttando la tecnologia del primo e dell’ultimo impulso è stato possibile elaborare un accurato DTM (Digital Terrain Model – Modello Digitale del Terreno) di risoluzione 1 m. Immagina di prendere il territorio italiano (non tutto), dividilo con una maglia quadrata di lato 1m e considera di avere le coordinate del terreno per ciascun vertice di questa maglia!
Non è niente male davvero!

Immagine che mostra la copertura nazionale del rilievo LIDAR con maglia 1m

Copertura del territorio nazionale da parte del LIDAR 1m

Attenzione però che l’accuratezza del rilievo non è di 1 un metro. Si stima che i punti restituiti abbiano un’accuratezza di circa 30cm in planimetria e 15cm in altezza.
E per accuratezza intendo quella assoluta (ho scritto qualcosa su accuratezza e precisione in quest’altro articolo del blog), essendo tutto georeferenziato nel Sistema di Riferimento WGS84 (EPSG 4326).

Le campagne di rilievo sono state effettuate tra il 2008 ed il 2009.

A questo link trovi tutte le specifiche (metadati) del lavoro finale

A CHE COSA SERVE

Non userei questo LIDAR “a scatola chiusa” per fare un progetto definitivo o esecutivo di opere di difesa dal rischio idrogeologico o di una strada. Sono passati quasi dieci anni dall’acquisizione dei dati e tanti scenari potrebbero essere molto cambiati. Però un’informazione topografica così dettagliata può essere davvero utile per altri scopi. Ti elenco qualche utilizzo che mi viene in mente: studi di fattibilità o progetti di massima, analisi geomorfologiche, analisi geografiche, simulazioni numeriche di fenomeni naturali (aste fluviali, caduta massi), pianificazione territoriale ed urbanistica o li puoi usare come base cartografica molto dettagliata per nuovi rilievi o approfondimenti ancora più specifici.
Aggiungi  altri scopi se ti vengono in mente!

RICHIEDERE I DATI

Il Ministero ha reso disponibile i dati LIDAR a chi ne avesse necessità e qui di seguito ti dico come poterli avere.

1) SELEZIONA LE TAVOLE DEI DATI

Così come la CTR anche il LIDAR è stato organizzato in fogli/tavolette, corrispondente ciascuno ad un pezzetto di territorio rilevato.
Per prima cosa ti serve sapere il numero dei fogli/elementi di cui hai bisogno.
Vai sul visualizzatore del portale cartografico nazionale e carica (doppio click sull’icona della barra inferiore) il quadro d’unione delle Tavole LIDAR 1m (vedi l’immagine qui sotto).

Immagini che mostra come caricare il quadro di unione delle tavole LIDAR 1m dal visualizzatore del portale cartografico nazionale

Spostati nell’area di tuo interesse; tramite lo strumento identifica punto (in verde qui sotto) seleziona la tavola specifica (ricordati di selezionare nel pannello del Gestore di Servizi il layer Quadro di Unione delle tavole LIDAR – lo vedi in azzurro qui sotto), infine nel pannello Risultati di Ricerca scorri fino a trovare l’ID della Tavola (in giallo qui sotto), insieme alle informazioni sulla data del rilievo.

Immagine che mostra come selezionare le tavole del LIDAR 1m dal portale cartografico nazionale per ricavarne informazioni e numero

3) SCRIVI AL MINISTERO

Invia un’email formale di richiesta all’indirizzo datipst@minambiente.it
Ti consiglio di fare una richiesta firmata convertita in pdf da allegare all’email .
La richiesta devi intestarla a: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque – Geoportale Nazionale – Via Cristoforo Colombo, 44 – 00147 Roma.
All’interno della richiesta devi inserire:
Riferimenti del richiedente (Nome, Cognome, e-mail e telefono);
Oggetto della richiesta: dati LiDAR e/o Interferometrici PS (specificare area o località interessata);
Breve presentazione dell’attività per cui saranno utilizzati i dati, comprensiva della motivazione per cui vengono richiesti;
Indicazione del tipo di prodotto LiDAR richiesto (DTM, DSM First, DSM Last, Intensity, Punti xyz) e/o Interferometrici PS;
Descrizione dell’area di interesse indicando l’elenco delle tavole che ti sei segnato al punto precedente (oppure allegando un shapefile dell’area).

Sperando di aiutarti ti allego qui sotto una mia richiesta formale per dati LIDAR – DTM:
Richiesta-formale-LIDAR-DTM

4) ASPETTA…

Se speravi di avere i dati con qualche click e pochi secondi di attesa mi tocca deluderti.
Purtroppo ci vorrà un po’ di tempo.
Quanto?
Formalmente 30 giorni dalla tua eamail ma di fatto quasi il doppio perchè il numero di protocollo non viene assegnato alla data della tua richiesta (eh già è richiesta una normale email e non una p.e.c.!)
Spero di cuore che al Ministero dell’Ambiente si velocizzino un bel po’ perchè se i tempi di attesa dovessero rimanere questi capisco bene che, per alcuni lavori urgenti, sarebbe quasi tutto inutile.

BUONE NOTIZIE di Ottobre 2018!!!

Ormai lo posso scrivere con certezza, perchè l’ho provato e ne ho avuto conferma da parte di diversi lettori del blog: i tempi per la consegna dei dati si sono ridotti.
E di molto!!!
Ad oggi il Ministero evade una richiesta in pochi giorni!
Se sei pronto con moduli precompilati e bollettino postale pagato si tratta di attendere poco più di 24 ore.

È un’ottima notizia a cui va il mio personale plauso al servizio ministeriale.
Grazie!

5) FIRMA LE CARTE E PAGA 2€

Ad attesa finita riceverai un’email in cui ti viene richiesto di leggere e restituire firmati i vincoli di utilizzo dei dati che stai per ricevere e di compilare, firmare e restituire una dichiarazione in cui prendi visione ed accetti questi vincoli.
In breve accetti il fatto che i dati sono di proprietà del Ministero dell’Ambiente, che li userai per gli scopi che hai indicato nella richiesta, che qualsiasi elaborazione sui dati la farai sotto la tua responsabilità e che non potrai rivenderteli.
Dovrai inoltre effettuare un pagamento di 2€ per diritti di ricerca ed ufficio e spedire indietro la ricevuta.

6) SCARICA I DATI

Finalmente sei pronto per scaricare i dati.
Dopo aver inviato dichiarazioni e ricevuta di pagamento riceverai un’ulteriore email (questa però dopo poco tempo) con le indicazioni per il download.
I dati sono scaricabili tramite client FTP (io uso Filezilla) accedendo con le credenziali che riceverai nell’email.
Ed a questo punto dovresti avere sul tuo computer i dati tanto attesi!

LAVORA CON I DATI

I dati che riceverai sono di tipo raster che puoi elaborare con tanti software e strumenti specifici.
Un modo piuttosto veloce, immediato e gratuito è utilizzare il software QGIS per importarli e da lì potrai già fare un po’ di analisi ed elaborazioni: ricavare le curve di livello (con un DTM a maglia 1 m puoi ricavare senza problemi curve di livello affidabili ed equidistanti 1 o 2 m o, volendo, anche 50 cm!) ed esportarne i dxf, fare analisi di pendenze, curvature, esposizioni.
Oppure puoi trattare la nuvola di punti con altri strumenti specifici e ricostruire modelli tridimensionali…

Immagine che mostra l'elaborazione di dati LIDAR DTM con software QGIS

Facendo tutti il tifo per una velocizzazione della procedura ed una riduzione dei tempi di attesa (il tifo è servito!), con pochi click ed un download immediato, questa per il momento è la procedura per richiedere i dati LIDAR al Ministero dell’Ambiente ed utilizzarli nei tuoi lavori, studi o progetti.

A presto!

Paolo

Se pensi che possa essere utile ad altri, condividilo!Share on Facebook
Facebook
Share on LinkedIn
Linkedin
Tweet about this on Twitter
Twitter
Email this to someone
email

Related posts:

  1. STRUMENTI PER IL RILIEVO TOPOGRAFICO
  2. DTM vs DSM vs DEM
  3. Un rilievo con LiDAR su drone
  4. Inizio ad usare il laser scanner. Come, cosa e perchè…
DTMDTM maglia 1mlaser scannerlidarMinistero dell'AmbientePortale cartografico nazionale
Share

CARTOGRAFIA  / STRUMENTI

Paolo Corradeghini

You might also like

Inizio ad usare il laser scanner. Come, cosa e perchè…
18 Agosto 2020
Un rilievo con LiDAR su drone
28 Giugno 2020
COME TRATTARE L’ERBA ALTA IN UNA NUVOLA DI PUNTI
12 Ottobre 2018

Lasciami un commento!

  • Commenta nel riquadro qui sotto
  • Commenta con Facebook

27 Comments


Andrea M.
14 June 2018 at 12:29
Reply

Ciao,
Grazie per l’articolo. Ho appena inviato la richiesta.
Le istruzioni sono anche al seguente link:
http://www.pcn.minambiente.it/mattm/procedura-richiesta-dati-lidar-e-interferometrici-ps/
Stamane era impossibile utilizzare il viewer grafico, pertanto ho dovuto utilizzare il servizio WFS tramite Qgis utilizzando la risorsa “Quadro di unione tavole LiDAR” presente qui: http://www.pcn.minambiente.it/mattm/servizio-di-scaricamento-wfs/



Andrea M
14 June 2018 at 16:15
Reply

Ciao,
la procedura è cambiata un po’. Mi hanno inviato un loro modulo da compilare, che ho restituito compilato e firmato, cui ho allegato la scansione del bollettino e lo shapefile richiesto come obbligatorio.



    Paolo Corradeghini
    15 June 2018 at 10:37
    Reply

    Ciao Andrea, grazie del commento!
    Ti confermo che la procedura è stata aggiornata ed è proprio come dici tu.
    Nell’ottica di velocizzare l’evasione della richiesta (almeno credo…) si deve compilare il modulo, inviare il bollettino e lo shapefile dei confini dell’area (completo, anche con il file della georeferenziazione .prj).
    Probabilmente, conservando il modulo per richeiste future, si potrebbe andare ancora più veloci inviando subito il pacchetto di file senza attendere la prima email di risposta del servizio.
    Buona giornata!

Ivan C.
11 August 2018 at 13:26
Reply

Buongiorno,
innanzitutto ringrazio per il bell’articolo. l’ho letto attentamente e ho provato a individuare la zona di mio interesse ma sfortunatamente sembra non sia mappata(non rientra nei rettangoli gialli descritti sull’articolo). La mia domanda è: c’è un altro modo per ottenere i dati della zona da me voluta? o Devo rinunciare? Vi ringrazio dell’ attenzione.
Ivan



    Paolo Corradeghini
    13 August 2018 at 15:39
    Reply

    Grazie del commento Ivan.
    Purtroppo se l’area di interesse non è ricompresa all’interno della zona coperta dai riquadri del quadro di unione generale non sono disponibili i dati LiDAR.
    Sono aree per le quali non sono stati effettuati (almeno per ora) i voli di acquisizione dati e pertanto è necessario affidarsi ad altri tipi di dati (DTM, CTR, …).
    Ciao!
    Paolo

Simone Gianolio
21 August 2018 at 17:58
Reply

Ciao Paolo, ti devo correggere ma LiDAR sta per Light Detection and Ranging. Laser Imaging di fatto non vuol dire nulla 🙂



    Paolo Corradeghini
    21 August 2018 at 20:28
    Reply

    Ciao Simone, grazie mille per la tua puntale osservazione.
    Tuttavia girando sul web ho trovato, in più occasioni, sia l’una che l’altra definizione per LiDAR.
    Ho corretto l’articolo inserendo entrambe gli acrononimi.
    Grazie ancora!
    Ciao!

Francesco C.
18 October 2018 at 11:32
Reply

Ciao,
Nella richiesta di fornitura dati Lidar l’importo dei costi di Amministrazione, ovvero dei diritti per l’estrazione dati, è di 2 euro per ogni singola tavoletta del quadro di unione ?



    Paolo Corradeghini
    18 October 2018 at 11:37
    Reply

    Ciao Francesco, l’importo di 2 Euro da corrispondere è “una tantum” per diritti di segreteria e ricerca, indipendentemente dal numero di tavolette richieste (non so però cosa succede se il numero di tavolette inizia ad essere particolarmente alto!).
    Ciao!
    Paolo

Francesco C.
18 October 2018 at 20:43
Reply

Buonasera Paolo, oggi ho inviato la mail di richiesta dati e dopo appena 3 ore ho ricevuto la mail con il modulo “Vincoli d’utilizzo dei dati” da riempire e rinviare con bollettino da 2 euro e shapefile dell’area di interesse. Veramente mooolto veloci. Nel riempire il modulo ho un dubbio riguardo alla TIPOLOGIA DI DATI da chiedere: scrivo semplicemente “dati LiDAR risoluzione 1 m”, oppure meglio scrivere “DTM a maglia 1 m derivante da dati LIDAR” ??
Ciao



    Paolo Corradeghini
    22 October 2018 at 11:00
    Reply

    Ciao Francesco!
    Direi che i tempi di risposta, ora, sono davvero ottimi.
    Un “bravo” al Servizio Cartografico del Ministero dell’Ambiente!

    Il mio consiglio è quello di chiedere tutti i dati disponibili, in modo da acquisirli e poterne fare l’uso migliore secondo le tue esigenze.
    È meglio avere tutto ed usarne una parte piuttosto che avere una parte e trovarsi a doverne richiedere un’altra.

    Generalmente io richiedo: DTM, DSM, Punti XYZ relativi al primo ed all’ultimo impulso.
    Te lo consiglio!

    Fammi sapere se hai bisogno di altre informazioni e grazie per la pazienza sulla mia risposta.
    Ciao!
    Paolo

Marco
13 November 2018 at 12:52
Reply

Buongiorno,
ho fatto richiesta per i dati e mi è stato richiesto lo shapefile, basta includere i numeri di tavola o devo inviare il file shp? è possibile ricavarlo dal loro viewer o devo ricavarmelo da qgis (per esempio) e mandare quello?
grazie mille per la guida!



    Paolo Corradeghini
    13 November 2018 at 23:08
    Reply

    Ciao Marco,
    sì è prassi recente che ti venga richiesto lo shapefile del limite dell’area di itneresse.
    È necessario preparare uno shapefile (ed i file ad esso legati) in un software esterno come QGIS e spedirlo via posta elettronica.
    Purtroppo non è più sufficiente elencare i numeri delle tavole.
    Ciao e buon lavoro!
    Paolo

Martina Parini
8 January 2019 at 11:18
Reply

Buongiorno Paolo,
Innanzitutto complimenti per il blog, è molto utile e interessante. Per caso hai idea se per le aeree non interessate dai voli 2008-2009 sono previsti dei nuovi rilievi nel futuro? o dobbiamo rassegnarci a non avere una copertura totale di dati lidar (da buona legge di Murphy, le aree su cui lavoro sono sempre nei “buchi”…)
Grazie, un saluto
Martina



    Paolo Corradeghini
    8 January 2019 at 21:06
    Reply

    Ciao Marta, grazie per i tuoi complimenti.
    Purtroppo non so aiutarti sulla copertura delle aree da parte dei rilievi LiDAR Ministeriali.
    Lungo le coste la copertura è molto buona mentre è vero che ci sono parecchi buchi nelle zone interne.
    Non ho davvero idea se sono in programma nuove integrazioni nelle aree scoperte.
    Spero davvero di sì.

    Ciao e buon lavoro!
    Paolo

Andrea Galligari
24 December 2019 at 7:53
Reply

ciao,
grazie per l’articolo.
esiste, che Lei sappia, un limite nel numero di tavolette (oppure un limite areale) che si possono richiedere in una volta?
Un saluto,
Andrea



Maurizio D.
24 April 2020 at 19:51
Reply

Tante grazie del post! Stavo andando matto provando a capire come accedere ai dati Lidar d’Italia. Non capisco veramente per che deve essere cosi complicato, quando dati del genere di Spagna, per esempio, si possono scaricare direttamente dalla pagina del Istituto Geografico Nazionale senza più che un paio di click. Spero migliori pronto il sistema.



    Paolo Corradeghini
    26 April 2020 at 10:55
    Reply

    Ciao Maurizio,
    grazie del commento!

    L’accesso, facile e libero, ai dati geografici e territoriali è, a mio parere, un’annosa questione italiana.
    Credo anch’io che dovrebbe essere tutto più immediato.
    Oltre che, aggiungo, unificato su tutto il territorio nazionale.

    Incrociamo le dita per il futuro!
    🙂

    Ciao!
    Paolo

Fabio Milillo
6 May 2020 at 12:16
Reply

Grazie davvero per la spiegazione! questa tua iniziativa sta alla fame di dati come la Charitas sta alla fame di cibo.
La “velocizzazione” della procedura è probabilmente merito di qualche dirigente e/o funzionario che si è dato da fare per rendere meno obbrobrioso questo processo vessatorio e paranoico.
Il pesce puzza dalla testa.
Una pregevole eccezione è il rilascio dei dati sull’epidemia Covid da parte della Protezione Civile nazionale su GitHub.
E’ la stessa perversa maledizione che dopo due mesi impedisce a tanti lavoratori di avere la cassa integrazione per il lockdown, ecc. ecc.



    Paolo Corradeghini
    16 May 2020 at 16:58
    Reply

    Ciao Fabio,
    grazie per il tuo commento e il tuo riscontro!
    Paolo

Fabio Milillo
6 May 2020 at 12:18
Reply

Scusate: si scrive “Caritas”



Marco Stagni
3 July 2020 at 16:22
Reply

Bellissimo post e complimenti per il blog e il sito pieno di informazioni utili. ma possibile che abbiano modificato l’url? Cliccando sui link che hai postato mi dice che è impossibile raggiungere la pagina. Ciao Grazie



    Paolo Corradeghini
    9 July 2020 at 15:08
    Reply

    Ciao Marco,
    grazie per il commento.

    Purtroppo al momento (Luglio 2020) e da qualche mese i servizi del Geoportale Nazionale sono sospesti per manutenzione…

    Non so dirti quando saranno riattivati.
    Spero presto!

    Ciao!

    Paolo

Marco Stagni
23 July 2020 at 17:19
Reply

Ad oggi è tornato attivo il sito…devo chiedere 26 tavole, vediamo come va….



Stefan
4 August 2020 at 14:02
Reply

Thanks Paolo for a good explanation!
I hope you are OK with me writing in English since my Italian is to bad.

Would you know if also the actual lidar files in .las or .laz can be requested? I’ve been searching for lidar data for the Ligurian region specificaly. But I can not find if it is available free anywhere. Only the borders of the tiles, not the actual data as such. Would you have any knowledge about that?

Thank you
Stefan



paola
1 September 2020 at 11:09
Reply

Ciao Paolo,
grazie per gli articoli molto interessanti. Sai se attualmente (ti parlo di una settimana fa) i tempi si sono ridotti per le richieste al Geoportale oppure no? Grazie



Francesco
3 September 2020 at 10:48
Reply

Ciao Paolo, complimenti per il blog e per la chiarezza degli articoli.
Sono alla ricerca dell’edificato (Shape file) dei centri urbani italiani. sai indicarmi se possono essere richiesti al ministero dell’Ambiente seguendo la procedura su indicata?
Grazie



  • EBOOK – Pensieri topografici del 2020

    Ebook-pensieri-topografici-2020
  • CHI SONO

    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
  • SE VUOI PUOI SUPPORTARMI

    Diventa finanziatore di 3DMetrica

    Se quello che pubblico e che condivido è interessante ed è qualcosa di valore per te, per il tuo lavoro e per la tua attività, puoi scegliere di supportare il progetto di 3DMetrica diventandone finanziatore.
    Clicca sull'immagine qui sopra per avere più informazioni.
  • VUOI ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER?

    Ti prometto che riceverai una sola email alla settimana.
    Salvo qualche (rara) eccezione...
    Una volta alla settimana ti scrivo i post che pubblico quotidianamente sui miei canali social network, ti metto il link all'ultimo articolo del blog (sperando di farcela a scriverne uno ogni settimana!) ed anche il link per ascoltare la nuova puntate del podcast di 3DMetrica.
  • C’È IL CANALE TELEGRAM!

    Iscriviti al canale Telegram di 3DMetrica dove, ogni giorno, condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.
    In amicizia e senza formalità!
    ISCRIVITI QUI!
  • CERCA NEL BLOG

  • PUOI SEGUIRMI SU INSTAGRAM…

    tredimetrica

    Fotogrammetria terrestre e da drone, laser scanner 3D, topografia e rilievi, formazione e docenze, cartografia, operatore e pilota droni.

    3DMetrica
    Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofo Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofoto di una facciata.
Potresti correggere la distorsione prospettica con software di fotoritocco e "raddrizzare" l'immagine (per i tuoi scopi).

Il punto di presa e la forma dell'oggetto fotografato deformano la rappresentazione secondo una vista prospettica.
Linee parallele nella realtà (muri verticali) sono convergenti nello spazio immagine.

Tutti i principali software di photoediting hanno strumenti di correzione della prospettiva.
Ci sono nel famoso Photoshop, nell'open source Gimp e nel "nuovo" ed economico Affinity Photo.

Funzionano più o meno nel solito modo.
Intervieni sulle immagini alterando i pixel e, aiutato da una griglia virtuale, allinei gli elementi dell'immagine alla maglia.
È veloce e non richiede hardware super.

La posizione reciproca tra punto di presa ed oggetto fa molto.
Così come la forma di quello che hai fotografato è rilevante.

È diverso dal fare un'ortomosaico.
Così come è diverso dall'usare, in campo, un obiettivo basculante e decentrabile ("tilt/shift") per le foto.
Ma è piuttosto pratico e può funzionare ugualmente.

Dopo tutto il raddrizzamento delle foto del costruito è una tecnica che gli architetti usano da parecchio tempo.
😉
    Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua aut Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua auto al di fuori dell'area del rilievo, vale la pena fare attenzione a dove la posteggerai.
Non è uno scherzo!
:)

La fotogrammetria è una tecnica passiva e gli algoritmi Structure from Motion riescono a ricostruire solo quello che si vede nelle immagini.
Un'automobile è un elemento di disturbo, neppure troppo piccola.
Può nascondere informazioni importanti o potrebbe essere difficile da togliere dalla nuvola di punti.

Parcheggiarla in un'area pianeggiante, su una superficie omogenea è una buona idea.
I motivi sono (almeno) due.

Il primo è che puoi facilmente ritoccare le fotografie dove è presente in modo da rimuoverla.
Software di fotoritocco hanno strumenti molto efficienti!
Può richiedere un po' di tempo (dipende dal numero di foto) ma il risultato è generalmente buono.
Qui sotto vedi un "prima" ed un "dopo" fotoritocco.

ll secondo motivo è che, se non ritocchi le foto, l'auto sarà un elemento isolato nella nuvola di punti che "emerge" dal terreno.
Questo ti permette di trattarla velocemente ed efficaciemente per rimuoverla, tenendo solo i punti del terreno.

Se la parcheggi a ridosso del piede di una parete di roccia non sarà immediato fare le cose che ho scritto qui sopra.
    Droni e missioni di volo automatiche - Attenzione Droni e missioni di volo automatiche - Attenzione ai modelli di elevazione a larga scala

Non prendere "a scatola chiusa" e senza controllare i modelli digitali di elevazione che si usano per la pianificazione automatica delle missioni di volo per droni.
Possono esserci differenze importanti (talvolta enormi) con la realtà.

Una missione di volo per aerofotogrammetria andrebbe eseguita mantenendo il più possibile costante la distanza "drone-terreno".
Se lavori lungo pendii o terreni inclinati è possibile farlo usando software di mission planning che caricano al loro interno dei modelli di elevazione a cui si riferiscono per impostare l'altezza del drone in volo.

A meno di usare modelli ad hoc, che hai fatto tu e su cui sei confidente, i modelli di riferimento sono a larga scala e non riescono a definire bene le caratteristiche locali.
Spesso non sono aggiornati.

Nella prima foto vedi uno screenshot di Google Earth Pro (in cui ho attivato l'opzione "Terreno 3D") per un'area di cava in cui dovevo fare un rilievo con APR.
Sembrerebbe un pendio acclive, ma regolare.

La seconda invece è una foto presa in volo, che mostra come sono realmente le cose.
Lo sperone di roccia stacca dal pendio circa 50-60 metri.
Un piano di volo automatico non lo avrebbe considerato...
    Se ricevi una nuvola di punti di un alveo e devi f Se ricevi una nuvola di punti di un alveo e devi fare una modellazione idraulica, puoi estrarre le sezioni che ti servono in totale autonomia.
Mi piace dire spesso che "la nuvola di punti crea (in)dipendenza".

Hai a disposizione dati densi (punti molto vicini) e continui, da cui tirare fuori quello che ti serve, secondo le tue necessità e sensibilità.
È mooolto diverso rispetto ad avere un numero finito di sezioni, fatte di punti discreti, battuti con strumenti terrestri.

Con gli strumenti di interrogazione delle nuvole che mette a disposizione Potree (codice open source per condividere nuvole di punti tramite browser) si possono fare sezioni.
Se la fai abbastanza sottili puoi esportare un file CSV delle coordinate dei punti della sezione.
Oltre all'indicazione della terna x,y,z,per ogni punto hai anche la progressiva ("mileage").
Estraendo solo la progressiva e la quota hai i dati per creare una sezione 2D.

Ci puoi fare una polilinea in CAD, o puoi importare le coordinate in HEC-RAS (software di modellazione idraulica) ed avere immediatamente una sezioni su cui far girare il modello.

Se vedi che manca qualcosa, puoi tornare sul modello 3D ed estrarre una nuova sezione, immediatamente.
In modo indipendente.
    Gli algoritmi di estrazione automatiche delle cara Gli algoritmi di estrazione automatiche delle caratteristiche di una nuvola di punti riescono ad estrarre i punti del terreno da tutto il resto.
Ma non sono infallibili.

Molto lo fa il tipo di nuvola trattata (fotogrammetrica, laser scanner o lidar).
E tanto fa anche l'elemento modellato (una facciata verticale, un versante mediamente pendente vegetato o un parcheggio piatto e vuoto).

Può capitare che vengano classificati come terreno dei punti che, con il terreno, non ci azzeccano niente.

Si possono ritoccare manualmente, editando la nuvola localmente, per raffinare la classificazione, oppure si può provare ad usare qualche filtro di pulizia automatica del rumore.

Uno che funziona bene è l'SOR (Statistical Outlier Removal) e lo trovi nella maggior parte dei software di editing (Lidar360 e Cloud Compare ce l'hanno).

La classificazione dei punti del terreno produce una nuvola piuttosto "rada" (rispetto all'originale) dove gli "outliers" si vedono bene e sono facilmente identificabili.

Attenzione alle zone di bordo.
Lì potrebbero andare via anche i punti "buoni" che, non avendo nessun dato da una parte, vengono identificati come sporco.

Da qui dovresti avere un dato più pulito per continuare la classificazione precisa.
    Si parla tanto del famigerato "Bonus 110%". Non en Si parla tanto del famigerato "Bonus 110%".
Non entro nel merito della materia urbanistica né di quella economica, perchè non le conosco.
Faccio alcune considerazioni sui rilievi.

Progettare una riqualificazione energetica ha spesso bisogno di un rilievo che supporti le scelte per fare il "salto energetico": nuovo cappotto termico, manutenzione del tetto, pannelli fotovoltaici, infissi...

In un condominio grande, un rilievo 3D dà informazioni utili e misurabili, in modo molto efficace e veloce.

Integrare il laser scanner con la (aero)fotogrammetria da drone permette di avere un modello completo, anche delle parti invisibili da terra.

Il rilievo dello stato attuale è anche utile per sanare abusi o difformità che rischiano di vanificare tutto l'iter...

Mi sento di consigliarti professionisti che conoscano bene il mondo dei rilievi con output 3D, la topografia ed i principi della misura.
E, per fortuna, ce ne sono tanti!

Scegli qualcuno che si prenda la responsabilità del dato restituito (firmandoti un documento tecnico).
Sembra poca cosa (non lo è) ma se le cose non vanno bene, può fare la differenza.

Questa manovra sta scuotendo un po' anche il mondo dei rilievi applicati all'edilizia.
Ed è una buona cosa!
👍🏻😉
    RILIEVI E STRUMENTI - LE BATTERIE NON FINISCONO MA RILIEVI E STRUMENTI - LE BATTERIE NON FINISCONO MAI!

Condivido alcuni pensieri sulle batterie, necessarie a far funzionare tutto quanto.

Faccio una lista delle batterie/dispositivi che ho caricato, sto caricando e dovrò ancora caricare (non per vanto ma per gli scopi del post):
- drone principale e radiocomando;
- drone di backup e radiocomando;
- stazione totale e laser scanner (per fortuna sono integrati) + controller;
- GNSS 1 e controller;
- GNSS 2 e controller;
- fotocamera digitale;
- fotocamera 360°;
- tablet per sorvolo con drone;
- battery pack per eventuali bisogni in campo;
- walkie talkie.

Sono davvero tante!

E da qui faccio tre considerazioni.

1.
Prima di partire per un rilievo in campo, prenditi il tempo necessario per ricaricare tutte le batterie.
Potrebbe non essere poco.

2.
Se prevedi di alloggiare fuori per più giorni, attrezzati per ricaricare tutto in modo efficiente.
Portati prese multiple e "ciabatte".
Spesso le prese negli hotel non sono tante...
Se sei all'estero, ricordati gli adattatori!

3.
Se viaggi in aereo informati bene sulle batteria che trasporti e su dove possono stare in volo (le batterie LiPo dei droni non possono viaggiare in stiva)

4.
Fanne buona manutenzione...
    È importante fare i conti con il trasporto della È importante fare i conti con il trasporto della strumentazione in campo o un rilievo potrebbe trasformarsi in un incubo.

Quello che dovresti considerare è la logistica generale:
- che tipo di rilievo si deve fare;
- quali strumenti usare e da portare in campo;
- treppiedi, aste, paline, target ed altri accessori;
- come si arriva in campo (accesso carrabile);
- se si deve camminare un po' (e, aggiungo, su quale superficie e con eventuali dislivelli).

Potresti essere tentato di "portare tutto, che non si sa mai", ma se poi il tutto lo devi trasportare a mano può essere un problema (e, a volte, neppure piccolo).

La portabilità di uno strumento topografico incide poco sul suo prezzo, ma molto sulla praticità.
Se la custodia rigida di una stazione totale ha l'opzione di essere trasportata come uno zaino ti libera completamente le mani che puoi usare per altre cose.
Non è leggera ma la schiena è forte!
:)

E se ti servono più cose di quelle che riesci a trasportare allora ti serve anche un aiuto in campo.

Tutte questi aspetti li puoi valutare e decidere dopo un sopralluogo.
È il modo migliore per rendersi conto di come sono davvero le cose e di che cosa ti servirà in campo.
Oltre che capire meglio il lavoro da fare!
    Le tecniche "structure from motion" ricostruiscono Le tecniche "structure from motion" ricostruiscono modelli 3D, anche molto dettagliati, di oggetti a partire da immagini

Condivido alcune considerazioni sul tema!

1
(Se puoi) muovi l'oggetto, non la camera.
Metti la macchina fotografica su supporto stabile e ruota l'oggetto su se stesso.
Ci sono "piatti rotanti" economici e funzionali.
Non vale con tutto, ma se puoi fallo...
📷

2
Mettiti in una situazione di luce controllata e riempi le ombre. 💡
Le luci da studio (continue o flash) sono ideali perchè annullano le intromissioni di altre fonti.
Usarne più di una (o, in alternativa, dei pannelli riflettenti) riempie le ombre.

3
Usa un "green screen" o uno sfondo da cui l'oggetto "stacchi". 
In fase di elaborazione userai delle maschere, lo schermo verde permette uno scontorno veloce.

4
Attento al colore. 🔺
Se devi ricostruire con cura anche le tonalità cromatiche controlla i rimbalzi di luce dallo sfondo sul soggetto ed usa un colorimetro per essere sicuro della corrispondenza dei colori riprodotti.

5
Uccidi i riflessi. ☀️
Superfici lucide + luci artificiali = riflessi.
Puoi eliminarli cambiando direzione di incidenza della fonte luminosa.

6
Non dimenticare le misure. 📐📏
Se il modello 3D deve avere valenza metrica servono le misure per scalarlo.
Prendile!
😁😉
    In questi giorni sto lavorando alla vettorializzaz In questi giorni sto lavorando alla vettorializzazione della nuvola di punti da rilievo fotogrammetrico + laser scanner che ho fatto in cava nei mesi estivi.
È un lavoro lungo che amo poco (e trovo poco utile) ed allora condivido alcuni pensieri sul tema.

Passare da una nuvola 3D ad un disegno 2D significa lasciare per strada un sacco di informazioni del dato originale.
E non sono più recuperabili (se non con difficoltà).

Serve un cambio di paradigma per lavorare, tutti, direttamente sul 3D.
I primi passi dovrebbero farli le Amministrazioni che richiedono piante, prospetti e sezioni per valutare progetti e piani.
Il secondo è dei tecnici che commissionano/ricevono i rilievi: dovrebbero ed inserire il 3D nel proprio flusso di lavoro.
All'inizio non sarà semplice, servirà tempo e qualche software "nuovo", ma dopo la strada sarà in discesa.

Un rilievo 3D costa meno se non viene richiesta la produzione di un disegno 2D.
Se l'oggetto è complesso ci possono volere molte ore per fare il lavoro.
Ore che dovranno essere pagate.

Un progetto in 3D, condiviso su schermo attraverso browser o visualizzatori semplici ed intuitivi, sarebbe molto più efficace di interpretare disegni, per quanto completi.
E si risparmierebbe carta!

Non si può generalizzare.
Quello che ho scritto non è applicabile a tutto.
Ma a tanto credo di sì.
Temo che ci voglia "un po'" di tempo.

Se vuoi condividere con me la tua opinione puoi scrivermi @paolocorradeghini ed io la ricondivido qui sul Canale, per tutti.
    Il GSD (Ground Sampling Distance) è un parametro Il GSD (Ground Sampling Distance) è un parametro molto importante nel processo fotogrammetrico.

Dipende direttamente dalla distanza "D", tra sensore e soggetto fotografato, dalla dimensione del pixel "d" ed inversamente dalla lunghezza focale, "f", dell'ottica.
GSD = (D x d) / f

Più il GSD è piccolo è più dettagli ci sono nell'immagine.
È come se stendessi a terra un lenzuolo, dove sopra c'è l'immagine stampata e che copre l'intera area fotografata e misurassi quanto vale, in campo, il lato di un pixel.

La scelta del GSD influenza l'accuratezza, il numero dei punti delle nuvole, la risoluzione del DEM e dell'ortofoto.

Spesso l'unico parametro su cui si ha il controllo "effettivo" in campo, per modificare il GSD, è la distanza di presa.

Qui ho scattato fotografie da drone ad una breve distanza (10 m) perchè era necessario riprodurre un'ortofoto di dettaglio che consentisse di identificare la posizione delle pietre della passeggiata, per rimetterle, al posto giusto, dopo averle levate per manutenzioni.

Un GSD alto non avrebbe dato sufficiente informazioni alle foto.
Uno basso sì.

Un GSD bassissimo non è però l'obiettivo da ricercare sempre.
A parità di area infatti, il numero di foto per coprirla aumenta parecchio.
    Puoi creare un DEM (Modello Digitale di Elevazione Puoi creare un DEM (Modello Digitale di Elevazione) da una nuvola di punti 3D con il software open source Cloud Compare.

Non è l'unico modo per farlo.
Si può fare anche in un software di elaborazione fotogrammetrica ("structure from motion") o in un GIS (visti i vari aggiornamenti che permettono di gestire le nuvole di punti).
Ma questo è un modo che uso spesso!

Cloud Compare ha un tool che si chiama "Rasterize".

Scegli:
la risoluzione del DEM (la lunghezza del lato di ogni pixel, quadrato, come se fosse misurata a terra);

la direzione di proiezione (è comune la "Z" ma potresti generare un DEM proiettando la nuvola su una parete verticale per vedere se ci sono rigonfiamenti, spanciamenti o altre anomalie);

che cosa fare con le celle vuote (interpolarle, riempirle con un valore specifico, lasciarle vuote, ...).

Una vola creato, lo vedi in anteprima nella finestra dello strumento.

Lo puoi esportare in formato GeoTIF (mantiene le coordinate dei punti della nuvola, anche se non è ufficialmente associato a nessun sistema di riferimento specifico EPSG).

Oppure puoi creare un nuvola di punti dove ogni nuovo punto corrisponde al centro di ogni pixel che forma il modello raster.

Così sei passato dal 3D al 2D.
O meglio, al 2.5D!
😉
    Avere a disposizione una nuvola di punti (georefer Avere a disposizione una nuvola di punti (georeferenziata e scalata) permette di creare punti, selezionandoli tra tutti quelli che la compongono e portarli in un ambiente 2D (CAD o GIS).

Ci sono alcune strade da seguire.
La scelta dipende da come è fatta la nuvola di punti e dall'output che si vuole ottenere.

In un software di gestione di nuvole di punti (Cloud Compare, Lidar360, ...) si può sottocampionare la nuvola chiedendo che in output i punti siano distanziati di un distanza regolare (1, 2, 5 m...).
Li puoi esportare in DXF e trasformarli in punti quotati.

Se il modello 3D è complesso può essere più indicato selezionare direttamente i punti da esportare "snappando" proprio sui punti della nuvola.

Cloud Compare ha l'opzione "Point List Picking" che crea una lista di punti dalla selezione.
Funziona bene, non ha limiti di numero, dopo un po' rallenta ed ogni punto ha associata un'etichetta (a volte un po' vistosa).

Trimble Business Center è molto fluido ed i punti che aggiungi sono "discreti" all'interno della nuvola generale.
Puoi lavorare direttamente al suo interno per creare etichette e customizzare l'output del file vettoriale.

In ogni caso, "battere" un migliaio di punti è questione di mezz'ore e non di giorni!
    I dati cartografici, scaricabili dai vari geoporta I dati cartografici, scaricabili dai vari geoportali regionali (o nazionali), non sono (quasi) masi super dettagliati ed a volte sono poco aggiornati.
Però si possono usare per creare un ambiente 3D in cui inserire l'output di un rilievo (fotogrammetrico o laser scanner).

In questo caso ho usato i dati Lidar (maglia 2x2m) scaricati da "Geoscopio" (portale cartografico della Toscana) per collegare tra loro due rilievi 3D di altrettante zone di cava, situate sullo stesso versante ma un po' troppo lontane da giustificare un unico rilievo.

È evidente l'assenza di colore nei punti della fascia centrale. Tuttavia l'orografia e la morfologia del versante non è cambiata nel tempo ed il dato è utile (non avrebbe avuto senso se lì ci fosse stata una cava attiva) e credo che aiuti a comprendere meglio la disposizione reciproca delle cave rilevate.

In mancanza di un dato Lidar si potrebbe usare un DEM (meglio se DTM), per creare una nuvola di punti regolare in ambiente GIS.
Con QGIS non è difficile.

Serve fare attenzione ai sistemi di riferimento del dato scaricato e del rilievo restituito.
Ed alle quote.
Se tutto torna, le nuvole di punti si sistemeranno correttamente, una rispetto all'altra, e le cose funzioneranno bene.
    Credo che ci siano almeno due strade diverse per p Credo che ci siano almeno due strade diverse per passare da un dato 3D ad uno 2D.

1.
Puoi generare un'ortofoto e ripassarne gli elementi in un CAD 2D.
È abbastanza veloce, comodo e non necessita di hardware super potente.
Ma se l'area è complessa o l'immagine non sufficientemente dettagliata, potrebbe non bastare.
Per maggiore precisione puoi lavorare sull'ortofoto confrontando in tempo reale quello che stai facendo con il modello 3D (nuvola di punti).

2.
Puoi lavorare direttamente nel 3D tramite software che ti permettono di gestire la nuvola di punti che vuoi vettorializzare.
È un po' più lungo (dipende dalla tua esperienza) ma ti permette di lavorare in un ambiente molto più versatile per fare zoom, "battere" punti virtuali e tracciare vettori.

P.S.
Opinione personale: passare da una nuvola di punti 3D ad una rappresentazione 2D "piante/prospetti/sezioni" è un po' come andare a pesca con una rete a trama grande: qualcosa rimane ma la maggior parte lo lasci in mare.

P.P.S.
Non ho ancora trovato software o algoritmi in grado di (semi)automatizzare il processo di vettorializzazione.
Non è banale ma credo che sia un territorio dove potrà esserci uno sviluppo interessante in futuro.
Per ora c'è ancora tanto da fare a mano...
    Il comando "Cloud to Cloud Distance" del software Il comando "Cloud to Cloud Distance" del software Cloud Compare calcola la distanza lineare tra i punti di due nuvole 3D.
È utile se vuoi vedere, nel tempo, le differenze di altezza in un'area di scavo o di accumulo.

È un comando semplice e lo trovi tra i menù principali.

Devi selezionare le due nuvole di punti da confrontare.
Scegli quale nuvola sarà il riferimento per il calcolo e quale quella su cui invece il calcolo verrà fatto.

Lo strumento ha varie opzioni.
Funzionano più o meno bene in relazione al tipo di nuvola di punti che stai usando.

Una volta finito il calcolo, nei punti della nuvola "mobile" vengono scritte delle informazioni scalari ("scalar field") che dettagliano i risultati del calcolo.

Nell'area di lavoro (in ambiente 3D) puoi avere una visuale d'insieme delle aree cambiate.

Se vuoi essere ancora più specifico puoi interrogare le coordinate di ogni punto, per leggere le singole distanze.

Oppure puoi creare un modello digitale di elevazione, DEM, da portare in altri software.

Infine, cosa molta utile per valutare le differenze di quota, puoi calcolare le distanze relative sui tre assi: x, y e z.
Se le nuvole di punti che confronti sono georeferenziate nel solito sistema di riferimento è tutto molto veloce!
    Un ambito dove l'aerofotogrammetria da drone è mo Un ambito dove l'aerofotogrammetria da drone è molto efficiente è quello dei rilievi di strade, per delimitarne i bordi e/o le carreggiate.

L'ortofoto che si produce nel processo structure from motion può essere ripassata in CAD, per tracciarne i limiti.
Considerando il tempo necessario alle attività di campo e quello per vettorializzare gli elementi, il tutto risulta molto vantaggioso soprattutto per superfici grandi.

Immagini elaborate con molto dettaglio (valori bassi del GSD) permettono di creare ortomosaici con un sacco di informazioni e disegnare anche altri elementi come i pozzetti, le caditoie o le saracinesche.

Anche le quote che prendi dai punti della nuvola (densa), o da un modello digitale di elevazione ad alta risoluzione, possono aiutarti per capire le pendenze.
Non riesci arrivare ad accuratezze millimetriche, ma pochi centimetri si raggiungono.
E su grandi sviluppi sei in grado di capire, ad esempio, come si muove l'acqua sulla superficie.
    Scattare fotografie per un'elaborazione fotogramme Scattare fotografie per un'elaborazione fotogrammetrica durante tutta una giornata può dare problemi tonali nelle immagini.
E si ripercuotono sui prodotti in output.

Succede perchè la temperatura della luce del sole cambia.
Con cielo sereno si percepisce molto di più che non in condizioni nuvolose.
Se poi ci sono strutture o montagne che proiettano ombre, al mattino o al tramonto, è ancora peggio!

L'ortofoto ne risente e, per quanto i software SfM riescano a miscelare il colore finale, capita che l'output non sia gradevole.

Scattare foto in RAW aiuta.
Puoi elaborare gruppi di immagini nelle solite condizioni di illuminazione e modificarne, separatamente, il bilanciamento del bianco.

Se hai solo file JPG una strada percorribile è fare un po' di editing sull'ortofoto finale.
Photoshop, e altri software della solita specie, hanno ormai strumenti potenti ed efficaci per farlo.

Ok, perdi la georeferenziazione del file TIF, ma la puoi sempre ricreare tramite un GIS, e, probabilmente, lascerai per strada un po' di saturazione, ma il risultato dovrebbe essere migliore.

La cosa ideale sarebbe comprimere la presa fotografica nel minore slot di tempo.
A volte non è possibile e tocca fare come si può per riparare le cose (dopo).
    Seguire Instagram
    This error message is only visible to WordPress admins

    Error: API requests are being delayed for this account. New posts will not be retrieved.

    Log in as an administrator and view the Instagram Feed settings page for more details.

  • ARGOMENTI

    CARTOGRAFIA EBOOK PODCAST RILIEVI Senza categoria SOFTWARE STRUMENTI TOPOGRAFIA TUTORIAL
  • PAROLE CHIAVE

    3D 3dmetrica 5 terre aerofotogrammetria agisoft photoscan altimetria apr cartografia cloud compare cloudpoints coordinate curve di livello dissesto idrogeologico dji drone droni ellissoide fotografia Fotogrammetria geoide georeferenziare georeferenziazione GIS GPS GSD immagini laser scanner lidar mappa nuvola di punti photoscan quota rilievo rilievo aerofotogrammetrico rilievo con drone sapr sicurezza sistemi di riferimento software stazione totale structure from motion strumenti topografia tutorial uav



© Copyright Ing. Paolo Corradeghini 2021 - PIVA 01260880115

Questo sito o gli strumenti terzi utilizzati da questo sito usano cookie necessari al loro funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altro modo acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la cookie policy. Leggi di più.