CHE COSA SI “NASCONDE” DIETRO AL PREZZO DI UN RILIEVO AEROFOTOGRAMMETRICO CON DRONE

20 Aprile 2018
Immagine di Paolo Corradeghini ripresa da drone in un'area in dissesto idrogeologico

Presentando un preventivo per un rilievo aerofotogrammetrico con drone ho avuto, in più di una occasione, questa risposta: “per questa cifra mi compro il drone ed il rilievo me lo faccio da solo“…
In questo articolo provo a mettere in fila quello che si nasconde dietro ad un prezzo dell’aerofotogrammetria da UAV ed il perchè non può essere (almeno per me) una cifra a due zeri.

Non mi piace scrivere online polemiche e proteste.
E non mi piace la lamentela.

Questo articolo non sarà né una lamentela né una protesta.
Non lo prendere così!
Voglio solo condividere un po’ di informazioni affinchè sia capito, apprezzato e valorizzato il know-how e l’investimento che c’è dietro un rilievo aerofotogrammetrico con drone.

Spero anche che ti sia utile, sia se fornisci servizi di aerofotogrammetria, sia se hai necessità, per il tuo lavoro, di lavorare con chi li fa.

UN POST SU LinkedIN

Un paio di mesi fa ho scritto questo post su LinkedIN per condividere l’esperienza di un preventivo rifiutato.
Il NO alla mia proposta economica (rifiuto lecito) è stato accompagnato da poche parole: “a questa cifra, il drone me lo compro ed il rilievo me lo faccio in autonomia“.

Per le logiche di diffusione dei contenuti all’interno di LinkedIN, le statistiche di visualizzazione ed interazione di questo post hanno superato di gran lunga tutti i miei altri, pubblicati sulla solita piattaforma e nello stesso modo.

Io non sono di certo un influencer o un social media guru ed i numeri che ti scrivo fanno ridere e sono poco significativi se li paragoni a chi fa migliaia di click in pochi minuti dalla pubblicazione di un aggiornamento di stato.
Comunque, quel post ha avuto quasi 30.000 visualizzazioni (passaggi in bacheca), oltre cento commenti e altrettante segnalazioni (i like di LinkedIN).
Normalmente i miei post sono visti meno di 2.000 volte, hanno una quindicina di segnalazioni ed i commenti, se ci sono, si contano sulle dita di una mano.

Era evidente che l’argomento aveva toccato tanti!

Ho ricevuto commenti pubblici e messaggi privati.
La maggior parte di chi mi ha scritto segnalava come il lavoro di un professionista non fosse “capito” e, quindi, non riconosciuto peri il suo vero valore né pagato dignitosamente.

La discussione non è rimasta sul tema drone e aerofotogrammetria ma ha spaziato davvero tanto: dalla progettazione civile, alla direzione lavori e coordinamento per la sicurezza per arrivare anche al giardinaggio!

Ho raccolto un po’ di riscontri  in giro per il web, oltre che tra amici e professionisti, con l’intenzione e la promessa di scriverci un articolo.

Eccolo!

Ho scelto di non farlo generalista ma di calarlo sul rilievo aerofotogrammetrico con drone, dove posso scendere con confidenza nel dettaglio dei costi e delle necessità operative.

Giusto per dirti tutto quanto, per quel lavoro avevo chiesto 3.000€ per rilevare e restituire 8 ettari di terreno collinare, accessibile e pulito, con un dislivello di 70 m su uno sviluppo di 300 m.

IL MERCATO DEI DRONI

Non è un segreto che i droni siano di moda.
Se ne parla tanto e li trovi sugli scaffali di Mediaworld, Euronics o Unieuro.

La loro diffusione e la produzione in serie del mercato ha fatto abbassare i prezzi.
Il DJI Phantom 4 Pro (l’APR che uso anch’io) lo trovi su Amazon a meno di 1.500 €.
Lo Yuneec Typhoon costa circa 1.200€.
I prezzi si riferiscono a fine Aprile 2018, quando ho scritto questo articolo (i link ad Amazon che ti ho messo qui sopra sono di affiliazione!).

Fotografia del drone DJI Phantom 4 in volo

Ci sono anche droni più grandi e più costosi (mi vengono in mente al volo quelli di Italdron, Sensefly, iDroni).
Ma ci sono anche possibilità per trovare online tutte le risorse necessarie per costruirsene uno in autonomia!

È un dato oggettivo che i droni, oggi, sono alla portata di tutti.
Se non di tutti, di molti!

Ed i droni che trovi sul mercato sono davvero facili da pilotare!

Capisco per davvero come possa venire voglia di prenderne uno e provare ad usarlo per divertimento o per lavoro…
Sono un Tech Geek anch’io!!!

Io stesso ho scelto di esplorare questa strada professionale di recente proprio per la grande accessibilità degli strumenti.

IL PREZZO DI UN RILIEVO AEROFOTOGRAMMETRICO

Introduzione finita.
Ora ti elenco quello che c’è dietro il prezzo di un rilievo aerofotogrammetrico con drone.

I COSTI VIVI

Qui ci ho messo tutto quello che costa qualcosa per essere usato e che io uso per lavorare.
Ci sono strumenti, software, hardware, …

Ti metto anche i prezzi.
Non sono precisi e ti prego di prenderli come riferimento generale.
Li metto per essere completo.
E si riferiscono al momento in cui sto scrivendo questo articolo (Aprile 2018).

I link di Amazon sono tutti di affiliazione.
So che a volte questo non è visto bene.
La mia considerazione personale è che non ci vedo niente di male a provare a monetizzare qualcosa dal mio lavoro di condivisione di contenuti sul blog, in modo lecito e semplice, con il programma di affiliazione di Amazon.
Però preferisco che tu lo sappia…

GLI STRUMENTI SUL CAMPO

Quando sono sul campo ho con me:Rilievo con strumentazione GNSS di punti di appoggio del rilievo aerofotogrammetrico realizzato in una cava

  • Drone (DJI Phantom 4 Pro) + radiocomando + 9 batterie + tracolla + eliche + 6 schede di memoria MicroSDXC + coprischermo per le ommbre- tutto dentro uno zaino (3.000 €);
  • Tablet (Samsung Galaxy Tab S2) per gestire il volo del drone (300€);
  • Ricevitore satellitare GNSS L1+L2 (Geomax Zenith 20) + asta + tripode + tablet android per rilevare i punti di vincolo del rilievo (6.000€);
  • Stazione Totale Sanding STS per integrarsi con il ricevitore GNSS nel rilievo dei punti di vincolo, con prisma e asta (io uso, all’occorrenza, quella di un caro amico ma costa più o meno 6.000€);
  • Notebook 15″ (Asus i7 – SSD – 12 GB RAM) per il backup dei dati acquisiti sul campo (1.000€);
  • Hard disk esterno (WD 1TB) per il secondo backup dei dati acquisiti sul campo (50€);
  • 25 Target per i punti di vincolo del rilievo aerofotogrammetrico (li ho fatti fare in PVC 80×80 cm) – stanno in una borsa portastativi fotografici insieme a picchetti da campeggio e mazza (300€);
  • Chiodi topografici e rondelle per materializzare a terra punti fissi (100€);
  • Anemometro, barometro, termoigrometro per la valutazione e la registrazione delle condizioni ambientali e meteorologiche (100€);
  • Esposimetro e Colorimetro, per valutare correttamente l’esposizione ed i colori di una scena, molto utile in condizioni difficili o critiche (300€);
  • Coppia di radio walkie talkie per comunicare facilmente tra operatori sul campo (100€);
  • Casco e DPI (100€);
  • Corde, imbracature ed attrezzatura alpinistica (che non uso quasi mai, ma non si può mai sapere… – 300€);
  • Metro e Distanziometro laser per misure speditive di distanze

Se sei in una zona sfortunata, in cui non c’è copertura telefonica GSM, non puoi fare affidamento al ricevitore satellitare in modalità NRTK per cui potresti valutare l’opzione di noleggiare (200 €/giorno) un altro ricevitore compatibile che lavori come base.
Oppure potresti volerti o doverti comprare un secondo ricevitore (altri 6.000€);

GLI STRUMENTI IN UFFICIO

Quando rientro in ufficio il lavoro lo fa tutto il mio pc.
Però per elaborare tante immagini in un software ad algoritmi Structure from Motion, serve una macchina piuttosto potente.

Il mio è un calcolatore desktop fisso, con un processore i7 – hard disk SSD da 500 GB – 64 GB di RAM e scheda video da 4 GB di RAM dedicata (2.500€).

Intorno al pc c’è poi un monitor fotografico 27″ e svariati Hard Disk esterni per l’archiviazione dei dati ed il loro back up (1.000€).

APP E SOFTWARE

Screenshot di mission planner per droneOltre ad hardware ed a strumenti di campo ci sono un po’ di applicazioni e software che uso regolarmente.
Se posso, scelgo sempre la strada Open Source (Libre Office, QGIS, Cloud Compare, Inkscape, …), ma non sempre si può.
Ti elenco i software che uso:

  • Thopos – software di topografia e CAD con cui faccio anche la programmazione delle missioni di volo (1.500€, ma dipende dai moduli che scegli di attivare);
  • Agisoft Photoscan – software Structure from Motion che elabora i dati (foto e misure) per generare gli output del rilievo: nuvola di punti, modello tridimensionale, modello digitale di elevazione (versione Pro da 3.000€ e Lite da 150€);
  • Adobe Photoshop Lightroom CC e Photoshop CC – per l’elaborazione delle immagini (abbonamento da 10€/mese);
  • Progesoft ProgeCAD – CAD low cost (500€);
  • Litchi – app su tablet Android per la gestione del volo del drone (25€);
  • Xpad Survey e Xpad Office che sono, rispettivamente, l’applicazione per il controllo del ricevitore GNSS sul campo (installata su tablet Android) ed il software per l’importazione dei dati su pc (il prezzo non lo so perchè sono a corredo del ricevitore satellitare).

ALTRI COSTI

Oltre a quello che ti ho appena scritto ci sono anche altri costi diretti:

  • Italpos – abbonamento annuale al servizio Leica per utilizzare i dati delle basi GNSS della rete nazionale italiana e permettere l’utilizzo del ricevitore satelittare in modalità NRTK (300€/anno);
  • Grigliati IGM – sono emanati dall’Istituto Geografico Militare e servono per effettuare trasformazioni di coordinate tra sistemi di riferimento diversi (un grigliato che copre il territorio di una tavoletta IGM in scala 1:50.000 costa 100€).

Io ho scelto di lavorare in ufficio.
Condivido uno spazio con un caro amico fotografo (David Umberto Zappa di duzimage) ma, anche se si dividono, ci sono comunque le spese di gestione dei locali.
Ti assicuro che non sono per niente banali ed anche quelle entrano dentro un preventivo!

E poi ci sono i chilometri di spostamento da e per l’area del rilievo, che io faccio in macchina e le trasferte.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Credo che l’istruzione e la formazione abbiano il loro peso nella quotazione di un lavoro.

Non mi sento di discriminare nessuno.
Di certo non voglio farlo!
Penso piuttosto che studiare, aggiornarsi ed imparare cose nuove faccia un po’ di differenza nell’affrontare un lavoro.

L’UNIVERSITÀ

I miei genitori hanno investito tanti soldi per farmi fare l’Università.
Io sono laureato in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio.

Il mio lavoro lo fanno molto egregiamente anche i miei amici Geometri.
Anzi, tanti lo fanno molto meglio di me!
Avere una Laurea non mi qualifica più di un altro.

Da neo-laureato non sapevo fare nessun lavoro concreto nonostante gli esami superati, ma qualcosa di importante l’ho imparato davvero: il metodo.
Ho imparato che con l’analisi e lo studio si può affrontare qualsiasi problema, anche quelli che ti sembrano enormi ed insuperabili.
Ho imparato che può volerci un po’ di tempo, un po’ di tentativi e tanti errori ma alla fine so che posso arrivarci in fondo.
Sarà carattere ma devo tanto all’Università.

Questo apporccio mi ha aiutato tanto ad affrontare i casi pratici di un lavoro sul campo, riuscendo ad arrivare alla consegna finale anche nei casi che all’inizio mi sembravano impossibili.

Credimi, lo dico senza alcuna presunzione ma penso che un preventivo debba considerare tutto ciò.

L’ABILITAZIONE PROFESSIONALE

Ingegneri, Geometri, Geologi, Architetti, Agronomi e Forestali (sper di non dimenticare nessuna categoria professionale!) che hanno fatto l’esame di abilitazione e sono iscritti negli Albi professionali dei loro Collegi/Ordini timbrano e firmano i risultati di un rilievo aerofotogrammetrico con il drone e se ne assumono la responsabilità.

Questo è un aspetto davvero importante!
I software di ricostruzione 3D ad algoritmi Structure from Motion funzionano benissimo e se ci infili dentro le foto fatte da un drone, e se sono fatte sufficientemente bene, ci sono ottime possibilità di tirare fuori, subito, un bel modello tridimensionale.

Se da questo modello devo elaborare informazioni che vanno ad un altro tecnico che studia o progetta un’opera è opportuno che i dati siano solidi.
È importante verificarli e avere la confidenza di quello che si produce.
L’errore si può sempre fare (io ne ho fatti e ne continuo a fare) ma metterci faccia e inchiostro, nero su bianco, non è cosa da poco.

FORMARSI PER NON FERMARSI (cit.)!

Le riforme delle professioni tecniche hanno reso obbligatorio l’aggiornamento professionale.
Ci confrontiamo con i crediti formativi come sul pallottoliere e dobbiamo tenerli sempre sotto controllo!

Qui si potrebbe aprire una lunghissima parentesi sull’offerta formativa accreditata proposta a livello locale ma preferisco non percorrere questa strada perchè non dà informazioni rilevanti per gli scopi di questo articolo.

Crediti o non crediti, è importante, per un professionista, rimanere aggiornato sulle normative di settore, sulle nuove tecnologie, sui software e su un mare di altri argomenti che riguardano il suo lavoro.

In questo periodo storico l’offerta formativa che puoi trovare online è grandissima (sia a basso costo che gratuita).
Se poi non hai problemi con l’inglese e cerchi argomenti trattati su scala mondiale (software, marketing, scienza e tecnologia) la proposta è praticamente infinita!

Formarsi costa tempo e, spesso, risorse economiche.
Ma ti permette di migliorare nel tuo lavoro: puoi risolvere problemi nuovi oppure metterci meno tempo nel fare quello che già facevi prima (ottimizzare un processo è già un bel miglioramento!).

Anche l’aggiornamento professionale ha il suo peso in un’offerta economica.

PILOTI DI DRONI ED OPERATORI APR

Fotografia di Paolo Corradeghini nelle operazione a terra prima del decollo del drone Phantom 4

Un po’ di tempo fa avevo scritto un articolo su quello che c’è (più o meno) da sapere per lavorare con i droni in Italia.
Lo trovi a questo link e dato che ci sono un po’ di riferimenti ed informazioni specifiche non mi dilungo troppo in queste righe.

Ti dico, molto sinteticamente, che per poter lavorare con un drone devi:

  • fare un corso per diventare pilota APR (se non usi droni inoffensivi al di sotto di 300 grammi) in un centro di formazione ufficiale riconosciuto ENAC (1.500€ per operazioni non critiche + una cifra paragonabile per l’upgrade a quelle critiche CRO);
  • fare una visita medica per avere il certificato di classe LAPL (100€);
  • predisporre la documentazione tecnica per la registrazione come operatore nel database ENAC (da 500€ a 1.500€);
  • registrarti presso ENAC (100€);
  • assicurare il drone con una polizza di responsabilità civile per danni a terzi (per un Phantom costa 250€/anno).

Questi corsi servono per essere operativo al 100% in tutti gli scenari in cui potresti volare con il drone?
NO, per quello serve pratica ed esperienza.
Ma senza questi corsi, attestati e pratiche non puoi proprio lavorare.

L’ESPERIENZA

E alla fine c’è l’esperienza.
Non so proprio se sia giusto metterla alla fine ma vorrei concluderci questo articolo!

Esperienza vuol dire molte cose e non si riferisce solo all’inizio ufficiale della tua carriera professionale, alla costituzione di una società, alla data di assunzione o di apertura della Partita IVA.
L’esperienza si lega indissolubilmente con la sensibilità e con il fattore umano.

Per me, nel campo specifico dell’aerofotogrammetria, tutto questo vuol dire:

  • Pianificare le operazioni sul campo;
  • Pianificare una missione di volo efficace;
  • Scegliere altezza di volo, velocità di crociera, overside, overlap, GSD in base alle richieste del committente (se devi restituire un rilievo in scala 1:5.000 ha poco senso volare a 10 metri da terra!);
  • Pianificare missioni di volo per prese inclinate (diverse dalle nadirali e importanti su terreni inclinati);
  • Avere confidenza in volo (e sapere volare in modalità “atti” in caso di assenza di GPS);
  • Poter pilotare il drone in modalità manuale senza seguire missioni di volo programmato e scattare immagini fontali basando l’overlap su quello che inquadra la fotocamera (importante per i rilievi di pareti verticali);
  • Posizionare bene a terra i punti di appoggio del rilievo aerofotogrammetrico (GCP) ed i punti di controllo per la stima dell’accuratezza generale (QCP);
  • Rilevare con cura GCP e QCP;
  • Conoscere le coordinate ed i sistemi di riferimento, quelli più “famosi” e quelli da usare in Italia, sapere come si passa da un sistema all’altro e che cosa sono i codici EPSG;
  • Conoscere la cartografia italiana, i geoportali regionali e sapere dove prendere dati territoriali da usare in CAD o GIS per la restituzione del rilievo;
  • Fare una poligonale chiusa con una stazione totale e conoscere la teoria degli errori sulla misura;
  • Trattare le coordinate con gli strumenti necessari per avere dati precisi ed affidabili (software di conversione robusto e grigliati IGM);
  • Conoscere i principi della fotografia: l’esposizione (ISO, tempi e diaframmi), le ottiche e gli angoli di campi (FOV);
  • Conoscere i principi di fotografia digitali (formato dei file, risoluzione, dimensione del sensore) e sapere ritoccare un’immagine digitale per ottimizzarla prima del processamento SfM;
  • Saper volare in scenari operativi con ostacoli, pericoli e rischi (cavi aerei, pareti verticali, edifici);
  • Studiare gli algoritmi Structure from Motion e sapere come elaborano i dati rilevati;
  • Scrivere una relazione tecnica semplice ma completa che contengna i risultati del rilievo e dell’elaborazione;
  • Sapere comunicare in modo chiaro e semplice il tuo lavoro e quello che farai sul campo ad un committente che non conosce la tua materia (e non è tenuto a farlo);
  • Saper disegnare in CAD;
  • Usare i GIS;
  • Conoscere i fenomeni naturali gravitativi (frane, crolli, deflussi, debris flow, …) e gli ambiti in cui si generano e si sviluppano;
  • Riconoscere quando serve la consulenza di qualcun altro, più bravo di te in un settore specifico;
  • Saper dire di NO ad un lavoro per l’impossibilità di poterlo fare bene per mancanza di tempo, risorse o competenze.

 

Eccoci alla fine!
Ho scritto di getto ed a cuore aperto spiegandoti che cosa c’è dietro alla mia attività aerofotogrammetrica.
Come leggi, non si tratta solo di prendere un drone, mandarlo per aria, scattare foto ed elaborarle al pc…
C’è un po’ di più!

Ogni volta che rileggo l’articolo per correggerlo, aggiungo qualcosa.
Mi rendo conto che potrei entrare in un loop di correzioni infinite.
Preferisco però pubblicarlo così ed ora, con la speranza che ci possa essere un tuo contributo per integrarlo ed arricchirlo con la tua sensibilità e la tua  esperienza (come vedi, l’esperienza ritorna sempre!)
Scrivilo nei commenti ed io lo inserirò negli elenchi puntati!
Oppure scrivimi su Telegram un messaggio o inviami una nota vocale (e ti ricordo che puoi anche iscriverti al Canale di 3DMetrica).
Non ti prometto che aggiornerò l’articolo in tempo reale ma lo farò appena posso!

 

Spero di averti dato qualche spunto di riflessione o anche solo qualche informazione se vuoi sapere quello che c’è dietro il prezzo per un rilievo aerofotogrammetrico con drone!

A presto!

Paolo Corradeghini.

 

Puoi ascoltare i contenuti di questo articolo anche in questa puntata del podcast di 3DMetrica!
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RILIEVI

Paolo Corradeghini

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6 Comments


Mauro
27 September 2018 at 14:18
Reply

Ciao Paolo, vorrei chiederti un’informazione ma voglio anche ringraziarti per l’enorme, completo ed esaustivo lavoro che porti avanti con il tuo blog. La mia domanda è questa: esistono software open source per georeferenziare una nuvola di punti? o bisogna Sempre passare da Thopos o programmi simili? Perché per georeferenziare una foto potrei utilizzare qgis, ma per la nuvola di punti non saprei come fare se non utilizzando thopos o programmi simili. Grazie, mauro.



    Paolo Corradeghini
    30 September 2018 at 14:17
    Reply

    Ciao Mauro, grazie per il tuo commento e per la pazienza nell’aspettare la mia risposta.
    Dato che nel mio flusso di lavoro la georeferenziazione viene fatta all’interno dei software structure from motion con i punti di controllo, non sono moloto ferrato su software esterni open source per la georeferenziazione.
    Ti posso dire che GrassGIS ha implementato un po’ di plugin per la gestione delle nuvole di punti e quindi è possibile attingerli dai tools di QGIS.
    Si potrebbe passare attraverso Cloud Compare, importando dei punti di controllo con le coordinate corrette, e poi scalando, traslando e ruotando la nuvola su questi punti.
    Anche se non è un procedimento rigoroso potrebbe portare dei risultati soddisfacenti per eventuali lavori e scopi.
    Non è facile spiegare il processo in questo commento ma mi segno l’argomento e metto in cantiere un articolo specifico del blog.
    Spero comunque di averti dato informazioni utili.
    Grazie ancora e a presto!
    Paolo

Daniele Bovo
26 October 2018 at 6:25
Reply

credo che questo articolo ha spiegato in modo molto dettagliato i costi e i Rischi che un operatore del settore ha per svolgere professionalmente il proprio lavoro. Molti credono che volare con il drone sia un “gioco da ragazzi” e in fondo lo è. ma farlo in maniera responsabile, in sicurezza e rispettando TUTTE le normative è.. un’altra cosa.



    Paolo Corradeghini
    26 October 2018 at 12:17
    Reply

    Ciao Daniele, grazie del tuo commento.
    È vero, purtroppo capita che passi il messaggio che basta mandare un drone per aria a scattare delle foto per fare un rilievo.
    La realtà è diversa.
    Ci sono gli aspetti tecnici, legati all’acquisizione ed al trattamento dei dati per poter restituire un lavoro valido e validato, e poi ci sono tutti gli aspetti normativi che riguardano l’uso di un APR, la registrazione come operatore, l’abilitazione come pilota, l’assicurazione e le regole dell’aria.
    Si aggiungono un po’ di livelli di complessità in più!
    Alla prossima!
    Paolo

Francesco
9 November 2019 at 8:41
Reply

Buongiorno paolo. Ti ringrazio per tutti i suggerimenti e le informazioni che passi attraverso il tuo blog. Sono un geologo e mi sono affacciato al mondo del rilevamento essenzialmente per rilevare cave e frane. Premetto che sono in possesso di tutte le qualifiche per pilotare e mi sono formato e continuo a formarmi sull’argomento ogni qual volta che c’è un’occasione. Ho anche io fatto investimenti consistenti. uso un drone da 10kg con fotocamera da 40Mpi, Scelta imposta dalle condizioni di vento che ho trovato in diverse cave che mettono alla prova un drone da 2kg, sbalzandolo di qua e di la ( e l’ho visto di persona), oltre a tutti i programmi per la restituzione e l’editing. Proprio in questi giorni ho fatto un preventivo per rilevare una superficie mezzo ettaro più grande della tua. senza saperlo ho fatto esattamente il tuo stesso prezzo. Ha vinto un geometra che che con un offerta meno della metà della mia. Ci sono rimasto di sasso (per un geologo è dire tutto). Come si
fa a far scadere così investimenti fatti con tutto il lavoro che segue a “farsi il giretto con il Drone” ? Secondo te cosa è meglio fare per il futuro? Scendere a prezzi concorrenziali oppure Mantenere quelli un pò più decorosi (che tengono conto di tutto il lavoro che c’è dietro)?



    Paolo Corradeghini
    16 November 2019 at 11:41
    Reply

    Ciao Francesco,
    grazie per il tuo commento e per la condivisione della tua esperienza.
    È molto simile alla mia e, purtroppo, quella dell’incipt di quest post è una storia non isolata che si è ripetuta altre volte.
    Non molte, ma altre sì…

    Credo che valutare i proprio prezzi, aggiustarli, ritoccarli e tenerli elestici sia importante.
    Ci permette di “stare sul pezzo”, di continuare a lavorare, di fare esperienza e di fatturare.
    Ma lo dobbiamo fare sempre nella sostenibilità del nostro lavoro.

    Ognuno ha i suoi prezzi, che sono legati alla sua struttura, strumentazione, software.
    Se devo scegliere tra lavorare in perdita e non lavorare, scelgo di non accettare il lavoro.

    È un momento delicatissimo per il mercato della fotogrammetria e, soprattutto, dell’aerofotogrammetria.
    Si stanno “facendo i prezzi” e, purtroppo, molti si lanciano nel prestare servizi a prezzi insostenibili, su cui non hanno le competenze per offrire un servizio professionale.

    Io sono convinto che si debbano mantenere i prezzi decorosi senza svendere i proprio servizi e la propria professionalità.
    Se tutti facessero così forse, nel tempo, si riuscirebbe ad educare il mercato.
    Forse…

    Ciao Francesco!

    Paolo

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    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_ZM_Iu_0NeQA Se ti sei mai chiesto come fa un sensore Lidar, trasportato da un drone in volo sopra un bosco, a darti informazioni del terreno e permetterti di generare un Modello Digitale del Terreno, provo a spiegartelo in questo video.

Usando il nuovo sensore DJI Zenmuse L3, ti condivido le caratteristiche tecniche che permettono la penetrazione della vegetazione:
- divergenza del laser ed echi di ritorno;
- frequenza e intensità del laser;
- dimensione e lunghezza d'onda;
- modalità di scansione.

E poi aggiungo altri aspetti che, nella programmazione di una missione di volo, possono essere rilevanti per penetrare al meglio la vegetazione:
- velocità di crociera;
- angolo di incidenza;
- sovrapposizione laterale;
- quota di volo e terrain follow.

Spero possa essere interessante.
Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.

Ho iniziato da poco a lavorare con il Lidar DJI Zenmuse L3 pertanto se hai aggiunte o correzioni da fare sono graditissime.
Se poi ti interessa vedere altre applicazioni specifiche fammelo sapere che ne prendo spunto per altri video come questo (che sono comunque in arrivo!).


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2:08 Gli echi
4:22 Intensità del laser
5:15 Lunghezza d'onda
7:09 Frequenza del laser
10:43 Modalità di scansione
13:15 Sponsor - Personal Drones
14:44 Velocità di crociera
16:06 Angolo di attacco e Sovrapposizione
18:08 Tilt del sensore
18:57 Quota di volo
20:20 Terrain follow
21:34 Outro
    Se ti sei mai chiesto come fa un sensore Lidar, trasportato da un drone in volo sopra un bosco, a darti informazioni del terreno e permetterti di generare un Modello Digitale del Terreno, provo a spiegartelo in questo video.

Usando il nuovo sensore DJI Zenmuse L3, ti condivido le caratteristiche tecniche che permettono la penetrazione della vegetazione:
- divergenza del laser ed echi di ritorno;
- frequenza e intensità del laser;
- dimensione e lunghezza d'onda;
- modalità di scansione.

E poi aggiungo altri aspetti che, nella programmazione di una missione di volo, possono essere rilevanti per penetrare al meglio la vegetazione:
- velocità di crociera;
- angolo di incidenza;
- sovrapposizione laterale;
- quota di volo e terrain follow.

Spero possa essere interessante.
Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.

Ho iniziato da poco a lavorare con il Lidar DJI Zenmuse L3 pertanto se hai aggiunte o correzioni da fare sono graditissime.
Se poi ti interessa vedere altre applicazioni specifiche fammelo sapere che ne prendo spunto per altri video come questo (che sono comunque in arrivo!).


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0:00 Intro
1:27 La divergenza del laser
2:08 Gli echi
4:22 Intensità del laser
5:15 Lunghezza d'onda
7:09 Frequenza del laser
10:43 Modalità di scansione
13:15 Sponsor - Personal Drones
14:44 Velocità di crociera
16:06 Angolo di attacco e Sovrapposizione
18:08 Tilt del sensore
18:57 Quota di volo
20:20 Terrain follow
21:34 Outro
    In questo video ti condivido un po' di cose sulle curve di livello in QGIS.

Come si creano a partire da un raster (DTM);
Come si smussano (se sono troppo nervose);
Come mostrare le quote (attraverso le etichette);
Come differenziare la rappresentazione in base alle quote;
Come allineare in modo ordinato le etichette delle curve;
Come trattare un dato per avere "davvero" le curve di livello.

Spero possa esserti utile.


Qui c'è l'articolo del blog pigrecoinfinito di Totò Fiandaca da cui abbiamo preso spunto per una parte del video: https://pigrecoinfinito.com/2020/01/31/qgis-come-allineare-le-etichette-delle-isoipse/


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Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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0:00 Intro
0:25 Visualizzazione del DEM
1:40 Creare le curve di livello
3:09 Smussare le curve
6:20 Mostrare le etichette
9:12 QGIS in Azione e GTER
11:41 Spunti dalla comunity
12:41 Rappresentare le curve
16:07 Sistemare le etichette
21:55 Curve di livello e terreno
23:50 Outro
    Vuoi crare facce triangolari 3D vettoriali, da una nuvola di punti, per portarle in un CAD?
Te lo condivido in questo video, usando il software CloudCompare.

Lavoro con punti del terreno, li sottocampiono e poi genero la mesh, che posso esportare in formato DXF, mantenendo le informazioni di georeferenziazione.

Ti faccio vedere due strade: la prima genera la mesh dalla nuvola (eventualmente pre-trattata) così com'è, mentre la seconda passa attraverso la rasterizzazione e crea facce triangolari tutte ugali.

L'esportazione è possibile solo in DXF che, pur essendo "il" formato di interscambio di dati vettoriali, è anche piuttosto vecchio e fatica a gestire dati pesanti con molti elementi.
Attenzione quindi a non esagerare con il numero di facce da esportare, anche in relazione al tuo pc.

Le facce 3D sono utili in software "CAD-based" per fare progettazione, computi di scavi e riporti, sezioni, modellazione idraulica, analisi di fenomeni gravitativi...

Assicurati di lavorare su una nuvola di punti i cui elementi siano solo i punti del terreno o comunque di quello che vuoi rappresentare con le facce 3D.

Spero ti sia utile.


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0:00 Intro
1:36 Taglio la nuvola
2:08 Sottocampionamento
2:51 Creo la mesh
5:18 Esporto la mesh
7:30 CloudCompare on Demand
8:18 Rasterizzazione
10:17 Modifico la nuova mesh
13:36 Esportare le facce 3D
15:02 Sezioni dinamiche
16:09 Quale metodo preferire
17:45 Outro
    C'è uno strumento, nel software open source CloudCompare, che ti permette di generare sezioni trasversali, di un alveo fluviale o di una galleria stradale, lungo un profilo.

Le sezioni sono ortogonali al centro dell'alveo o all'asse stradale e vengono estratte, automaticamente, secondo la larghezza ed il passo di cui hai bisogno.

Puoi generare anche una polilinea che passi per i punti della nuvola di ogni sezione che è stata generata.
E così avrai le sezioni, vettoriali, dell'alveo o della galleria (completa) da elaborare in CAD o in un altro software che usi abitualmente.


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0:00 Intro
0:44 Lo strumento da usare
2:09 La nuvola di punti
3:17 Genera il profilo
4:20 Traccia delle sezioni
6:57 Creare sezioni e profili
9:40 Salvare la traccia
10:25 Vediamo i risultati
13:14 Esportarte in DXF 
16:00 Attenzione ai dati
16:38 CloudCompare on Demand
17:33 Il caso di una galleria
21:25 L'output della galleria
22:38 Outro
    Hai un file di testo con una serie di informazioni, oltre che di coordinate, legate ad una serie di punti e lo vuoi portare dentro QGIS?

Ti condivido come si fa, creando un nuovo layer a partire dal file TXT.

E dopo ti dico anche come si fa a rappresentare, visivamente, le informazioni extra (la quota, il nome, la descrizione, ...) nell'are di lavoro di QGIS.


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0:00 Intro
0:46 Il file di testo
1:13 Aggiungo il layer
7:48 Il layer in QGIS
8:13 Aggiungo la quota
10:59 Cambiare il simbolo
12:28 QGIS in Azione e GTER
15:30 Lavorare con più informazioni
18:22 Outro
    In questo video ti mostro come accedere alle ortofoto del territorio italiano.
Ce ne sono moltissime: coprono tutta l’Italia e diversi anni passati.

Il principale fornitore a livello nazionale è AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), che ogni anno effettua rilievi aerei sul territorio italiano, suddiviso in tre aree.
A questo si aggiungono le Regioni, che spesso producono ortofoto proprie con campagne di rilievo dedicate e con un dettaglio maggiore.

Tutte queste informazioni si possono visualizzare tramite i Geoportali Regionali e si possono caricare in un GIS attraverso i servizi WMS (Web Map Service).
Quasi mai, però, è possibile scaricare il dato nativo, originale e georeferenziato.

C’è comunque un modo per “ritagliarti” una porzione di ortofoto e salvarla come immagine georeferenziata nel tuo archivio digitale.
Si parte sempre dal WMS: importi l’ortofoto nel tuo GIS, imposti l’area che ti serve e poi esporti un’immagine georeferenziata dalla mappa che stai visualizzando.
Modificando la risoluzione di output, puoi ottenere un risultato molto vicino alla risoluzione originale.

Nel video ti faccio vedere tutto questo usando QGIS.

All’interno trovi anche:
Che cos’è un’ortofoto (proprietà, utilizzi, risoluzione, ecc.)
Come accedere alle ortofoto in Italia tramite i Geoportali Regionali
Come usare i servizi WMS per visualizzarle in GIS ed esportarne una parte sul tuo PC
Come importare un’ortofoto esportata dentro un CAD e georeferenziarla

Le ortofoto sono una risorsa potente e accessibile, utile per tanti professionisti (ma non solo).
In Italia la situazione dei dati geografici è ancora molto frammentata e spero che questo video possa aiutarti ad orientarti e trovare ciò che ti serve.

Ma soprattutto spero che possa stimolare una discussione e la condivisione di informazioni.
Se hai già esperienza, se hai scaricato ortofoto, se le usi nel tuo lavoro, se conosci risorse diverse da quelle che cito o se hai ulteriori suggerimenti, scrivilo nei commenti: contribuirai a creare ancora più valore, per tutti.

Grazie!

P.S.
Fai molta attenzione a quello che è possibile fare con i dati presenti online.
Le ortofoto disponibili sui geoportali sono liberamente visualizzabili e importabili nel tuo GIS.
Ma non è certo possibile usare il metodo che ti ho condiviso per crearti un database di immagini georeferenziate sul tuo PC e, magari, venderle.
Credo che sia ok farne un uso personale ma verfica sempre le possibilità operative in questo senso.


A questo link trovi un video che ti mostra come georeferenziare un'immagine in QGIS usando il Georeferenziatore: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


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0:00 Intro
1:47 Che cos'è una ortofoto
2:52 Orotofot VS Foto aerea
3:49 Meglio dire Ortomosaico
4:16 Perchè un'ortofoto
5:25 Risoluzione e GSD
7:19 Google Maps e Ortofoto
8:32 Ortofoto in Italia
12:00 Visualizzare ortofoto italiane
13:19 Il caso Veneto per scaricare ortofoto
15:39 Importare ortofoto in GIS
17:03 I WMS regionali
17:49 Ortofoto in GIS tramite WMS
21:33 Scarica un pezzo di ortofoto
24:10 Migliorare la risoluzione in output
26:23 Dislaimer Uso di QGIS e proprietà dei dati
28:02 Georeferenziare un'immagine in QGIS
28:47 Importare ortofoto in CAD
33:29 Outro
    In questo video ti condivido alcuni modi con cui puoi portare i tuoi dati vettoriali dal tuo CAD al GIS.
Nello specifico, QGIS.

Un'opzione è salvare i dati in CAD in DXF, che è un formato di interscambio per i dati vettoriali leggibile da QGIS.

C'è poi il modo di importare un file DWG/DXF attraverso l'importatore "nativo" dentro QGIS.

Ed infine potresti usare il plugin "Another DXF Importer" che ti aiuta a mantenere l'organizzazione dei layer.

Per ciascuno di questi modi operativi ti parlo anche di pregi e difetti per aiutarti, spero, a capire quale sia il metodo migliore per te.


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0:00 Intro
1:29 I dati in CAD
1:54 Usare il DXF
5:42 Importa DWG/DXF
11:16 Il plugin Another DXF Importer
14:54 QGIS in Azione e GTER
16:57 Georeferenziare dati vettoriali
19:53 Outro
    Lo strumento "Sezione" ("Cross Section") di CloudCompare può diventare il tuo migliore alleato quando devi pulire una nuvola di punti da elementi indesiderati (rumore) o da cose che non ti interessa mantenere (alberi, auto parcheggiate, ...).

Attraverso la possibilità di fare sezioni multiple, una attaccata all'altra, lungo una direzione, crei nuove nuvole di punti, affettate, dove, auspicabilmente, sei in grado di vedere meglio (e quindi rimuovere) quello che non ti interessa.

Te ne parlo in questo video ma ti avverto, il processo può essere lungo, in relazione alle caratteristiche della tua nuvola di punti ed a quello che vuoi rimuovere.
Potrebbe volerci tempo e pazienza.

Se ti imbarchi in questo "viaggio" ricordati di gestire i dati di CloudCompare in modo attento, salvando il progetto generale in formato .bin, evitando perdita di dati dopo ore di lavoro!


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0:00 Intro
0:42 La nuvola
1:59 Sezionare la nuvola
6:09 Pulire le sezioni
11:39 Il risultato
13:42 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


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0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
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