USARE UN DRONE IN CANTIERE – Comunicazione alla D.L., al C.S.E. e al R.U.P.

20 Marzo 2019
Immagine di foto aerea da drone di cantiere edile

In questo articolo scrivo un po’ di testo che puoi prendere, copiare, incollare ed usare in una comunicazione formale da mandare al Direttore Lavori, al Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione o al Responsabile Unico del Procedimento, nel caso in cui tu debba usare un drone in un cantiere.

Mi è capitato di recente di fare un rilievo aerofotogrammetrico con un drone in un cantiere edile di un’opera pubblica.
Il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione mi ha chiesto di preparargli una relazione descrittiva delle attività, per le sue valutazioni sulla sicurezza.
Il direttore dei lavori ha voluto un cronoprogramma delle operazioni per coordinare i lavori.
Ed il responsabile del procedimento (era un’opera pubblica) aveva bisogno di un documento descrittivo da mettere agli atti della gestione dell’opera.

Ho fatto una cosa sola, un unico documento valido per tutte e tre le richieste.
Te ne condivido la struttura, con un po’ di testo “formale” da prendere a piacimento.

Prima però di incartarmi tra i lunghi nomi delle figure coinvolte nella realizzazione di un’opera pubblica, permettimi di fare qualche semplificazione.
Se hai già lavorato in questi ambiti sai che è piuttosto comune farle.
D’ora in poi chiamerò:

  • CSE il Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione;
  • DL il Direttore Lavori;
  • RUP il Responsabile Unico del Procedimento (della Stazione Appaltante);
  • e poi c’è il DES il Direttore Esecutivo del Servizio (che affianca il RUP di una Pubblica Amministrazione durante un appalto o un servizio).

Oh, così è molto meglio!

Questo articolo potrebbe esserti di aiuto anche nel caso in cui tu sia una delle figure che ho elencato qui sopra.
Non è legge, né una regola da applicare ad ogni situazione, ma può darti un’idea di che cosa chiedere ad un operatore APR che deve entrare nel tuo cantiere per far volare un drone.
Vale per ispezioni, rilievi aerofotogrammetrici, foto o video aerei.

E vale in caso di servizio svolto da personale esterno (anche se potresti mutuare un po’ di informazioni se sei all’interno della ditta che fa i lavori).

COMUNICA QUELLO CHE FARAI

Un cantiere edile è un posto dove:

  • si scava e si trasporta terra;
  • circolano mezzi pesanti;
  • lavorano mezzi MOLTO grandi;
  • ci possono essere tante persone;
  • i rumori possono essere alti;
  • chi si trova lì è lì per motivi legati all’avanzamento dell’opera: operatori, fornitori, controllori, tecnici;
  • le forniture di energia elettrica e di acqua sono spesso in cavi e condotte temporanee e fuori terra;
  • possono esserci demolizioni, anche con esplosivi;
  • la viabilità interna non è esattamente segnalata come una rotatoria in centro città;
  • si lavora velocemente;
  • …
  • …

E molto altro!

Ed ogni cantiere è diverso dagli altri.
Anche se le lavorazioni sono simili.

Insomma, entrare in un cantiere non è come andare in spiaggia o al parco giochi.
È un luogo dove i rischi legati all’incolumità delle persone sono più alti della media degli altri luoghi dove potresti andare.

Ok dai, non citarmi i casi di arrampicata libera senza corda!
(Tra l’altro ho visto da poco il documentario Free Solo sulle imprese di Alex Honnold. Se ti piace l’arrampicata vallo a vedere!)
🙂

Se entri in un cantiere, anche se per lavorare, devi rispettare le regole interne e devi fare in modo che chi è lì dentro sappia che ci sei anche tu.
E che cosa farai.
Se ti muovi a piedi, con il tuo giubbotto ad alta visibilità, scarpe e casco, stai attento a quello che ti succede intorno.
Sei un elemento in più a cui le persone non sono abituate.

Se poi voli con un drone in cantiere ci porti dentro un ulteriore elemento intruso:

  • che vola;
  • che attira l’attenzione delle persone;
  • che, oggetto ancora poco comune (almeno adesso che sto scrivendo, nel Marzo 2019), suscita un effetto “WoW” su chi lo vede (lavoratori inclusi);
  • che potrebbe intralciare i lavori dei mezzi in elevazione (gru, autocarri con cassone riballtabile);
  • che rischia di urtare un cavo aereo, una cisterna o qualsiasi altra cosa che sale in verticale.

Se il CSE ti chiede una relazione sulle sue attività è giusto che tu gliela fornisca.
Potrebbero esserci aree interdette al volo o potrebbe prendere delle misure precauzionali fermando le macchine per il tempo delle operazioni.

Se il DL vuole sapere quanto tempo starai in cantiere e dove sosterai per fare i voli devi dirglielo.
Se blocchi uno scavo per 4 ore l’impresa può destinare macchine ed operai a fare dell’altro.

È bene comunicare:

  • quello che farai;
  • dove lo farai;
  • come lo farai;
  • quanto tempo ci metterai.

Immagine di foto di cantiere edile

UN MODELLO DI COMUNICAZIONE

Potrei farti scaricare un file word con una relazione tecnico-descrittiva già fatta ma dovrei toglierti tutti i dati sensibili e specifici dei luoghi e delle operazioni.
Ne rimarrebbe un documento un po’ “bucato”.
Preferisco scriverti un po’ di testo, diviso in paragrafi e con qualche commento e considerazione.
Sarai tu a prendere le parti che ti servono e ad aggiustarle secondo le tue esigenze.
Se ti servono…

LINGUAGGIO FORMALE

Se hai letto altri articoli del blog avrai capito che non sono per niente un fan del linguaggio formale.

“Si raccomanda di prestare attenzione durante lo svolgimento delle attività di cui sopra…”
È un frase un po’ pesante!
È molto meglio scrivere: “Mi raccomando, stai attento quando fai le cose che hai scritto prima…”
Lo trovo più diretto.

Ma le comunicazioni tra i protagonisti della realizzazione di un’opera pubblica utilizzano un linguaggio formale.
Ed è per questo che le parti di testo che si riferiscono al documento tecnico usano questo stile.
Anche se non lo amo non significa che non vada usato.
È un po’ come se un abitudinario di “infradito + pantaloni corti” li usasse anche per andare ad un matrimonio.
Ogni contesto ha le sue regole.
Come in cantiere.
E qui serve il linguaggio formale.

Le parti che leggerai in corsivo hanno proprio questo stile.

Inizio!

PREMESSA

Penso che sia utile iniziare con una premessa, per introdurre a chi legge quello che c’è scritto in tutto il documento.

Si fa seguito agli accordi intercorsi, per comunicare che sono in programma, all’interno dell’area di cantiere in oggetto, attività ed operazioni che prevederanno l’impiego di Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto (SAPR), comunemente noto come drone e finalizzate a … … ….

I LUOGHI

Sii chiaro nell’identificare le zone dove volerà il drone.
Aiutati con le mappe di Google o, se ne hai disponibilità, usa disegni o cartografie tecniche della zona.
La planimetria del progetto esecutivo delle opere è la migliore soluzione.
È su quella che l’impresa programma i lavori.
Ed è lì che legge meglio tutto quello che succede in cantiere.

Se il cantiere è grande suddividilo in sotto-aree.
Lo scopo è far capire subito a chi legge dove volerà il drone.

Dai anche indicazioni sull’entità delle superfici.
Ed usa tanti elementi visivi.
Sono più immediati del testo descrittivo.

L’area oggetto delle attività di sorvolo con APR interessa/è situata/…, come indicato nell’immagine di seguito riportata.

La superficie oggetto di indagine misura complessivamente … … … mq ed è ben identificata dal seguente estratto planimetrico … … ….

Specifica anche che potrebbero esserci altre zone occupate dal pilota: i punti di decollo.

In aggiunta alle suddette aree interessate dalle operazioni di volo si prevede altresì l’occupazione delle seguenti aree, da parte del pilota, per le operazioni di decollo, atterraggio e conduzione in volo dell’APR.
La superficie impegnata per ciascuna zona misura circa XX mq.
Si riporta di seguito una planimetria con indicazione della posizione di dette aree occupate dal personale specializzato e deputato alla gestione e controllo del volo dell’APR.

LE TECNICHE OPERATIVE

Il fatto che userai un drone, inteso come oggetto volante nell’area di cantiere, non ti dispensa da dare ulteriori informazioni su quello che effettivamente farai in campo.

Se devi fare un rilievo aerofotogrammetrico di un’area pianeggiante estesa il drone, presumibilmente, ci volerà sopra senza sensibili variazioni di quota.
Se prevedi di rilevare elementi verticale l’impronta a terra del volo del drone è ridotta ma è previsto un volo prevalentemente verticale.
Se ti occuperai di ispezioni potresti andare piuttosto vicino alle parti da indagare.

Racconta che cosa farà il drone in volo.

Qui sotto ti metto qualcosa che riguarda l’areofotogrammetria.

Viste le richieste tecniche e le caratteristiche dei luoghi si effettuerà un  rilievo di tipo aerofotogrammetrico mediante aereomobile a pilotaggio remoto (A.P.R.), integrato da misure di precisione con strumentazione topografica a terra.

Il rilievo aerofotogrammetrico prevede:

  • l’acquisizione di immagini digitali da mezzo aereo;
  • la misura, ad alta precisione, delle coordinate di alcuni punti di controllo a terra;
  • l’elaborazione di immagini e misure all’interno di software specifici;
  • la restituzione di nuvole di punti ad alta densità di informazione, tridimensionali, scalate orientate e georeferenziate;
  • l’estrazione, dai dati tridimensionali restituiti, di rappresentazioni fotografiche ortorettificate: ortomosaici ad alta risoluzione.

Il rilievo aereo sarà condotto in modalità di pilotaggio manuale assistito dalla strumentazione di bordo dell’APR.
Il pilota avrà pieno controllo sui movimento dell’APR in volo.
Potrà pertanto arrestarne il moto, modificare una rotta o annullare le operazioni a seguito di qualunque imprevisto sopraggiunto o su indicazione del responsabile dei lavori in sito.

Quello che ti ho appena scritto ha grandi margini di modifica, in funzione di quello che dovrai fare in campo.

ATTIVITÀ COMPLEMENTARI

Se prevedi di fare qualcos’altro oltre a volare, questo è il momento di dirlo.

In un rilievo aerofotogrammetrico è necessario rilevare le coordinate di un certo numero di punti di controllo da usare nella modellazione software.
Puoi sfruttare la presenza di elementi ben visibili che sono già a terra, oppure puoi materializzarne di nuovi con dei target artificiali.

Scrivi che cosa farai oltre al volo.
Presenta una planimetria con la disposizione dei target artificiali.
Sarebbe opportuno che nessuno parcheggiasse un escavotore sopra un GCP!

Il rilievo aerofotogrammetrico sarà orientato e georeferenziato mediante punti di appoggio materializzati a terra dei quali saranno rilevate le coordinate con strumentazione topografica ad alta precisione.

Prima delle operazioni di sorvolo e di ripresa fotografica saranno materializzati a terra target artificiali ad alta visibilità le cui coordinate, rilevate con precisione topografica, saranno utilizzate nell’elaborazione fotogrammetrica.

Il rilievo dei punti di appoggio sarà condotto con antenna satellitare GNSS.

Di seguito si riporta una planimetria con la posizione indicativa dei punti materializzati a terra.
È opportuno che tali target artificiali non siano in alcun modo coperti, da materiali o mezzi operatori, durante tutto lo svolgimento delle operazioni previste.

Metti anche una foto dei target.
È un’informazione in più!

Fotografia di un target artificiale di tipo GCP a terra e palina per rilievo GPS

IDENTIFICATI

Se usi un drone in un contesto del genere è necessario essere registrato negli elenchi ENAC.
È opportuno identificarsi.

Scrivi:

  • chi è l’operatore SAPR;
  • chi è il pilota SAPR;
  • quali sono i SAPR che userai.

Fai anche riferimento alla normativa aeronautica e alle regole dell’aria.
Se c’è qualche restrizione da osservare elenca un enventuale NOTAM che ENAC ti ha rilasciato o un’autorizzazione all’attraversamento di una zona Proibita (P).

Se invece voli in un’area “tranquilla” metti comunque uno stralcio della carta aeronoautica ENAV con indicazione dell’area.

Operatore e Pilota SAPR

L’operatore APR è il sottoscritto … … …, iscritto ai registri ENAC (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile) per operazioni specializzate non critiche al n. … … …, registrato come operatore in possesso di mezzo inoffensivo al n. … … … ed autorizzato ad operazioni specializzate critiche in scenari standard S01, S04 e S06 (autorizzazione prot. … … … del … … … – rif. … … …).

Il sottoscritto coprirà altresì il ruolo di pilota in quanto in possesso di certificato di addestramento teorico N. … … … del … … … (ENAC.APR.OA…. … …) e di addestramento pratico N. … … …del … … … (ENAC.APR.OA…. … …), ad oggi convertiti ai sensi del nuovo regolamento nell’attestato di pilota I APRA … … … per la classe e categoria VL/Mc (… … …), VL/Mc/CRO (… … …) e L/Mc/CRO (… … …).

I Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto (SAPR)

I sistemi aerei impiegati nelle operazioni saranno i seguenti.

Un multicottero a quattro eliche con le seguenti caratteristiche:

  • ID APR: … … …
  • ID SPR: … … …
  • FLIGHT CONTROLLER: … … …
  • PESO AL DECOLLO: … … …

  • PAYLOAD: fotocamera digitale con sensore di dimensioni di 1” e risoluzione 20 MPixel

Un multicottero a quattro eliche inoffensivo con le seguenti caratteristiche:

  • ID APR: … … …
  • ID SPR: … … …
  • FLIGHT CONTROLLER: … … …

  • RIF. ENAC: … … …

  • CARATTERISTICA: INOFFENSIVO
  • PESO AL DECOLLO: 300GR
  • SENSORE FOTOGRAFICO: dimensioni di 1/2.3” e risoluzione 12 MPixel

Si allegano due immagini degli APR che saranno impiegati durante le operazioni di volo.

Normativa Aeronautica

Le operazioni si svolgeranno nel rispetto delle vigenti norme in materia di sorvolo con aeromobili a pilotaggio remoto (Regolamento ENAC “mezzi aerei a pilotaggio remoto” – Seconda Edizione – Emendamento 4).
Ne è stata verificata la fattibilità operativa sulla base della vigente normativa aeronautica emanata da ENAV (Ente Nazionale AViazione).
Si allega s
tralcio di Carta Aeronautica redatta da ENAV (Ente Nazionale AViazione) e localizzazione dell’area di indagine che risulta esterna da aree in cui il volo è proibito(P) o regolamentato (R), Aree di Traffico Aeroportuale (ATZ) ed aree naturali protette.

Quello che ti ho scritto in questa parte vale ora, nel momento in cui scrivo questo articolo (Marzo 2019).
Non so se sarà ancora così con le prossime modifiche al regolamento che seguono le nuove norme Europee EASA.

PROCEDURE OPERATIVE

Questa è forse la parte più importante.
È quella dove devi descrivere che cosa farai una volta entrato in cantiere.

Serve al CSE per verificare che sia tutto ok con la sicurezza dell’area (è responsabile anche della TUA sicurezza!).

Quello che devi scrivere cambia parecchio a seconda delle tue operazioni.

Qui sotto ti scrivo le procedure per un rilievo aerofotogrammetrico.
Anche se potrebbero comunque essere diverse dal tuo rilievo.

Le procedure operative da espletarsi sul campo sono le seguenti:

  1. ingresso nell’area di cantiere;
  2. posizionamento a terra di target artificiali ad alta visibilità, secondo lo schema planimetrico di cui al paragrafo precedente;
  3. avvicinamento al punto di decollo, indicato all’interno della planimetria suddetta;
  4. sorvolo delle aree di indagine con mezzo aereo a pilotaggio remoto ed acquisizione delle immagini fotografiche;
  5. rilievo topografico, con strumentazione GNSS ad alta precisione, delle coordinate dei target artificiali precedentemente disposti a terra;
  6. rimozione dei target artificiali a terra ed allontanamento dall’area di cantiere.

Gli spostamenti all’interno dell’area di cantier,e per l’espletamento delle operazioni di cui sopra, avverranno a piedi e lungo la viabilità temporanea presente in sito.

È davvero molto soggettivo e variabile.
Potresti avere più punti di decollo, oppure potresti muoverti con un mezzo piuttosto che a piedi.
Sta a te!
🙂

TEMPI E CRONOPROGRAMMA

Il DL potrebbe avere la necessità di sapere quanto tempo starai in cantiere.
Uomini e macchine ferme non sono mai una bella cosa per un lavoro in corso.
Soprattutto per la ditta appaltatrice!

Prova ad associare a ciascuna fase delle procedure operative una durata specifica.
Non devi spaccare il minuto.
L’ordine di grandezza della mezz’ora potrebbe essere sufficiente (ma questo dipende da accordi con DL, CSE e impresa).
Nel dubbio sii cautelativo e aumenta la durata.
È molto più apprezzato un operatore che dice di satre in cantiere 4 ore ma che termina in 3, piuttosto che uno che ci sta mezz’ora in più del concordato.

La durata complessiva delle operazioni è stimata, in circa 4 ore di lavoro secondo le indicazioni di seguito indicate:

  1. Posizionamento target artificiali – 1 h;
  2. Sorvolo con mezzo APR – 1 h;
  3. Rilievo topografico dei target artificiali – 1.5h;
  4. Rimozione dei target ed allontanamento dall’area di cantiere – 0.5h.

QUANDO E QUANTI

Forse va indicato prima, a volte è meglio dopo.
Dipende.
Di sicuro dovrai dire, prima o poi, quando andrai in cantiere.
Giorno e ora.

Le attività di sorvolo di cui alla presente nota sono previste per il giorno … … …, dalle ore … … alle ore … … .

È anche opportuno specificare quante persone saranno “tra i piedi”.
Ed anche i loro compiti specifici.

Si prevede che gli operatori in sito siano in numero pari a due di cui uno dedicato alla conduzione delle operazioni di volo, in qualità di pilota, e l’altro, deputato all’assistenza a quest’ultimo, ricoprirà il ruolo di osservatore.

ALTRE INFORMAZIONI

COMUNICAZIONE AGLI ENTI LOCALI

Se in qualche modo c’entrano gli Enti Locali io ti consiglio di contattarli, prima, e di scrivere nel documento che con loro è tutto a posto.
Tuttavia, se si tratta di un’opera pubblica, il RUP è l’Ente Locale e potresti rimandare a lui eventuali note e comunicazioni specifiche.

A volte Ufficio Tecnico e Polizia Locale non dialogano…

ll sottoscritto … … … è in possesso di tutti i titoli professionali ed autorizzazioni per poter condurre missioni di volo con mezzi aerei a pilotaggio remoto e nelle aree interessate dalle suddette attività.

Si ritiene tuttavia opportuno comunicare le operazioni di sorvolo previste agli Enti locali competenti per il rilascio di eventuali autorizzazioni o, comunque, per loro opportuna conoscenza.

Si rimanda pertanto alla SV l’espletamente di dette procedura rimanendo tuttavia a disposizione per il supporto documentale ed esplicativo in merito alle attività previste.

INTERDIZIONE DI AREE

Il sorvolo di assembramenti di persone con un APR è sempre vietato.

Se non usi un mezzo inoffensivo dovrai fare un’analisi del rischio ed è molto probabile che lo scenario operativo sia quello critico.
È necessaria una valutazione attenta e, spesso, l’interdizione di alcune aree in relazione al volo del drone.

Potresti farti dare una “mano” dal CSE in questa fase, ma ti consiglio comunque di scriverlo.

Al fine di permettere lo svolgimento delle operazioni di sorvolo in ottemperanza al vigente regolamento ENAC sui Mezzi Arei a Pilotaggio Remoto, ed in relazione ai contenuti dell’analisi del rischio allegata alla presente, è opportuno che l’area interessata dal sorvolo e le aree di “buffer” limitrofe siano interdette a terzi non autorizzati all’accesso e non interessati alle operazioni di rilievo.

Si provvederà ad interdire mediante nastro ad alta visibilità gli accessi principali e le suddette aree ma si richiede comunque il supporto del personale dell’impresa in tal senso.

CONDIZIONI METEO

Questa è semplice ma è comunque importante.
Il meteo influisce parecchio sul volo di un drone.
Ed è bene scriverlo, perchè le operazioni potrebbero saltare o slittare per pioggia o forte vento.

Si fa presente che un mezzo aereo a pilotaggio remoto non può volare in condizioni meteorologiche avverse, con particolare riferimento alle precipitazioni piovose ed al vento.

L’effettiva fattibilità delle operazioni nella data concordata ed indicata precedentemente dovrà essere comunque preventivamente verificata e confermata tra le parti, in relazione alle previsioni meteorologiche di breve periodo.

Qualora non si ritenga possibile procedere alle operazioni sarà concordata, tra le parti, una nuova data per le attività di cui sopra.

ALLEGATI

Io allego questi documenti:

  • Attestato di Pilota APR … … …;
  • Autorizzazione ENAC No … … … per operazioni specializzate in scenari CRITICI;
  • Polizza di responsabilità civile per danni verso terzi derivanti dall’uso di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto;
  • Relazione sull’analisi del rischio nell’ambito operativo specifico.

Completano il quadro!
🙂

INFINE

Anche se usi un linguaggio formale usa capitoli e la formattazione del testo per rendere il documento più leggibile.
Aiuta la lettura!

 

Mi rendo conto che questo articolo non rientra davvero nella Top 5 dei più avvincenti che hai letto qui (se poi di avvicente c’è nè qualcuno!).
Ma credo che sia comunque una tematica importante.

Anche se si parla tanto di droni, molti professionisti non li conoscono e non conoscono neppure le regole che ci sono dietro.
Spero che quello che ho scritto possa aiutare in qualche modo la familiarizzazione tra operatori SAPR ed i soggetti di in un cantiere e in un’opera pubblica.

Tante cose possono essere scritte in maniera diversa.
Altre le puoi togliere o aggiungere.
Ogni cantiere fa storia a sé.
Ed è per questo che non ti ho messo il file word da scaricare.
Il copia incolla, in questi casi, è spesso pericoloso.

Come (quasi) tutti i contenuti di questo blog, anche questo deriva dalla mia esperienza diretta.
Se ne hai fatte di simili anche tu e vuoi condividerle puoi farlo nei commenti qui sotto.
Sarebbe bello e molto arricchente avere altri punti di vista ed esperienze da leggere.
Lo spazio qui sotto è a tua disposizione!

 

Se hai dubbi, domande o osservazioni puoi mandarmi un messaggio o una nota audio su Telegram.
Mi trovi con il nome utente: paolocorradeghini.
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Usa il box che trovi a destra e nella home page e che dice: “Iscriviti alla Newsletter“.

Ed infine c’è anche il canale You Tube in cui carico video tutorial sull’uso di specifici software per la fotogrammetria e la gestione dei dati tridimensionali.

 

Grazie davvero per il tuo tempo e per la tua attenzione!

A presto!

 

Paolo Corradeghini

 

Su questo argomento ho registrato un webinar assieme a Michael Elisei.
Lo puoi vedere qui sotto.

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    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_kNa0L9LUHU0 Hai un file di testo con una serie di informazioni, oltre che di coordinate, legate ad una serie di punti e lo vuoi portare dentro QGIS?

Ti condivido come si fa, creando un nuovo layer a partire dal file TXT.

E dopo ti dico anche come si fa a rappresentare, visivamente, le informazioni extra (la quota, il nome, la descrizione, ...) nell'are di lavoro di QGIS.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.


0:00 Intro
0:46 Il file di testo
1:13 Aggiungo il layer
7:48 Il layer in QGIS
8:13 Aggiungo la quota
10:59 Cambiare il simbolo
12:28 QGIS in Azione e GTER
15:30 Lavorare con più informazioni
18:22 Outro
    Hai un file di testo con una serie di informazioni, oltre che di coordinate, legate ad una serie di punti e lo vuoi portare dentro QGIS?

Ti condivido come si fa, creando un nuovo layer a partire dal file TXT.

E dopo ti dico anche come si fa a rappresentare, visivamente, le informazioni extra (la quota, il nome, la descrizione, ...) nell'are di lavoro di QGIS.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con @GterGeomatica 
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1:13 Aggiungo il layer
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15:30 Lavorare con più informazioni
18:22 Outro
    In questo video ti mostro come accedere alle ortofoto del territorio italiano.
Ce ne sono moltissime: coprono tutta l’Italia e diversi anni passati.

Il principale fornitore a livello nazionale è AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), che ogni anno effettua rilievi aerei sul territorio italiano, suddiviso in tre aree.
A questo si aggiungono le Regioni, che spesso producono ortofoto proprie con campagne di rilievo dedicate e con un dettaglio maggiore.

Tutte queste informazioni si possono visualizzare tramite i Geoportali Regionali e si possono caricare in un GIS attraverso i servizi WMS (Web Map Service).
Quasi mai, però, è possibile scaricare il dato nativo, originale e georeferenziato.

C’è comunque un modo per “ritagliarti” una porzione di ortofoto e salvarla come immagine georeferenziata nel tuo archivio digitale.
Si parte sempre dal WMS: importi l’ortofoto nel tuo GIS, imposti l’area che ti serve e poi esporti un’immagine georeferenziata dalla mappa che stai visualizzando.
Modificando la risoluzione di output, puoi ottenere un risultato molto vicino alla risoluzione originale.

Nel video ti faccio vedere tutto questo usando QGIS.

All’interno trovi anche:
Che cos’è un’ortofoto (proprietà, utilizzi, risoluzione, ecc.)
Come accedere alle ortofoto in Italia tramite i Geoportali Regionali
Come usare i servizi WMS per visualizzarle in GIS ed esportarne una parte sul tuo PC
Come importare un’ortofoto esportata dentro un CAD e georeferenziarla

Le ortofoto sono una risorsa potente e accessibile, utile per tanti professionisti (ma non solo).
In Italia la situazione dei dati geografici è ancora molto frammentata e spero che questo video possa aiutarti ad orientarti e trovare ciò che ti serve.

Ma soprattutto spero che possa stimolare una discussione e la condivisione di informazioni.
Se hai già esperienza, se hai scaricato ortofoto, se le usi nel tuo lavoro, se conosci risorse diverse da quelle che cito o se hai ulteriori suggerimenti, scrivilo nei commenti: contribuirai a creare ancora più valore, per tutti.

Grazie!

P.S.
Fai molta attenzione a quello che è possibile fare con i dati presenti online.
Le ortofoto disponibili sui geoportali sono liberamente visualizzabili e importabili nel tuo GIS.
Ma non è certo possibile usare il metodo che ti ho condiviso per crearti un database di immagini georeferenziate sul tuo PC e, magari, venderle.
Credo che sia ok farne un uso personale ma verfica sempre le possibilità operative in questo senso.


A questo link trovi un video che ti mostra come georeferenziare un'immagine in QGIS usando il Georeferenziatore: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


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0:00 Intro
1:47 Che cos'è una ortofoto
2:52 Orotofot VS Foto aerea
3:49 Meglio dire Ortomosaico
4:16 Perchè un'ortofoto
5:25 Risoluzione e GSD
7:19 Google Maps e Ortofoto
8:32 Ortofoto in Italia
12:00 Visualizzare ortofoto italiane
13:19 Il caso Veneto per scaricare ortofoto
15:39 Importare ortofoto in GIS
17:03 I WMS regionali
17:49 Ortofoto in GIS tramite WMS
21:33 Scarica un pezzo di ortofoto
24:10 Migliorare la risoluzione in output
26:23 Dislaimer Uso di QGIS e proprietà dei dati
28:02 Georeferenziare un'immagine in QGIS
28:47 Importare ortofoto in CAD
33:29 Outro
    In questo video ti condivido alcuni modi con cui puoi portare i tuoi dati vettoriali dal tuo CAD al GIS.
Nello specifico, QGIS.

Un'opzione è salvare i dati in CAD in DXF, che è un formato di interscambio per i dati vettoriali leggibile da QGIS.

C'è poi il modo di importare un file DWG/DXF attraverso l'importatore "nativo" dentro QGIS.

Ed infine potresti usare il plugin "Another DXF Importer" che ti aiuta a mantenere l'organizzazione dei layer.

Per ciascuno di questi modi operativi ti parlo anche di pregi e difetti per aiutarti, spero, a capire quale sia il metodo migliore per te.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
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0:00 Intro
1:29 I dati in CAD
1:54 Usare il DXF
5:42 Importa DWG/DXF
11:16 Il plugin Another DXF Importer
14:54 QGIS in Azione e GTER
16:57 Georeferenziare dati vettoriali
19:53 Outro
    Lo strumento "Sezione" ("Cross Section") di CloudCompare può diventare il tuo migliore alleato quando devi pulire una nuvola di punti da elementi indesiderati (rumore) o da cose che non ti interessa mantenere (alberi, auto parcheggiate, ...).

Attraverso la possibilità di fare sezioni multiple, una attaccata all'altra, lungo una direzione, crei nuove nuvole di punti, affettate, dove, auspicabilmente, sei in grado di vedere meglio (e quindi rimuovere) quello che non ti interessa.

Te ne parlo in questo video ma ti avverto, il processo può essere lungo, in relazione alle caratteristiche della tua nuvola di punti ed a quello che vuoi rimuovere.
Potrebbe volerci tempo e pazienza.

Se ti imbarchi in questo "viaggio" ricordati di gestire i dati di CloudCompare in modo attento, salvando il progetto generale in formato .bin, evitando perdita di dati dopo ore di lavoro!


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:42 La nuvola
1:59 Sezionare la nuvola
6:09 Pulire le sezioni
11:39 Il risultato
13:42 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


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0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
    In questo video ti condivido come fare a creare etichette prendendo informazioni dagli attributi dei layer di QGIS e combinandoli tra loro.

Ti faccio vedere le etichette semplici e quelle definite da delle regole che scegli tu.

Qui trovi la documentazione ufficiale di QGIS sulle etichette:
https://docs.qgis.org/3.40/it/docs/training_manual/vector_classification/label_tool.html


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0:00 Intro
1:28 Creare un'etichetta
2:22 Vederci meglio
3:33 Modificare le etichette
4:12 Sovrapposizione tra etichette
5:31 Etichette centrate
6:32 QGIS in azione e GTER
9:03 Rule based labeling
11:14 Etichette che spariscono
13:04 Etichette e HTML
14:35 Outro
    Come fai a sapere il volume di materiale inerte che è addossato ad un versante ed appoggiato ad un piazzale, avendo a disposizione una sola nuvola di punti, quella dello stato attuale?

Te lo condivido in questo video in cui uso il software open source CloudCompare e provo a ricostruire il versante al di sotto del materiale stoccato di cui vuoi sapere il volume.

Questo implica una grande incertezza nella sua determinazione perchè si interpreta, approssimando, qualcosa di sconosciuto.

Prendilo quindi come spunto per l'analisi dei tuoi dati avendo bene in mente le criticità del processo.

Spero possa esserti utile. 


Sei sei un Finanziatore o una Finanziatrice di 3DMetrica, puoi scaricare il progetto .bin qui: 
https://www.patreon.com/posts/il-volume-di-un-143769306

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0:00 Intro
1:11 Premesse
3:46 Il dato
4:40 Creo i piani di riferimento
14:00 Modifica un piano creato
18:14 Rifila i piani
28:29 Unisco i piani
29:55 Analisi volumetrica
34:29 Outro
    A Volta Mantovana c'è stato "CapoVolta 2025", il raduno internazionale di speleologia.
È un contesto unico, una grande festa, dalla mattina alla sera, a cui partecipano speleo (e non solo) da tutta Italia.

In questo video ti racconto di alcune attività che un gruppo di persone sta portando avanti da qualche anno e che riguardano i rilievi 3D impiegando, principalmente, il Lidar interno alle varie versioni dell'iphone pro.

Il gruppo si chiama Equipe Lidar ed è composto da ragazzi veneti del Gruppo Naturalistico Montelliano e di Treviso Sotterranea.

Dopo anni di tentativi, errori e chilometri di rilievi sotto terra hanno maturato un bel po' di esperienza e la Società Speleologica Italiana ha riconosciuto una nuova "Scuola di rilievo 3D con tecniche geomatiche".

Io ho la fortuna, il piacere e l'onore di supportarli e collaborare con loro per portare il mondo della Geomatica dentro ambienti complicati, stretti, bui e per niente banali.

Qui sotto trovi i riferimenti al gruppo: https://www.gnmnuvolegrotte.com/info/info.html
Questi sono i riferimenti al Gruppo Naturalistico Montelliano: https://www.gnmspeleo.it/
E a Treviso Sotterranea: https://www.trevisosotterranea.it/

Qui c'è il sito della Società Speleologica Italiana: https://speleo.it/site/
E questo è quello di Scintilena, notiziario di speleologia: https://www.scintilena.com/


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0:00 Intro
0:53 Perchè il Lidar
1:59 Come funziona
2:55 Le potenzialità del 3D
3:50 3D e catasto grotte
4:29 Il rilievo classico
5:46 Il soccorso in grotta
6:06 Affidabilità dei dati
6:46 Il cambiamento
7:14 Suggerimenti pratici
8:45 La scuola di rilievo
10:25 La forza della condivisione
12:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per condividere un layer, con tutte le sue informazioni di aspetto e rappresentazione, dentro QGIS.

Vediamo come funziona il file di defiinzione dei layer (QLR), che differenza c'è con il salvataggio di un progetto o con la creazione di un file geopackage e poi ti parlo anche del "file degli stili" applicato ad un layer.


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0:00 Intro
1:19 File di definizione dei Layer
5:24 QGIS in Azione e GTER
8:36 Salvare un progetto
10:15 Salvare un Geopackage
14:21 Modificare il layer
15:43 Salvare il file degli stili
18:24 SLD
19:27 Outro
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