Prendo spunto da questo post di Gter srl su una loro recente installazione insieme ai ragazzi di Yet it Moves (che hanno sviluppato il sistema “Displayce“).
Si tratta del monitoraggio continuo, tramite tecnologia GNSS, di alcuni punti della falesia del Cimitero di Camogli, crollata nel Febbraio 2021.
Sul tema del monitoraggio c’è molto da dire e da condividere così come sono molti gli ambiti in cui si applica: “cose” naturali (proprio come una falesia di roccia) sottoposte alla gravità, strutture, infrastrutture, movimenti di un piano campagna per qualcosa che succede sotto (subsidenza, …).
Gli strumenti per monitorare possono essere tanti e quello che accumuna ogni situazione è la ripetizione nel tempo delle misure.
La precisione del controllo può già fare una discriminazione.
Se devi controllare spostamenti millimetrici di un muro sottoposto alla spinta del terreno userai probabilmente una stazione totale con delle mire installate (per bene), stando attento alla sua posizione e con un occhio alla precisione angolare strumentale.
Se vuoi sapere di quanto si è alzato il piano campagna di una discarica in un anno va benissimo una misura di punti discreta fatta con un GPS RTK così come un’elaborazione fotogrammetrica fatta da drone.
Il caso di Camogli pone l’attenzione anche sul “quante misure fare nel tempo“.
Il fatto di sfruttare una rete GNSS che elabora dati in continuo permette di accedere alle letture dei singoli nodi con una frequenza piuttosto alta (si può calibrare in fase di installazione ma può arrivarea ad essere anche di qualche ora).
A Camogli mi sono occupato personalmente, insieme ad Alessandro Scannapieco, dei rilievi 3D (fotogrammetrici e laser scanner) di tutta la porzione di costa, fatti in due momenti differenti, da cui si sono potuti vedere movimenti macroscopici (l’ordine di grandezza è quello dei 10 cm) che hanno permesso poi di fare valutazioni successive per la scelta dei punti di installazione dei sensori GNSS del monitoraggio di precisione.
Ma i casi applicativi possono essere molti di più.
Si potrebbe monitorare uno spostamento millimetrico anche con tecniche fotogrammetriche oltre che scansioni laser, pur di fare attenzione all’istituzione del sito ed alla presa dei dati.
Così come alcuni limiti possono guidare la scelta in un senso o in un altro (un sistema “GNSS based” non può funzionare indoor…).
Credo anche che sia rilevante l’aspetto della responsabilità di chi restituisce un dato da monitoraggio.
Spesso questi dati sevono per scelte progettuali, decisioni di sicurezza e protezione civile per niente banali.
Vale la pena “metterci la testa”.
Io non sono un esperto di monitoraggi, anzi non lo sono per niente, ma il tema della misura legata, in qualche modo, alla “quarta dimensione”, quella del tempo, mi affascina molto.
Se hai contributi, commenti o esperienza da convididere fallo assolutamente perchè il tema è interessante!
Grazie!
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