Il marmo bianco di una cava può ingannare l’esposimetro di una macchina fotografica, che scatta foto per una ricostruzione structure from motion.
La maggior parte delle fotocamere che usa la maggior parte delle persone che fanno questo tipo di lavoro hanno un esposimetro “a luce riflessa“.
Significa che l’esposizione di una fotografia viene valutata sulla luce che rimbalza sul soggetto e ritorna indietro al sensore.
Non è una misura molto precisa ed è un po’ ballerina.
Il marmo bianco riflette tanta luce, specialmente se il cielo è sereno.
E questo può ingannare l’esposimetro, portando la macchina fotografica a sottoesporre l’intera immagine.
Se per l’area di escavazione non è un grosso problema, potrebbe esserlo per le parti marginali che rischiano di trovarsi molto più buie.
Questo vale non solo per il marmo ma anche in altri contesti: spiaggia bianca, lamiere di acciaio in ambito urbano (con tanto asfalto), …
Di solito scatto fotografie in modalità (semi)automatica (a priorità di tempi di scatto).
È meglio impostare la misurazione dell’esposizione affinchè la camera faccia una media di tutti i pixel dell’immagine (“Matrix” o “centrale ponderata“), piuttosto che scegliere la modalità “spot/punto centrale”.
In questo modo eviti che tra le foto del dataset ci siano grandi differenze di esposizione in relazione a misure fatte su un punto di una bancata o su una parte di versante.
Puoi scegliere la modalità “Esposizione Manuale” ma ti consiglio di usarla SE E SOLO SE hai un esposimetro (esterno) a luce diretta che ti permette di giudicare a terra l’intensità reale della luce incidente sulla scena.
Tuttavia, anche in questo caso stai attento ad eventuali ombre nella scena (che potresti non aver contemplato durante la misurazione) e da come cambia l’intensità della luce durante l’acquisizione fotografica.
Nell’arco di una giornata può variare non poco.
Fotografare in formato RAW aiuta a correggere errori e differenze (contenuti).
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