Un rilievo integrato

17 Gennaio 2020
Un rilievo integrato alle 5 Terre

Questo articolo è il racconto di un rilievo integrato dove sono state usate (quasi) tutte le tecniche topografiche:

  • Aerofotogrammetria da drone;
  • misure GNSS;
  • rilievo con Stazione Totale;
  • Laser Scanner.

NON ESISTE LO STRUMENTO “DEFINITIVO”

Eh già, non c’è (ancora) lo strumento topografico definitivo!
Quello che rileva le coordinate assolute, collima punti a chilometri di distanza, genera nuvole di punti densissime e colorate e scatta foto per poi coprire una mesh 3D (che ha calcolato dai punti) con il vestito della texture.

Nel 2020 io non l’ho ancora trovato.
Se c’è, ti prego, fammelo sapere!
E posta anche il link a cui trovarlo.
🙂

E allora credo che l’integrazione tra tecniche di rilievo diverse sia la migliore scelta per superare i limiti di ciascuno strumento di misura.
Ed ottenere i migliori risultati.

Non sono mai riuscito a usare tutte le tecniche di rilievo insieme.
Spesso non ce n’era necessità.
(E poi io non ho un laser scanner…).
Ma qui ce l’ho fatta!
E questo lavoro mi ha dato la prova concreta che l’integrazione porta grandi risultati.

…Questo concetto si potrebbe estendere anche alla società…
🙂

UN PROBLEMA DI “ATTRACCO“

Manarola è il secondo borgo delle 5 Terre che incontri camminando (o navigando) da Sud a Nord.
È piccolo, come tutte le altre 4 Terre.
Ma molto caratteristico.
Come tutte le altre 4 Terre

Si arrocca, in parte, su un promontorio roccioso che si allunga in mare, definendo la piccola baia e lo scalo marittimo.

Il turismo è la principale risorsa di questi posti.
E di turisti ne arrivano davvero tanti.
Da tutte le parti del mondo.
Ed in tutti i mesi dell’anno.

I “barconi”, battelli che d’estate navigano da un paese all’altro e li collegano con La Spezia, non riescono ad entrare in porto.
Non c’è spazio.
Ed allora, a Manarola, fanno sbarcare i passeggeri all’esterno della scogliera frangiflutti, su un banchina costruita per l’occasione.

I turisti percorrono poi, a piedi, cento metri che li portano in paese.

Scalo marittimo di Manarola

E proprio questi cento metri (in realtà sono un po’ meno) sono la causa del rilievo che ti racconto.

Sì, perchè il percorso è al piede di una falesa rocciosa, che in passato aveva già dato segni di crolli con annessa un po’ di caduta massi.
Ci sono opere di consolidamento e di protezione attiva e passiva: chiodi profondi, barriere paramassi e reti di placcaggio.
Ma le persone che ci passano, ogni giorno, tra maggio e settembre, sono davvero tante.
Ed il Comune di Riomaggiore, a cui fa capo Manarola, ha deciso di vederci chiaro, affidando l’incarico per uno studio di dettaglio delle criticità della parete di roccia.
Ed il progetto della messa in sicurezza delle aree dal dissesto idrogeologico.

Parete rocciosa nello scalo di Manarola

Io ho seguito il rilievo.
Un rilievo integrato.

In questo articolo ti racconto le attività di campo.
Ed anche un pochino di elaborazione dati.

AEROFOTOGRAMMETRIA DA DRONE

Un rilievo ha sempre un obiettivo.
In questo caso si trattava di caratterizzare la parete di roccia per permettere di:

  • misurarla e valutarne le dimensioni;
  • descriverla in modo accurato nella sua morfologia;
  • censire le opere di consoliadamento presenti;
  •  studiare i dissesti;
  • modellare la caduta massi;
  • progettare gli interventi di messa in sicurezza;
  • concretizzare un progetto esecutivo e permettere la cantierizzazione dei lavori.

Una volta centrati obiettivo e criticità si scelgono le tecniche operative e gli strumenti da usare in campo.

Tra questi ce n’è sempre uno/a che è il principale.
È preponderante rispetto agli altri.
E darà i risultati più rilevanti.

In questo caso si tratta dell’aerofotogrammetria da drone.

Ho scelto di affidarmici per costruire un modello tridimensionale del fronte, condito dalle informazioni delle fotografie digitali.
È una buona scelta per questo caso operativo.
Si tratta di roccia e di fabbricati, con una minima presenza di vegetazione bassa (per altro nella parte superiore, di contorno alla roccia).
Le foto avrebbero ripreso gli elementi effettivamente significativi per gli studi specialistici e per il progetto.
E sarei stato in grado di elaborarli per farne un modello 3D.
(In realtà, avrebbe fatto tutto il software!)

Ho scelto il drone!
Come, per altro, mi capita spesso…

Ma l’aerofotogrammetria da sola non ce la fa.
Non basta per dare risultati attendibili.
È per questo che questo articolo si chiama: un rilievo integrato.
Perchè si sono usate più tecniche e strumenti.
Ed ognuno ha messo in campo i suoi vantaggi.

La fotogrammetria è stata integrata con la misura satellitare GNSS, il rilievo con stazione totale ed il rilievo laser scanner.

Ma forse è meglio procedere con calma ed ordine!

SVEGLIA PRESTO!

Il rilievo è stato fatto a Luglio (2019).
Idealmente si sarebbe dovuto aspettare l’autunno, ma c’era urgenza (…come sempre…) e non c’è stato modo di attendere giorni migliori.

Se c’è sempre tanta gente alle 5 Terre, a Luglio e ad Agosto ce n’è di più.
Molta di più.
Durante i weekend la situazione rischia letteralmente di sfuggire di mano!

Per poter volare in tranquillità con un drone ed evitare un dispiego enorme di forze per bloccare tutti gli accessi ed impedire il transito alle persone, l’unico momento di calma sfruttabile è stato il mattino presto.
Molto presto.
Alle 6 ero in campo.
Ed avevo, al massimo, un paio d’ore per iniziare e finire i sorvoli.
I primi treni e battelli sarebbero arrivati intorno alle 8:00.

Ho scelto di utilizzare il DJI Phantom 4 Pro.
Non è un mezzo inoffensivo.
E non ci sarebbe dovuto essere nessuno intorno.
Meglio lavorare quando c’è pochissima gente e contrallarla con sofrzi minimi.

Inoltre, la parete da rilevare era esposta a Ovest.
Ad una certa ora (che in estate è “presto“) il sole sarebbe sorto da Est, alle spalle della falesia, rendendo problematiche le foto frontali per via della luce diretta in camera che crea i terribili (per la fotogrammetria) flare!

Insomma si doveva fare presto.

Caruggi del borgo di Manarola - 5 Terre

NOTA LOGISTICA

Lo scalo marittimo di Manarola non è assolutamente raggiungibile con i mezzi.
La macchina era parcheggiata un chilometro e 100 m di dislivello più a monte.
L’avvicinamento all’area del rilievo è avvenuto a mo’ di sherpa: con doppio zaino, tracolle, aste e appendini vari!

🙂

TARGET A TERRA

La prima attività in campo è stata quella di mettere a terra i target ad alta visibilità per i punti di appoggio e controllo del processo fotogrammetrico.

Li avrei rilevati con un ricevitore GNSS.

Target artificiali per rilievo fotogrammetrico lungo banchina

Non c’era modo di metterli in posti diversi che non fossero lungo la banchina al piede della falesia.
Le altre aree non erano in alcun modo accessibili.

Questo presentava due problemi:

  1. Multipath nel calcolo delle coordinate dei punti con GPS (lo so, si dovrebbe dire GNSS…);
    La parete di roccia potrebbe sporcare la ricezione delle informazioni dai satelliti da parte del ricevitore con una serie di rimbalzi non controllati prima di raggiungere l’antenna.
  2. Carenza di vincoli al modello nell’elaborazione fotogrammetrica.
    Se devi ricostruire un elemento che si sviluppa, pevalentemente, in verticale, come questa falesia, avere dei punti noti solo alla base può innescare un “effetto bandiera” che potrebbe far allontanare i punti del modello 3D, lontani dalla base, dalla loro posizione reale, perchè non vincolati in nessun modo.

Il problema del Multipath è in parte mitigato dall’impiego di ricevitori satellitari a doppia frequenza (L1 e L2).
Ed inoltre ho fatto, per ogni punto, misure intervallate nel tempo ed acquisizione prolungata per ciascuna di esse.

Il problema dell’effetto bandiera si risolve integrando delle misure di punti noti sugli elementi verticali, da inserire durante l’elaborazione fotogrammetrica.
E qui entrerà in gioco un altro strumento.
Ma non bruciamo le tappe!
🙂

LA PRESA FOTOGRAFICA

La prima vera attività di acquisizione dati è stato il sorvolo con drone e la presa fotografica.

Drone DJI Phantom 4 Pro

Ho volato in manuale.
Le missioni di volo automatico non mi piacciono molto in questi casi.
E, parere mio, non sono molto efficaci.

Ho scattato fotografie nadirali, frontali ed oblique, inclinate di 45° rispetto all’orizzontale.
Più o meno sono sempre stato ad una distanza di circa 30 m dalla parete.
L’obiettivo dell’acquisizione era quello di rispettare un GSD (Ground Sampling Distance) di 1 cm/pixel.

In questo modo avrei avuto un dataset completo per tutti i settori della falesia e sufficientemente dettagliato per gli scopi del rilievo.

Ripresa aerea dello scalo marittimo di Manarola

Ho scattato 420 fotografie.

MISURE GNSS

Ho finito i voli prima dell’affluenza delle persone.
Ma ho ricevuto lamentele (giuste!) da parte di qualcuno che dormiva con le finestre aperte e che è stato svegliato con il rumore delle eliche del Phantom in volo al mattino presto.
Avete ragione!
Ma non potevo fare diversamente.
Mi dispiace!
🙁

Dopo i voli, sono passato alle misure delle coordinate dei punti a terra.
Le ho fatte con un ricevitore GNSS in modalità nRTK, con collegamento alle basi fisse della rete SmartNet di Leica (ex Italpos).

Ricevitore satellitare in misura di un GCP

Nonostante la collina alle spalle, avevo tutto libero a Sud (dove la concentrazione di satelliti è maggiore) e sono riuscito ad ottenere buone precisioni per le coordinate dei target: 3 cm nella misura orizzontale e 4 cm in quella verticale.
Sono valori del tutto accettabili con gli obiettivi della restituzione.
Non si trattava di un monitoraggio e non avevo bisogno di misurare i millimetri.

I punti non erano molto distanti tra loro ed ho fatto misure ripetute dei target.
Una volta battuti tutti una volta, sono ripartito dal primo e li ho rilevati di nuovo.
E così per un’altra volta.

In questo modo ho potuto controllare se ci fossero misure sballate per effetto del multipath.
Ad una certa distanza temporale una dall’altra.
Non è un modo molto rigoroso ma è comunque un controllo ulteriore che ho deciso di prendermi per evitare errori (anche decimetrici) di qualche misura.

Ho stazionato su ogni punto per un po’ di tempo, acquisendo fino a 300 epoche di misure dai satelliti, per rendere il dato non più preciso ma più affidabile.

Oltre ai target piazzati alla base della falesia ne ho posizionati altri 3 in altrettanti punti dello scalo.
Sarebbero serviti per orientare la stazione totale, che ora entra in gioco.

Ho lavorato con il mio rodato Geomax Zenith 20.
Da quanto mi pare di leggere online è fuori produzione, ma si comporta sempre molto bene!

STAZIONE TOTALE + LASER SCANNER

Foto: fatte.
Misure dei target al piede della parete: prese.

Dovevo ancora rilevare un po’ di punti nelle parti in elevazione della falesia, per avere un dei buoni vincoli anche in alto.

Non c’era modo di arrivarci, a piedi, con l’antenna del GPS.
L’unica cosa da fare era affidarsi alla misura celerimetrica fatta con stazione totale e collimare, senza l’uso del prisma, elementi che sarei poi stato in grado di ritrovare nelle fotografie del dataset scattato da drone.

E qui entra in gioco un nuovo strumento: la stazione totale SX10 di Trimble.

Era un po’ di tempo che volevo incontrarmi con Marco Pellegrino – Sales Engineer di Trimble – per provare con loro questo strumento, uscito da poco e molto promettente.
Non eravamo riusciti a coordinarci prima ed allora abbiamo sfruttato una sua demo a Genova, insieme a Luca Gusella, il giorno prima del mio rilievo, per trovarci finalmente in campo.

La SX10 è una stazione totale robotica e motorizzata che integra un laser scanner ed una serie di fotocamere.

Trimble SX10

STAZIONE TOTALE

Se mi chiedessi che cos’è prima di tutto, ti direi senza dubbio che la SX10 è una stazione totale.
Che poi è quello che era necessario usare in questo caso!

Lo è per quello che fa e per il suo approccio topografico (rigoroso).

Ha bisogno di essere orientata, preventivamente, per poterti dare misure che abbiano un senso con tutto il lavoro che stai facendo.
E l’abbiamo fatto sfruttando i target rilevati con l’antenna GNSS.

Puoi fare le classiche, ma robustissime, poligonali per collegare diversi punti di stazione tra loro e tutte le misure (o scansioni) che farai da ognuno di loro.

L’esperienza dell’utente è un po’ diversa dalla “classica” stazione totale.
Non c’è alcun oculare in cui guardare per collimare i punti.
Lavora sulla base di un grosso e pesante palmare/controller, che sembra il cockpit del Millenium Falcon, aiutato da cinque fotocamere che ti permettono di vedere ed agganciare tutto quanto, a livelli di zoom diversi (da grandangolo a super mega teleobiettivo).

All’inizio è un po’ strano.
Poi però ci si prende la mano e tutto funziona bene!

Con la SX10 abbiamo collimato una serie di punti ditribuiti sulla parete.
Ci siamo messi in una posizione vantaggiosa, da cui si poteva vedere bene tutto quanto.
Abbiamo scelto la passeggiata pedonale che chiude la baia di Manarola e sta proprio (quasi) di fronte alla parete da studiare.

Trimble SX10 a Manarola

Abbiamo rilevato gli spigoli delle cornici delle finestre delle abitazioni proprio sopra la falesia.
E poi abbiamo preso le misure delle coordinate dei chiodi di consolidamento in roccia.
Sono tutti elementi che sarei stato in grado di ritrovare nel dataset fotografico scattato da drone.

Ogni volta che misuri un punto puoi dire alla stazione totale di scattare una foto, ad altissimo ingrandimento e risoluzione spinta, che rimane sempre consultabile nei dati tramite il software proprietario di elaborazione (te ne parlo brevemente dopo).

LASER SCANNER

Vista la posizione in cui abbiamo messo in stazione lo strumento, abbiamo sfruttato anche la tecnologia laser scanning.

La SX10 ha infatti uno scanner integrato (a tempo di volo) che ti permette di arrivare a precisioni decisamente spinte sui punti misurati.

Non ti aspettare però una valanga di punti al secondo.
Non li avrai.
Perchè lo strumento non li emette (e non li registra).
Se un laser scanner puro arriva a milioni di punti al secondo, la SX10 sta abbondantemente un ordine di grandezza indietro.
Si tratta di decine o centinaia di migliaria di punti (dipende dalla risoluzione).
Che non sono comunque pochi!

Il vantaggio, oltre alle precisioni, sta nell’approccio topografico dello strumento.
La nuvola di punti (colorata per via della presenza delle fotocamere di bordo) è gia orientata correttamente nello spazio 3D e più scansioni, fatte lungo le stazioni di una poligonale, non hanno bisogno di nessuna registrazione a posteriori.
Si agganciano immediatamente.
Coordinate e sistemi di riferimento lavorano per noi.

Scansione laser da Trimble SX10

Abbiamo lanciato due scansioni, dalla stessa posizionee:

  1. la prima, ad alta risoluzione, per la sola parete oggetto del rilievo;
  2. la seconda, a bassa risoluzione, a 360° intorno alla stazione per rilevare tutto quanto ed inquadrare l’intera baia nella nuvola di punti.

Le fotografie scattate dalle camere della SX10 si portano dietro l’informazione di posizione e si “spalmano” in automatico sul modello tridimensionale della nuvola di punti.
Questo ti permette di avere una sorta di foto 3D, misurabile ed interrogabile.

L’approccio topografico ti permette di vedere ed interrogare i dati, in tempo reale, direttamente in campo.

FINE LAVORI ED ELABORAZIONE DATI

Dopo le scansioni laser, il rilievo integrato si poteva dire concluso.

Erano le 10:30 del mattino.
E le persone iniziavano ad essere tante!
🙂

Da qui sarebbe inziata l’elaborazione dei dati.

WORKFLOW

Questo articolo non è il luogo ideale dove entrare nel dettaglio dell’elaborazione dati.
Diventerebbe lunghissimo!
Se hai curiosità scrivimi che possono nascere degli articoli Spin Off!

Però mi sembra giusto dirti, per punti sintetici, che cosa ho fatto indoor.

Quindi:

  1. Ho scaricato i file RAW delle fotografie e li ho importati nel software di sviluppo fotografico Adobe Lightroom.
  2. Li ho trattati, ottimizzandoli per il processo fotogrammetrico, e li ho esportati in formato JPG.
  3. Ho creato un nuovo progetto fotogrammetrico dentro il software Agisoft Metashape Pro.
  4. Ho caricato le foto ed ho lanciato l’allineamento per la generazione della nuvola sparsa.
  5. Ho scaricato i dati dal ricevitore GNSS relativi alle misure dei target.
  6. Ho trattato le coordinate con il software Convergo ed i grigliati IGM per passare da Latitudine, Longitudine e Quota Ellissoidica a Nord, Est e Quota Ortometrica (nel sistema di riferimento ETRF2000).
  7. Ho corretto (con il preziosissimo aiuto di Luca Gusella) l’orientamento della stazione totale sulla base delle coordinate dei punti, appena trattate, ed abbiamo aggiornato, automaticamente ed in pochissimo tempo, tutti i dati registrati dalla SX10 (misure topografiche e scansioni laser).
  8. Ho estratto dal software di elaborazione dei dati di Trimble (Trimble Business Center – te ne accenno tra poco) tutte le coordinate dei punti sulla parete rocciosa e sui fabbricati, che sarebbero diventati punti di vincolo del progetto fotogrammetrico.
  9. Ho inserito i punti di appoggio e di controllo nel software di fotogrammetria ed ottimizzato l’allineamento delle camere.
  10. Ho controllato le accuratezze in output (circa 5 cm) e lanciato la generazione della nuvola di punti densa.
  11. Ho generato il modello tridimensionale formato da mesh triangolare + texture.
  12. Ho esportato i dati, li ho condivisi online e li ho consegnati.

Fine del processo!

TRIMBLE BUSINESS CENTER

Credo di averlo usato (in versione trial) per il cinque per cento delle sue potenzialità.
Ma, per quel poco che ho potuto vedere, il software Trimble Business Center (TBC) mi è sembrato molto interessante.
È un programma che riceve, organizza ed integra tutti i dati derivanti da strumenti diversi.

Ho importato i dati della SX10 in TBC: scansioni laser, fotografie e misure celerimetriche.

Nuvola di punti da scansione laser in Trimble Business Center

Una volta lì dentro, si possono interrogare ed integrare in modo facile e molto efficiente.

Mettiamo che dalla nuvola di punti del laser scanner mi accorga di un punto interessante da integrare nel progetto fotogrammetrico.
Un nuovo GCP.
Tuttavia quel punto non l’ho battuto in campo, collimandolo con la stazione totale.
In TBC posso sfruttare i dati georeferenziati per snappare sulla nuvola di punti e generare un nuovo punto topografico che diventerà un nuovo punto di vincolo per la fotogrammetria.

Estrazioni di punti da Trimble Business Center

In TBC sono un sacco di altre funzioni, opzioni e processi che supportano il topografo.
Non posso raccontarteli perchè non li ho provati (ed il periodo di prova è finito).
Magari se ci saranno altre occasioni te ne riparlo…

RISULTATI

Per concludere il racconto di questo rilievo integrato ti condivido uno screenshot della nuvola di punti densa.

Screenshot della nuvola di punti densa di Manarola

Questa è la nuvola di punti caricata online per la condivisione dei dati e la sua lettura immediata tramite browser.
Purtroppo non posso incollarti il link “attivo“, per motivi legati all’incarico.

Posso però linkarti il modello 3D, mesh+texture, non misurabile, che ho caricato sull’account Sketchfab.


​

Manarola-Extended
by paolocorradeghini
on Sketchfab

INFINE…

Nessuno strumento è migliore di un altro.
Ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Dove uno va alla grande, l’altro arranca e non ce la fa.
E viceversa.

Credo che l’approccio del rilievo integrato sia il migliore per affrontare un lavoro.

Non sarà il più comodo.
Gli strumenti pesano, ingombrano e vanno trasportati.

Né il più economico.
La tecnologia, le capacità, l’esperienza e le forze in campo si pagano.

Ma è sicuramente quello che ti permette di arrivare ai risultati migliori.
E per migliori non intendo “belli” ma affidabili, robusti, verificati e veificabili, solidi ed attendibili.

Dopo tutto stiamo parlando di rilievi topografici!

Spero che ti abbia fatto piacere leggere questo articolo.

Se ti va, fammelo sapere!

A presto!

Paolo Corradeghini

GRAZIE A…

Marco Pallotta per l’opportunità di provare in campo la SX10 su un caso operativo e concreto;

Marco Pellegrino per il confronto, la disponibilità e gli aggiornamenti costanti e per aver accettato di raggiungermi a Manarola;

Luca Gusella per la guida operativa e le spiegazioni in campo e per la pazienza ed il costante supporto durante l’elaborazione dati rilevati.

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LAVORI  / RILIEVI

Paolo Corradeghini

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13 Comments


Maurizio
20 January 2020 at 10:49
Reply

Grazie per aver condiviso questa esperienza. Un rilievo veramente eccezionale. Immagino che poi con ClaudCompare si possa estrarre i dati geomeccanici della parete rocciosa
complimenti ancora



    Paolo Corradeghini
    20 January 2020 at 10:57
    Reply

    Grazie Maurizio!
    Non ne ho parlato in questo articolo perchè sono analisi e attività che fanno già parte dello studio della parete e delle attività di progettazione, ma con Cloud Compare si può senz’altro estrarre le informazioni geomeccaniche della roccia.
    Ciao!

    Paolo

Francesco
20 January 2020 at 11:26
Reply

rilievo dettagliatissimo…..ottima spiegazione……condivido per il volo libero con il drone(in verticale)…..magari si impegna un po più tempo ma a volte sul momento si fanno traiettorie che aiutano a coprire particolari che non si erano considerati



    Paolo Corradeghini
    21 January 2020 at 9:24
    Reply

    Grazie Francesco!
    In effetti nel volo verticale per la ricostruzioni di pareti dritte o facciate di edifici, a mio parere, il volo manuale è ancora la scelta più cautelativa.

    A presto!
    Paolo

Carlo
21 January 2020 at 8:58
Reply

E bravo Paolo! Non ti smentisci mai, sempre sul pezzo e sempre in modo professionale. Complimenti



    Paolo Corradeghini
    21 January 2020 at 9:23
    Reply

    Ciao Carlo,
    grazie!

    Paolo

Julien Crippa
21 January 2020 at 10:23
Reply

Ciao Paolo. molto interessante.
Non mi é chira una cosa nel tuo workflow… la nuvola di punti finale é un ”miscuglio” della nuvola della stazione trimble + dense cloud fotogrammetrica o solo quest’ultima?
Capisco che hai usato la stazione trimble per ottenere dei GCP aggiuntivi, ma non mi é chiaro come hai usato le due scansioni. grazie



    Paolo Corradeghini
    21 January 2020 at 16:09
    Reply

    Ciao Julien,
    grazie per il tuo commento.

    La nuvola di punti finale è solo quella fotogrammetrica.
    La nuvola di punti laser scanner è servita per avere a disposizione un dato denso e completo della parete da cui estrarre punti di controllo sulle parti verticali per il processo fotogrammetrico.

    Al fine di realizzare una scansione completa della parete, per poter essere utilizzata per studio e progettazione, avremmo dovuto fare diverse stazioni con la SX10, per evitare le “ombre” e, in alcuni casi, non si sarebbe riuscito a coprire tutto quanto.

    Ecco perchè la scelta dell’aerofotogrammetria da drone è stata la prima scelta per questo rilievo.

    Spero di averti risposto.

    A presto!

    Paolo

Julien Crippa
22 January 2020 at 9:46
Reply

Ciao Paolo,
Grazie per la risposta (non riesco a rispondere direttamente al tuo commento).
Hai mai provato ad utilizzare entrambe le nuvole di punti per creare una nuvola ancor più densa o semplicemente andando a integrare le mancanze dell’una con l’altra? Una specie di metodo ibrido a tutti gli effetti.
Io ho provato a combinare l’output di Photoscan con quello di scene(faro) direttamente in scene e/o in cloud compare e raffinato l’allineamento con un cloud to cloud. Era stato molto macchinoso.
Alcune volte abbiamo alte precisioni ma incompletezza e dobbiamo integrare con un rilievo aereo fotogrammetrico. Esempio: edificio il cui tetto é inaccessibile.
Mai provato? Idee? Fammi sapere.



    Paolo Corradeghini
    23 January 2020 at 10:44
    Reply

    Ciao Julien (devo decidermi a sistemare il sistema di risposta del blog!)

    Sì, mi è capitato di integrare la nuvola di punti laser scanner con quella fotogrammetrica.
    È un caso abbastanza tipico nella modellazione di fabbricati, come hai citato tu, dove lo scanner riesce a fare tutti i prospetti ma potrebbe non arrivare sul tetto.
    Ed allora si puà impiegare un drone e le tecniche aerofotogrammetriche per integrare la nuvola di punti.

    È importante che ci siano zone di sovrapposizione tra le due nuvole diverse per permettere la registrazione e sarebbe altrettanto opportuno che i sistemi di riferimento siano gli stessi.

    I risultati sono ottimi ed una tecnica completa i buchi dell’altra.

    Anche se non è un pratica che faccio molto spesso (non ho un laser scanner…) tendenzialmente esco da Metashape per queste procedure.
    Preferisco lavorare in un software specifico per la gestione delle nuvole di punti.
    Credo che funzionini meglio, essendo nati per quello.

    Spero di aver risposto alla tua domanda.

    A presto!

    Paolo

Umberto Guardascione
26 May 2020 at 0:41
Reply

Ciao Paolo,

ottimo rilievo ed ancor più bella la spiegazione.

Io mi sono ritrovato in una zona simile (Porto di Palinuro) a dover fondere dati MultiBeam con dati aerofotogrammetrici.

Il risultato è stato molto bello (ma io sono di parte 🙂 ).

Nel caso ti capiti mai un lavoro del genere sarei curioso di vedere il tuo approccio.

Quasi quasi ci scrivo un articolo su quel lavoro. Sei di ispirazione 😉



    Paolo Corradeghini
    9 July 2020 at 15:17
    Reply

    Ciao Umberto,

    mi piacerebbe molto avvicinare l’aerofotogrammetria con output di batimetrie MultiBeam, così come i risultati delle indagini geologiche 3D.

    Lavorare con nuvole di punti se georeferenziate permette di semplificare davvero molto il processo di gestione di dati da sensori diversi.

    Condividi il link al tuo articolo quando è pronto!
    😉

    Ciao!

    Paolo

gianfranco
23 August 2020 at 11:03
Reply

ciao Paolo, anche da neofita principiante evo dire che la tua sintesi sull’integrazione strumentale è da manuale. Complimenti. ma credo che per il 90% degli incarichi il laser scanner sia ridondante…



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    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_0PF3y_NvL0w Lo strumento "Georeferenziatore" di QGIS ti permette di elaborare anche dati vettoriali.

Ti condivido la procedura all'interno di questo video dove tratto un dato DXF,  insieme ad una lista di coordinate di punti noti.


Qui trovi un video dove ho usato il Georeferenziatore per sistemare un raster: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.


0:00 Intro
0:56 I dati
1:33 Il Georeferenziatore
2:30 Punti e coordinate
3:51 Assegnare le coordinate
5:30 Il processo di georeferenziazione
6:29 QGIS in Azione
7:38 Errori
8:52 I parametri di trasformazione
9:52 I dati georeferenziati
10:27 Considerazioni
11:02 GTER
12:33 Outro
    Lo strumento "Georeferenziatore" di QGIS ti permette di elaborare anche dati vettoriali.

Ti condivido la procedura all'interno di questo video dove tratto un dato DXF,  insieme ad una lista di coordinate di punti noti.


Qui trovi un video dove ho usato il Georeferenziatore per sistemare un raster: https://youtu.be/p1pVECtsDPE 


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica
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1:33 Il Georeferenziatore
2:30 Punti e coordinate
3:51 Assegnare le coordinate
5:30 Il processo di georeferenziazione
6:29 QGIS in Azione
7:38 Errori
8:52 I parametri di trasformazione
9:52 I dati georeferenziati
10:27 Considerazioni
11:02 GTER
12:33 Outro
    In questo video ti condivido un po' di informazioni su uno dei comandi principali e più importanti di CloudCompare: la Segmentazione.

Segmentare una nuvola di punti significa tagliarla/ritagliarla in relazione a quello vuoi mantenere, eliminare o separare.

Se dovessi elencare, in ordine di priorità, i tools più significativi di CloudCompare, la Segmentazione sarebbe nella top 3, combattendo seriamente per il primo posto.
E ti consiglio di farci un po' di pratica perchè permette di essere molto efficienti nella gestione delle nuvole di punti.

Spero che questo video possa aiutarti.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:40 Orientare la nuvola
1:18 Poligono di taglio
2:28 Segment In
3:30 Terminare il ritaglio
4:50 Segment Out
5:34 Eliminare i punti nascosti
6:34 Mettere in pausa
9:05 CloudCompare on Demand
10:00 Annullare un'azione
11:05 Selezione rettangolare
11:31 Ritagliare con una polilinea
13:19 Salvare il poligono di ritaglio
15:35 Come funziona la segmentazione
19:07 Usare le polilinee di segmentazione
21:00 Esportare una selezione
22:30 Rinominare i risultati
23:18 Riunire nuvola segmentate
24:47 Outro
    In questo video ti racconto il rilievo, l'elaborazione e la condivisione dei dati di un sito "mistico": il sito megalitico della Farfalla Dorata, nei Monti di San Lorenzo.

Ho scelto un approccio integrato usando un'antenna GNSS per battere le coordinate di target, necessari per la georeferenziazione (che è importante!), uno SLAM per acquisire una nuvola di punti (da cui estrarre informazioni a posteriori) ed una fotocamera per una presa fotogrammetrica.

Si è trattato di un "rilievo leggero".
La logistica mi ha richiesto di camminare su sentieri escursionistici e, pertanto, tutta la strumentazione è stata in uno zaino.

L'elaborazione ha preso tutti i dati in campo per creare un modello 3D, orientato, scalato, georeferenziato e texturizzato delle rocce di questo sito millenario.

Lo puoi esplorare qui: https://skfb.ly/pBKMO


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


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0:00 Intro
0:28 La Farfalla Dorata
2:44 La logistica
3:30 I target e la misura GNSS
7:59 Il rilievo SLAM
11:19 Le fotografie
14:03 Fine del rilievo
14:20 Elaborazione SLAM
18:35 I punti per la fotogrammetria
20:04 La fotogrammetria
27:09 Confronto tra nuvole di punti
28:56 Gaussian Splatting
30:57 Outro
    C'è la possibilità di scaricare nel tuo QGIS i file vettoriali di Open Street Map.
Sono dati liberi, appartenenti ad un progetto grande e molto virtuoso e ci sono alcuni modi per poterli ottenere.

Quello che ti offre l'esperienza più ampia e completa è il plugin "Quick OSM (Open Street Map)".
Oltre a scaricare i dati organizzati in alcuni preset, puoi applicare dei filtri di ricerca molto avanzati per scaricare solo quello che ti interessa davvero.

Ti parlo di questo e di altri modi utilizzabili, oltre a dirti qualcosa sull'enorme progetto di Open Street Map, un database geografico mondiale aggiornato direttamente dagli utenti della comunity. 


Qui ci sono i link che ho citato nel video:
Open Street Map: https://www.openstreetmap.org/
Il Plugin Quick OSM: https://docs.3liz.org/QuickOSM/
Categorie e Tag di OSM (inglese): https://wiki.openstreetmap.org/wiki/Map_features
Categorie e Tag di OSM (italiano): https://wiki.openstreetmap.org/wiki/IT:Map_Features
Servizio online: https://extract.bbbike.org/


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0:00 Intro
0:41 Il plugin Quick OSM
1:28 I preset di dati
3:05 I dati scaricati
4:59 QGIS in Azione e GTER
8:08 Le query di ricerca
8:40 Categorie a Tag dei dati
10:48 Cercare dati specifici
12:19 Intersezione di ricerca
14:16 Unione di ricerca
16:03 Open Street Map e i dati osm
18:49 Servizi online
20:10 Outro
    In questo video ti mostro come georeferenziare una nuvola di punti in Cloud Compare.

Devi avere due cose:
la nuvola di punti;
punti/elementi/cose riconoscibili nella nuvola di punti di cui conosci le coordinate nel sistema di riferimento di destinazione.

Si utilizza lo strumento di "allineamento tra nuvole di punti" anche se, di fatto, di nuvola di punti ne hai soltanto una.



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0:00 Intro
0:36 Dati
0:50 I punti noti
2:12 Allineamento
5:11 Gli errori
6:28 Alcuni suggerimenti
8:40 I risultati del processo
12:25 Informazioni extra del tool
13:43 I punti da usare
15:31 Outro
    In questo video porto in campo uno SLAM della categoria "Low Cost".
Si tratta del LiGrip O2 Lite (di GreenValley International) che monta il "famoso
LiVox Mid-360", comune ad altri sistemi simili (200.000 punti al secondo, portata 70 m, precisione del laser 2 cm).

L'ho usato per acquisire i dati all'interno di un bosco in cui è presente un vecchio fabbricato abbandonato, pericolante ed in parte inaccessibile.
Ho usato anche un'antenna GNSS, per acquisire le coordinate di alcuni target, e fornire un output georeferenziato.

Nella prima parte del video ti racconto la parte di campo oltre che le caratteristiche dello SLAM mentre nella seconda ti condivido i dati in output.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Lidar Italia https://www.lidar-italia.it/
Qui puoi iscriverti al Roadshow di Genova del 21 Ottobre 2025: https://tinyurl.com/bp7vkm2m


I DATI
Se sei un finanziatore di 3DMetrica puoi scaricare la nuvola di punti attraverso questo link https://tinyurl.com/slamnelbosco


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


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Qui trovi qualche informazione su Villa Volpara:
https://www.diaritoscani.it/2021/06/12/trekking-nella-storia-la-stamperia-clandestina-di-villa-volpara/


0:00 Intro
0:25 Strumenti leggeri
0:52 Lidar Italia
1:14 Il costo dello SLAM
1:31 Hardware
3:10 App di campo e controllo
4:26 Roadshow Lidar Italia
4:59 Villa Volpara (il Fodo)
5:50 I target e la misura GNSS
6:46 Le scansioni SLAM
9:37 Lidar360 MLS
11:24 La nuvola in output
13:47 Qualità e rumore
17:25 Dal 3D al 2D
18:56 Pregi
23:17 Difetti 
25:49 Outro
    Come si calcola la minima distanza tra le feature di due layer in QGIS?
Qual è la fermata dell'autobus più vicina agli edifici di una città?
Dove sono i parchi urbani più vicini alle scuole?
Quanto è distante il primo punto di raccolta della popolazione (per emergenze di protezione civile) rispetto alle abitazioni?

Questi sono problemi che si possono risolvere con il contenuto di questo video.
Almeno lo spero.

Ti mostro il lavoro (e le possibilità) dello strumento "Shortest lines between features" e si trova tra gli strumenti di analisi vettoriale.

Nella prima parte del video ti mostro come si usa mentre nella seconda parte faccio qualche passo in avanti, filtrando i risultati dell'algoritmo per ulteriori analisi.

Spero possa essere utile.


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0:00 Intro
0:28 I dati
0:53 Shortest line between features
2:49 Lo schema di calcolo
3:33 Le opzioni del tool
5:10 Casi applicativi
6:44 QGIS in Azione e GTER
9:05 Lavorare con i centroidi
10:59 Un caso applicativo
14:51 Outro
    Hai ricevuto due nuvole di punti che riguardano lo stesso sito e che risalgono a due momenti diversi.
E quello è un sito in cui avvengono scavi o riporti o entrambe.

Se vuoi sapere qual è il volume che è stato movimentato puoi portare le nuvole di punti in Cloud Compare ed usare lo strumento per il calcolo del Volume 2.5D.

Te lo faccio vedere in questo video dove ti dico però anche come ottimizzare i dati che stai trattando (ritaglio, sottocampionamento e pulizia del rumore), prima del calcolo volumetrico, e come controllare la "stabilità" del risultato.


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0:00 Intro
0:43 I dati
1:15 Ritagliare le nuvole
3:03 Sottocampionare i dati
4:59 Filtrare il rumore
6:44 Ordinare i dati 
7:23 Calcola il volume
10:05 Analizzo i risultati
12:17 Stabilità dell'output
14:50 Esportare i risultati
18:26 Outro
    Se cerchi un'antenna GNSS che ti permetta di misurare la posizione di punti, con buona precisione, anche centimetrica, e che sia piccolo e performante, forse Trimble Catalyst DA2 può interessarti.

Costa poco, molto poco (520 €), ed è un ricevitore multicostellazione (GPS, Glonass, Beidou, Galileo, QZSS, ...) e multifrequenza (L1, L2, L5, ...), che pesa meno di 350 grammi e lo utilizzi attraverso il tuo smartphone (Android o IOS).

Per poterlo usare (a meno che tu non voglia usarlo in modalità "libera" e con precisioni metriche) è necessario attivare un abbonamento il cui costo mensile varia in relazione alla precisione offerta: 1 cm, 10 cm, 30 cm, 60 cm.

C'è tuttavia la possibilità di acquistare dei pacchetti orari, a costi molto interessanti (130 €/10ore), che ti permettono di avere precisioni centimetriche.
E questo lo rende molto interessante per chi ha bisogno "solo" di misurare coordinate di punti ma di poterci fare affidamento.

Ci sono alcune cose che non si possono fare con questa antenna:
- misura con asta inclinata (non c'è l'IMU);
- tracciamenti;
- rilievi statici per post elaborazione di dati grezzi;
- collegamenti base-rover via radio;
- fornire correzioni a droni RTK

Però con Catalyst si può sfruttare un servizio di Trimble, Trimble RTX, che ti permette di fare misure con precisioni centimetriche (o sub-decimetriche) anche in assenza di collegamento a reti di stazioni permanenti.

Personalmente l'ho consigliato a:
Geologi che fanno indagini in campo e hanno bisogno di localizzare i geofoni o in sondaggi;
Ingegneri o tecnici che lavorano nel dissesto idrogeologico e vogliono misurare la posizione in campo delle opere realizzate (paramassi, fermaneve, opere di consolidamento;
Agronomi o Forestali che censiscono il verde, alberi monumentali, boschi e parchi urbani;
Tecnici che lavorano nell'ambito della fotogrammetria aerea da drone e che vogliono contenere i costi di investimento iniziale avendo comunque a disposizione un'antenna GNSS che gli permette di misurare le coordinate dei target, con buona affidabilità.

Sicuramente dimentico qualcosa o qualcuno.
I commenti sono a tua disposizione!
:)


Qui sotto trovi un po' di link relativi a quello che ti ho raccontato nel video:
Trimble Catalyst DA2 https://geospatial.trimble.com/en/products/hardware/trimble-da2
Spektra e Catalyst https://www.spektra.it/catalyst/
Trimble RTX https://positioningservices.trimble.com/en/rtx


0:00 Intro
0:24 Il costo
0:49 La filosofia
1:12 I costi di abbonamento
1:53 Pay per use
2:54 I pregi di Catalyst
4:31 Catalyst e Smartphone
5:00 I difetti di Catalyst
6:10 Usare un servizio NTRP
6:47 Trimble RTX
7:39 Come usare Catalyst
8:59 Lavorare con altre app
10:40 La misura di un punto 
11:42 Software
12:24 Chi ne può beneficiare
15:07 Per chi (forse) non è indicato
16:09 Perchè uso Catalyst
17:31 Outro
    In questo video ti condivido come fare ad unire tutti i layer di un progetto di QGIS e salvarli in un unico file di formato Geopackage.
Si usa lo strumento "Package Layer" ed è piuttosto semplice.
Funziona con i vettori ma non con i raster e ti crea una copia dei file non permettendoti un'eventuale sincronizzazione dei layer con database esterni.

Il processo è molto veloce e quindi nella seconda parte del video ti dico qualcosa su: layer, vettori, raster e formati di file associati.
Inoltre ti faccio un confronto tra file geopackage e shapefile da cui spero che emergano i vantaggi di usare un geopackage e del perchè la tendenza generale sia quella di abbandonare gli shapefile.


"Package layer" lo trovi descritto qui: https://docs.qgis.org/3.40/en/docs/user_manual/processing_algs/qgis/database.html#package-layers


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0:00 Intro
0:27 I dati di lavoro
0:53 Package Layer
2:56 Carico il file in QGIS
4:07 Due considerazioni sul processo
5:02 QGIS in Azione
7:46 Che cos'è un layer
8:43 Vettori e Raster
9:36 I formati di file
11:30 Shapefile VS Geopackage
15:43 Perchè ha senso raggruppare i layer
17:22 Gli svantaggi del geopackage
18:26 Non si impacchetta un raster
19:16 Geopackage VS Progetto di QGIS
19:51 Outro
    Hai ricevuto una nuvola di punti un po' pesante e non sai se il tuo hardware sarà in grado di gestirla?
In questo video provo a darti delle indicazioni su come snellire il dato dentro il software open source Cloud Compare.

Ti faccio vedere:
Come dividere una nuvola .LAS (o .LAZ) in file contigui e più piccoli.
Rimuovere punti dalle nuvole attraverso il "sottocampionamento".
Eliminare parti che non ti interessano con il "ritaglio".
Togliere il rumore con i filtri "SOR" e "Noise".
Riunire tutte le nuvole elaborate in un unico elemento finale, da salvare.

Spero possa essere utile


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0:00 Intro
1:03 Dividere la nuvola in input
3:20 Metto ordine nel DB Tree
4:34 Sottocampionare le nuvole
7:03 Eliminare parti di nuvole
9:44 Riunire le nuvole in una unica
11:40 Salvare la nuvola finale
12:19 Il progetto CC on Demand
13:26 Lavorare con TXT, PLY o E57
14:36 Rimozione del rumore
16:50 Attenzione alle versioni di CC
17:26 Un pensiero sulle nuvole di punti
18:36 Outro
    In questo video prendo una mappa raster, che non è georeferenziata e, usando QGIS, gli fornisco le informazioni di posizione.

Non ho punti di coordinate note e pertanto mi appoggio alle mappe accessibili online (Google, Bing, OSM, ...) ricercando punti omologhi che vedo nel dato da trattare e nella mappa di riferimento.

Uso il plugin QuickMapServices per sfruttare la base di Google, come riferimento per le coordinate https://plugins.qgis.org/plugins/quick_map_services/
E poi uso il "Georeferenziatore raster (Georeferencer)" per gestire la trasformazione, che può essere una semplice traslazione, una rototraslazione con o senza fattore di scala o trasformazioni con deformazione.
https://docs.qgis.org/3.40/en/docs/user_manual/managing_data_source/georeferencer.html

Nella seconda parte del video approfondisco un po' di più il funzionamento dello strumento di georeferenziazione, analizzando gli errori residuali, le varie tipologie di trasformazione ed i metodi di ricampionamento dell'immagine trasformata.


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0:00 Intro
0:52 QuickMapServices
1:38 Il dato da lavorare
1:58 Georeferenziatore raster
2:39 Scelta dei punti omologhi
4:27 Le informazioni di georeferenziazione
5:18 Avviare la trasformazione
6:33 QGIS in Azione e GTER
8:42 Salvare i GCP
10:36 Errori e dati di trasformazione
13:02 Ottimizzazione della trasformazione
14:47 La tipologia della trasformazione
17:47 I risultati delle trasformazioni
20:19 I metodi di ricampionamento
22:17 Altre impostazioni
23:39 Outro
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