• BLOG
  • INFO
  • PARTNER
  • EBOOK
    • PENSIERI TOPOGRAFICI 2020
    • PENSIERI TOPOGRAFICI 2018-2019
  • SUPPORTAMI

Ponte Morandi (Parte 1) – Rilievi fotogrammetrici e modelli 3D delle ultime pile

21 Ottobre 2020
Rilievo del Ponte Morandi - immagine di copertina

Non ricordo di essere mai stato sotto il vecchio “Ponte Morandi”.
Nemmeno quando frequentavo le numerose piscine di Genova, tra gare di nuoto e partite di pallanuoto.
Sopra invece c’ero transitato tante volte, in auto, prima del 14 Agosto 2018. 

La prima volta che ci sono passato sotto è stato il 13 Giugno 2019, durante un sopralluogo per programmare il rilievo tridimensionale delle pile 10 e 11 della vecchia struttura.
Venerdì 28 Giugno 2019 sarebbero state demolite con un’esplosione controllata.

Ponte Morandi fotografia dell'impalcato dal basso, tra i palazzi di Via Fillak

Questo è il primo di alcuni articoli che raccontano la mia esperienza nella demolizione del ponte Morandi e nella ricostruzione del nuovo ponte Genova San Giorgio. 

E’ una storia lunga più di un anno.
E’ stato bello, sfidante, a volte emozionante, a tratti molto stressante e spesso faticoso.
E come ogni storia mi ha insegnato qualcosa. 

In questo capitolo ti racconto del rilievo fotogrammetrico delle vecchie pile (e di pezzi di impalcato), prima e dopo la loro demolizione. 

Con una piccola parentesi durante (l’esplosione).

 

UN INCARICO ESTERNO 

Tutte le mie attività nel cantiere del nuovo ponte le ho fatte per conto di RINA (nello specifico RINA Consulting e RINA Service).

Nella realizzazione di quest’opera RINA si è occupata di tutto il “project management”, della direzione lavori e del coordinamento per la sicurezza, sia nella fase di demolizione che durante la ricostruzione.
RINA ha lavorato a strettissimo contatto con il Commissario per la ricostruzione (Marco Bucci) e con tutto lo staff della Struttura Commissariale, così come con le ditte in cantiere: demolitori prima e costruttori poi.
Per fare tutte queste attività, per niente banali, si è avvalsa di risorse interne e collaboratori esterni.
Io sono stato tra questi. 

Da ligure e da tecnico, sono molto orgoglioso e felice di aver dato il mio (piccolo) contributo in quest’opera.

 

RINGRAZIAMENTI ANTICIPATI

Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine. 
Ma a volte alla fine di un articolo (lungo) non ci arrivano tutti. 
Ed allora ci tengo a ringraziare subito e su tutti Cinzia Pica, proprio di RINA. 

Mi ha introdotto e spiegato il cantiere e mi ha accompagnato in tutte le tappe di questa avventura.
Si è sempre fidata del mio lavoro (anche in situazioni a volte delicate), ha ascoltato proposte e sposato idee, proponendone a sua volta, in un dialogo molto collaborativo e mai subordinato “da committente verso esecutore”, ha risolto problemi e lavorato con grandissima professionalità e dedizione. 

Ha gestito aspetti tecnici e di comunicazione, introducendo strumenti e metodi di analisi “nuove” in un cantiere così complesso, senza risparmiarsi i weekend, Natale, Capodanno, Pasqua, Ferragosto… 

Ci sono altre persone che ringrazierò in questo articolo ma lo farò durante la scrittura.
Questo però ci tenevo a farlo subito!

 

UNA PREMESSA (DOVEROSA) 

Nessuno (spero) dimentica quello che è successo quel 14 Agosto 2018.
Io ricordo bene dov’ero quando ho sentito la notizia del crollo.

Ci sono, prima di tutto, le vittime del disastro e le loro famiglie.
Poi ci sono le indagini, le responsabilità e tonnellate di discussioni online.

In questo (e nei prossimi articoli) non leggerai niente di ciò. 
Non perché non mi interessi o non sia importante.
Lo è, parecchio.
Ma perché voglio raccontarti il lavoro tecnico che ho fatto in questo cantiere, evidenziandone le criticità, le difficoltà e parlandoti dei risultati. 
Nello stesso modo in cui lo farei per un altro cantiere. 

Questo cantiere era diverso?
Senza dubbio!
Ma in fondo ogni situazione è diversa dalle altre.

Non dimentico quello che è successo.
Ma non lo ricorderò altre volte qui…

 

IL MODELLO 3D DELLE PILE 10 E 11 DELL’EX PONTE MORANDI 

La prima fase del mio lavoro ha riguardato il rilievo 3D delle vecchie pile del Ponte Morandi, 10 e 11, ancora in piedi, e prima della loro demolizione. 

Dopo (ma sempre nella prima fase) c’è stato, di nuovo, il rilievo, 3D, delle loro macerie post esplosione.
Siamo nella zona di Levante, proprio vicino al tratto di A12 che porta all’uscita di Genova Ovest. 

Per farlo, in entrambe i casi, ho usato la fotogrammetria, scattando immagini (principalmente) da drone e (un po’) da terra, prendendo misure topografiche e mescolando tutto insieme in un software “structure from motion”.

Ponte Morandi - foto aerea da drone dell'ex Pila 10 prima della demolizione

Sul motivo per il quale servisse questo tipo di rilievo so dirti poco.
Si tratta di decisioni della Struttura Commissariale, di supporto alla Procura della Repubblica, legate anche alle indagini (tante) che si sono condotte nel tempo. 

Serviva avere una memoria digitale di quella parte della struttura, che fosse sempre “ispezionabile” ed interrogabile, prima della sua definitiva scomparsa, e di anche avere un supporto per analisi quali-quantitative sulla dinamica del crollo oltre che poter dare il via libera all’ingresso dei mezzi in cantiere. 

Non ho molte informazioni in più. 

TEMPI STRETTI E NESSUN MARGINE DI ERRORE 

I tempi stretti hanno caratterizzato quasi tutte le operazioni in questo cantiere (non solo le mie!), unico nel suo genere e per il contesto in cui si trova. 

Questi rilievi non hanno fatto eccezione.

Ponte Morandi Pila 10 in adiacenza alle case e sopra Via Fillak

Avevo a disposizione solo una giornata per i rilievi dello stato attuale.
Quella del 20 Giugno 2019.

Nei giorni successivi le aree di cantiere sarebbero state progressivamente ed inderogabilmente chiuse perché gli artificieri avrebbero iniziato a caricare di esplosivo ed attrezzare le “micce” sulla struttura.
Il tutto è culminato con l’evacuazione TOTALE di tutte le abitazioni vicine al ponte nel giorno precedente l’esplosione.

Questo è stata la prima volta in cui, sul lavoro, ho sentito nettamente la pressione per il fatto di non avere una seconda possibilità. 

Se sbaglio un rilievo, in una cava, su una frana o in un altro contesto, che non deve subire trasformazioni radicali a breve, ho sempre il “Piano B”: torno il campo e lo rifaccio. 

Ok, non dovrebbe mai succedere, ci perdo tempo (e quindi soldi), ma alla fine il risultato ha sempre la precedenza e sapere che hai comunque un’opzione, anche se un po’ estrema, dà un po’ di tranquillità. 

Qui non sarebbe andata così.
Doveva essere, per forza, “buona la prima”.
E questo aumentava un po’ la tensione. 

Ponte Morandi Pila 10 vista dall'impalcato verso Ponente

Lavorare sotto pressione non mi dispiace. 
Se la canalizzi e ne prendi la parte positiva funziona da stimolo ed il risultato può essere anche molto buono. 
Credo che aver fatto tanto sport agonistico (anche non più da giovanissimo) e tutti gli esami universitari delle vecchie Lauree Magistrali (corsi semestrali senza compiti e verifiche intermedie) mi abbiano aiutato nella gestione dello stress “buono”.

AEROFOTOGRAMMETRIA + FOTOGRAMMETRIA

La tecnica che ho scelto per fare questi rilievi è stata quella fotogrammetrica con immagini scattate sia da drone che da camera terrestre. 

Immaginandomi le macerie a terra dopo il crollo faccio fatica a trovare una tecnica migliore dell’aerofotogrammetria da drone. 
Muoversi non sarebbe stato semplice e molte aree sarebbero state inaccessibili, un po’ per oggettivi limiti fisici e di sicurezza ed un po’ per specifici divieti delle Autorità competenti. 

Il rilievo delle pile in piedi sarebbe stato forse più efficace farlo con un laser scanner terrestre.
C’erano però tre problemi legati ad un suo ipotetico uso: 

  • la disponibilità strumentale in tempi brevissimi (al tempo non avevo ancora abbracciato il laser scanning); 
  • la necessità di operare velocemente senza nessuna possibilità di fermare tutto o parte del cantiere per non interferire con le misure; 
  • l’inaccessibilità completa di alcune parti (tutta la parte superiore delle strutture a “cavalletto” e dei tiranti in corrispondenza di ciascuna pila).

Ed allora ho deciso di usare la fotogrammetria. 

Un drone mi avrebbe permesso di coprire le parti nascoste e di effettuare l’acquisizione dei dati in campo piuttosto velocemente.
Con una camera terrestre sarei potuto andare sotto la struttura dell’impalcato e delle pile e fare fotografie dal basso verso l’alto. 

Questo avrebbe significato un bel po’ di tempo nell’elaborazione dei dati.
Avrei avuto fotografie da sensori diversi, da elaborare separatamente e poi unire.
Mi sarei trovato con un bel po’ di rumore e sporco nella nuvola di punti, che avrei dovuto sezionare e pulire con cura e calma. 

Meno tempo in campo significa, molto spesso, più tempo ad elaborare i dati.
Ogni lavoro ha le sue esigenze, che comportano scelte operative. 

Non c’era necessità di avere un output con accuratezze millimetriche.
5 cm sarebbero stati sufficienti e qui c’erano le condizioni per farcela.

IL RILIEVO DELLE PILE IN PIEDI 

Se hai già letto altri articoli di questo blog, non c’è molto da aggiungere ai racconti di altri rilievi fotogrammetrici che puoi leggere in queste pagine. 

Se invece non l’hai mai letto, mi sembra giusto farti un riassunto. 

TARGET A TERRA 

La prima cosa che ho fatto è stato mettere dei target a terra.
In tutta l’area del cantiere ed in ogni zona accessibile.

Rilievo Ponte Morandi posizionamento target a terra e misure GNSS

La vecchia struttura del ponte si sviluppava in piano ma anche in elevazione. 
Era importante quindi mettere dei target non solo al livello del terreno ma anche sull’impalcato calpestabile. 

E così ho fatto. 
Ho messo a terra target a perdere in carta, di dimensioni 70×70 cm, stampati su fogli 100×70.
Ho scelto la carta per velocizzare ancora di più le operazioni in campo.
Non avrei dovuto ritirarli e non sarebbe stato un problema sbarazzarsene insieme alla macerie del crollo.

Ho rilevato le coordinate dei target con un’antenna GNSS in modalità nRTK.
Le condizioni per usare un solo ricevitore satellitare in nRTK qui erano ottime.

  • La connessione GPRS per ricevere le correzioni differenziali era forte e stabile.
  • La vista della volta celeste era altrettanto buona (a patto di non infilarsi sotto la struttura del vecchio impalcato).
  • La distanza dalla base fissa più vicina (quella di Genova) era davvero breve: meno di 5 km. 

Il ricevitore era sempre in “fixed mode” con precisioni molto buone per questo tipo di misura: 1-2 cm sulla posizione planimetrica e 2-3 cm sulla quota. 

Rilevare le coordinate di 40 target è stato veloce!

Rilievo Ponte Morandi - target sulla rampa di accesso e misure GNSS

VOLO MANUALE 

Ho scattato fotografie nadirali, oblique, frontali ed anche inclinate verso l’alto. 

Se per le foto nadirali c’era qualche chance (in realtà poche) di poter programmare una missione automatica, per tutte le altre no. 

Ed allora ho volato sempre in manuale.
Ho lasciato perdere la programmazione anche per le foto nadirali.
L’impalcato del vecchio ponte Morandi era a 45 metri da terra.
La parte superiore arrivava a 90 m dal piano campagna.
Ed i software di mission planning non hanno questo genere di informazioni, trattandosi di strutture e non di terreno (DTM). 

Meglio volare a mano.

Ci avrei messo un po’ più di tempo ma sarei stato più sicuro di avere tutte le foto necessarie all’elaborazione.

Ponte Morandi - fotografia aerea dell'impalcato sulla pila 11

INTEGRAZIONE DI FOTO TERRESTRI 

Visto che avrei dovuto modellare anche gli “intradossi” dell’impalcato e delle pile, ho aggiunto, al dataset di immagini da drone, anche una serie di foto prese con camera terrestre, muovendomi a terra e scattando, principalmente, con il naso ed anche l’obiettivo della camera fotografica, all’in su… 

Ne ho fatto un po’: sotto la pila 10, sotto la 11 e sotto i tronchi di impalcato, avendo l’accortezza di inquadrare anche aree coperte dal rilievo aerofotogrammetrico con drone, in modo da unire i modelli 3D risultanti dalle due elaborazioni.

 

Ponte Morandi - fotografia dell'impalcato dal piano del Campasso verso levante

ELABORAZIONE DATI 

L’elaborazione del dati acquisiti in campo l’ho fatta con il software Agisoft Metashape Pro (software Structure from Motion) che prende fotografie e misure topografichee e le mescola insieme per creare un modello 3D, orientati, scalati, geometricamente robusti e georeferenziati. 

Si parte con la nuvola dei punti di legame, nuvola sparsa, fatta dai punti comuni alle immagini, poi si passa alla nuvola densa, fatta dagli stessi punti di legame più un sacco di altri, recuperati dalle foto, per arrivare alla mesh 3D, dove i punti della nuvola densa diventano vertici di triangoli che formano una superficie continua. 

Ho elaborato due modelli separati.
Il principale era quello formato dalle foto da drone a cui poi ho unito il modello degli intradossi presi con le fotografie da terra. 

Devo dirti che ci sono rimasti alcuni buchi qua e là, soprattutto sotto i cavalletti ed in mezzo alle travi in c.a.
Per quanto possa essere efficace e veloce, in alcuni campi d’uso la fotogrammetria ha pur sempre dei limiti oggettivi.
Il principale è quello di essere una tecnica passiva, ossia puoi costruire il modello 3D solo di quello che si vede (bene) nelle immagini (e non ne basta una, ma ne servono un po’ di più…). 

Però il risultato, nel complesso, era ok.

Agisoft Metashape - allineamento delle immagini e nuvola di punti sparsa.

PULIZIA DELLA NUVOLA DI PUNTI 

Una volta verificato che i dati acquisiti ed il modello generale fossero ok mi sono un po’ scrollato di dosso l’ansia del fatto che quella cosa lì, da lì a breve, non ci sarebbe più stata e non avrei avuto altre possibilità per fare il rilievo. 

Avevo un po’ di giorni per dedicarmi alla pulizia della nuvola di punti.
E sarebbero serviti. 

Non era una cosa veloce. 

Quando si elabora un dataset di fotografie, scattate secondo varie angolazioni e punti di presa, è probabile che si inquadrino elementi diversi dalla struttura, spesso parecchio lontani. 

Nelle foto frontali o in quelle inclinate verso l’alto si vedrà sicuramente il cielo.
Per una struttura “bucata” ci saranno parti disposte su piani diversi ed a varie profondità. 

Tutto questo si traduce in un po’ di rumore nella nuvola di punti, attorno alla struttura principale.
Sono punti che ronzano come le api attorno ad una trave o ad un tirante.
O meglio, alla loro ricostruzione. 

Se nelle foto c’era parecchio cielo i punti del rumore potrebbero essere colorati di tinte blu.
Così come potrebbero essere verdi se hai fotografato qualcosa che aveva degli alberi sullo sfondo.

Inutile dire che questo rumore va levato.
Per prima cosa, perché sono punti che non c’entrano niente con la realtà.
In secondo luogo perché, lasciandoli, la superficie della mesh, che si basa sui punti della nuvola densa, viene una schifezza. 

E quindi è necessario lavorare parecchio sulla nuvola di punti. 

I software che le trattano ti aiutano con alcuni algoritmi automatici (filtro di rimozione degli Outliers e del rumore) ma da soli non bastano e serve il paziente lavoro manuale, area per area e sezione per sezione… 

Non posso condividere il modello 3D interattivo, ispezionabile e misurabile, delle pile in piedi. 
Spero capirai che è una questione piuttosto delicata…. 

Quello che posso fare è metterti qui sotto uno screenshot del modello 3D.

Rilievo del Ponte Morandi - modello 3D delle Pile 10 e 11.

IL GIORNO DELL’ESPLOSIONE 

Credo che le immagini dell’esplosione (demolizione controllata) delle pile 10 ed 11 del vecchio Ponte Morandi le abbiano viste tutti. 

Se sei tra i pochi che non l’hanno fatto puoi andare su You Tube e cercare “Ponte Morandi esplosione controllata”.

Questa foto qui sotto è una delle tante presenti dal web.

Demolizione del Ponte Morandi

Non entro nel dettaglio di argomenti che conosco pochissimo (per non dire niente) e ti scrivo solo che è stata un’operazione estremamente delicata e complessa, visto il contesto in cui si inseriva la struttura del Ponte e tutte le criticità connesse. 

Il Comune di Genova, insieme a Prefettura, Protezione Civile, Provincia e Forze dell’Ordine (ed a qualcun altro che sicuramente dimentico di citare) ha evacuato un sacco di gente, residente entro 500 m dal ponte, molte ore prima dell’esplosione.
E ne ha autorizzato il rientro solo parecchie ore dopo la fine delle operazioni. 

Le attività che ho fatto in quella giornata (lunghissima!) sono state due: 

  1. Riprese video da drone, durante l’esplosione e nei momenti successivi al crollo;
  2. Rilievo aerofotogrammetrico, qualitativo, delle macerie e della loro disposizione a terra. 

RIPRESE VIDEO E LIVE STREAMING DELL’ESPLOSIONE

La ripresa video serviva per la “control room” da cui i tecnici e tutti i responsabili coinvolti nelle operazioni, potevano seguire quello che succedeva in campo. 

Grazie all’aiuto del team super specializzato di RINA (coordinato da Giovanni Gambaro, grande uomo e grandissimo professionista, che ringrazio di cuore per aver saputo coordinare attività complesse in un momento molto delicato, senza mai far trasparire o scaricare su altri l’inevitabile tensione del momento) è stata allestita una diretta streaming dedicata per le riprese. 

Non ero solo. 

Insieme a me c’era il drone di RINA, pilotato da Antonio De Lorenzo, preziosissimo durante tutte le mie attività al Ponte (anche future) perché sempre in costante collegamento e coordinamento con la Torre di Controllo dell’aeroporto di Genova (in zona infatti era presenta l’ATZ aeroportuale ed una No Fly Zone speciale istituita da ENAC subito dopo il crollo del 2018). 

Anche a lui vanno i miei ringraziamenti per tutte le aperture e chiusure (anche future) dello spazio aereo controllato. 

Dette così, queste operazioni non sembrano poi molto complesse: volo + riprese video + streaming.

Ed allora ti elenco alcuni fattori che hanno complicato un po’ la vita ed alzato la tensione. 

  1. I droni dovevano essere in aria prima dell’esplosione, per posizionarsi per la ripresa, ma non potevamo decollare troppo presto o rischiavamo di esaurire la carica della batteria. Avevamo un timing ed un collegamento diretto con il coordinamento delle operazioni ma non potevamo esitare, tardare o anticipare troppo.
  2. La zona di decollo ed atterraggio era organizzata sul tetto di un edificio, immediatamente al limite della zona evacuata. Avrei dovuto considerare anche il tempo (e la batteria necessaria per rientrare). 
  3. Nella control room erano presenti, oltre a tutti i tecnici che seguivano le operazioni, anche alcuni Ministri ed esponenti politici del Governo, giusto per aumentare ancora di più la pressione.
  4. Poco prima della demolizione, il tetto dell’edificio su cui avevamo organizzato il nostro presidio si è popolato di curiosi che volevano seguire tutto quanto da una posizione privilegiata. Fino a qui tutto (o quasi) ok, se non fosse che TUTTI hanno tirato fuori lo smartphone per registrare un video e, qualcuno, streammare una diretta. Questo ha aumentato, non poco, il disturbo elettromagnetico localizzato (misurato oggettivamente con dispositivi specifici). Una volta in volo, durante l’avvicinamento alla posizione di ripresa, il mio Phantom ha avuto una disconnessione con il radiocomando, interrompendo lo streaming e rientrando a casa. Grazie al suo intervento deciso, tempestivo e provvidenziale, Cinzia Pica, è riuscita a portare tutti gli smartphone in modalità aerea, interrompendo il traffico dati, e riportando tutto alla “normalità”.
  5. E’ stata una delle giornate più calde di una calda estate ed eravamo sul tetto di un palazzo, circondati da cemento e catrame e sotto il sole (già da qualche ora…).
  6. L’esplosione non era ripetibile. Non era ammesso sbagliare. 

E’ andato tutto bene, sia per quanto riguarda le riprese, lo streaming ma soprattutto la demolizione.
I droni hanno continuato a volare, alternandosi, per riprendere dall’alto l’evoluzione della nube di polveri che si è sollevata in aria. 

A Genova c’è spesso vento. 
In Val Polcevera c’è sempre vento.
Una preoccupazione concreta era la formazione di una nube densa che avrebbe potuto spostarsi a monte o, peggio, verso mare, verso Genova, verso l’aeroporto.
Era importante riprenderla dall’alto per tenerla sotto controllo. 

Fortunatamente i sistemi preventivi per la riduzione delle polveri post esplosione (vasche d’acqua, tappeti ammotizzatori ed idranti) hanno funzionato bene.
La nube c’è stata ma non molto densa.
Ed il vento, spirando da mare verso monte, ha scongiurato l’interessamento del fronte mare. 

Un paio d’ore dopo il decollo, il drone è atterrato.
Ho scaricato la scheda di memoria (abbiamo registrato le riprese anche se in streaming) e fatto una pausa. 

Ecco, questa è stata una delle attività di sorvolo più stressanti e dall’alto tasso di tensione che mi sia capitato di fare… 

AERFOTOGRAMMETRIA QUALITATIVA DELLE MACERIE CROLLATE

Nel pomeriggio c’è stata la seconda parte delle operazioni previste, un sorvolo per rilievo aerofotogrammetrico finalizzato a generare un’ortofoto, qualitativa, della disposizione delle macerie a terra. 

L’area era ancora interdetta e totalmente off limits (ad eccezione dei tecnici in campo per le misurazioni sull’aria).
Mi sono spinto a piedi fino al limite estremo dell’area accessibile.
Da qui ho lanciato una missione di volo automatica preparata poco prima con UGCS. 

Il drone ha volato ai limiti del consentito, sia in quota sia per la distanza dal pilota.
Anzi, in tutta sincerità ti dico che è andato un po’ più lontano (non molto) ma, in coscienza, mi sentivo tranquillo considerando che non c’era nessuno su una superficie di almeno 50 ettari! 

Ho scattato foto nadirali.
Le ho processate in campo con il mio portatile e prodotto, sul momento, un’ortofoto.

Demolizione del Ponte Morandi - Ortofoto delle macerie post esplosione.

Non era georeferenziata né scalata precisamente.
Ma era orientata e sufficientemente a posto per fornire subito disponibile una mappa, in alta risoluzione, della disposizione delle macerie.
Impaginata e stampata al volo. 

Alle 20:00 sono rientrato in casa.
Ne ero uscito al mattino alle 5:00. 

Se conto le ore effettive di lavoro (sorvoli, riprese, aerofotogrammetria, elaborazione dati) non arrivo a 5.
Ma valevano molto di più!
🙂

IL GIORNO DOPO: RILIEVO DELLE MACERIE POST CROLLO 

Se il giorno dell’esplosione è stato caratterizzato da un bel po’ di tensione operativa, quello dopo è stato surreale. 

Siamo entrati nella zona delle macerie.
Avremmo dovuto rilevarne la disposizione, precisa, e creare un modello 3D. 

Sarebbe servito alla struttura commissariale per fornire informazioni quantitative, misurabili e robuste, agli Enti preposti a dare il via libera all’ingresso dei mezzi demolitori in cantiere, per iniziare lo sgombero e la pulizia. 

C’era, anche qui, una certa fretta.

Eravamo in 4: Io, Cinzia Pica, sempre presente, e due Antonio.
Antonio De Lorenzo, per il coordinamento delle attività di volo e un altro Antonio (di cui ahimè non ricordo i cognome) per la gestione della sicurezza. 

Scarponi, casco, mascherina (usata molto prima dell’era Covid!) e abbigliamento di sicurezza, in quanto non era ancora verificata l’assenza di polveri di amianto (ne sarebbe stata data conferma, dell’assenza, pochissimo tempo dopo).
E, di nuovo, tanto caldo.

Demolozione del Ponte Morandi - macerie vista da Levante verso Ponente dopo il giorno dopo l'esplosione

Il rilievo programmato era un’attività di acquisizione fotogrammetrica ed elaborazione structure from motion. 
Target in terra, misure GNSS e sorvoli con drone.

Qui lo scatto delle fotografie era molto più semplice rispetto al rilievo delle pile in piedi.
La maggior parte delle foto sono state fatte in presa nadirale.
Era quella più significativa.
E poi ho integrato qua e là con un po’ di immagini oblique per le parti che venivano un po’ più fuori rispetto al terreno.

Ho usato un GSD di 2 cm/pixel.
Non ho scattato foto molto ravvicinate. 
Avrei potuto. 
Ne avrei avuto tempo e l’area non era vastissima. 
Ma dovevo fare i conti con i tempi di elaborazione e troppe foto non avrebbero consentito una consegna veloce come mi era stato richiesto.

 

Rilievo delle macerie del Ponte Morandi - target a terra per rilivo GNSS

Sono rientrato alla base alle 16 di Sabato pomeriggio. 

Ho lanciato subito l’allineamento delle immagini, elaborato le misure satellitare dei target e sistemato la nuvola di punti sparsa con le coordinate dei target.
Dopo ho avviato l’elaborazione della nuvola densa. 
Lunedì l’ho controllata, un po’ pulita (la pulizia è stata molto meno spinta rispetta al modello delle pile in piedi) e consegnata nel primo pomeriggio. 

Di nuovo, posso condividere solo uno screenshot del modello 3D.

Rilievo del Ponte Morandi - Modello 3D delle macerie post crollo

UNA SITUAZIONE “SURREALE” 

Quello che è stato strano di queste attività è stato il contesto.
Silenzio, macerie, idranti che buttavano ancora un po’ d’acqua… 

Via Fillak - Genova - dopo l'esplosione delle Pile 10 e 11 del Ponte Morandi

Io non so come possa essere uno scenario di guerra.
E non voglio mancare di rispetto a nessuno. 
Ma forse non era poi molto diverso di così. 

Demolizione del Ponte Morandi e macerie tra i palazzi

Da lì a poco, quella mattina stessa, sarebbero entrati in cantiere i vari periti per controllare visivamente la struttura esplosa e per le loro valutazioni.

Per un po’ eravamo noi 4, le macerie ed il silenzio, rotto ogni tanto dal vento che muoveva i teli di protezione lacerati. 

Macerie dopo la demolizione del Ponte Morandi

Nei giorni successivi le aree sarebbero state “dissequestrate” e sarebbero iniziate le operazioni di pulizia. 

Credo proprio che il silenzio assordante di quella mattina non si sentirà più in quella zona della Valle Polcevera…

Macerie dopo la demolizione del Ponte Morandi e palazzi lungo Via Fillak

Ecco, questo è il racconto della prima parte del mio lavoro a Genova. 

Da qui in avanti, per tutta la durata della ricostruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio, sono tornato tante volte per attività di rilievo aerofotogrammetrico delle aree di cantiere, finalizzato a supportare le scelte della direzione lavori e del coordinamento della sicurezza. 

Ma te ne parlo in un prossimo articolo.

 

 

INFORMAZIONI DI SERVIZIO

Puoi iscriverti al canale Telegram di 3DMetrica che trovi cercando tredimetrica (telegram.me/tredimetrica) o direttamente a questo link.
Ci sono aggiornamenti quotidiani, informali e dietro le quinte.

Puoi ascoltare le puntate del Podcast di 3DMetrica andando alla pagina PODCAST di questo blog.

Puoi aggiungere la tua email alla Newsletter di 3DMetrica dove, una volta alla settimana, riassumo i post che pubblico sui canali social network, linko l’ultimo articolo del blog, la nuova puntata del podcast e l’ultimo video tutorial.
Usa il box che trovi a destra e nella home page e che dice: “Iscriviti alla Newsletter“.

Ed infine c’è anche il canale You Tube in cui carico video tutorial sull’uso di specifici software per la fotogrammetria e la gestione dei dati tridimensionali.

Se questo articolo ti è stato utile puoi scegliere di supportare la creazione e la condivisione di cotenuti simili diventando un finanziatore di 3DMetrica su Patreon.
Puoi unirti a chi ha già scelto di aiutarmi a rendere il progetto possibile e sostenibile.
Trovi tutte le informazioni e puoi scoprire come fare a questo link.

Se pensi che possa essere utile ad altri, condividilo!Share on Facebook
Facebook
Share on LinkedIn
Linkedin
Tweet about this on Twitter
Twitter
Email this to someone
email

Related posts:

  1. Un rilievo fotogrammetrico integrato terra-aria
  2. Aerofotogrammetria: perchè le foto nadirali (a volte) non bastano
  3. Un rilievo integrato
  4. Un rilievo con LiDAR su drone
3DaerofotogrammetriaFotogrammetriagenoaponte morandirilievorilievo di strutture
Share

LAVORI  / RILIEVI

Paolo Corradeghini

You might also like

Aerofotogrammetria – Ortofoto sull’acqua
10 Maggio 2022
MONITORAGGIO E CONSIDERAZIONI SUL TEMA
4 Maggio 2022
Lidar e software di elaborazione dei dati
20 Aprile 2022

Lasciami un commento!

  • Commenta nel riquadro qui sotto
  • Commenta con Facebook

Leave A Reply


  • CHI SONO

    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
  • SE VUOI PUOI SUPPORTARMI

    Diventa finanziatore di 3DMetrica

    Se quello che pubblico e che condivido è interessante ed è qualcosa di valore per te, per il tuo lavoro e per la tua attività, puoi scegliere di supportare il progetto di 3DMetrica diventandone finanziatore.
    Clicca sull'immagine qui sopra per avere più informazioni.
  • C’È IL CANALE TELEGRAM!

    Canale Telegrma 3DMetrica
    Iscriviti al canale Telegram di 3DMetrica dove, ogni giorno, condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.
    In amicizia e senza formalità!
    ISCRIVITI QUI!
  • CERCA NEL BLOG

  • EBOOK – Pensieri topografici del 2020

    Ebook-pensieri-topografici-2020
  • EBOOK – Pensieri topografici 2018-2019

    Ebook-pensieri-topografici-2020
  • PUOI SEGUIRMI SU INSTAGRAM…

    tredimetrica

    [Nuvole Lidar e classificazione automatica del ter [Nuvole Lidar e classificazione automatica del terreno - Prima di tutto togli (almeno) gli "Outliers"]
Prima di fare la classificazione automatica del terreno degli elementi di una nuvola di punti Lidar ti conviene pulirla un po' affinchè il risultato del processo sia buono.

Gli "outliers" sono i più insidiosi.
Se ad esempio ci sono punti isolati sotto il livello reale del piano campagna, questi possono dare indicazioni fuorvianti al classificatore.

Nelle immagini che condivido in questo post vedi:
1. una nuvola Lidar (completa e colorata);
2. la classificazione del terreno senza la preventiva rimozione degli outlier;
3. la nuvola vista di lato con evidenza degli outlier;
4. la classificazione del terreno dopo la pulizia.

#lidar #nuvoledipunti #3d
    [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate proiettate e cose che non tornano]
Fai attenzione al fattore di scala dei sistemi di riferimento proiettati quando fai misure con la stazione totale.

La distanza diretta, misurata con stazione totale, tra due punti in campo è diversa tra la distanza proiettata sul piano e presa tra le coordinate Nord ed Est degli stessi punti misurati con un GPS.

Nel passaggio da un sistema di coordinate geografiche ad un sistema cartografico si applica un fattore di scala.
Nel sistema di riferimento ETRF2000-UTM, questo fattore di scala è 0.9996.

Su 100 m lasci per strada 4 cm.
Su 3 km perdi 1.20 m!

Credo che questa sia un'informazione molto importante da gestire nei rilievi e nella restituzione.
    [Laser scanner e ombre] Il laser scanner è una m [Laser scanner e ombre]

Il laser scanner è una misura attiva ma i raggi emessi non distruggono gli oggetti che incontrano nel loro percorso!

Ci sono scanner che permettono di registrare più ritorni, per lo stesso raggio, ma se questo sbatte contro un muro, un tetto, un'auto o il terreno, non riesce ad andare oltre.
E meno male!

Al di là di questa introduzione, in una scansione terrestre (TLS) è molto probabile che ci siano ostacoli che fermano parte dei raggi e proiettano delle "ombre" nella nuvola di punti.
Lì non ci sono informazioni.

La forma e, soprattutto, la distanza dell'ostacolo dall'emettitore determinano la dimensione dell'ombra.

Anche se un elemento sembra poco rilevante rispetto alla scena da scansionare, la sua ombra potrebbe cancellare parecchi punti che, tradotti in superficie da rilevare, possono diventare parecchi metri quadrati.

Se non puoi liberarti dell'ostacolo l'unico modo per riempire le ombre è quello di fare più scansioni, da punti diversi, in modo che l'emettitore riesca a "vedere" oltre.

La programmazione di un rilievo laser scanner in campo tiene conto anche di questo.
Più stazioni fanno aumentare i tempi operativi di lavoro.
E con uno scanner ad approccio topografico le scansioni extra si fanno sentire nel budget finale delle ore in campo!

#laserscanner #3d #nuvoledipunti #pointcloud #trimble #trimblesx10
    [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua] Si poss [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua]
Si possono creare ortofoto d'acqua (ferma) anche se il modello 3D fotogrammetrico fa schifo ed è bucato.

Se la nuvola di punti o la mesh sono "bucate" è perchè il software non è stato capace di trovare punti di legame nell'allineamento delle immagini.
Ma non è detto che l'ortofoto non possa venire fuori ugualmente bene.
Par farlo succedere devi creare una superficie di riferimento, su cui "stendere" le fotografie, ortorettificate, priva di buchi.
Puoi usare il DEM o la Mesh.
Quando fai creare il DEM (Modello Digitale di Elevazione) hai la possibilità di dire al software di interpolare i buchi.

L'interpolazione della mesh non sempre va a segno al primo colpo (in realtà neppure quella del DEM) ma ci sono altri strumenti (più o meno avanzati) che ti vengono in aiuto.

L'accorgimento da prendere in fase di presa fotografica è di estendere la copertura delle fotografie ad un bel pezzo extra di riva, dove sei sicuro che il software fotogrammetrico lavorerà senza problemi nella creazione di nuvola di punti e mesh.

#ortofoto #fotogrammetria #aerofotogrammetria #3d #nuvoladipunti #mesh #dem
    [Rilievi di argini e vegetazione] Gli argini di c [Rilievi di argini e vegetazione]

Gli argini di canali artificiali, realizzati in terra, si prestano bene ad un rilievo aerofotogrammetrico ma, affinché il rilievo sia davvero efficace, andrebbe fatto dopo la pulizia dalla vegetazione.

Un sorvolo su un argine pulito permette di creare una nuvola di punti efficace da cui estrarre informazioni per tutta la lunghezza del tratto rilevato.

Se invece le sponde sono vegetate, il dato che si ottiene potrà essere buono qua e là ma sarà comunque globalmente più scarso rispetto alle condizioni ideali.

Lo sfalcio ed il decespugliamento sono attività che possono avere costi importanti.
Gli Enti locali hanno solitamente un piano di sfalcio sulle aree di competenza, specialmente se si tratta di zone frequentate, aree verdi, parchi e percorsi ciclopedonali.
Se hai tempo di aspettare, vale la pena coordinarsi in tal senso per andare in campo subito dopo le pulizie programmate.
Se invece hai fretta si devono accettare costi maggiori per lo sfalcio straordinario.

O si può andare in campo con la tecnologia LiDAR su drone per riuscire a penetrare la copertura vegetale.
Anche se non sempre si riesce a fare!

P.S.
Tutto questo vale per la parte emersa.
Per andare sott'acqua servono altri strumenti!
    [Monitoraggio e considerazioni sul tema] Prendend [Monitoraggio e considerazioni sul tema]

Prendendo spunto da una recente installazione di sistema di monitoraggio della falesia del Cimitero di Camogli (con tecnologia GNSS da parte di Gter e Yet It Moves) faccio alcune considerazioni sul tema.
Gli strumenti per monitorare possono essere tanti e quello che accumuna ogni situazione è la ripetizione nel tempo delle misure.

La precisione del controllo può già fare una discriminazione.

Il caso di Camogli pone poi l'attenzione sul "quante misure fare nel tempo".
Una rete GNSS che elabora dati in continuo permette di accedere alle letture dei singoli nodi con una frequenza alta (si che può arrivare ad essere anche di qualche ora).

A Camogli mi sono occupato dei rilievi fotogrammetrici e laser scanner di tutta la porzione di costa, in due momenti differenti, da cui si sono potuti misurare movimenti macroscopici che hanno permesso di fare valutazioni successive per la scelta dei punti di installazione dei sensori del monitoraggio di precisione.

Credo anche che sia rilevante l'aspetto della responsabilità di chi restituisce un dato da monitoraggio.
Questi dati servono per scelte progettuali, decisioni di sicurezza e protezione civile per niente banali.
Vale la pena "metterci la testa".

Io non sono un esperto di monitoraggi, anzi non lo sono per niente, ma il tema della misura legata, in qualche modo, alla "quarta dimensione", quella del tempo, mi affascina molto.
Se hai contributi, commenti o esperienza da condividere fallo assolutamente perchè il tema è interessante!
    Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i lavori di messa in sicurezza dei versanti sopra la Via dell'Amore ed il ripristino della passeggiata, chiusa ormai da diversi anni).

Reti di placcaggio, barriere paramassi, nuove gallerie e rifacimento di tutto il percorso per un po' di milioni di euro ed almeno due anni di tempo.

Dovrei supportare i lavori con alcune "cose" dall'alto...

#viadellamore #parcocinqueterre  #lavori #roccia #drone
    [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integ [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integrate]

Per colorare una nuvola di punti da scansione laser servono delle fotografie.
Ci sono ormai parecchi scanner con fotocamera integrata, che semplificano il lavoro dell'operatore.

L'esposizione delle immagini deve essere la più "corretta" possibile per  riprodurre al meglio l'informazione colorimetrica nei punti della nuvola.

Non conosco il funzionamento specifico di ogni camera ma vale la pena dedicare un po' di tempo a capire come lavora l'esposimetro ed evitare così punti bianchi (per foto sovraesposte) o neri (per sottoesposizione).

Nel caso della SX10 di Trimble (l'unico caso che conosco), si può fissare un'esposizione costante ed è ok se l'illuminazione della scena scansionata non cambia.
I risultati sono scarsini se si passa da alte luci ad ombre e viceversa.

Nelle prime due immagini la nuvola è colorata da foto con esposizione fissa e presa ai due estremi delle zone di luminosità della scena scansionata.

L'altra opzione possibile è quella di scegliere un'esposizione automatica e variabile che permette di compensare i cambi di luce, per un risultato più armonico.

Occhio che l'angolo di campo dell'ottica incide parecchio.
È difficile avere tutto quanto esposto perfettamente in un'immagine sferica a 360°.
A meno di non sfruttare la tecnica dell'HDR (che alcuni scanner fanno)

Se poi c'è la possibilità di usare più camere (a lunghezza focale diversa) per scattare foto da usare nella colorazione della nuvola, quella a campo più stretto permette una lettura dell'esposizione più accurata rispetto alle panoramiche.
Ma servono più foto per coprire l'intera scena.
    [Fotogrammetria ed attenzione al colore] Spoiler: [Fotogrammetria ed attenzione al colore]
Spoiler: questo post non è interessante se ti occupi solo di fotogrammetria per il rilievo del territorio.
Ma se fai anche ricostruzioni 3D di edifici storici, beni culturali, monumenti ed opere d'arte di ogni forma e dimensione, credo che serva molta attenzione anche alla riproduzione fedele del colore nel processo fotogrammetrico.

Nella campagna di scatto è necessario utilizzare degli oggetti  che permettano di correggere le dominanti di colore in post elaborazione.
Si tratta generalmente di tabelle formate da quadrati colorati (in cui ogni colore è codificato).
In inglese si chiamano "color checker".
Li dovresti mettere nella scena e fotografare nelle stesse condizioni di illuminazione dell'oggetto del rilievo.

In post elaborazione poi si prendono le immagini in cui è presente il color checker e si applicano correzioni cromatiche sulla base del colore "letto" nell'immagine rispetto a quello che dovrebbe essere realmente (i valori codificati).

Tutto questo deve essere accompagnato da un altro paio di cose:
1. il controllo dell'illuminazione della scena;
2. un monitor calibrato (tutto passa attraverso i pixel del tuo schermo e se non sono "veritieri" il rischio di vanificare tutto il processo che ti ho raccontato, avendo una percezione sballata dei colori, è alto).

#fotogrammetria #colore #colorchecker
    [Lidar e software di elaborazione dei dati] Condiv [Lidar e software di elaborazione dei dati]
Condivido alcune caratteristiche che un software di elaborazione dati Lidar (da drone) dovrebbe avere.

1. Gestione dei dati grezzi della base GNSS di riferimento per il calcolo della traiettoria.

2. Aggiustare e/o correggere le traiettorie.

3. Dividere la traiettoria e, conseguentemente, la nuvola di punti.

4. Colorare la nuvola di punti e gestire problemi di "matching" tra immagine e traiettoria.

5. Gestione di datum, sistemi di riferimento e coordinate.

6. Misurare la nuvola di punti.

7. Visualizzare i punti secondo le informazioni dei campi scalari (intensità e numero di ritorni, tempo di acquisizione, ...)

8. Esportazione della nuvola in formati comuni.

Poi ce ne sono altri, non necessari, ma che possono aiutare l'elaborazione.

9. Segmentare, ritagliare ed eliminare parti della nuvola di punti.

10. Filtrare la nuvola per eliminare rumore ed outliers, oltre che sottocampionarla

11. Classificare i punti con algoritmi automatici.

12. Verificare l'accuratezza con punti di coordinate note.

13. Generare report di elaborazione.

Dimentico senz'altro qualcosa.
Se vuoi aggiungere, integrare o commentare in base alla tua esperienza sentiti davvero libero o libera.
È utile per tutti.

#lidar #nuvoledipunti #3d #pointcloud #software #editing #realitycapture
    Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS pu Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS puoi anche tenere la palina bassa, i satelliti si vedono ugualmente bene.

#gnss #gps #rilievo #topografia #misura
    È importante aggiornare i firmware degli strument È importante aggiornare i firmware degli strumenti di rilievo ed i software dei dispositivi che li controllano.

Credo che l'evoluzione tecnologica di quello che si usa in campo si porti con sé la necessità di una consapevolezza nuova sulla loro manutenzione.

Se prima gli aspetti legati alla taratura, al controllo delle parti meccaniche, ..., bastavano per permetterne il funzionamento, ora serve un'attenzione in più.

Non vale per ogni strumento che si vede in giro, ma credo che, piano piano, sarà un aspetto con cui tutti ci confronteremo.

Le case produttrici ti permettono di aggiornare continuamente una stazione totale o un laser scanner con nuovi firmware, che ne integrano funzionalità o correggono dei "bug".

E lo stesso succede per i software che girano sui dispositivi di controllo (smartphone, tablet, ...).

Nuove release migliorano la user experience o, anche qui, sistemano gli errori.

Se dopo un rilievo spari aria compressa e spennelli una stazione totale per togliere la polvere, prima di andare in campo dovresti controllare che software e firmware siano ok e tutto sia funzionante.

Usiamo strumenti tecnologicamente fantastici che tuttavia potrebbero incepparsi in campo per qualche "banale" conflitto software irrisolto.

#rilievo #strumenti #topografia #software #firmware
    La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lav La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lavorare con la vegetazione: copre il terreno che sta sotto (in una presa da drone) e non è facile ricostruirla.

Fotografie ad alta risoluzione, scattate da un sensore grande (full frame), possono avere problemi maggiori per ricreare nella nuvola di punti, le chiome di alberi.

Da quando ho iniziato ad usare una fotocamera più performante (full frame - 40 Megapixel) rispetto a quelle che ho usato in passato (1" - 24 Megapixel) sto verificando dei buchi nella nuvola di punti laddove ci sono alberi spogli.
Può sembrare controintuitivo ma è così.

Fotografie troppo dettagliate, di elementi molto complessi, porosi e con informazioni disposte su vari piani (tutta l'altezza degli alberi) non aiutano il software, anzi...

Per provare ad avere qualche informazione in più lì sopra,  puoi lanciare l'elaborazione della nuvola di punti ad una qualità inferiore.
Le immagini del dataset vengono sottocampionate (la risoluzione si riduce) ed il software structure from motion lavorerà con una minore quantità di dettagli descritti nei pixel.
Questo aumenta il numero di punti lungo gli alberi, anche se la loro confidenza (cioè l'attendibilità della posizione 3D) è piuttosto scarsa.
Oh, non è che il problema sia superato, anzi...
La nuvola di punti in effetti fa ancora piuttosto schifo.

La presenza di foglie aiuta il processo quindi se vuoi avere informazioni sulle altezza degli alberi è meglio acquisire i dati in estate.
Ed anche il tipo di albero (forma e dimensione) influenza il risultato...

#fotogrammetria #structurefrommotion #nuvoledipunti #3d #pointcloud
    Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette al sicuro il lavoro della giornata.

Molti dispositivi di controllo sono palmari, smartphone o tablet, piuttosto avanzati, ma pur sempre a rischio di danneggiamento software o, peggio, furto o danno fisico.

Perdere i dati di una giornata di lavoro può avere conseguenze importanti.

Se hai rilevato qualcosa che non c'è più (scavo, abbancamento, demolizione) non potrai ripetere il rilievo.

Ci sono vari livelli di "sicurezza" per i dati di uno strumento.

Salvare i dati in una memoria interna (ad uno scanner o una stazione totale) ed in quella del controller ti permette di avere i file in due posti distinti.

Backuppare un lavoro in una chiave USB o in un hard disk esterno è un'altra opzione valida. Vale però per dispositivi dotati di porta USB.

Salvare i dati nel cloud è forse la scelta più sicura. Attivando un hot spot con lo smartphone riesci a mandarli in posti che sono a prova di furto o danno. Il cloud ti permette anche di essere molto efficiente se c'è qualcuno pronto a riceverli ed iniziare subito ad elaborarli.

Una volta ho temuto di aver perso i dati di un rilievo "un po' complicato".
Non ho passato una bella mezz'ora!
    [Laser scanner e traffico] Un camion che passa da [Laser scanner e traffico]

Un camion che passa davanti ad un laser scanner e è un ostacolo al rilievo.
A volte il traffico si riesce a gestire (movieri, gestione del cantiere o indicazioni specifiche, ...).
Altre volte no.
L'ideale immobilismo è, di fatto, irrealizzabile.

Alcuni scanner hanno la possibilità di mettere in pausa, una scansione per riprenderla una volta passato il mezzo.

Anche aumentare la qualità della scansione può aiutare.
Spesso una qualità maggiore significa effettuare la scansione, della stessa area, più volte.
Se i mezzi si muovono, ci sono buone probabilità che, se te li ritrovi tra i piedi al primo giro, non ci saranno più al secondo.

Fare scansioni da punti diversi aiuta.
Scegli punti di scansione in modo che si integrino uno con l'altro.

Oppure  puoi sempre considerare l'ipotesi di fare il rilievo di notte quando, auspicabilmente, il traffico è ridotto o assente.
    Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Li Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Lidar lungo un alveo

Manca il pezzo d'alveo sotto al ponte.
Non è sempre vero.
Ma può capitare.

Non c'è l'intradosso ed i dettagli non sono ricchissimi.

La classificazione del terreno può venire ingannata.
Non è facile per un software di classificazione automatica  distinguere il ponte dal terreno.
Se ci pensi ha la stessa quota del piano stradale.

Questi problemi si possono risolvere.

Una scansione con laser terrestre mette (forse) a posto i primi due punti 

Se c'è acqua o non riesci ad andare sotto all'impalcato puoi interpolare il terreno con le informazioni a monte ed a valle.
Se però c'è una soglia o un salto dovrai battere dei punti con una stazione totale.

Per la classificazione automatica l'intervento manuale è la soluzione migliore per garantire un risultato confidente.

Il Lidar da drone è molto efficace per acquisire dati in questi ambiti (occhio alla vegetazione!) ma l'integrazione strumentale è sempre la soluzione più efficiente.

#rilievo #rilievo3d #lidar #drone #lidardadrone #3d #realitycapture #alveo #idraulica #dtm #nuvoledipunti
    Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofo Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofoto di una facciata.
Potresti correggere la distorsione prospettica con software di fotoritocco e "raddrizzare" l'immagine (per i tuoi scopi).

Il punto di presa e la forma dell'oggetto fotografato deformano la rappresentazione secondo una vista prospettica.
Linee parallele nella realtà (muri verticali) sono convergenti nello spazio immagine.

Tutti i principali software di photoediting hanno strumenti di correzione della prospettiva.
Ci sono nel famoso Photoshop, nell'open source Gimp e nel "nuovo" ed economico Affinity Photo.

Funzionano più o meno nel solito modo.
Intervieni sulle immagini alterando i pixel e, aiutato da una griglia virtuale, allinei gli elementi dell'immagine alla maglia.
È veloce e non richiede hardware super.

La posizione reciproca tra punto di presa ed oggetto fa molto.
Così come la forma di quello che hai fotografato è rilevante.

È diverso dal fare un'ortomosaico.
Così come è diverso dall'usare, in campo, un obiettivo basculante e decentrabile ("tilt/shift") per le foto.
Ma è piuttosto pratico e può funzionare ugualmente.

Dopo tutto il raddrizzamento delle foto del costruito è una tecnica che gli architetti usano da parecchio tempo.
😉
    Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua aut Se non puoi fare a meno di parcheggiare la tua auto al di fuori dell'area del rilievo, vale la pena fare attenzione a dove la posteggerai.
Non è uno scherzo!
:)

La fotogrammetria è una tecnica passiva e gli algoritmi Structure from Motion riescono a ricostruire solo quello che si vede nelle immagini.
Un'automobile è un elemento di disturbo, neppure troppo piccola.
Può nascondere informazioni importanti o potrebbe essere difficile da togliere dalla nuvola di punti.

Parcheggiarla in un'area pianeggiante, su una superficie omogenea è una buona idea.
I motivi sono (almeno) due.

Il primo è che puoi facilmente ritoccare le fotografie dove è presente in modo da rimuoverla.
Software di fotoritocco hanno strumenti molto efficienti!
Può richiedere un po' di tempo (dipende dal numero di foto) ma il risultato è generalmente buono.
Qui sotto vedi un "prima" ed un "dopo" fotoritocco.

ll secondo motivo è che, se non ritocchi le foto, l'auto sarà un elemento isolato nella nuvola di punti che "emerge" dal terreno.
Questo ti permette di trattarla velocemente ed efficaciemente per rimuoverla, tenendo solo i punti del terreno.

Se la parcheggi a ridosso del piede di una parete di roccia non sarà immediato fare le cose che ho scritto qui sopra.
    Carica di più... Seguire Instagram
  • VUOI ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER?

    Newsletter di 3DMetrica Ti prometto che riceverai una sola email alla settimana.
    Salvo qualche (rara) eccezione...
    Una volta alla settimana ti scrivo i post che pubblico quotidianamente sui miei canali social network, ti metto il link all'ultimo articolo del blog (sperando di farcela a scriverne uno ogni settimana!) ed anche il link per ascoltare la nuova puntate del podcast di 3DMetrica.
  • ARGOMENTI

    CARTOGRAFIA DRONI EBOOK FOTOGRAMMETRIA LASER SCANNER LAVORI LIDAR PODCAST RILIEVI Senza categoria SOFTWARE STRUMENTI TOPOGRAFIA TUTORIAL
  • PAROLE CHIAVE

    3D 3dmetrica 5 terre aerofotogrammetria agisoft photoscan altimetria angoli apr cartografia cloud compare cloudpoints coordinate dem dissesto idrogeologico drone droni elaborazione fotografia Fotogrammetria GIS GNSS GPS GSD immagini laser scanner lidar misura misure nuvola di punti nuvole di punti ortofoto photoscan quota rilievo rilievo aerofotogrammetrico rilievo con drone sapr sistemi di riferimento software stazione totale structure from motion strumenti topografia tutorial uav



© Copyright Ing. Paolo Corradeghini 2021 - PIVA 01260880115