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COME RITOCCARE LE FOTOGRAFIE DIGITALI PER LA FOTOGRAMMETRIA

17 Giugno 2018
immagine che mostra il confronto tra il prima e dopo l'elaborazione fotografica per fotogrammetria di una foto aerea da drone

In questo articolo ti parlo del fotoritocco digitale delle immagini fotografiche per la fotogrammetria, ti dico perchè scatto fotografie in formato raw e di come le “tratto” per ottimizzarne l’elaborazione software e creare un buon modello tridimensionale.

La fotogrammetria nasce alla fine del 1800 ed è una tecnica che permette di determinare forma, dimensione e posizione di un elemento a partire dalle sue fotografie.
L’elemento (il terreno, un fabbricato o un oggetto) deve essere fotografato in almeno due immagini, prese da due punti di vista diversi.
Questo vale sia per la fotogrammetria classica, fatta con camere metriche e fotogrammi stampati su carta, che per la fotogrammetria moderna (non convenzionale) fatta con fotocamere e file digitali.
E tutto questo vale sia per la fotogrammetria terrestre che per l’aerofotogrammetria, che oggi si fa in gran parte con gli APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto), con i droni.

Anche se non si può fare fotogrammetria solo con le fotografie (servono anche le misure!), tutto parte dalle immagini ed è da qui che si prendono le informazioni da elaborare per ricostruire le informazioni digitali di quello che si rileva.

Scattare immagini di qualità è il primo passo per un buon rilievo fotogrammetrico.
Fotografie sfuocate, sovraesposte o sottoesposte complicano il lavoro dei software che le devono elaborare.
E per elaborazione intendo tutte le procedure di Structure from Motion che portano alla creazione di un modello tridimensionale di quello che avete fotografato, o rilevato.
Se vuoi approfondire questa parte ti rimando alla rubrica che sta conducendo Paolo Rossi (del laboratorio di Geomatica della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia), nelle pagine di questo blog, sull’uso del software Agisoft Photoscan in fotogrammetria. Trovi la prima puntata della serie a questo link.

Ma c’è un altro aspetto importante, a volte sottovalutato (o anche dimenticato), che riguarda le fotografie di un rilievo.
Se ne tieni conto e ci lavori sopra puoi migliorarne l’elaborazione del modello tridimensionale.
Non è fondamentale come una corretta messa a fuoco o esposizione, ma dà il suo contributo per la buona restituzione di un lavoro.
Sto parlando della fotoritocco digitale delle immagini fotografiche per la fotogrammetria, dopo lo scatto e prima dell’elaborazione.

IO SCATTO IN RAW

Prima di trattare nei dettagli il processo di editing, post-produzione o ritocco fotografico digitale, devi sapere che (quasi) tutto quello che ti dirò vale per i file di immagini digitali in formato raw.

Sai che ci sono diversi tipi di file delle immagini digitali: raw, jpg, tif, png, psd, gif…
I più famosi in fotografia sono: raw, jpg e tif.
I più usati in fotogrammetria sono il raw e il jpg.
In funzione della marca della fotocamera che usi potresti trovare, al posto dell’estensione .raw, una cosa come .dng, .nef, .crw, .orf…
Non preoccuparti, sono formati proprietari, che ricadono tutti nella tipologia di file grezzi (la traduzione di raw dall’inglese all’italiano è proprio: crudo, grezzo).
Tutte le macchine fotografiche digitali scattano fotografie in formato jpg e molte le possono scattare anche in formato raw.

Il file raw è un’immagine che non subisce nessuna elaborazione da parte del processore della fotocamera digitale e può essere modificato, ancora, dopo lo scatto.
Se scatti una foto in formato in jpg, la macchina fotografica fa delle scelte per te, sulla base del suo cervello, e ti dà in output un file già un po’ modificato.
Lo potrai cambiare, ma non con la facilità e le possibilità a disposizione della stessa scena registrata in raw.

RAW e JPG

Pensa al rapporto tra raw e jpg come a quello che c’era tra negativo e foto stampata, in fotografia analogica.

Quanto portavi a sviluppare un rullino dal fotografo, insieme alle foto ti dava anche i negativi, quelle strisce che custodivano le esposizioni.
Dai negativi potevi fare copie delle stampe, o ingrandimenti, o modifiche stilitstiche della foto (anche se questo lo sa solo chi si sviluppava da solo le proprie fotografie) e tutto senza perdere qualità.
Quando facevo fotografia analogica, custodivo i negativi come il Sacro Graal!
Senza il negativo, invece, avevi solo la possibilità di fare una scansione ed una successiva stampa, ma questo causava un deterioramento dell’immagine (nei vari passaggi) e l’impossibilità di ottenere una foto più grande senza perdita di risoluzione.

In fotografia digitale sostituisci pellicola con sensore.
I dati catturati sono memorizzati in bit.
La macchina fotografica fa una prima traduzione della scena in bit, mescolando insieme, come in un pentolone, le informazioni cromatiche (RGB – rosso, verde, blu) e di luminosità (luminanza).
Se salvi in jpg (ma vale anche per il tif) avviene un secondo passaggio in cui i dati sono fissati, scartandone alcuni e scegliendone altri, per ottenere l’immagine giusta secondo il cervello della macchina fotografica, che si basa sulla lettura di nitidezza, bilanciamento del bianco, saturazione, …
Il file jpg viene poi anche immediatamente compresso (con un algoritmo di compressione che si chiama lossy) per avere un peso, in Megabyte, abbastanza piccolo, ma a scapito della perdita di informazioni (lossy deriva da loss che inglese vuol dire perdita).

Quando invece si scatta scegliendo di memorizzare i file grezzi (raw) ci si ferma subito dopo la conversione analogico-digitale.
La camera memorizza tutti i dati che il sensore ha catturato e ne salva i bit in un file, molto più pesante del jpg.
A questo punto però non hai ancora un’immagine, anche se nel display ne vediamo una preview, e prima di poterla vedere correttamente va sviluppata in camera chiara.
La camera oscura era quella dove si sviluppavano i negativi analogici, che si bruciavano se prendevano luce, e la camera chiara è il software in cui si sviluppano i negativi digitali e dove puoi lavorare con le luci accese!

Con questi strumenti puoi cambiare tanti parametri di un file raw senza modificare mai veramente l’immagine.
Al termine dell’elaborazione si esporta il file in formato jpg o tif, per la stampa o per essere elaborato (come succede per l’elaborazione Structure from Motion), ma il file grezzo originale rimane sempre disponibile per altre elaborazioni, viraggi di colore, tagli, ingradimenti, modifiche stilistiche ecc…

Ultima informazione tecnica: la profondità di bit di un file raw varia da 12 a 14, mentre per i jpg è solo 8.
Questo è un dato importante (ma che vale forse di più per l’aspetto creativo-tecnico della fotografia in sé) che definisce quanti bit sono usati per creare un colore e quante saranno le sue sfumature.
Più bit = più sfumature di colore.
Quindi, se vuoi gestire l’intera gamma dinamica della fotocamera, è meglio sfruttare questo formato.

SVANTAGGI DI UN FILE RAW

Ma non ci sono solo vantaggi a scattare in raw!
Qualche inconveniente lo puoi trovare anche se, a mio avviso, la bilancia della convenienza pende sempre a favore dello scatto in raw vs scatto in jpg.

Un file raw è molto più pesante, in termini di Megabyte dell’analogo jpg.
Se scatti in raw ridurrai la quantità di foto immagazzinabili in una scheda di memoria oltre che la velocità di memorizzazione al momento dello scatto.
In pratica significa che dovrai avere schede di memoria di riserva e se fai un rilievo aereo cond drone devi limitare l’intervallo di scatto tra una foto e l’altra per dare il tempo alla scheda di memoria di registrare tutte le immagini.

In quanto grezzi, i file raw necessitano di una post produzione con qualche programma di fotoritocco.
C’è un anello in più nella catena del processo fotogrammetrico e di trattamento dei dati registrati sul campo: il software.
Io utilizzo il software della Adobe che si chiama Lightroom.
Non è l’unico né il migliore software che “sviluppa i file raw“, ce ne sono altri (Apple Aperture, Phase One Capture One, …), ma lo uso da tantissimi anni, ha un’interfaccia intuitiva e semplice e mi ci trovo molto bene.
Puoi acquistare una licenza di Adobe Lightroom e del più famoso Adobe Photoshop con 10€/mese, direttamente nello store di Adobe.

IL RAW NON FA MAGIE

Concludo questa parte sul file raw con un breve avvertimento: “scattare in raw non rimedia una foto sbagliata“.
Anche se il raw ha tutti i vantaggi che ti ho scritto prima e ti permette un bel po’ di libertà in post elaborazione, non puoi sperare di tirare fuori da un’immagine informazioni dove non ci sono.
Se scatti una foto decisamente sovraesposta, ci saranno dei pixel totalmente bianchi da cui non riuscirai a prendere le informazioni di quello che è stato fotografato.
La stessa cosa vale per i pixel neri di una zona in ombra in una foto troppo sottoesposta.
E, ancora, lavorare sul raw non ti permette di rendere nitida un’immagine sfocata.

Stai attento quindi ai parametri di scatto in una fotografia (tempi di scatto, apertura del diaframma, ISO) perchè il raw ti aiuta ma non è il Mago Merlino!
🙂

TRATTARE LE FOTOGRAFIE PER LA FOTOGRAMMETRIA

Dopo averti parlato del file raw ti faccio vedere i passaggi che seguo per il fotoritocco digitale delle immagini fotografiche per la fotogrammetria, prima dell’elaborazione all’interno del software Structure from Motion.

Ho scelto un’immagine scattata dalla fotocamera del mio drone, un DJI Phantom 4 Pro, (questo è un link di affiliazione di Amazon) durante un rilievo aerofotogrammetrico e che presenta alcune zone di ombra, altre in luce ed aree ricche di dettagli.
La foto è stata scattata a circa 70 m di altezza dal suolo con camera in presa nadirale (asse ottico diretto verticalmente verso il basso).
I parametri di scatto che governano l’esposizione sono: tempo di scatto 1/320 sec, apertura del diaframma f/5.6, ISO 100.
La scena è illuminata da luce solare diretta delle 13:00 di un giorno di metà Aprile.

Questa è l’immagine originale, senza alcuna regolazione:

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico

Ora ti faccio vedere tutti i passaggi, con i relativi risultati, che faccio per arrivare alla foto finita, pronta per essere esportata.

ESPOSIZIONE, BILANCIAMENTO DEL BIANCO, LUCI E OMBRE

Il primo gruppo di azioni riguardano i valori di luminanza dell’immagine e la correzione delle dominanti di colore.

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

Il cervello della macchina fotografica non funziona bene come il nostro, che si adatta ai cambi di luce e di scena molto rapidamente.
Una fotocamera non sa che tipo di luce colpisce una scena (luce del sole a mezzogiorno, luce del sole filtrata dalle nuvole, luce di una lampada) e può rappresentare in maniere sbagliata le tonalità di colore di una fotografia (ciascuna fonte luminosa ha una sua temperatura della luce).
Non entro nella trattazione del bilanciamento del bianco (White Balance) altrimenti questo articolo rischia di diventare davvero lungo, ma ti basti sapere che tramite lo strumento di selezione del bianco si dice al software qual è un elemento dell’immagine che ha tonalità neutra (bianca o grigia) e sulla base di quello lui adatta tutte le tonalità di tutti gli altri elementi ripresi.

In questa foto ho detto a Lightroom di prendere come riferimento per i toni il grigio della strada asfaltata che vedi in alto a destra nell’immagine.
Il risultato è un’immagine dai toni più caldi:

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con applicazione del bilanciamento del bianco

ESPOSIZIONE

Se la tua foto è sottoesposta o sovraesposta puoi intervenire ora per regolarla.
Questa immagine non ha avuto bisogno di questo aggiustamento, ma nel caso di necessità si può lavorare prendendo come riferimento l’istogramma dell’immagine che ti dice come sono distribuite le informazioni di luminosità in tutti i pixel della foto (registrate da tutti i pixel del sensore).
immagine che rappresenta un istogramma di un'immagine digitaleIn genere (ma questo non è sempre vero) per una scena uniformemente illuminata, la curva dell’istogramma dovrebbe avere una gobba, un accumulo di informazioni, al centro, mentre per immagini sovraesposte o sottoesposte la curva si sposta, rispettivamente, a destra o a sinistra dell’area del grafico.

Tutti i programmi di ritocco dei file raw ti mostrano l’istogramma e puoi lavorare sull’esposizione per bilanciarlo.

CONTRASTO

Aumentare il contrasto aiuta a dare corpo all’immagine.
Io aumento sempre un pochino il contrasto, ma senza esagerare (qui ho dato +15).
Questa è l’immagine contrastata:

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con applicazione del bilanciamento del contrasto

LUCI, OMBRE, BIANCHI E NERI

Questa è, secondo me, la regolazione più importante per ottimizzare una fotografia per l’elaborazione fotogrammetrica!

In una giornata di sole è molto probabile ritrovarsi una fotografia con ombre scure e parti in luce piuttosto chiare.
Questo succede perchè la macchina fotografica ha una gamma dinamica limitata, molto più piccola di quella dell’occhio umano, e non può rappresentare, in termini di esposizione, tutto quello che c’è in una scena in maniera corretta.

Abbassare le luci permette di ridurre la luminosità nelle zone chiare (-100).

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione luci

Aumentare le ombre invece ti permette di tirare fuori informazioni nelle zone scure (+100).

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione ombre

Lavorare poi sui bianchi e sui neri permette di raffinare ancora un po’ questa ricerca di informazioni agli estremi della gamma dinamica della fotografia.
Io abbasso un po’ i bianchi (-20).

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione bianchi

Ed alzo i neri (+20).

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione neri

CHIAREZZA E RIMOZIONE FOSCHIA

La chiarezza è una misura del contrasto localizzato nell’immagine.
Aumentare la chiarezza significa aumentare il contrasto lavorando su piccole porzioni dell’immagine (per cui vengono calcolati i parametri di luce e di ombra) ma senza considerare l’illuminazione generale delle scena.
Io generalmente aumento un pochino la chiarezza (+20), ma mai molto perchè se eccedi con questa regolazione rischi di avere una foto artefatta.

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione chiarezza

Se hai scattato la foto in condizioni ambientali particolari o se percepisci al suo interno una leggera “patina nebbiosa” puoi intervenire anche sulla rimozione della foschia che lavora sul contrasto a media scala.

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione foschia

SATURAZIONE

Se pensi che la tua immagine abbia colori troppo vividi, o viceversa, troppo spenti, puoi intervenire sui parametri di vividezza e saturazione del progamma per modificarla come preferisci.
La vividezza aumenta o diminuisce la saturazione dei colori che sono poco saturi, mentre la saturazione agisce su tutti i colori in ugual misura.

Io generalmente aumento di poco la vividezza (+10) e riduco, sempre di poco, la saturazione (-10).

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico con regolazione vividezza e saturazione

DETTAGLI

L’impostazione dei dettagli è l’altra regolazione che ritengo importante nel fotoritocco digitale delle immagini fotografiche per la fotogrammetria.
Per farti vedere come un editor di file raw lavora sui dettagli di un’immagine ti mostro un particolare della foto al 100% della sua dimensiona nativa.
Solo così riesci a valutare veramente il dettaglio.

Questa è la foto prima della regolazione dei dettagli:

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico prima della regolazione del dettaglio

E questa è la stessa porzione dopo aver aumentato i dettagli:

immagine aerea di zona rurale scattata da drone in rilievo aerofotogrammetrico dopo la regolazione del dettaglio

Lavorando sui dettagli riesci a recuperare un sacco di informazioni preziose sulle immagini che il software di elaborazione fotogrammetrica usa per ricercare i punti comuni nella fase di allineamento delle immagini (creazione della nuvola sparsa) e nella fase di creazione della nuvola densa.

PRIMA E DOPO

Il processo di fotoritocco digitale è finito.

Ora puoi esportare l’immagine in jpg e procedere all’elaborazione successiva nel software SfM.

Ti faccio vedere due confronti tra prima e dopo il processo di fotoritocco.

In questa figura vedi come nelle zone d’ombra si riescano a recuperare informazioni e particolari altrimenti più difficilmente individuabili:

immagine che mostra il confronto tra il prima e dopo l'elaborazione fotografica per fotogrammetria con riferimento alle ombre

In questa immagine vedi invece come si sia potuto ridurre l’esposizione nelle zone di luce (cerchiate in rosso) ed aumentare il dettaglio generale (area cerchiata in giallo):

immagine che mostra il confronto tra il prima e dopo l'elaborazione fotografica per fotogrammetria con riferimento alle luci ed ai dettagli

A questi link puoi scaricare i file ad alta risoluzione dell’immagine, prima e dopo il trattamento:
Immagine di partenza
Immagine modificata

Tutto questo avvantaggia il software di elaborazione fotogrammetrica perchè gli dà un po’ di informazioni in più, per ciascuna immagine, su cui far lavorare gli algoritmi di calcolo che risolvono le equazioni di collinearità ed il processo structure from motion.

APPLICA LE REGOLAZIONI A TUTTE LE IMMAGINI

Se ti stai allarmando perchè pensi di dover fare tutti questi passaggi per ogni immagine di un rilievo fotogrammetrico (numero che supera spesso e facilmente il cetinaio!), ti tranquillizzo perchè la maggiore parte dei software che lavorano sui raw in questo modo ti permette di copiare le impostazioni di sviluppo di un’immagine ed applicarle a tutte le immagini di quel rilievo.
O, quantomeno, a tutte le immagini che hanno un’illuminazione simile.
Ci pensa il software e lo fa in pochi secondi, anche se hai fatto migliaia di fotografie.

Se tuttavia durante il rilievo hai avuto condizione di luce diversa, perchè magari il sole era spesso nascosto dalle nuvole, ti consiglio di raggruppare le immagini per condizioni di illuminazione e sviluppare le foto in sole pieno in modo leggermente diverso da quelle con cielo nuvoloso, mantenendo però sempre fermo lo scopo di recuperare più informazioni possibili in ogni immagine per ottimizzarne l’elaborazione.

ELABORAZIONE STRUCTURE FROM MOTION E FILE RAW

Alcuni software di elaborazione fotogrammetrica ad algoritmi structure from motion hanno implementato la possibilità di ricevere in input i file grezzi, raw.
Lo stesso Agisoft Photoscan, che è quello che uso io, lo fa.

Personalmente non mi trovo molto bene a lavorare con questi file perchè rallentano un po’ il lavoro del programma, richiedendo tempi di caricamento un po’ più lunghi, specialmente nella fase di inserimento e validazione delle coordinate dei punti di vincolo (che è già una parte che richiede un bel po’ di tempo!).

In rilievi dove il numero delle foto è alto preferisco lavorare esportando i file jpg delle immagini raw, sviluppate come ti ho mostrato.

 

Spero di averti dato informazioni utili sul fotoritocco digitale delle immagini fotografiche per la fotogrammetria, prima di elaborarle per creare il modello tridimensionale.
Non sono procedure necessarie ma ho trovato che siano utili per un modello tridimensionale più ricco di informazioni e più veloce nella sua creazione.
I parametri di regolazione che ti ho riportato durante la spiegazione degli step che seguo si riferiscono al software che uso (Adobe Lightroom) e possono variare da programma a programma e da scena a scena (una foto di una cava di marmo bianco in pieno sole ha parametri di regolazione diversi da un bosco in una giornata nuvolosa!).

Ti confesso che io sono sempre stato un nerd della fotografia, ancora prima di mandare per aria un drone a scattare foto per rilievi aerofotogrammetrici e tutti questi aspetti tecnici li ho sempre un po’ masticati.
Ho fotografato quando ancora si usavano le pellicole e ho lavorato parecchio nel mondo della fotografia.
Se vuoi curiosare tra le foto che ho scattato ne trovi una selezioni qui: www.paolocorradeghini.com

 

Se hai dubbi, domande, approfondimenti o osservazioni su questi temi contattami nei modi che preferisci.
Se non ti è chiaro qualcosa fammelo sapere, ti risponderò molto volentieri.
Trovi come raggiungermi nella pagina dei contatti di questo blog.
Il metodo che preferisco è tramite messaggio o nota vocale di diretta su Telegram a telegram.me/paolocorradeghini ma va benissimo qualunque modo tu sceglierai per metterti in contatto con me.
Tutti i miei collegamenti Social Network sono invece in fondo alla pagina chi sono.

Se ti va di seguirmi quotidianamente negli aggiornamenti che condivido online lo puoi fare sul canale Telegram di 3DMetrica che trovi a telegram.me/tredimetrica o direttamente a questo link.

Ed infine puoi ascoltare le puntate del nuovo Podcast di 3DMetrica andando nella pagina PODCAST di questo blog.
O su Spreaker (che è il servizio che uso per pubblicare le puntate online)

 

Grazie del tuo tempo e a presto!

Paolo Corradeghini

 

 

Ho pubblicato una puntata del podcast dove parlo della differenza tra RAW e JPG.
La puoi ascoltare qui:
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Paolo Corradeghini

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4 Comments


Marco
9 August 2018 at 14:41
Reply

Salve Paolo, io sono un geometra di Vicenza, mi sto avvicinando alla fotogrammetria aerea con drone (Phantom 4 pro, spark).
Sono anche io appassionato di fotografia e ho anche tenuto una “mini” conferenza sullo sviluppo delle immagini raw con darktable (eh si… sono anche utente linux…).
una domanda relativa alla post produzione degli scatti raw ai fini fotogrammetrici: ritieni possa essere utile applicare anche le correzioni della camera/lente in modo da “correggere” le deformazioni tipiche?
ti ringrazio per il blog, è veramente PREZIOSO!



    Paolo Corradeghini
    9 August 2018 at 19:07
    Reply

    Ciao MArco,
    grazie per il tuo commento.
    La tua domanda è molto interessante e vorrei fare dei test a riguardo.
    Attualmente non correggo in post produzione le deformazioni ottiche delle foto aeree.
    Lascio che sia il software di elaborazione a gestirle.
    Credo che sia la scelta tecnica più rigorosa perchè si lascia inalterato il lavoro delle lenti.
    Mi piacrebbe però fare dei test per vedere le differenze tra un’elaborazione con foto non corrette e una con foto corrette in post-produzione.
    Spero di poterla pubblicare presto qui sul blog!
    Ciao e grazie!
    Paolo

ezio
19 June 2019 at 11:58
Reply

Ciao Paolo, mi sembra di aver capito che usi litchi per pianificare i voli, e che usi gli scatti automatici, ma nelle impostazioni di litchi per usare le foto raw i’intervallo minimo di scatto è 5 secondi..in che modo gestisci questo lasso cosi lungo?
complimenti per il tuo blog e per gli articoli, davvero preziosi



    Paolo Corradeghini
    21 June 2019 at 16:54
    Reply

    Ciao Ezio,
    sì uso (anche) Litchi per pianificare i voli.
    Lo scatto automatico dei raw è permesso solo con un intervallo minimo di 5 secondi, come hai scritto correttamente.
    L’unico modo per poterlo utilizzare con sovrapposizioni alte a terra è limitare la velocità di crociera.
    Io tipicamente volo piano!
    🙂
    Questo mi comporta l’uso di batterie extra ma almeno mi garantisce la sovrapposizione corretta, lo scatto in raw e foto non mosse.
    A presto!

    Paolo

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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    Topografia, rilievi, droni, gps, cartografia, geomatica e mappe.
    Condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.

    Paolo Corradeghini
    YouTube Video UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_9J3htcvTbHA Se utilizzi PointCab Origins per produrre output da elaborare in CAD, potresti volere un DWG già completamente in 2D, pronto nello spazio di lavoro per la vettorializzazione (o per altre cose).

In questo video ti faccio vedere dove intervenire (nelle opzioni legate alla creazione di Layout e Sections) e ti condivido anche come creare un PDF. 


A questo link trovi il tutorial in formato PDF che racconta le opzioni di vista dell'output del file CAD: https://pointcab-software.com/wp-content/uploads/2021/01/EXPORT-LAYOUTS-SECTIONS-FOR-CAD%E2%80%8B.pdf

Ed a questa pagina trovi un po' di turorial sul software: https://pointcab-software.com/en/learn/


Il riferimento online per le informazioni sul software è questo: https://pointcab-software.com/en/

A questa pagina trovi già un sacco di tutorial fatti proprio da Pointcab Software   @PointCab  


Qui sotto ti metto tutti i link ai video della serie su PointCab Origins:
01 - Panoramica: https://youtu.be/fgKBT9pTfiE
02 - Piante e Sezioni: https://youtu.be/rXsVU3fms_8
03 - Facciata: https://youtu.be/SXvrsJZE4_s
04 - Esportare in 2D per il CAD e stampa PDF: https://youtu.be/9J3htcvTbHA


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

Il modo più veloce per contattarmi è tramite Telegram @paolocorradeghini
Oppure trovi gli altri miei contatti li trovi sul blog di 3DMetrica: https://3dmetrica.it/

Se vuoi, puoi decidere di sostenermi diventando un finanziatore di 3DMetrica tramite la pagina di Patreon: https://www.patreon.com/3dmetrica
È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.
    Se utilizzi PointCab Origins per produrre output da elaborare in CAD, potresti volere un DWG già completamente in 2D, pronto nello spazio di lavoro per la vettorializzazione (o per altre cose).

In questo video ti faccio vedere dove intervenire (nelle opzioni legate alla creazione di Layout e Sections) e ti condivido anche come creare un PDF. 


A questo link trovi il tutorial in formato PDF che racconta le opzioni di vista dell'output del file CAD: https://pointcab-software.com/wp-content/uploads/2021/01/EXPORT-LAYOUTS-SECTIONS-FOR-CAD%E2%80%8B.pdf

Ed a questa pagina trovi un po' di turorial sul software: https://pointcab-software.com/en/learn/


Il riferimento online per le informazioni sul software è questo: https://pointcab-software.com/en/

A questa pagina trovi già un sacco di tutorial fatti proprio da Pointcab Software   @PointCab  


Qui sotto ti metto tutti i link ai video della serie su PointCab Origins:
01 - Panoramica: https://youtu.be/fgKBT9pTfiE
02 - Piante e Sezioni: https://youtu.be/rXsVU3fms_8
03 - Facciata: https://youtu.be/SXvrsJZE4_s
04 - Esportare in 2D per il CAD e stampa PDF: https://youtu.be/9J3htcvTbHA


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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    Quando porti una nuvola di punti dentro un software che la gestisce sei in grado di accedere a tutte le informazioni che ci sono racchiuse all'interno.

Se usi Cloud Compare, si crea una nuova "entità nuvola di punti" di cui puoi sapere le caratteristiche attraverso la finestra delle proprietà.

Te ne parlo in questo video, facendo un passaggio sulle varie sezioni delle proprietà, con un accenno anche a colore, unità di misura e matrice di trasformazione.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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Se sei già finanziatrice o finanziatore di 3DMetrica (livello alto), puoi scaricare la nuvola di punti che ho usato in questo video, qui: https://www.patreon.com/posts/video-cloud-di-89920425?utm_medium=clipboard_copy&utm_source=copyLink&utm_campaign=postshare_creator&utm_content=join_link


0:00 Intro
0:37 La nuvola di punti di un versante
1:45 Il colore dello sfondo
2:23 Entità nuvola di punti e DB Tree
3:22 La finestra delle proprietà
4:04 Il volume di inviluppo
5:02 Uno sguardo alla finestra delle proprietà
5:38 CC Object
6:36 Il colore della nuvola di punti
9:11 Colore e Scalar Field
10:54 Box, dimensioni e traslazione
12:41 Unità di misura in Cloud Compare
15:00 Settore Cloud
16:09 Dimensione dei punti
18:09 Le proprietà dei campi scalari
19:39 La matrice di trasformazione
23:38 Metadati del file
23:56 Outro
    Agisoft Metashape Standard non ti permette di creare un output affidabile ed utilizzabile per scopi tecnici, perchè la nuvola di punti (ma anche la mesh) non è né georeferenziata, né scalata, né orientata correttamente.

Tuttavia se hai dei punti di riferimento puoi esportare la nuvola di punti da Metashap Standard per “sistemarla” in qualche altro software, rendendola utilizzabile.

In questo video uso Cloud Compare per fare una rototraslazione rigida con applicazione di fattore di scala.


Qui c’è un video dove ti parlo delle differenze tra le versioni Standard e Professional di Metashape: https://youtu.be/Le2-6mw-jDY?si=FSmR-t_dY4kXLv9B


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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0:00 Intro
0:43 Standard VS Pro
1:52 Due progetti fotogrammetrici
3:41 La calibrazione interna delle camere
4:52 Differenze di elaborazione
6:17 Esporto la nuvola di punti
7:05 I punti di riferimento
8:17 Uso il software Cloud Compare
9:02 I dati in Cloud Compare
10:04 Rototraslazione della nuvola di punti
11:00 Il Tool di allineamento
14:16 Scelta delle coppie di punti
17:07 L’errore di trasformazione
19:40 Il risultato del processo
21:08 Considerazioni finali sull’elaborazione
23:42 Outro
    Uno dei vantaggi di PointCab Origins è quello di creare, molto velocemente, degli output 2D a partire da nuvole di punti 3D anche molto complesse e pesanti.

In questo video ti faccio vedere come creare una “facciata” attraverso una nuova sezione.

Non si tratta di un fotopiano o di un ortomosaico (se conosci il processo fotogrammetrico) ma della proiezione dei punti di una porzione di nuvola su un piano.

Ti faccio vedere anche come modificare i parametri di esportazione per vedere un output colorato o con informazione di riflettività e come richiamare, nella vista, queste cose.


Il riferimento online per le informazioni sul software è questo: https://pointcab-software.com/en/

A questa pagina trovi già un sacco di tutorial fatti proprio da Pointcab Software  @PointCab 


Qui sotto ti metto tutti i link ai video della serie su PointCab Origins:
01 - Panoramica: https://youtu.be/fgKBT9pTfiE
02 - Piante e Sezioni: https://youtu.be/rXsVU3fms_8
03 - Facciata: https://youtu.be/SXvrsJZE4_s
04 - Esportare in 2D per il CAD e stampa PDF: https://youtu.be/9J3htcvTbHA


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0:00 Intro
0:50 Le viste Standard
1:39 Creo una sezione
2:45 Modifico la traccia
3:21 Controllo la direzione di proiezione
4:12 Aggiusto il volume di taglio
7:18 Faccio una prima elaborazione
8:42 E valuto i risultati
9:37 Riprocessare un lavoro già fatto
11:50 Vedere colore, riflettanza e ombreggiatura
14:26 Attivare la vista dei livelli/sheet
16:00 File di output
17:51 Modificare la risoluzione
20:09 Attenzione al volume di taglio
23:07 Outro
    Una nuvola di punti contiene un sacco di informazioni ma come puoi fare ad accedervi?

Il primo step credo che sia quello di sapere chi metterà mano alla nuvola di punti, quali siano le sue necessità ed i suoi strumenti: tecnico, amministratore, progettista, professionista in altri settori, ...

Dopo si tratta di scegliere tra un visualizzatore o un software.

Se è “sufficiente” ispezionarla ed indagarla (anche quantitativamente) la soluzione più efficiente è il visualizzatore.
Meglio se online in modo da non dover scaricare dati pesanti o installare applicazioni nel tuo computer.

Se invece c'è la necessità di metterci sopra le mani, di fare elaborazioni o altre cose per il tuo lavoro o per i tuoi approfondimenti dovrai orientarti sui software.
Le scelte sono diverse, ma su tutte ti consiglio di iniziare con Cloud Compare che è un progetto open source, fatto molto bene, completo e ricco di contenuti e tutorial online.


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Se sei già finanziatrice o finanziatore di 3DMetrica (livello alto), puoi farti un giro sulla nuvola di punti con il visualizzatore che ho mostrato in video qui: https://www.patreon.com/posts/gestire-le-di-o-89572596?utm_medium=clipboard_copy&utm_source=copyLink&utm_campaign=postshare_creator&utm_content=join_link


0:00 Intro
0:23 Che cos’è la nuvola di punti
1:08 L’utilizzo della nuvola
1:57 Perchè hai ricevuto la nuvola?
3:22 Il peso di una nuvola di punti
5:00 Un visualizzatore online
7:05 Interrogare la nuvola
10:19 I software
10:40 Lidar360
12:06 PointCab Origins
12:46 GIS & CAD
13:47 Un breve elenco di software
14:20 Cloud Compare
15:10 Download
16:12 Un giro per Cloud Compare
16:51 Outro
    Se non hai un computer super performante (ed hai una licenza Professional di Agisoft Metashape) puoi sfruttare "Agisoft Cloud", inviare i dati ai computer di Agisoft, e far processare i dati da loro.
È interessante il fatto che l'interfaccia operativa sia sempre Metashape.

Dopo aver fatto la registrazione al servizio, devi modificare un paio di opzioni nel software.
Da qui in avanti potrai scegliere se sfruttare le risorse del Cloud oppure quelle del tuo hardware.

Il collo di bottiglia di tutto quanto è la trasmissione dei dati attraverso la rete e se devi elaborare tanta roba potrebbe richiederti parecchio tempo.

Caricare i dati in cloud è anche un buon modo per condividere progetti e dati 3D attraverso la rete e l''uso di un browser.


A questo link trovi le informazioni per i servizi di Agisoft Cloud: https://www.agisoft.com/features/cloud/

Mentre qui ci sono un po' di informazioni e tutorial specifici: https://agisoft.freshdesk.com/support/solutions/folders/31000118608


Se sei una finanziatrice o un finanziatore di 3DMetrica (di livello alto) puoi trovare il progetto di Metashape Professional ed il link per navigare nei dati caricati in Cloud qui: https://www.patreon.com/posts/agisoft-cloud-89456359?utm_medium=clipboard_copy&utm_source=copyLink&utm_campaign=postshare_creator&utm_content=join_link


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0:00 Intro
0:36 Informazioni online su Agisoft Cloud
1:56 La gestione dei progetto in Cloud
2:42 Risorse online e tutorial
3:30 Il principio di lavoro
4:25 Impostazioni del software
6:42 Attenzione alla versione di Metashape
7:00 Allineamento di immagini
8:37 Il mio progetto in locale fatto in Cloud
9:21 Upload dei dati
10:32 Caricare dati nel Cloud da locale
11:13 Scaricare i dati dal Cloud in locale
11:31 Il progetto nel Cloud
13:31 Condividere informazioni
14:01 Misure e mesh
14:34 Gestione di elementi e layer
15:48 Inspection mode
17:50 Outro
    Una cosa molto facile da fare dentro il software PointCab Origins è creare output 2D a partire da una nuvola di punti.

In questo video ti faccio vedere come creare nuove proiezioni sul piano XY (piante, che il software chiama “Layout”) o nuove sezioni (section), lavorando sui parametri principali che governano la loro creazione, inclusa la gestione dei file.

P.S.
Al minuto 14:59 dico che si possono usare altre sezioni (diverse dalla viste Standard) per creare nuovi Layout.
È un errore perchè al momento della registrazione del video PointCab Origins ti permette di farlo solo appogiandoti alle viste Standard.


Il riferimento online per le informazioni sul software è questo: https://pointcab-software.com/en/

A questa pagina trovi già un sacco di tutorial fatti proprio da Pointcab Software  @PointCab  


Qui sotto ti metto tutti i link ai video della serie su PointCab Origins:
01 - Panoramica: https://youtu.be/fgKBT9pTfiE
02 - Piante e Sezioni: https://youtu.be/rXsVU3fms_8
03 - Facciata: https://youtu.be/SXvrsJZE4_s
04 - Esportare in 2D per il CAD e stampa PDF: https://youtu.be/9J3htcvTbHA


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0:00 Intro
0:14 La nuvola importata
1:18 Layout e Section
1:48 Creo una nuova sezione
2:15 Il volume di taglio
4:13 La direzione di proiezione ed il Job Editor
5:52 Stringere lo spessore della sezione
8:05 La gestione dei file
9:51 I file che vengono prodotti
11:01 Processing del lavoro
12:23 File dei risultati
14:29 Creo una nuova pianta
18:19 Outro
    Come nasce una nuvola di punti?
Come si fa a generare migliaia o milioni di punti nello spazio tridimensionale, magari colorati?

In questo video ti parlo dei metodi e delle tecnologie che servono proprio a questo: attivo VS passivo, fotogrammetria VS laser scanner.
Tutto in maniera semplice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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Se sei già finanziatrice o finanziatore di 3DMetrica (livello alto), puoi scaricare le slide che ho usato e farti un giro sulla nuvola di punti che ho mostrato in video qui: https://www.patreon.com/posts/come-nasce-una-89207433?utm_medium=clipboard_copy&utm_source=copyLink&utm_campaign=postshare_creator&utm_content=join_link


0:00 Intro
0:15 Che cos’è una nuvola di punti
1:30 La posizione dei punti ed il rilievo discreto
2:59 Milioni di punti 3D
3:36 Tecniche attive e passive
5:13 Laser scanning
7:12 Laser scanner nella vita di tutti i giorni
8:46 Laser scanner a tempo di volo
9:58 Laser scanner a differenza di fase
11:13 Scansioni laser in movimento
13:29 Fotogrammetria
16:40 I dettagli di una nuvola di puntiInfl
17:55 Una nuvola di punti da scansione laser statica
19:51 Una nuvola di punti da SLAM
21:01 Colorare una nuvola di punti
21:57 Una nuvola di punti da Lidar da drone
22:40 Una nuvola di punti fotogrammetrica
23:27 Più dettagli in fotogrammetria
24:08 Nuvole di punti alla fine del rilievo
24:57 Outro
    Che cosa devi mettere dentro al tuo computer per poter fare elaborazioni fotogrammetriche?
O meglio, come entrano in gioco le componenti hardware di un pc per permettergli (e permetterti) di elaborare un dataset fotogrammetrico in maniera efficiente (cioè senza piantarsi ed in tempi ragionevoli)?

In questo video ti parlo, in maniera semplice, di CPU, RAM, Scheda Video, Hard Disk.

Prendo spunto dai contenuti già prodotti e pubblicati da Agisoft, per il loro software Metashape, ma spero che questo video possa essere utile anche per chi usa un programma diverso.

In coda faccio anche qualche considerazione su Laptop VS Desktop e sugli investimenti in questo campo.


Qui trovi le indicazioni di Agisoft sulle configurazioni hardware proposte per diverse prestazioni: https://www.agisoft.com/downloads/system-requirements/

A questo link trovi un articolo semplice ma abbastanza completo sulle componenti hardware: https://www.pugetsystems.com/solutions/photogrammetry-workstations/agisoft-metashape/hardware-recommendations/

Questo è un "white paper" dove puoi leggere i risultati di elaborazioni diverse (in termini di tempo) e di come interviene la RAM in tutto ciò: https://www.agisoft.com/pdf/tips_and_tricks/PhotoScan_Memory_Requirements.pdf

Ed infine un post dall'Helpdesk di Agisoft che mostra come variano i picchi di memoria (CPU) ed i tempi di calcolo al variare della qualità del processing: https://agisoft.freshdesk.com/support/solutions/articles/31000157329-memory-requirements-for-processing-operations


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0:00 Intro
0:46 Le indicazioni di Agisoft
2:05 Contenuti online sull’hardware per la fotogrammetria
2:35 La mia classifica dell’hardware
3:17 CPU
3:52 Core e frequenza di clock
5:07 GPU
6:06 Schede video per Metashape
7:09 RAM
8:32 Analisi della RAM in processi di elaborazione
9:17 La qualità dell’elaborazione dei calcoli
10:35 Hard Disk
11:16 Laptop VS Desktop
13:35 La mia configurazione hardware ed alcune considerazioni sull’investimento
17:29 Outro
    PointCab Origins è un software che tratta nuvole di punti.
Lavora con ogni tipo di nuvola (fotogrammetrica, Lidar, scanner terrestre, SLAM, ...) ed è molto orientato per la trasformazione da 3D a 2D, in modo semplice ed efficiente.

In questo video creo un nuovo progetto e ti faccio una panoramica del software spendendo qualche parola sul principio di funzionamento e sulla gestione dei file di progetto.


Il riferimento online per le informazioni sul software è questo: https://pointcab-software.com/en/

A questa pagina trovi già un sacco di tutorial fatti proprio da Pointcab Software: @PointCab 


Qui sotto ti metto tutti i link ai video della serie su PointCab Origins:
01 - Panoramica: https://youtu.be/fgKBT9pTfiE
02 - Piante e Sezioni: https://youtu.be/rXsVU3fms_8
03 - Facciata: https://youtu.be/SXvrsJZE4_s


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0:00 Intro
0:29 L’interfaccia principale
1:08 Il sito pointcab software
2:17 Pointcab Origins - Geoslam e Stonex
3:07 La nuvola di punti
4:53 Un nuovo progetto
7:25 La cartella di lavoro
9:42 Le viste standard 2D
11:55 La vista 3D
13:40 Gestione delle finestre
13:57 Il principio dei lavori
14:34 La gestione dei file dei lavori
16:12 Esploro il file DWG di una pianta
19:14 Layout & Section - Piante e Sezioni
19:50 Outro
    Se hai sentito parlare di nuvole di punti ma non sai che cosa sono, provo a spiegartelo in questo video.
In modo semplice.
Molto semplice.

Proprio come una nuvola, una nuvola di punti è un ammasso (un insieme di tanti elementi vicini) di punti, ognuno con una posizione nello spazio tridimensionale.

Poi può esserci molto di più, ma nella sua natura più intima una nuvola di punti è questo.

Se crei nuvole di punti, questo video non è per te.
Se lavori sulle nuvole di punti che qualcun altro ha creato, questo video non è per te.
Ma se conosci qualcuno che non ha idea di che cosa sia una nuvola di punti magari glielo puoi segnalare.
Grazie!

P.S.
Lo so che nella copertina del video c'è scritto Cloud Compare, ma lo uso e non ne parlo mai...
Lo farò tra qualche video sempre sul tema delle nuvole di punti.


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0:00 Intro
0:12 Nuvola ed ammasso
1:18 Punto e posizione
2:59 Il mosaico: una nuvola di punti particolare
4:31 Una nuvola di punti in 2D
5:44 Le proprietà di una nuvola di punti
8:23 Ecco una nuvola di punti
9:46 Modello ed elementi discreti della nuvola
11:35 Coordinate dei punti e misure 3D
12:47 Usi, genesi ed affidabilità delle nuvole di punti
12:31 Outro
    Quali sono le differenze principali tra la versione Professional e quella Standard del software di Fotogrammetria Agisoft Metashape?

La prima e più evidente è il prezzo: ci sono 3000$ di differenza.
Ma la versione Standard non fa un sacco di cose rispetto a quella Pro e non ti permette di produrre in output una nuvola di punti (o una mesh) che sia affidabile e che possa essere usata confidentemente per scopi tecnici.
Infatti non è georeferenziata, scalata né ruotata.

A questo link trovi info sui prezzi delle due versioni: https://www.agisoft.com/buy/online-store/

Qui invece una lista di cose che possono o non possono fare: ttps://www.agisoft.com/features/compare/

Qui sotto c'è un video di @giampaolo-beretta che mostra come gestire la nuvola di punti prodotta dalla versione Standard in Cloud Compare: https://youtu.be/LofJDZW-t5w

E qui Fabio Guerra di @ThoposTV lo fa con il suo software di topografia Thopos: https://youtu.be/q0Kyxo0RFTQ?si=DFZCz6gNIRDXEryY


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0:00 Intro
0:29 Quanto costano le versioni di Agisoft Metashape
1:03 Confronto tra le versioni del software
1:33 Puoi usare Metashape Standard per output affidabili?
3:11 Altre differenze tra le due versioni
3:50 Le due versioni a confronto
4:44 Il pannello delle Referenze nella versione Pro
6:28 La versione Standard ed il geotag delle immagini 
6:58 Altre differenze tra le due versioni
8:39 Come puoi usare Metashape Standard per scopi tecnici
9:32 Due nuvole di punti a confronto in Cloud Compare
10:40 Trasformare una nuvola di punti da Metashape Standard
12:31 Outro
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    [VIDEO - PointCab Origins - CAD in 2D e Stampa PDF [VIDEO - PointCab Origins - CAD in 2D e Stampa PDF]

Se utilizzi PointCab Origins per produrre output da elaborare in CAD, potresti volere un DWG già completamente in 2D, pronto nello spazio di lavoro per la vettorializzazione (o per altre cose).

In questo video ti faccio vedere dove intervenire (nelle opzioni legate alla creazione di Layout e Sections) e ti condivido anche come creare un PDF.

https://youtu.be/9J3htcvTbHA
    Quando porti una nuvola di punti dentro un softwar Quando porti una nuvola di punti dentro un software che la gestisce sei in grado di accedere a tutte le informazioni che ci sono racchiuse all'interno.

Se usi Cloud Compare, si crea una nuova "entità nuvola di punti" di cui puoi sapere le caratteristiche attraverso la finestra delle proprietà.

Te ne parlo in questo video, facendo un passaggio sulle varie sezioni delle proprietà, con un accenno anche a colore, unità di misura e matrice di trasformazione.

https://youtu.be/6gI38_ela40
    [Sezioni Idrauliche - Numerazione] Quando restitui [Sezioni Idrauliche - Numerazione]
Quando restituisci delle sezioni idrauliche (trasversali alla direzione della corrente di un corso d'acqua) assegna dei numeri che siano multipli di 10.
In questo modo ne puoi sempre aggiungere di nuove senza mandare all'aria la numerazione che hai già definito.

Di solito il nome delle sezioni segue la corrente.
Io parto da monte e vado a valle.
Così te le ritrovi ordinate anche lungo il profilo longitudinale dell'alveo.

Se usi una numerazione sequenziale 1, 2, 3, ... e devi aggiungere qualcosa tra le sezioni 2 e 3 (o perchè devi integrare il rilievo in campo o perchè vuoi estrarre qualcos'altro da un modello 3D continuo) può essere noioso.

Con i multipli di 10 puoi infilare una nuova sezione 25, tra la 20 e la 30, in modo indolore.

Ok, non si tratta di un post che cambia il mondo del rilievo e della modellazione fluviale, né di qualcosa che possa invalidare un rilievo, ma mi fa piacere condividere anche questo, sperando che possa risparmiarti "la prima volta in cui ti renderai conto di non aver pensato alla numerazione delle sezioni".
:)
    Agisoft Metashape Standard non ti permette di crea Agisoft Metashape Standard non ti permette di creare un output affidabile ed utilizzabile per scopi tecnici, perchè la nuvola di punti (ma anche la mesh) non è né georeferenziata, né scalata, né orientata correttamente.

Tuttavia se hai dei punti di riferimento puoi esportare la nuvola di punti da Metashape Standard per “sistemarla” in qualche altro software, rendendola utilizzabile.

In questo video uso Cloud Compare per fare una rototraslazione rigida con applicazione di fattore di scala.

https://www.youtube.com/watch?v=4seaI0-f5FY&feature=youtu.be
    Mi è capitata "in mano" questa foto, rimasta nel Mi è capitata "in mano" questa foto, rimasta nel catalogo di Lightroom appartenente ad un rilievo fatto l'anno scorso al Colle dell'Agnello.

Si trattava di un lavoro per la generazione di un DTM di supporto a studi di dinamica di valanghe.

Guardandola penso che non esiste altro modo per acquisire dati da elaborare se non quello di "volarci" sopra,

Non deve essere per forza un drone.
Anzi!
Per aree molto grandi (ed in alta montagna) un multicottero può perdere di efficienza (perchè soffre la rarefazione dell'aria e le temperature basse).
Allora è meglio un aereo o un elicottero, entrambe equipaggiati con strumenti ad hoc.

Ma si potrebbero usare alla grande anche le immagini satellitari.
Se il DTM non ha bisogno di un passo spinto (ed in questi casi 1 m/pixel è un ottimo risultato), la risoluzione delle immagini satellitari commerciali (30 cm/pixel) è sufficiente a fare il lavoro.
L'importante è la descrizione della morfologia.

Qui, tra Lidar e Fotogrammetria, preferisco la fotogrammetria.
Un po' perchè mi piace di più come tecnica, processo e risultati, poi perchè riesce ad essere più economica e poi perchè non c'è un albero o un ostacolo che copre il terreno.
Ma anche il Lidar va benissimo.
Lo vedo meglio a bordo di aereo o elicottero perchè non servono un gran numero di passate per coprire l'area e si limita un po' di rumore generale (considerando anche l'altissima qualità dei Lidar che si montano su questi mezzi).

Un aspetto complesso è il controllo dell'accuratezza su punti noti.
Qui la fotogrammetria da drone, aiutata da una campagna di presa mista (non solo foto nadirali ma anche oblique per una buona triangolazione) e da sistemi di posizionamento RTK, dà una bella mano.
Si tratterebbe alla fine di prendere punti di controllo nelle aree (ragionevolmente) accessibili a piedi.
Cosa non sempre banale.

In estrema sintesi, in un posto così, la chiave di tutto è prendere dati dall'alto.
    Uno dei vantaggi di PointCab Origins è quello di Uno dei vantaggi di PointCab Origins è quello di creare, molto velocemente, degli output 2D a partire da nuvole di punti 3D anche molto complesse e pesanti.

In questo video ti faccio vedere come creare una “facciata” attraverso una nuova sezione.

https://youtu.be/SXvrsJZE4_s?si=7jh-bw53bWn318Tp
    Settembre, di solito, è il mese in cui Amminstraz Settembre, di solito, è il mese in cui Amminstrazioni Comunali, Regioni, Consorzi locali, Province ed altri soggetti (pubblici) programmano e fanno tagli “importanti” sulla loro rete idrica e di drenaggio superficiale (torrenti e canali).

Il motivo (credo) è quello di offrire meno resistenza al deflusso delle acque nel periodo autunnale (dove si presume pioverà di più ed il rischio idraulico è maggiore).
Non entro nel merito del fatto che questo sia corretto o meno né di come e quando si debbano fare questi interventi, anzi se vuoi condividere il tuo pensiero su questo tema (in ambito idraulico, forestale e climatico) ne sarei contento.

In ogni caso la pulizia dell’asta è evidente.

Per questo motivo il momento è buono anche per fare rilievi finalizzati ad aggiornare le conoscenze dell’alveo (e delle aree vicine) e supportare eventuali nuove modellazioni idrauliche per il deflusso delle portate e la determinazione delle aree esondabili.
Se vuoi darmi il tuo parere anche sul tema dell’aggiornamento degli studi idraulici in relazione agli eventi di pioggia intensa frequenti sarebbe fantastico!

Questi rilievi si possono fare anche in inverno, quando la crescita della vegetazione spondale è più lenta.
Tuttavia il rischio di avere presenza d’acqua è maggiore.
E l’acqua può complicare i lavori o, in alcuni casi (rilievi lidar) crare proprio un bel buco nei dati acquisiti.
In un bacino piccolo è probabile che l’alveo sia in secca per la maggior parte dell’anno ma quando le dimensioni (superfici e lunghezze) ed i tempi di corrivazione aumentano l’acqua potrebbe rimanere lì per parecchio tempo.

Della pulizia degli alvei ne beneficiano tutti i tipi di rilievo: con GNSS, con Stazione Totale, Aerofotogrammetrico ed anche Lidar…

Attenzione alle temperature, perchè se continuano a mantenersi alte la ricrescita vegetazionale sarà comunque veloce ed i tempi per organizzarsi (programmi, offerte, incarichi, rilievi, …) si riducono!
    Una nuvola di punti contiene un sacco di informazi Una nuvola di punti contiene un sacco di informazioni ma come puoi fare ad accedervi?

Se è “sufficiente” ispezionarla ed indagarla la soluzione più efficiente è il visualizzatore.

Se invece c'è la necessità di metterci sopra le mani dovrai orientarti sui software. Su tutte ti consiglio di iniziare con il progetto open source Cloud Compare.

Ne parlo in questo video: 
https://youtu.be/0VYUiX7174s
    [Post per “smanettoni” di Potree Converter - T [Post per “smanettoni” di Potree Converter - Trascina un file LAS su PotreeConverter.exe e generare anche il file HTML]

Se prendi una nuvola di punti e ne trascini il file LAS su PotreeConverter.exe, si creano tutte le cartelle da caricare online ma manca il file HTML.
Grazie all’email di Dario Candela ti scrivo come fare.

La soluzione è creare un link sul desktop a PotreeConverter.exe e nelle proprietà del link inserire questi parametri: "C:\Program Files\PotreeConverter_windows_x64\PotreeConverter.exe" "-p index -i"
Fatto ciò, una volta trascinato il file LAS sul link, Potree genererà la cartella con anche insieme al file index.html

Con lo stesso principio si possono aggiungere altri parametri ed istruzioni ma l'importante è che il parametro "-i" stia sempre alla fine.

Grazie di cuore a Dario per aver condiviso con me questa informazione e per aver acconsentito a condividerla qui con te.

#potree #geomatica #potreeconverter #potreeviewer #muvoledipunti
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