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GEOREFERENZIAZIONE. CHI?!?!

29 Maggio 2017
Restituzione planimetrico rilievo topografico cava di marmo - Carrara

Se hai sentito parlare di georeferenziazione e non sai se ci sono rimedi naturali per curarla, continua a leggere!

🙂

L’enciclopedia Treccani dice che la georeferenziazione è la tecnica di attribuzione di coordinate geografiche a un oggetto grafico, usata nelle procedure di cartografia computerizzata e nella costruzione di basi cartografiche digitali.
Facendola ancora più facile e calandoci nella pratica, la georeferenziazione è dire ad un rilievo qual è il il suo posto sulla superficie terrestre.
Si tratta quindi di una procedura esclusivamente digitale che si fa su file raster (immagini) e vettoriali.

Restituzione planimetrica rilievo topografico cava

Parlare di georeferenziazione senza parlare di Sistemi di Riferimento è un po’ come andare in bicicletta senza pedali, ma siccome non voglio rischiare la confusione (mia che scrivo e tua che leggi) ti parlerò meglio dei sistemi di riferimento in un altro articolo.
Rispondo ad alcune domande dirette che mi sono state fatte su questo argomento (e ad altre che ho inventato io).

A che cosa serve la georeferenziazione?
Serve per sapere in maniera precisa dov’è un rilievo topografico sulla superficie terrestre.

E perchè mi dovrebbe interessare sapere dov’è un rilievo sulla superficie terrestre?
Perchè se lo vuoi inserire all’interno di una carta georeferenziata come, ad esempio, una C.T.R. Regionale, la procedura è immediata (in tanti CAD c’è il fantastico comando incolla sulle coordinate originali o una sua variante analoga).

Ma non me ne frega niente di inserire il rilievo in una C.T.R. Non lo farò mai. Quindi?
Mai dire mai! Comunque metti che tra un po’ di anni dovrai fare un rilievo di una zona vicino a dove hai già lavorato o progettato, se i dati topografici che hai a disposizione sono georeferenziati, non diventerai matto a cercare di metterli insieme tramite punti comuni.

Ok, ho capito, ma è proprio così importante avere un rilievo georeferenziato se tanto posso spostare gli oggetti in Autocad dove mi pare?
Anche se georeferenziare un oggetto è un processo che si porta dietro alcuni errori è sicuramente più preciso che non spostare manualmente vettori o immagini in Autocad, soprattutto se non sei sicuro sul dove spostarli

Ma se mi arriva un rilievo non georeferenziato che cosa devo fare?
Se il topografo non può aiutarti georeferenziandolo per te, ti tocca procedere autonomamente. Dovrai cercare una mappa che comprenda l’area del rilievo e da cui tu possa sapere le coordinate. I primi strumenti che mi vengono in mente sono le carte tecniche regionali. Non dovrai comprare niente, ti basterà andare sul geoportale della regione di riferimento (ad esempio qui c’è quello Ligure), trovare l’area del rilievo, ricercare punti comuni tra rilievo e carta, interrogare le coordinate e trasportare il file del rilievo sui punti noti. Purtroppo non è così semplice riuscire a trovare punti omologhi, specialmente se il rilievo è molto dettagliato (ad esempio 1:500) e la carta a larga scala (1:25.000). Alla brutta potresti usare anche Google Earth. Google sta aggiornando costantemente i propri database con definizione sempre crescente. Potresti trovare l’area del tuo rilievo, se è vicino ad un centro urbano, rappresentata con buon livello di dettaglio, e con gli strumenti a disposizione puoi interrogare la mappa alla ricerca delle coordinate. E’ tutto un po’ brutale ma va detto che spetta al topografo fornirti un rilievo georeferenziato.

Cartiglio con coordinate di planimetria georeferenziata

Quindi per georeferenziare uso latitudine e longitudine?
No, per una georeferenziazione corretta si devono usare coordinate piane. Te ne parlerò insieme ai sistemi di riferimento, qui ti dico solo che latitudine e longitudine sono coordinate geografiche (più o meno sono angoli misurati a partire dal centro della Terra) mentre le coordinate piane sono una X ed una Y (misurate in metri) che identificano punti sulla proiezione della superficie terrestre su un piano. Comunque: No latitudine/longitudine, Si X/Y (o Nord/Est).

Si possono georeferenziare solo disegni vettoriali?
No, anche un’immagine può essere georeferenziata. Puoi fare una scansione di un estratto di mappa cartaceo, di un’ortofoto aerea un po’ datata, oppure tirare fuori un’immagine da un file pdf e fare la georeferenziazione. Lavorare sulle immagini però non è immediato e bisogna affidarsi a software GIS che hanno al loro interno degli algoritmi per trasformare un file da semplice immagine ad immagine +  informazioni di posizione. Altro argomento per prossimi articoli.

Ortofoto georeferenziata

Ora sai qualcosa in più sulla georeferenziazione…
Sai che non è una malattia, che non morde, che non brucia e che non sporca!
Spero di averti dato delle informazioni utili, che ti possano aiutare nel tuo lavoro e che ti permettano di capire perchè chiedere al topografo che incaricherai di fare un rilievo, di restituirtelo georeferenziato: i pro sono decisamente di più dei contro.

Se vuoi rimanere aggiornato sui prossimi articoli che pubblicherò iscriviti alla newsletter del blog 3DMetrica.

A presto!

Paolo.

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cartografiacoordinategeoreferenziaregeoreferenziazionelatitudinelongitudinemappasistemi di riferimento
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CARTOGRAFIA

Paolo Corradeghini

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7 Comments


Matteo
11 October 2019 at 11:56
Reply

Buongiorno Paolo,
in Merito ad un rilievo Gps nel file che scarico trovo le seguenti coordinate
PN100,N 5056253.5132,E 471209.5284,EL332.9217,–CH
PN101,N 5056313.5925,E 471412.2598,EL332.5768,–CH
(UTM WGS84 – Zone 32)
Inserendo le coordinate in autocad la distanza è di 211,45m.
Stesso risultato con software topografico optando per il calcolo con “sistema di coordinate cartografiche”.
Se elaboro il rilievo Gps con baseline sul punto 100 con sistema locale la distanza è di 211,54m.
La distanza reale sul posto (verificata con ST) è di 211,53m.
Dovendo dare il rilievo georeferenziato sulle coordinate WGS84 avrei un errore di 9cm. Qual’è il metodo corretto per georeferenziare il rilievo?



    Paolo Corradeghini
    11 October 2019 at 19:14
    Reply

    Ciao Matteo,
    non potendo “vedere” concretamente i dati non sono sicuro di poterti dare una risposta affidabile.

    Mi pare però che il problema possa risiedere nella misura della distanza.
    I dati che ottieni dalla misura della baseline e da quello della stazione totale sono paragonabili e sono, a tutti gli effetti, misure 3D.
    CAD e software topografico, che immagino si appoggi anch’esso ad un interfaccia CAD, potrebbero effettuare una misura 2D.
    I due punti hanno una differenza di elevazione di 45 cm e potrebbe essere compatibile con lo scarto di 9 cm che ottieni (più sono distanti e minore dovrebbe essere lo scarto).

    Ti direi quindi di verificare se il CAD effettua effettivamente una misura 2D e, se sì, di provare a verificare la distanza 3D tra i punti.

    Spero di essere riuscito ad aiutarti.

    Ciao Matteo!
    Paolo

Matteo
14 October 2019 at 13:00
Reply

Ciao,
in realtà le misure che ho indicato sono tutte in 2D. le coordinate wgs84 sono quelle leggibili dal file rw5 del gps. dovrei, forse, applicare un coefficiente per arrivare ad avere le wgs84 con distanza tra punti che corrispondano precisamente alla distanza reale?



    Paolo Corradeghini
    14 October 2019 at 17:34
    Reply

    Ciao Matteo,
    in che modo hai rilevato le coordinate GPS in campo?
    Hai usato un ricevitore rover collegato a basi fisse, oppure hai usato un sistema base-rover?
    Oppure, ancora, hai fatto post processing di dati grezzi?
    Il sistema di riferimento dell’acquisizione GPS in campo è importante per provare a capire le differenze che hai registrato in campo…

    A presto!
    Paolo

Matteo
15 October 2019 at 9:17
Reply

Ciao Paolo,
ho utilizzato un ricevitore rover collegato alle basi fisse SPIN GNSS Piemonte-Lombardia, in modalità RTK.



    Paolo Corradeghini
    15 October 2019 at 12:22
    Reply

    Ciao Matteo,
    le basi della rete SPIN restituiscono le coordinate nel sistema di riferimento ETRF2000 – RDN2008.
    Ed in formato geografico (latitudine e longitudine + quota ellissoidica).
    Quindi il passaggio tra sistemi di riferimento si porta dietro, inevitabilmente, degli errori.
    Lo stesso ellissoide di riferimento tra i due sistemi è diverso, in un caso WGS84 e nell’altro GRS80.
    Credo che le discrepanze possano proprio collegarsi a questi aspetti…

    Hai provato a fare verifiche sulle distanze senza cambiare sistema di riferimento?
    Ed hai usato i grigliagi IGM per la gestione del dato misurato (soprattutto la quota)?

    Ciao!
    Paolo

Marco Vitali
8 September 2020 at 16:02
Reply

Ciao Matteo,
Ho fatto un rilievo in modalitaà base-rover, come posso georeferenziare in maniera analitica il tutto. Considera che ho battuto degli spigoli di edifici presenti, ma non ho rilevato nessun punto di coordinate note.



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    Paolo Corradeghini immagine profilo
    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
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    tredimetrica

    Con lo strumento "Point List Picking" di Cloud Com Con lo strumento "Point List Picking" di Cloud Compare puoi selezionare diversi punti di una nuvola, da portare in planimetria.

Alla fine puoi creare un file di testo o una nuova nuvola di punti, fatta solo dai punti che hai selezionato.
O entrambe le cose.

In un software di topografia poi, i punti 3D si trasformano facilmente in punti "topografici" (anche se non derivano da una misura strumentale diretta) ai quali puoi assegnare uno stile del simbolo ed aggiungere diversi campi testuali.

#cloudcompare #nuvoledipunti #3d #pointlistpicking
    [Nuvole Lidar e classificazione automatica del ter [Nuvole Lidar e classificazione automatica del terreno - Prima di tutto togli (almeno) gli "Outliers"]
Prima di fare la classificazione automatica del terreno degli elementi di una nuvola di punti Lidar ti conviene pulirla un po' affinchè il risultato del processo sia buono.

Gli "outliers" sono i più insidiosi.
Se ad esempio ci sono punti isolati sotto il livello reale del piano campagna, questi possono dare indicazioni fuorvianti al classificatore.

Nelle immagini che condivido in questo post vedi:
1. una nuvola Lidar (completa e colorata);
2. la classificazione del terreno senza la preventiva rimozione degli outlier;
3. la nuvola vista di lato con evidenza degli outlier;
4. la classificazione del terreno dopo la pulizia.

#lidar #nuvoledipunti #3d
    [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate [Stazione Totale - Misure di distanza - Coordinate proiettate e cose che non tornano]
Fai attenzione al fattore di scala dei sistemi di riferimento proiettati quando fai misure con la stazione totale.

La distanza diretta, misurata con stazione totale, tra due punti in campo è diversa tra la distanza proiettata sul piano e presa tra le coordinate Nord ed Est degli stessi punti misurati con un GPS.

Nel passaggio da un sistema di coordinate geografiche ad un sistema cartografico si applica un fattore di scala.
Nel sistema di riferimento ETRF2000-UTM, questo fattore di scala è 0.9996.

Su 100 m lasci per strada 4 cm.
Su 3 km perdi 1.20 m!

Credo che questa sia un'informazione molto importante da gestire nei rilievi e nella restituzione.
    [Laser scanner e ombre] Il laser scanner è una m [Laser scanner e ombre]

Il laser scanner è una misura attiva ma i raggi emessi non distruggono gli oggetti che incontrano nel loro percorso!

Ci sono scanner che permettono di registrare più ritorni, per lo stesso raggio, ma se questo sbatte contro un muro, un tetto, un'auto o il terreno, non riesce ad andare oltre.
E meno male!

Al di là di questa introduzione, in una scansione terrestre (TLS) è molto probabile che ci siano ostacoli che fermano parte dei raggi e proiettano delle "ombre" nella nuvola di punti.
Lì non ci sono informazioni.

La forma e, soprattutto, la distanza dell'ostacolo dall'emettitore determinano la dimensione dell'ombra.

Anche se un elemento sembra poco rilevante rispetto alla scena da scansionare, la sua ombra potrebbe cancellare parecchi punti che, tradotti in superficie da rilevare, possono diventare parecchi metri quadrati.

Se non puoi liberarti dell'ostacolo l'unico modo per riempire le ombre è quello di fare più scansioni, da punti diversi, in modo che l'emettitore riesca a "vedere" oltre.

La programmazione di un rilievo laser scanner in campo tiene conto anche di questo.
Più stazioni fanno aumentare i tempi operativi di lavoro.
E con uno scanner ad approccio topografico le scansioni extra si fanno sentire nel budget finale delle ore in campo!

#laserscanner #3d #nuvoledipunti #pointcloud #trimble #trimblesx10
    [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua] Si poss [Aerofotogrammetria - Ortofoto sull'acqua]
Si possono creare ortofoto d'acqua (ferma) anche se il modello 3D fotogrammetrico fa schifo ed è bucato.

Se la nuvola di punti o la mesh sono "bucate" è perchè il software non è stato capace di trovare punti di legame nell'allineamento delle immagini.
Ma non è detto che l'ortofoto non possa venire fuori ugualmente bene.
Par farlo succedere devi creare una superficie di riferimento, su cui "stendere" le fotografie, ortorettificate, priva di buchi.
Puoi usare il DEM o la Mesh.
Quando fai creare il DEM (Modello Digitale di Elevazione) hai la possibilità di dire al software di interpolare i buchi.

L'interpolazione della mesh non sempre va a segno al primo colpo (in realtà neppure quella del DEM) ma ci sono altri strumenti (più o meno avanzati) che ti vengono in aiuto.

L'accorgimento da prendere in fase di presa fotografica è di estendere la copertura delle fotografie ad un bel pezzo extra di riva, dove sei sicuro che il software fotogrammetrico lavorerà senza problemi nella creazione di nuvola di punti e mesh.

#ortofoto #fotogrammetria #aerofotogrammetria #3d #nuvoladipunti #mesh #dem
    [Rilievi di argini e vegetazione] Gli argini di c [Rilievi di argini e vegetazione]

Gli argini di canali artificiali, realizzati in terra, si prestano bene ad un rilievo aerofotogrammetrico ma, affinché il rilievo sia davvero efficace, andrebbe fatto dopo la pulizia dalla vegetazione.

Un sorvolo su un argine pulito permette di creare una nuvola di punti efficace da cui estrarre informazioni per tutta la lunghezza del tratto rilevato.

Se invece le sponde sono vegetate, il dato che si ottiene potrà essere buono qua e là ma sarà comunque globalmente più scarso rispetto alle condizioni ideali.

Lo sfalcio ed il decespugliamento sono attività che possono avere costi importanti.
Gli Enti locali hanno solitamente un piano di sfalcio sulle aree di competenza, specialmente se si tratta di zone frequentate, aree verdi, parchi e percorsi ciclopedonali.
Se hai tempo di aspettare, vale la pena coordinarsi in tal senso per andare in campo subito dopo le pulizie programmate.
Se invece hai fretta si devono accettare costi maggiori per lo sfalcio straordinario.

O si può andare in campo con la tecnologia LiDAR su drone per riuscire a penetrare la copertura vegetale.
Anche se non sempre si riesce a fare!

P.S.
Tutto questo vale per la parte emersa.
Per andare sott'acqua servono altri strumenti!
    [Monitoraggio e considerazioni sul tema] Prendend [Monitoraggio e considerazioni sul tema]

Prendendo spunto da una recente installazione di sistema di monitoraggio della falesia del Cimitero di Camogli (con tecnologia GNSS da parte di Gter e Yet It Moves) faccio alcune considerazioni sul tema.
Gli strumenti per monitorare possono essere tanti e quello che accumuna ogni situazione è la ripetizione nel tempo delle misure.

La precisione del controllo può già fare una discriminazione.

Il caso di Camogli pone poi l'attenzione sul "quante misure fare nel tempo".
Una rete GNSS che elabora dati in continuo permette di accedere alle letture dei singoli nodi con una frequenza alta (si che può arrivare ad essere anche di qualche ora).

A Camogli mi sono occupato dei rilievi fotogrammetrici e laser scanner di tutta la porzione di costa, in due momenti differenti, da cui si sono potuti misurare movimenti macroscopici che hanno permesso di fare valutazioni successive per la scelta dei punti di installazione dei sensori del monitoraggio di precisione.

Credo anche che sia rilevante l'aspetto della responsabilità di chi restituisce un dato da monitoraggio.
Questi dati servono per scelte progettuali, decisioni di sicurezza e protezione civile per niente banali.
Vale la pena "metterci la testa".

Io non sono un esperto di monitoraggi, anzi non lo sono per niente, ma il tema della misura legata, in qualche modo, alla "quarta dimensione", quella del tempo, mi affascina molto.
Se hai contributi, commenti o esperienza da condividere fallo assolutamente perchè il tema è interessante!
    Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i Sono iniziati (in realtà già da qualche mese) i lavori di messa in sicurezza dei versanti sopra la Via dell'Amore ed il ripristino della passeggiata, chiusa ormai da diversi anni).

Reti di placcaggio, barriere paramassi, nuove gallerie e rifacimento di tutto il percorso per un po' di milioni di euro ed almeno due anni di tempo.

Dovrei supportare i lavori con alcune "cose" dall'alto...

#viadellamore #parcocinqueterre  #lavori #roccia #drone
    [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integ [Laser scanner, nuvole colorate e fotocamere integrate]

Per colorare una nuvola di punti da scansione laser servono delle fotografie.
Ci sono ormai parecchi scanner con fotocamera integrata, che semplificano il lavoro dell'operatore.

L'esposizione delle immagini deve essere la più "corretta" possibile per  riprodurre al meglio l'informazione colorimetrica nei punti della nuvola.

Non conosco il funzionamento specifico di ogni camera ma vale la pena dedicare un po' di tempo a capire come lavora l'esposimetro ed evitare così punti bianchi (per foto sovraesposte) o neri (per sottoesposizione).

Nel caso della SX10 di Trimble (l'unico caso che conosco), si può fissare un'esposizione costante ed è ok se l'illuminazione della scena scansionata non cambia.
I risultati sono scarsini se si passa da alte luci ad ombre e viceversa.

Nelle prime due immagini la nuvola è colorata da foto con esposizione fissa e presa ai due estremi delle zone di luminosità della scena scansionata.

L'altra opzione possibile è quella di scegliere un'esposizione automatica e variabile che permette di compensare i cambi di luce, per un risultato più armonico.

Occhio che l'angolo di campo dell'ottica incide parecchio.
È difficile avere tutto quanto esposto perfettamente in un'immagine sferica a 360°.
A meno di non sfruttare la tecnica dell'HDR (che alcuni scanner fanno)

Se poi c'è la possibilità di usare più camere (a lunghezza focale diversa) per scattare foto da usare nella colorazione della nuvola, quella a campo più stretto permette una lettura dell'esposizione più accurata rispetto alle panoramiche.
Ma servono più foto per coprire l'intera scena.
    [Fotogrammetria ed attenzione al colore] Spoiler: [Fotogrammetria ed attenzione al colore]
Spoiler: questo post non è interessante se ti occupi solo di fotogrammetria per il rilievo del territorio.
Ma se fai anche ricostruzioni 3D di edifici storici, beni culturali, monumenti ed opere d'arte di ogni forma e dimensione, credo che serva molta attenzione anche alla riproduzione fedele del colore nel processo fotogrammetrico.

Nella campagna di scatto è necessario utilizzare degli oggetti  che permettano di correggere le dominanti di colore in post elaborazione.
Si tratta generalmente di tabelle formate da quadrati colorati (in cui ogni colore è codificato).
In inglese si chiamano "color checker".
Li dovresti mettere nella scena e fotografare nelle stesse condizioni di illuminazione dell'oggetto del rilievo.

In post elaborazione poi si prendono le immagini in cui è presente il color checker e si applicano correzioni cromatiche sulla base del colore "letto" nell'immagine rispetto a quello che dovrebbe essere realmente (i valori codificati).

Tutto questo deve essere accompagnato da un altro paio di cose:
1. il controllo dell'illuminazione della scena;
2. un monitor calibrato (tutto passa attraverso i pixel del tuo schermo e se non sono "veritieri" il rischio di vanificare tutto il processo che ti ho raccontato, avendo una percezione sballata dei colori, è alto).

#fotogrammetria #colore #colorchecker
    [Lidar e software di elaborazione dei dati] Condiv [Lidar e software di elaborazione dei dati]
Condivido alcune caratteristiche che un software di elaborazione dati Lidar (da drone) dovrebbe avere.

1. Gestione dei dati grezzi della base GNSS di riferimento per il calcolo della traiettoria.

2. Aggiustare e/o correggere le traiettorie.

3. Dividere la traiettoria e, conseguentemente, la nuvola di punti.

4. Colorare la nuvola di punti e gestire problemi di "matching" tra immagine e traiettoria.

5. Gestione di datum, sistemi di riferimento e coordinate.

6. Misurare la nuvola di punti.

7. Visualizzare i punti secondo le informazioni dei campi scalari (intensità e numero di ritorni, tempo di acquisizione, ...)

8. Esportazione della nuvola in formati comuni.

Poi ce ne sono altri, non necessari, ma che possono aiutare l'elaborazione.

9. Segmentare, ritagliare ed eliminare parti della nuvola di punti.

10. Filtrare la nuvola per eliminare rumore ed outliers, oltre che sottocampionarla

11. Classificare i punti con algoritmi automatici.

12. Verificare l'accuratezza con punti di coordinate note.

13. Generare report di elaborazione.

Dimentico senz'altro qualcosa.
Se vuoi aggiungere, integrare o commentare in base alla tua esperienza sentiti davvero libero o libera.
È utile per tutti.

#lidar #nuvoledipunti #3d #pointcloud #software #editing #realitycapture
    Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS pu Se sei in un posto aperto a misurare con il GPS puoi anche tenere la palina bassa, i satelliti si vedono ugualmente bene.

#gnss #gps #rilievo #topografia #misura
    È importante aggiornare i firmware degli strument È importante aggiornare i firmware degli strumenti di rilievo ed i software dei dispositivi che li controllano.

Credo che l'evoluzione tecnologica di quello che si usa in campo si porti con sé la necessità di una consapevolezza nuova sulla loro manutenzione.

Se prima gli aspetti legati alla taratura, al controllo delle parti meccaniche, ..., bastavano per permetterne il funzionamento, ora serve un'attenzione in più.

Non vale per ogni strumento che si vede in giro, ma credo che, piano piano, sarà un aspetto con cui tutti ci confronteremo.

Le case produttrici ti permettono di aggiornare continuamente una stazione totale o un laser scanner con nuovi firmware, che ne integrano funzionalità o correggono dei "bug".

E lo stesso succede per i software che girano sui dispositivi di controllo (smartphone, tablet, ...).

Nuove release migliorano la user experience o, anche qui, sistemano gli errori.

Se dopo un rilievo spari aria compressa e spennelli una stazione totale per togliere la polvere, prima di andare in campo dovresti controllare che software e firmware siano ok e tutto sia funzionante.

Usiamo strumenti tecnologicamente fantastici che tuttavia potrebbero incepparsi in campo per qualche "banale" conflitto software irrisolto.

#rilievo #strumenti #topografia #software #firmware
    La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lav La fotogrammetria non è la tecnica ideale per lavorare con la vegetazione: copre il terreno che sta sotto (in una presa da drone) e non è facile ricostruirla.

Fotografie ad alta risoluzione, scattate da un sensore grande (full frame), possono avere problemi maggiori per ricreare nella nuvola di punti, le chiome di alberi.

Da quando ho iniziato ad usare una fotocamera più performante (full frame - 40 Megapixel) rispetto a quelle che ho usato in passato (1" - 24 Megapixel) sto verificando dei buchi nella nuvola di punti laddove ci sono alberi spogli.
Può sembrare controintuitivo ma è così.

Fotografie troppo dettagliate, di elementi molto complessi, porosi e con informazioni disposte su vari piani (tutta l'altezza degli alberi) non aiutano il software, anzi...

Per provare ad avere qualche informazione in più lì sopra,  puoi lanciare l'elaborazione della nuvola di punti ad una qualità inferiore.
Le immagini del dataset vengono sottocampionate (la risoluzione si riduce) ed il software structure from motion lavorerà con una minore quantità di dettagli descritti nei pixel.
Questo aumenta il numero di punti lungo gli alberi, anche se la loro confidenza (cioè l'attendibilità della posizione 3D) è piuttosto scarsa.
Oh, non è che il problema sia superato, anzi...
La nuvola di punti in effetti fa ancora piuttosto schifo.

La presenza di foglie aiuta il processo quindi se vuoi avere informazioni sulle altezza degli alberi è meglio acquisire i dati in estate.
Ed anche il tipo di albero (forma e dimensione) influenza il risultato...

#fotogrammetria #structurefrommotion #nuvoledipunti #3d #pointcloud
    Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette Il back up dei dati subito dopo un rilievo, mette al sicuro il lavoro della giornata.

Molti dispositivi di controllo sono palmari, smartphone o tablet, piuttosto avanzati, ma pur sempre a rischio di danneggiamento software o, peggio, furto o danno fisico.

Perdere i dati di una giornata di lavoro può avere conseguenze importanti.

Se hai rilevato qualcosa che non c'è più (scavo, abbancamento, demolizione) non potrai ripetere il rilievo.

Ci sono vari livelli di "sicurezza" per i dati di uno strumento.

Salvare i dati in una memoria interna (ad uno scanner o una stazione totale) ed in quella del controller ti permette di avere i file in due posti distinti.

Backuppare un lavoro in una chiave USB o in un hard disk esterno è un'altra opzione valida. Vale però per dispositivi dotati di porta USB.

Salvare i dati nel cloud è forse la scelta più sicura. Attivando un hot spot con lo smartphone riesci a mandarli in posti che sono a prova di furto o danno. Il cloud ti permette anche di essere molto efficiente se c'è qualcuno pronto a riceverli ed iniziare subito ad elaborarli.

Una volta ho temuto di aver perso i dati di un rilievo "un po' complicato".
Non ho passato una bella mezz'ora!
    [Laser scanner e traffico] Un camion che passa da [Laser scanner e traffico]

Un camion che passa davanti ad un laser scanner e è un ostacolo al rilievo.
A volte il traffico si riesce a gestire (movieri, gestione del cantiere o indicazioni specifiche, ...).
Altre volte no.
L'ideale immobilismo è, di fatto, irrealizzabile.

Alcuni scanner hanno la possibilità di mettere in pausa, una scansione per riprenderla una volta passato il mezzo.

Anche aumentare la qualità della scansione può aiutare.
Spesso una qualità maggiore significa effettuare la scansione, della stessa area, più volte.
Se i mezzi si muovono, ci sono buone probabilità che, se te li ritrovi tra i piedi al primo giro, non ci saranno più al secondo.

Fare scansioni da punti diversi aiuta.
Scegli punti di scansione in modo che si integrino uno con l'altro.

Oppure  puoi sempre considerare l'ipotesi di fare il rilievo di notte quando, auspicabilmente, il traffico è ridotto o assente.
    Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Li Un ponte può creare problemi ad un rilievo con Lidar lungo un alveo

Manca il pezzo d'alveo sotto al ponte.
Non è sempre vero.
Ma può capitare.

Non c'è l'intradosso ed i dettagli non sono ricchissimi.

La classificazione del terreno può venire ingannata.
Non è facile per un software di classificazione automatica  distinguere il ponte dal terreno.
Se ci pensi ha la stessa quota del piano stradale.

Questi problemi si possono risolvere.

Una scansione con laser terrestre mette (forse) a posto i primi due punti 

Se c'è acqua o non riesci ad andare sotto all'impalcato puoi interpolare il terreno con le informazioni a monte ed a valle.
Se però c'è una soglia o un salto dovrai battere dei punti con una stazione totale.

Per la classificazione automatica l'intervento manuale è la soluzione migliore per garantire un risultato confidente.

Il Lidar da drone è molto efficace per acquisire dati in questi ambiti (occhio alla vegetazione!) ma l'integrazione strumentale è sempre la soluzione più efficiente.

#rilievo #rilievo3d #lidar #drone #lidardadrone #3d #realitycapture #alveo #idraulica #dtm #nuvoledipunti
    Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofo Non è detto che quello che ti serva sia un'ortofoto di una facciata.
Potresti correggere la distorsione prospettica con software di fotoritocco e "raddrizzare" l'immagine (per i tuoi scopi).

Il punto di presa e la forma dell'oggetto fotografato deformano la rappresentazione secondo una vista prospettica.
Linee parallele nella realtà (muri verticali) sono convergenti nello spazio immagine.

Tutti i principali software di photoediting hanno strumenti di correzione della prospettiva.
Ci sono nel famoso Photoshop, nell'open source Gimp e nel "nuovo" ed economico Affinity Photo.

Funzionano più o meno nel solito modo.
Intervieni sulle immagini alterando i pixel e, aiutato da una griglia virtuale, allinei gli elementi dell'immagine alla maglia.
È veloce e non richiede hardware super.

La posizione reciproca tra punto di presa ed oggetto fa molto.
Così come la forma di quello che hai fotografato è rilevante.

È diverso dal fare un'ortomosaico.
Così come è diverso dall'usare, in campo, un obiettivo basculante e decentrabile ("tilt/shift") per le foto.
Ma è piuttosto pratico e può funzionare ugualmente.

Dopo tutto il raddrizzamento delle foto del costruito è una tecnica che gli architetti usano da parecchio tempo.
😉
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