FOTOGRAMMETRIA CON PHOTOSCAN PARTE 3 – CALIBRAZIONE DELLE IMMAGINI

3 Febbraio 2018
Immagine della finestra di calibrazione delle immagini in Photoscan

In questo articolo si parla di fotogrammetria con Photoscan e della calibrazione delle immagini prima del loro allineamento.

La terza parte di questa serie a cura dell’Ing. Paolo Rossi,  sulla fotogrammetria moderna e sul software Agisoft Photoscan, affronta l’ultimo passaggio preliminare prima dell’allineamento delle immagini: la loro calibrazione.

Trovi il primo articolo a questo link.
Ed il secondo a questo.

LA CALIBRAZIONE DELLE IMMAGINI

Prima di procedere con l’allineamento delle immagini è necessario impostare la calibrazione.
Si tratta di un processo trasversale che inizia con il settaggio di alcuni parametri e termina, dopo l’ottimizzazione degli allineamenti, con l’analisi dei risultati ottenuti.

Dopo una breve introduzione sulla calibrazione delle immagini, passiamo nel dettaglio a PhotoScan per vedere come interagire con il software.

PERCHÈ CALIBRARE

La calibrazione è una fase molto importante quando le fotografie sono usate con per ricostruzioni 3D con finalità metrica: permette infatti di calcolare i parametri di calibrazione interna della fotocamera e le distorsioni che le lenti provocano sull’immagine.

La fotogrammetria classica (i voli aerofotogrammetrici con gli aeroplani) utilizza fotocamere metriche e sensori GNSS ed IMU.
Le camere metriche hanno certificati di calibrazione che attestano distorsioni e parametri interni.
Sono molto costose, per cui vanno evitati vibrazioni e urti!
Con lo sviluppo di applicazioni terrestri, da UAV e con la fotogrammetria basata su algoritmi Structure from Motion, la direzione operativa è orientata verso attrezzature più economiche: reflex, compatte, mirrorless, action cameras.
Tuttavia l’esigenza di definire i parametri interni della fotocamera e le distorsioni delle immagini è rimasta e si può risolvere attraverso la procedura di calibrazione.

TIPI DI CALIBRAZIONE

E’ possibile seguire diversi approcci alla calibrazione delle immagini:

Pre-calibrazione: si fa con oggetti di dimensioni note o check boards bi-tridimensionali.
Ciò permette di calcolare parametri e distorsioni.
La calibrazione si fa di solito in ufficio, prima del lavoro sul campo e quindi in condizioni ambientali diverse.

Calibrazione in loco: si effettua contestualmente al lavoro da svolgere.
Si allestisce un’area test, nelle immediate vicinanze dell’area del rilievo dove, grazie ad oggetti di dimensioni note o punti di vincolo, si stimano le caratteristiche della fotocamera.

Self-calibrazione: o auto calibrazione.
In questo caso il dataset acquisito per l’esecuzione del lavoro si usa anche per la calibrazione della fotocamera.

In applicazioni con UAV o, più  in generale, che impiegano fotocamere compatte e amatoriali, mi sentirei di consigliare quest’ultimo approccio perché è più veloce, automatico ed efficace.
La self calibrazione permette infatti di ridurre i tempi sul campo: non è necessario allestire e rilevare un sito test.
Tuttavia sono necessarie misure a terra, i cosiddetti punti di vincolo, per dare contenuto metrico al prodotto e correggere le distorsioni.
La self calibrazione garantisce anche conformità tra risultati calcolati e le reali condizioni operative: le variazioni di temperatura, di pressione, le vibrazioni e il trasporto dell’attrezzatura possono infatti cambiare la configurazione interna della camera (rispetto al laboratorio o al sito test), specialmente per camere amatoriali.

Immagine che illustra differenti tipi di calibrazione della fotocamera in fotogrammetria

LA CALIBRAZIONE DELLE IMMAGINI CON PHOTOSCAN

Photoscan supporta vari tipi di fotocamera, che calibra con opportune equazioni ed accorgimenti.
Accedi alla finestra di calibrazione delle immagini andando nella voce di menù: Tools e da qui in Camera Calibration.

Frame cameras: sono le più diffuse e vanno dalle reflex alle compatte.
Questa tipologia è settata automaticamente nel software.
Negli altri casi bisogna ricordarsi di intervenire manualmente!

Fish eye: sono le fotocamere a focale corta, con obiettivo di tipo wide (la GoPro e altre action cameras ne sono un esempio).
È necessario settare questa tipologia affinché Photoscan adotti un modello di calibrazione idoneo alle caratteristiche di questa camera.

Sferiche-Cilindriche: non mi è ancora capitato di lavorare con  queste tipologie ma identificano la proiezione utilizzata (equirettangolare o cilindrica) nella restituzione di immagini panoramiche.

Farò riferimento a frame e fisheye cameras, le tipologie che conosco meglio e quelle con cui hai più probabilità di lavorare se usi UAV o camere amatoriali terrestri.

L’EXIF FILE

Le informazioni sulla fotocamera sono automaticamente estratte dal software al momento dell’upload delle immagini.
L’EXIF file dell’immagine contiene informazioni sul modello di fotocamera, dimensioni del sensore [mm] e lunghezza focale [mm].
Questi dati saranno usati per calcolare la lunghezza focale in pixel, variabile usata nei modelli di calibrazione.
Se manca l’EXIF file, o se le informazioni al suo interno non sono sufficienti, è consigliato inserire manualmente nel software i valori di focale e dimensioni del sensore.
Le trovi nel datasheet (specifiche tecniche) della fotocamera.

LA FINESTRA DI CALIBRAZIONE

Questa è la finestra della funzione camera calibration:

Immagine della finestra di calibrazione delle immagini in Agisoft Photoscan

  • L’area 1 indica il tipo di fotocamera e le informazioni lette nell’EXIF file.
  • Nell’area 2 sono elencati i gruppi di fotocamere.
    Se in un lavoro sono state usate più fotocamere, o la stessa con impostazioni diverse, è opportuno separarle in gruppi in modo che i modelli di calibrazione agiscano in modo differente.
    Si tratta di un raggruppamento che riguarda la sola fase di calibrazione e calcolo di distorsione e parametri interni ed è diverso da quanto visto nell’import delle immagini e nella loro organizazione in cartella all’interno dello spazio di lavoro.
  • Nell’area 3 sono elencate le immagini di ogni gruppo.
  • L’area 4 è organizzata in forma di tabella: i valori contenuti differiscono in base al gruppo di calibrazione selezionato.
    Sono organizzati in tre schede: Initail, Adjusted, GPSINS offset.

La scheda Initial contiene i valori di calibrazione iniziali.
Possono essere letti automaticamente nell’EXIF file (troveremo la focal length) oppure derivati da un processo di precalibrazione e quindi inseriti dall’utente.
Si posono fissare i parametri di calibrazione di questa scheda affinché non cambino durante l’allineamento delle immagini e le successive ottimizzazioni.
Ciò è necessario quando si ritiene di avere eseguito una precalibrazione corretta ed idonea al lavoro che si sta eseguendo.
Se non viene spuntata la voce fix calibration, il software provvede al ricalcolo e all’aggiornamento dei parametri interni seguendo un approccio di self calibrazione.
Nella scheda Adjusted ci sono i parametri calcolati dopo la fase di allineamento e che saranno riaggiornati ad ogni successiva ottimizzazione dell’allineamento (approccio di self calibrazione).
Se si hanno a disposizione informazioni sulla posizione e asseto della fotocamera queste si possono inserire nella scheda GPSINS Offset.
Anche qui ci sono valori iniziali (caratterizzati da una loro accuratezza) che possono essere ricalcolati in fase di allineamento oppure mantenuti fissi.

PARAMETRI E MODELLI DI CALIBRAZIONE CON PHOTOSCAN

Ecco la lista dei parametri di calibrazione delle immagini usati dal software:

  • f  – lunghezza focale [pix]
  • cx, cy – coordinate del punto principale [pix]
  • skew – coefficiente di skew tra asse x e y [adim]
  • k1, k2, k3, k4 – coefficienti di distorsione radiale [adim]
  • p1, p2, p3, p4 – coefficienti di distorsione tangenziale [adim]

Il modello di calibrazione implementato in Photoscan è simile a quello di Brown: parametrico, a proiezione centrale e distorsioni non lineari.
Le equazioni differiscono se la fotocamera è di tipo frame o fisheye (all’appendice C del manuale potete trovare ulteriori informazioni).

GLI OUTPUT DELLA CALIBRAZIONE

Si possono esportare i parametri di calibrazione per salvarli, fare confronti o usarli in altri lavori (camera calibration-importexport).

Si possono anche visualizzare grafici e tabelle relative ai parametri calcolati (Camera calibration – tasto destro sul gruppo di camere – distortion plot).
Sono generati il grafico delle distorsioni calcolate sulle immagini; i residui, vettori rappresentanti gli errori di riproiezione dei pixels; la correlation table, riassume i valori calcolati con relativo errore e la correlazione tra i parametri.

Immagine degli output della calibrazione delle immagini con Photoscan

Sono output che servono a valutare la bontà della calibrazione e farci decidere se essere soddisfatti o meno.
Cercando in rete ho trovato alcuni commenti che vi riporto:

residui bassi = buona calibrazione

parametri tra loro correlati generano instabilità nella calibrazione

Queste analisi sono chiaramente legate al lavoro specifico ed al prodotto desiderato.

Io, in quanto non-fotogrammeta, di solito valuto i residui sui punti di vincolo (ne parleremo dopo l’allineamento!), ma credo che tutti gli aspetti meritino di essere presi in considerazione.

 

Spero che anche questo articolo di Paolo Rossi sulla calibrazione delle immagini per la fotogrammetria con Photoscan possa esserti utile.
Per dubbi o domande lo spazio per i commenti qui sotto è a tua disposizione!

A presto!

Paolo Corradeghini

 

Qui ci sono gli articoli di questa serie pubblicati sino ad ora:

Parte 1 – Fotogrammetria con Photoscan
Parte 2 – Operazioni preliminari sulle immagini
Parte 3 – La calibrazione delle immagini
Parte 4 – L’allineamento delle immagini

fotografia dell'Ing. Paolo RossiPaolo Rossi, ingegnere e PhD in Ingegneria Industriale e del Territorio presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, attualmente lavora presso il Laboratorio di Geomatica del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, dove si occupa di ricostruzione 3D da immagini.

Laboratorio di Geomatica
Dipartimento di ingegneria Enzo Ferrari, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Via Pietro Vivarelli 10, Modena
Tel: 059 2056297
Cell: 3457054511
Email: paolo.rossi at unimore.it
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Paolo Corradeghini

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    Paolo Corradeghini, ligure, classe 1979, ingegnere per formazione, topografo di professione, sportivo per necessità e fotografo per passione. Fai click sulla mia faccia e scopri qualche informazione in più.
  • Paolo Corradeghini

    Topografia, rilievi, droni, gps, cartografia, geomatica e mappe.
    Condivido aggiornamenti, informazioni, contenuti, notizie, novità e dietro le quinte del mio lavoro.

    Paolo Corradeghini
    Video YouTube UCi7FWlZ8-gdWbBqScaODajw_ZSw4wipuSnw È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


Questo video è il primo di una serie di contributi che condivederemo insieme a @Emesent 
Se hai dubbi, domande, curiosità su questa tecnologia (sia perchè sei interessato ad implementarla tra i tuoi strumenti o perchè richiedi servizi di questo tipo e vuoi rimanere sul pezzo, avendo consapevolezza della tecnologia) scrivimi nei commenti.
Magari puoi indicarmi degli scenari in cui vorresti vederla all'opera.
Se è nelle mie possibilità lo faccio volentieri e ne creiamo un altro contributo.


Se pensi che questo video possa essere interessante anche per qualcuno che conosci, puoi condividerglielo. Ne sarei felice.


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0:00 Intro
0:44 Il contesto
1:16 Hovermap ST
5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    È oggettivo che, oggi, nel mondo del rilievo si stia parlando moltissimo di rilievo 3D ma soprattutto di mobile mapping.

E i sistemi SLAM stanno prendendo una grande fetta del mercato della Geomatica.

Sono (relativamente) nuovi, sono piuttosto facili da usare, sono veloci nella creazione di nuvole di punti 3D, all'interno dell'ambito in cui li porti, e in alcuni casi sono anche economici.

Se fai attenzione ad alcune cose, una su tutte "avere in mente come lavora lo SLAM per ricostruire nuvole di punti", possono essere tremendamente efficaci.
Negli ambiti "giusti" per loro.
E per i risultati che devi ottenere in output.

In questo video ti condivido l'applicazione del mobile mapping tramite SLAM in un ambito urbano misto, dove ho bisogno di avere una nuvola di punti che abbia al suo interno diversi dettagli situati sul piano stradale.

Spero possa essere interessante.


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5:18 Perchè uno SLAM
6:26 Drone vs SLAM
7:01 TLS vs SLAM
8:05 Un caso specifico
8:46 Verificare l'attendibilità
9:39 Consigli per il rilievo
10:58 SLAM sulle spalle
11:15 Considerazioni finali
12:15 Outro
    In questo video ti mostro come creare un nuovo attributo che riporti, come valore, il nome del layer.
Detta così sembra facile.
Ed in effetti lo è, se hai uno o pochi layer.
Ma se di layer ne hai tanti, decine o centinaia, le cose potrebbero complicarsi un po' ed allora QGIS ti permette di farlo in modo efficace usando il "calcolatore di campi" ("field calculator") in modalità "batch".


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
Se ti va di segnalarci un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di QGIS ne prendiamo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondiamo qui sotto.

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0:00 Intro
0:40 I dati
1:27 Il caso di un layer
2:37 Se hai più layer
7:24 Batch process
10:33 I risultati
10:51 Unire i layer
12:36 QGIS in Azione e Gter
15:30 Outro
    In questo video ti condivido come fare una sezione di una nuvola di punti in Cloud Compare.

Lo strumento da usare si chiama "Cross Section" e ti permette di "affettare" la tua nuvola di punti secondo le tue necessità.
Viene usato un volume di taglio che mantiene visibile solo quello che è al suo interno.

Da qui si aprono molte possibilità.
In questo video ti mostro come generare una sola sezione, esportando una fetta di nuvola.
E la polilinea di inviluppo, che in alcuni casi può essere molto interessante e utile!

Nei prossimi video ti dirò qualcosa di più.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
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0:00 Intro
0:38 Il tool Cross Section
4:25 Creo una sezione
11:11 Esportare i risultati
13:49 La nuvola di un appartamento
16:17 Altri tool dello strumento
19:19 La polilinea di inviluppo
24:49 Il DXF della linea di inviluppo
26:32 Countour/limiti
29:19 Outro
    L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili, per tutti, la possibilità di scaricare lberamente e gratuitamente le mappe catastali di Italia, in formato vettoriali e georeferenziate.

In questo video ti mostro come fare.
Serve solo avere uno SPID (o una CIE/CNS).

I dati vettoriali sono in formato DXF e Geopackage (oltre ad altri formati meno "famosi") ed i sistemi di riferimento sono Cassini-Soldner (che è il sistema sorgente), Roma 40 e ETRF2000.

Nella seconda parte del video ti mostro anche come puoi fare per conoscere il foglio (o i fogli) di mappa che ti interessa acquisire.

Spero che possa essere utile.


A questo link puoi accedere al servizio dell'Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/vendita-della-cartografia-catastale/fornitura-dati-cartografici-online-professionisti

Qui trovi l'url del WMS catastale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/fabbricatiterreni/consultazione-cartografia-catastale/servizio-consultazione-cartografia

Qui c'è Formaps: https://www.formaps.it/

E qui i limiti amministrativi ISTAT: https://www.istat.it/notizia/confini-delle-unita-amministrative-a-fini-statistici-al-1-gennaio-2018-2/



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0:00 Intro
0:58 Dove andare
1:53 Accedere al servizio
3:37 Selezionare i dati
5:03 Scaricare i risultati
6:44 Il file GeoJson
8:25 Come sapere il foglio di interesse
9:09 Uso ForMaps
10:56 Uso QGIS
15:47 Outro
    In questo video ti condivido come fare a creare etichette prendendo informazioni dagli attributi dei layer di QGIS e combinandoli tra loro.

Ti faccio vedere le etichette semplici e quelle definite da delle regole che scegli tu.

Qui trovi la documentazione ufficiale di QGIS sulle etichette:
https://docs.qgis.org/3.40/it/docs/training_manual/vector_classification/label_tool.html


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0:00 Intro
1:28 Creare un'etichetta
2:22 Vederci meglio
3:33 Modificare le etichette
4:12 Sovrapposizione tra etichette
5:31 Etichette centrate
6:32 QGIS in azione e GTER
9:03 Rule based labeling
11:14 Etichette che spariscono
13:04 Etichette e HTML
14:35 Outro
    Come fai a sapere il volume di materiale inerte che è addossato ad un versante ed appoggiato ad un piazzale, avendo a disposizione una sola nuvola di punti, quella dello stato attuale?

Te lo condivido in questo video in cui uso il software open source CloudCompare e provo a ricostruire il versante al di sotto del materiale stoccato di cui vuoi sapere il volume.

Questo implica una grande incertezza nella sua determinazione perchè si interpreta, approssimando, qualcosa di sconosciuto.

Prendilo quindi come spunto per l'analisi dei tuoi dati avendo bene in mente le criticità del processo.

Spero possa esserti utile. 


Sei sei un Finanziatore o una Finanziatrice di 3DMetrica, puoi scaricare il progetto .bin qui: 
https://www.patreon.com/posts/il-volume-di-un-143769306

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0:00 Intro
1:11 Premesse
3:46 Il dato
4:40 Creo i piani di riferimento
14:00 Modifica un piano creato
18:14 Rifila i piani
28:29 Unisco i piani
29:55 Analisi volumetrica
34:29 Outro
    A Volta Mantovana c'è stato "CapoVolta 2025", il raduno internazionale di speleologia.
È un contesto unico, una grande festa, dalla mattina alla sera, a cui partecipano speleo (e non solo) da tutta Italia.

In questo video ti racconto di alcune attività che un gruppo di persone sta portando avanti da qualche anno e che riguardano i rilievi 3D impiegando, principalmente, il Lidar interno alle varie versioni dell'iphone pro.

Il gruppo si chiama Equipe Lidar ed è composto da ragazzi veneti del Gruppo Naturalistico Montelliano e di Treviso Sotterranea.

Dopo anni di tentativi, errori e chilometri di rilievi sotto terra hanno maturato un bel po' di esperienza e la Società Speleologica Italiana ha riconosciuto una nuova "Scuola di rilievo 3D con tecniche geomatiche".

Io ho la fortuna, il piacere e l'onore di supportarli e collaborare con loro per portare il mondo della Geomatica dentro ambienti complicati, stretti, bui e per niente banali.

Qui sotto trovi i riferimenti al gruppo: https://www.gnmnuvolegrotte.com/info/info.html
Questi sono i riferimenti al Gruppo Naturalistico Montelliano: https://www.gnmspeleo.it/
E a Treviso Sotterranea: https://www.trevisosotterranea.it/

Qui c'è il sito della Società Speleologica Italiana: https://speleo.it/site/
E questo è quello di Scintilena, notiziario di speleologia: https://www.scintilena.com/


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0:00 Intro
0:53 Perchè il Lidar
1:59 Come funziona
2:55 Le potenzialità del 3D
3:50 3D e catasto grotte
4:29 Il rilievo classico
5:46 Il soccorso in grotta
6:06 Affidabilità dei dati
6:46 Il cambiamento
7:14 Suggerimenti pratici
8:45 La scuola di rilievo
10:25 La forza della condivisione
12:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per condividere un layer, con tutte le sue informazioni di aspetto e rappresentazione, dentro QGIS.

Vediamo come funziona il file di defiinzione dei layer (QLR), che differenza c'è con il salvataggio di un progetto o con la creazione di un file geopackage e poi ti parlo anche del "file degli stili" applicato ad un layer.


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con  @GterGeomatica 
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0:00 Intro
1:19 File di definizione dei Layer
5:24 QGIS in Azione e GTER
8:36 Salvare un progetto
10:15 Salvare un Geopackage
14:21 Modificare il layer
15:43 Salvare il file degli stili
18:24 SLD
19:27 Outro
    In questo video ti faccio vedere come calcolare il volume del materiale, che costituisce una rampa, appoggiato a due bancate verticali in un'area di cava.

Ho disposizione una sola nuvola di punti e lavoro in Cloud Compare per creare una mesh chiusa dell'elemento che voglio misurare, per poi calcolarne il volume.

Il processo passa attraverso la creazione di piani di riferimento, che costituiscono i limiti del materiale, usando lo strumento "point list picking" e, successivamente, interpolando i nuovi punti con un piano.

Potrebbe essere un workflow un po' intricato (e forse lo è, quindi se conosci altri metodi più efficienti scrivilo nei commenti!) ma spero che ci possa essere qualche informazione utile per i tuoi lavori in CloudCompare.


Questo video fa parte del progetto "Cloud Compare on Demand"
Se ti va di segnalarmi un problema o qualche difficoltà che stai avendo nell'uso di Cloud Compare ne prendo spunto per altri contenuti come questo o, se basta lo spazio di un commento, ti rispondo qui sotto.
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È grazie a chi supporta il progetto se posso fare questi video per tutti.



0:00 Intro
0:43 Il caso
2:09 Inizio il processo
2:23 Nuvole di punti di riferimento
6:34 Genero piani dalle nuove nuvole
9:00 Creo il cuneo di riferimento
13:03 Tagliare gli elementi da misurare
22:27 Pulizia del DB Tree
23:10 Volume attravreso la mesh
28:37 Considerazioni finali
31:08 Outro
    In questo video ti condivido un'attività di campo in cui ho dovuto acquisire, velocemente, delle informazioni di un tratto stradale interessato da diversi accessi laterali.

E, altrettanto velocemente, ho elaborato i dati per soddisfare l'urgenza del committente.

Ho usato uno SLAM, XGrids Lixelkity K1, con il modulo GNSS RTK attivo, per acquisire una nuvola di punti, camminando dove potevo.
In campo ho preso anche le coordinate di un po' di punti della segnaletica orizzontale, per supportare e controllare l'output.

Ti condivido anche i dati che ho trasmesso in relazione alla richiesta.


Questo video è stato possibile grazie alla partnership con Dynatech - https://www.dyna-tech.it/
Tramite il link qui sotto puoi beneficiare di 3 mesi di licenza gratuita del software Lixel Cyber Color: https://bit.ly/44uzrKW


SCARICA LA NUVOLA DI PUNTI
Se sei un finanziatore o una finanziatrice di 3DMetrica (di livello alto) puoi scaricare la nuvola di punti che hai visto nel video qui: http://bit.ly/4nKGVzU


Se pensi che questo video possa essere utile anche a qualcuno che conosci puoi condividerglielo.
Ne sarei felice.


Se hai dubbi, domande, richieste specifiche su procedure, comandi o modi di fare qualcosa scrivimi ed io ne prendo spunto per un altro video come questo.

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0:00 Intro
0:23 Il problema
1:20 L'ambito
2:05 Misure GNSS
3:50 Lo SLAM
4:47 Problemi di deriva
5:19 Tempi di campo
6:01 Dynatech
7:12 Considerazioni sul processo
10:28 La nuvola e i dati SLAM
16:07 Planimetria in CAD
16:55 PointCab Origins
17:50 La classificazione del terreno
18:28 Il modello 3DGS
20:09 Il controllo dei dati
20:49 Durata complessiva
23:02 Outro
    In questo video ti condivido come fare per ritagliare un raster dentro QGIS.

Ti faccio vedere due modi.
Uno ritaglia il raster secondo le "estensioni" come, ad esempio, la copertura della tua area di lavoro di QGIS o un rettangolo che disegni tu
L'altro permette un lavoro più raffinato usando un poligono che crei o importi e scegli come "maschera di ritaglio".

Vale per modelli digitali di elevazione (come per il caso del video) ma anche per altri raster/immagini come le ortofoto...


Questo video fa parte del progetto "QGIS in Azione" fatto in strettissima collaborazione con @GterGeomatica 
Io ospito il progetto e provo a dare voce al loro vasto know how su QGIS, messo generosamente a disposizione.
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0:00 Intro
0:35 Preparo il lavoro
1:26 Ritaglio sulle estensioni
6:03 QGIS in Azione e GTER
7:55 Ritaglio su un poligono
13:02 Da linea a poligono
15:51 Tagliare un ortomosaico
16:24 Perchè tagliare un raster
17:16 Outro
    Se ti è capitato di lavorare per un po' di tempo in CloudCompare e poi accorgerti di aver perso tutto per un crash o una chiusura accidentale del software allora questo video potrebbe aiutarti.

Ti condivido come gestire un progetto, salvandolo in formato .BIN e mantenere ordine nei database dei layer.

Nel video trovi anche informazioni su come CloudCompare tratta i file (in modo non distruttivo ma senza salvare file di backup) e sul fatto che non esista l'opzione di "annullamento dell'ultimo comando" ("undo" o "CTRL Z").

Spero possa essere utile per i tuoi lavori sulle nuvole di punti.


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0:00 Intro
0:40 La gestione dei file
4:36 Salvare un progetto
8:19 L'ordine dei layer
12:45 Aggiornare il progetto
14:03 Non esiste il CTRL+Z
15:55 Una panoramica sui file
17:14 Recap finale
19:19 Outro
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